VI. Chi sei?

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L'oscurità non era mai stata così accogliente.
Ed era strano, pensò Brianna, perchè fin da piccola aveva avuto un'incredibile paura del buio.
Chiedeva sempre alla sua balia di lasciare una candela accesa, di notte, in modo che nella sua camera ci fosse sempre uno spiraglio di luce che potesse allontanare i mostri in agguato.
Ma ora le ombre sembravano avvolgerla in un freddo abbraccio che però non era affatto freddo.
Brianna allungò una mano e vide che le fiamme erano scomparse, tanto che le era pressochè impossibile distinguere i contorni delle sue dita.
Si mosse di un passo e poi si immobilizzò.
Erano dei sussurri quelli che sentiva?
Come preghiere sussurrate a bassa voce o una cantilena pronta a risvegliare i morti nella desolazione di un cimitero.
Sentiva delle presenze intorno a sè, come se tanti occhi la stessero osservando, scrutando ogni suo più piccolo movimento.
Fu allora che il fuoco arse davanti a lei.
All'inizio fu una una piccola scintilla, come quella che due pietre focaie producono se sfregate l'una contro l'altra e poi un vero e proprio incendio.
Le venne istintivo portarsi una mano davanti agli occhi per proteggersi da quell'accecante vista, ma le era impossibile muoversi.
All'improvviso si rese conto che qualcosa si muoveva tra le fiamme, come un angelo vendicatore.
Brianna trattenne il fiato quando vide la figura di una ragazza alta e snella che si ergeva tra le fiamme, una regina temeraria e senza paura.
"Chi sei?" domandò lei.
Voleva avvicinarsi e voleva che quella figura uscisse dalle fiamme per poterla vedere in volto.
"Chi sei?" gridò ancora.
La ragazza fece un passo avanti, le fiamme che parevano due ali dietro di lei, come se fosse sul punto di spiccare il volo.
"Dimmi chi sei" mormorò Brianna.
Mosse un passo avanti, la mano tesa come a raggiungerla, e si ritrovò avvolta dalle coperte di seta nel suo letto a baldacchino.
Si guardò intorno, disorientata, il cuore che le batteva all'impazzata nel petto.
Brianna riusciva ancora a scorgere le ultime tracce del sole nello squarcio di cielo oltre la finestra e all'improvviso ricordò la foresta, le strane creature e poi Ben.
Ben che le aveva salvato la vita.
Lo sguardo le cadde sulla mano fasciata e vide che i guanti erano di nuovo al loro posto.
Pensa proprio a tutto, pensò lei, senza alcuna cattiveria e quasi una punta di divertimento.
Si portò una mano dietro la nuca e la scoprì fasciata, ipotizzando quindi di aver davvero sbattuto la testa durante il combattimento.
Per quello aveva perso i sensi, riflettè.
Fu solo perchè Oliver aveva emesso un leggero grugnito che si rese conto della sua presenza.
Era seduto accanto al letto e stava dormendo, le sopracciglia lievemente aggrottate come se stesse sognando qualcosa che non lo convinceva particolarmente.
I suoi capelli biondi gli erano ricaduti sugli occhi e Brianna dovette imporsi di non scostarglieli.
Era ancora arrabbiata con lui, ricordò a se stessa, e non lo avrebbe perdonato solo perchè era probabilmente rimasto a vegliare su di lei così a lungo che poi si era addormentato.
O forse si era addormetato perchè era stanco dalla gita con Evelyn al lago delle speranze perdute.
Si passò una mano tra i capelli rossi e sospirò.
Non era mai stata brava a tenere il broncio, soprattuto non con Oliver.
Sgusciò fuori dalle coperte e scese da letto, prendendo una vestaglia che era appoggiata sul baule ai piedi del letto.
"Oliver?" fece dunque, avvicinadoglisi "Svegliati, dormiglione"
Lui mugugnò qualcosa, ma rimase addormentato.
"Dovresti farmi compagnia" continuò Brianna "sono io quella che ha subito un'aggressione"
All'improvviso il pensiero che avrebbe dovuto ringraziare Ben le passò in mente come un fulmine a ciel sereno, ma per quel momento lo rinchiuse in un cassetto.
Allungò una mano e gli scrollò la spalla.
Dopo quella che parve un'eternità, Oliver si mosse e alla fine aprì gli occhi.
Lo sguardo castano all'inizio appannato divenne fermo quando si posò su Brianna.
"Bree" disse, scattando in piedi "come stai?"
"Meglio di quelle creature" rispose lei.
Oliver la prese tra le braccia e l'abbracciò, stringendola a sè.
Perchè lo faceva?, si ritrovò a pensare Brianna, Perchè continuava ad illuderla così?
Eppure temeva il giorno in cui Oliver fosse uscito per sempre dalla sua vita.
"I miei genitori dove sono?" domandò poi "Credevo che avrei trovato uno di loro qui"
Un'ombra passò sul volto di Oliver.
"Non sanno della tua piccola escursione" spiegò "Benjamin non ha detto loro niente su mio consiglio. Pensavo avresti voluto così"
Brianna rimase in silenzio per qualche isnate, poi annuì.
"Hai fatto bene" disse "si sarebbero preoccupati per nulla e mi avrebbero chiesto perchè fossi stata nella foresta. Benjamin ti ha dato ascolto?"
"A dirti la verità sembrava piuttosto preoccupato. Sembrava volesse rimanere qui con te ma alla fine ha detto che saresti stata più felice di vedere me al risveglio"
Ben era davvero preoccupato per lei?
Doveva essere un attore formidabile, allora.
"A proposito di questo" continuò Oliver, guardandola con i suoi più tristi occhioni scuri "mi dispiace tanto, Bree. Non hai idea quanto. Se fossi venuto con te..."
"Ma non sei venuto"
Brianna lo guardò, i suoi occhi due lame argentate.
Alla fine sospirò.
"È acqua passata, Oliver" concluse "ti perdono"
"Davvero?"
"Ci sono cose più grandi di noi due ora come ora"
Lui sembrò leggermente deluso da quell'affermazione ma Brianna non aveva tempo di pensarci.
Afferrò un semplice abito che avrebbe potuto indossare senza l'aiuto di domestiche e si fiondò dietro il parasole, cambiandosi in fretta.
"Dove vai ora?" domandò Oliver.
Brianna uscì dal parasole e afferrò Promessa, già nel fodero che si legò in vita.
"Da maestro Silas" rispose "ho bisogno di risposte e credo che lui sappia più di noi"
"Vengo con te?"
Lei gli fece un sorriso affrettato.
"No" disse "no, tranquillo"
Si avviò verso la porta e si tolse la striscia di benda che le avvolgeva la nuca, constatando che il sangue si fosse fermato.
Lanciò uno sguardo ad Oliver e lo trovò che la fissava incredulo.
"Però esci dalla mia camera, vuoi?" disse.
Lui sembrò riscuotersi dallo stato di tepore in cui era, perchè annuì e si affrettò ad uscire.
"Ci vediamo dopo" la salutò.
Brianna lo osservò andare, gli occhi fissi sulla sua schiena.
Si appoggiò allo stipite della porta e chiuse gli occhi per un istante.
Aveva fatto la scelta giusta, si disse.
Quella non era la storia di Oliver, per quanto lui le fosse sempre stato accanto: quella era la storia di Brianna.
Per quanto insignificante, la sua decisione di non accompagnarla nella foresta l'aveva ferita e quella ferita era difficile da ricucire.
Uscì dalla camera e si incamminò decisa verso i sotterranei, calcolando che doveva avere ancora un'ora prima di cena.
Per la prima volta vide Ben prima che lui vedesse lei.
Si fermò, interdetta.
Lui era al centro di un corridoio e continuava a fare avanti e indietro, come se fosse perseguitato da un fantasma.
"Sai che se continuerai così consumerai il pavimento e cadrai al piano di sotto?" fece Brianna, incrociando le braccia sotto il seno "Considerando il punto del castello in cui siamo finiresti dritto nelle cucine, magari dentro il pentolone dello stufato"
Ben si fermò di botto e si voltò, gli occhi dorati che parevano brillare.
Alla fine inarcò un sopracciglio scuro.
"Se sei in grado di fare battute significa che non hai battuto la testa troppo forte" replicò "non saprei dirti se sia segno di progresso o meno"
"Che battuta di spirito" Brianna gli si avvicinò "sto davvero morendo dalle risate"
Lui la guardò per un istante e sembrava stesse lottando con tutto se stesso per non fare qualcosa, anche se lei non avrebbe saputo dire cosa.
"Come stai?" le domandò, la voce incredibilmente indecifrabile.
"Sto bene" rispose Brianna "dovevo essere sconvolta, per questo sono svenuta. La ferita alla testa era superficiale"
Si portò le mani in grembo e le congiunse, cercando le parole che le sfuggivano.
"Grazie, comunque" aggiunse alla fine "avrei dovuto ringraziarti non appena hai sfoderato la tua magia ma..."
"Ma?"
Ben la stava guardando e c'era un guizzo di divertimento nei suoi occhi d'oro.
Brianna dimenticò quello che avrebbe voluto dire.
"Niente" disse "le lezioni comunque non riprenderanno"
Lui si passò una mano sul volto, sconsolato.
"Sei così testarda" mormorò.
"Sarà qualcosa con cui dovrai convivere" rispose lei.
Si mordicchiò il labbro, osservandolo.
"Stavo andando da maestro Silas per raccontargli quello che è successo con quelle creature e vedere se lui sa qualcosa più di noi" dichiarò "forse dovresti venire anche tu"
"Non puoi più fare a meno di me?"
Brianna lo superò, sapendo che l'avrebbe seguita.
"No, pallone gonfiato che non sei altro" rispose "mi servono testimoni"
"Credi che maestro Silas non ti crederà?"
"Non voglio correre il rischio"
In poche falcate, Ben le fu di nuovo accanto.
Lei gli lanciò qualche occhiata di sottecchi, rimuginando.
Non sapeva se chiedergli ciò che avrebbe voluto oppure rimanere in silenzio.
"Da quando freni la lingua, Brianna?" disse alla fine lui, guardandola divertito.
"Di cosa parli?"
Ben sospirò.
"Continui a lanciarmi occhiatine come se volessi chiedermi qualcosa" spiegò "inoltre, continui a fare quel gioco strano con le dita, come un continuo intreccio, e lo fai sempre quando qualcosa ti tormenta"
Brianna per un istante rimase senza parole, limitandosi a fissarlo.
Qualcuno che non fa a caso a te, che non tiene almeno un minimo a te, non si accorge di piccoli dettagli come quelli.
"Perciò, forza, chiedi quello che vuoi chiedermi" concluse lui.
Lei si riscosse.
"Quanto tempo ci hai messo a controllare il tuo elemento?" domandò.
Ben le lanciò un'occhiata.
"È diverso per te" le disse subito "noi membri del popolo della notte scopriamo il nostro elemento quando siamo ancora piccoli. Lì è più facile imparare il controllo, perchè i bambini non si pongono tante domande: semplicemente vedono la meraviglia in tutto e si lasciano avvolgere"
Scrollò le spalle, svoltando l'ennesimo corridoio.
Abbassò la voce quando passarono accanto a delle domestiche che stavano spolverando una statua.
"Il tuo potere si è risvegliato quando ormai eri adulta" continuò "nessuno sa perchè. Non è mai successo prima, soprattutto non ad un membro del popolo dell'alba"
Brianna si mordicchiò il labbro, annuendo piano.
"Per quanto riguarda le lezioni—"
Lo fulminò prima ancora che Ben terminasse la frase e lui reagì alzando le mani in segno di resa.
"Se mi avessi fatto finire..." le fece notare "quello che volevo dire è che non approvo la tua scelta, ma di certo non posso obbligarti a farti aiutare. Andrebbe contro tutto quello che stavo cercando di insegnarti, purtroppo. Hai presente? L'accettare il fuoco, l'amare se stessi eccetera"
"L'ultimo punto te lo sei appena inventato" ribattè Brianna.
"Stupidaggini"
Ben le sorrise.
"Comunque, sappi che io sono qui se vorrai tornare sui tuoi passi" concluse "non posso prometterti che non ti dirò "te l'avevo detto" però, ti chiedo perdono in anticipo"
Brianna si rese conto di star sorridendo un secondo troppo tardi, perchè lui se n'era accorto prima di lei.
Sembrò compiaciuto.
Brianna ritornò immediatamente seria, voltandosi verso i sotterranei che si allargavano di fronte a loro.
Si avvicinò alla porta degli alloggi di Silas e bussò, rimanendo in attesa.
Dopo qualche istante, il maestro venne ad aprirle, avvolto nella sua solita tunica color pergamena.
I suoi occhi acquosi si posarono su di lei e poi su Ben, che le era dietro.
"Vostre Grazie" esordì "cosa vi porta qui?"
"Temo lo sappiate già, maestro" rispose Brianna.
Silas esitò un solo istante, poi si spostò di lato in modo che loro potessero entrare.
Ben la superò e nel farlo, che fosse stato un movimento casuale oppure no, le sfiorò il braccio.
Brianna lo osservò per un istante, pensando se fargli notare che, se fosse stato un gentiluomo, l'avrebbe lasciata entrare per prima, ma le parole le morirono sulle labbra quando vide che la stava osservando, la sedia ritratta da sotto il tavolo in attesa che lei si sedesse.
Lo fece e scoprì che il suo cuore aveva fatto una piccola capriola.
Scosse leggermente la testa, le mani strette a pugno sotto il tavolo in modo che nessuno le vedesse: non era quello il momento di cambiare opinione su Ben, proprio no.
Si costrinse a guardare Silas che si era seduto di fronte a loro e stava versando del tè da una teiera.
"Si tratta delle morti nella foresta" esordì Brianna, alla fine, stringendo tra i guanti la tazza.
Il tè era così caldo che riusciva a percepire il suo calore perfino attraverso la stoffa dei guanti.
"C'è qualcos'altro" continuò, lanciando un'occhiata a Ben, seduto accanto a lei "delle creature con le stesse linee scure dei morti. Hanno gli occhi completamente neri e si muovono senza fare alcun rumore, come se non avessero una solida presenza"
"Ma ce l'hanno eccome" intervenne Ben "sono anche molto brave a lanciare massi"
Silas rimase in silenzio un istante, completamente immobile.
"Erranti" disse alla fine.
"Cosa?"
"Si chiamano erranti"
Aveva la tazza vicina alle labbra, ma non ne aveva ancora bevuto un sorso.
"Secondo antiche leggende, gli erranti sono creature legate ad un padrone, una forza oscura e superiore che non è umana" spiegò il maestro "è tutto ciò di quanto più lontano ci sia dall'umanità"
Brianna sbattè le palpebre.
"Le leggende dicono come si possa sconfiggere questa forza superiore?" domandò.
Silas guardò Ben, uno sguardo fugace quanto un lampo nel cielo terso, poi scosse la testa.
"Maestro, vi prego" insistè Brianna "diteci quello che sapete. Per favore"
"Sono leggende molto antiche, Vostra Grazia, sono per lo più frammenti. Farò delle ricerche in biblioteca, per essere utile quanto più mi è possibile"
Lei era certa ci fosse dell'altro sotto, ma dai tanti anni che conosceva Silas sapeva che se non avesse voluto parlare, sarebbe rimasto una tomba.
Nascose un sospiro.
Aveva un nome, pensò, era un inizio.
Sarebbe andata lei stessa in biblioteca.
Sarebbe andata ovunque, maledizione.
Le campane suonarono e il loro suono attutito dalle spesse pareti dei sotterranei giunse fino ai tre.
Ben si alzò e guardò Brianna.
"I tuoi genitori e mia sorella ci staranno aspettando per la cena" disse "è meglio andare"
Lui sembrava nervoso, riflettè lei, come se avesse paura che qualcosa di nascosto ritrovasse la strada verso la luce.
Brianna ricordò quando aveva assistito a quella misteriosa conversazione tra Ben e Silas e fu sempre più sicura che i due le stessero nascondendo qualcosa.
E quel qualcosa aveva a che fare con la misteriosa forza.
Si alzò e lo seguì fuori dai sotterranei dopo aver ringraziato il maestro, pensando che al ballo in onore del loro fidanzamento della sera seguente avrebbe scoperto la verità.

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