XXXV. Come in un sogno

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Quella parola echeggiava nella sua mente, ancora e ancora.
Monilvahan.
Brianna temeva che, se si fosse voltata, tutto sarebbe scomparso come se fosse stato un sogno.
Come quando sei così vicina a raggiungere il tuo obiettivo, a raggiungere il tuo oggetto del desiderio, e, nel momento in cui allunghi la mano per afferrarlo, ti svegli di colpo, le lenzuola aggrovigliate intorno al corpo e la mano realmente tesa verso qualcosa che non è mai stato lì.
Brianna non voleva voltarsi e scoprire fosse tutto un frutto della sua immaginazione.
Monilavahan.
Se si fosse voltata e quello che pensava stesse accadendo non fosse accaduto, sarebbe sopravvisuta?
Quante volte un cuore può spezzarsi prima che non si ricomponga mai più?
Brianna prese un respiro profondo e alla fine si voltò.
Stava sognando?
Ben era seduto sul piedistallo e la guardava come se avesse visto un fantasma, come se stesse assistendo all'ottava meraviglia del mondo.
Le uscì una piccola risata che non sarebbe stata affatto appropriata in un tempio, ma che era così liberatoria, e si portò le mani a coprirle la bocca, di scatto.
Ben scese dal piedistallo e ora era in piedi, così vivo e così vicino.
"Perchè sono in un tempio?" iniziò a dire, ma Brianna gli era già corsa incontro e lo stava già abbracciando.
Le sembrò di essere tornata a respirare dopo essere stata sott'acqua per un tempo così lungo che aveva dimenticato di aver smesso di respirare e si era abituata a quello stato di non essere.
"Per i quattro dei, sei qui" continuava a ripetere, mentre sentiva le braccia di Ben ricambiare la sua stretta "se davvero qui. Sei tornato"
All'improvviso Brianna si staccò bruscamenente da lui e lo guardò in volto, le mani posate a coppa sulle sue guance.
I suoi occhi erano tornati ad essere dorati ed erano così vicini che riusciva a vedere le pagliuzze color miele al loro interno.
"Non farlo mai più" gli disse, la voce che si spezzava "non provare mai più a lasciarmi con una lettera o ad intraprendere un'avventura senza di me, hai capito? Da questo momento affronteremo ogni singola cosa insieme e nessuno dei due farà l'eroe"
Ben stava sorridendo, carezzando il viso di Brianna come se ancora non credesse che lei fosse lì tra le sue braccia.
"Te lo prometto" disse "ora puoi spiegarmi come posso essere ancora vivo? E Lilith? Tu stai bene?"
A lei venne da ridere di nuovo.
"Ho espresso un desiderio per far tornare in vita te e tutti gli altri erranti" rispose "e per quanto riguarda Lilith–"
Brianna si bloccò e si limitò a guardarlo.
Ben aggrottò la fronte.
"Cosa?"
"Lilith può aspettare"
Brianna lo attirò a sè e lo baciò, mentre Ben ricambiava immediatamente il bacio, stringendola ancora di più a sè.
Sarebbe rimasta volentieri così per sempre, ma all'improvviso si udirono delle voci gridare di gioia e allegrie.
Loro due si staccarono di scatto e si voltarono a guardare l'ingresso del tempio, dove buona parte del popolo dell'alba si stava riversando.
"Sono vivi!" stavano gridando "Sono tutti vivi!"
Brianna riconobbe alcuni degli erranti che aveva visto nella foresta e tutti erano tornati umani.
Sorridevano, abbracciati ai propri familiari.
"Vedete?" esclamò un ragazzo "Anche il principe è tornato in vita!"
"È stato un miracolo!" aggiunse una donna "Vostre Grazie, gli dei ci hanno benedetti!"
Questa volta Brianna rise per davvero.
"È tutto finito, ora" disse al popolo che si era già inginocchiato lungo la navata davanti alle statue del primo dio "non c'è più l'Oscurità, non c'è più alcuna minaccia"
Ben le diede una spintarella, il braccio ancora intorno alla sua vita.
"Un miracolo, mh?" disse.
"Non importa cosa sia stato" disse Brianna, allacciandogli le braccia intorno al collo "l'importante è che sei tornato da me"
"Non ho intenzione di andare da nessuna parte, Bree"
"Bene"
Ben sorrise.
"Bene"

***

Il sole stava tingendo di cremisi e oro il cielo, oltre la finestra della camera di Brianna.
La giornata precedente era stata una delle più lunghe che avesse mai vissuto e lei non voleva ancora guardare dentro se stessa e cercare di capire quali fossero i suoi sentimenti.
Erano fin troppo ingarbugliati già così.
Ben era morto ma poi era tornato indietro, aveva scoperto la verità su sua madre e Valian e poi aveva sconfitto l'Oscurità.
E non era morta, pensò, alla fine la profezia aveva avuto solo un significato metaforico, grazie agli dei.
Brianna abbassò lo sguardo e osservò le proprie mani.
Osservò le piccole tracce di oscurità che danzavano tra di esse, alternate al fuoco, come una pallida imitazione di ciò che la sua magia e quella di Lilith avevano fatto durante il loro incontro.
La profezia aveva avuto solo un significato metaforico per alcune parti, ma aveva lasciato tracce ben più letterali dietro di sè.
Le sembrava di essere tornata alle prime volte con il fuoco, quando ancora non riusciva ad averne il controllo.
Si chiese se, quando la mattina precedente le fiamme erano di nuovo comparse senza il suo consenso quando si trovava negli appartamenti di maestro Silas, fosse dovuto al fatto che ora dentro di lei c'era anche la magia di Lilith e questo avesse destabilizzato l'equilibrio che aveva raggiunto con la propria magia.
Probabilmente era così, ma questa volta si sentiva più capace di ottenere il controllo da sola.
Non avrebbe più usato dei guanti.
Chiuse gli occhi e cercò la solita scintilla che ormai sapeva individuare in un istante, che ogni volta pareva darle il benvenuto a casa.
Quando la trovò questa volta, vide che intorno ad essa vi erano anche volute di oscurità che la circondavano.
Brianna si avvicinò e le sfiorò, ma quelle si ritrassero.
Allora si concentrò sulla scintilla e desiderò si ingrandisse, in modo da essere quella in controllo.
All'inizio non successe nulla, come se la magia di Lilith stesse resistendo.
Fu allora che Brianna capì: ormai quella magia era sua, parte di lei, non di Lilith.
Doveva accoglierla come aveva accolto il fuoco.
Smise di resistere e lasciò che l'oscurità avvolgesse completamente il fuoco, finchè la luce che la scintilla aveva sempre emanato non si spense del tutto.
Aspettò per lunghi istanti e poi, come se fosse la cosa più naturale del mondo, la scintilla esplose.
Brianna aprì gli occhi d'istinto e vide che ora le sue mani erano come al solito.
Si concentrò ed evocò il fuoco su quella destra, l'oscurità su quella sinistra.
Si ritrovò a sorridere.
Il primo pensiero che le venne fu di andare a cercare Ben per dirglielo.
Poi la magia scomparve e lei si accasciò sulla sedia davanti alla toletta, sospirando.
Dopo aver assistito al miracoloso ritorno di Ben, non l'aveva più visto per tutto il giorno.
I suoi genitori – i reali della notte, per meglio dire – erano arrivati al castello dell'alba credendo di trovare la salma del figlio e invece avevano scoperto fosse tornato in vita.
Ben era rimasto con loro e Brianna non poteva di certo biasimarlo.
Si chiese se Lyra e Stellan Lyrion fossero andati a trovare Evelyn nelle segrete, specialmente dopo che lei li aveva rinchiusi nelle loro stanze protette da guardie nel regno della notte.
Dopo essere tornata nella sua camera, uscita dal tempio del primo dio, Brianna era crollata completamente: aveva dormito tutta la notte e tutto il giorno seguente, fino a quel momento, quando si era svegliata circondata da fiamme e oscurità.
Ben le mancava anche se l'aveva visto solo il giorno prima.
Era come se, da quando lui era morto e poi tornato in vita, lei non riuscisse a stargli lontana per paura che lui potesse scomparire di nuovo.
Con tutta la situazione tra Evelyn e Lilith, Brianna non aveva avuto il tempo di pensare a quello che sarebbe successo dopo.
In primo luogo, il matrimonio tra lei e Ben si sarebbe dovuto celebrare per sigillare l'alleanza tra il regno della notte e il regno dell'alba, in modo che fossero forti davanti alla minaccia che l'Oscurità presentava, ma ora?
Loro due si erano innamorati nel frattempo, ma niente le assicurava che alla fine il matrimonio sarebbe andato a buon fine.
Le alleanze potevano sempre cambiare, considerato che era stato il popolo di Euros ad aiutarli e Failon era ancora scapolo–
Brianna fermò il movimento della spazzola che aveva iniziato qualche minuto prima, pettinandosi i capellli.
Leanna non avrebbe impedito il matrimonio, non quando conosceva i segreti del cuore della figlia.
Ma Brianna non aveva certezze su Stellan Lyrion, non quando la principessa Astrid di Raynar era ancora nubile e giovane, per fare un esempio.
Comunque fosse stato, Ben e Brianna si sarebbero scelti a vicenda.
Non avevano mai smesso di farlo e avrebbero combattuto per stare insieme.
Un pensiero l'attraverò all'improvviso.
Lasciò la spazzola sulla toletta e si alzò di scatto, la gonna della camicia da notte che si allargava intorno a lei.
Si ritrovò a sorridere.
Con un gesto delle mani le candele che illuminavano la camera si spensero.
Brianna raggiunse la porta e posò la mano sul pomello, aprendola.
E trattenne il fiato.
Ben era proprio davanti a lei, la mano a pugno alzata come sul punto di bussare.
Un sorriso mesto e divertito giocherellò sugli angoli della sua bocca, finchè non spuntò del tutto.
Quando lo guardò negli occhi, Brianna capì che aveva ragione: lui avrebbe sempre scelto lei, non importava le circostanze.
E si diede della stupida, perchè era esattamente ciò che aveva fatto anche dopo aver scoperto della maledizione che lo avrebbe condannato se lui l'avesse amata.
Era ciò che aveva continuato a fare da quando l'aveva conosciuto.
"Ehi" fece Ben.
Lei sentì le proprie labbra imitarlo.
"Ehi" rispose.
Per quanto tempo stettero così?
Gli sguardi incatenati, Ben sulla soglia della stanza e Brianna dall'altro lato, come se ci fosse un muro fisico a separarli, fisico ma invisibile che nessuno dei due aveva il coraggio di rompere.
"Posso entrare?" domandò alla fine Ben.
Lei si riscosse e fece una risata nervosa, annuendo e aprendo di più la porta.
Lui entrò e si guardò curiosamente intorno, mentre Brianna pensava al perchè improvvisamente ci fosse imbarazzo tra di loro.
Forse si trattava della notte che avevano passato insieme.
"Pensavo di trovare varie armi appese ovunque, magari alcune nascoste tra le pieghe delle tende del letto" commentò Ben, voltandosi verso Biranna "o forse le hai nascoste così bene che sono io a non vederle"
"L'ultima mia esperienza con un'arma non è finita bene" rispose lei, staccandosi dalla porta.
Ricordò quando avevano capito che Evelyn aveva incantato Promessa per rintracciarli e i giorni che avevano passato nelle prigioni del castello.
Rabbrividì: no, non voleva ripetere quell'esperienza per niente al mondo.
Ben aveva un leggero sorriso sulle labbra.
Poi tese una mano verso di lei, in attesa che Brianna la prendesse.
Quando gli fu vicino, le dita intrecciate alle sue, lei si chiese perchè avesse pensato ci fosse imbarazzo tra di loro: era nervosa, non imbarazzata, perchè aveva paura che il ritorno dai morti di Ben fosse solo temporaneo.
Aveva paura che, se l'avesse guardato troppo a lungo, lui alla fine le sarebbe stato strappato via di nuovo.
"Voglio farti vedere una cosa" disse lui.
Brianna inarcò un sopracciglio mentre lo osservava spostare la mano che non stringeva la sua e posizionarla con il palmo all'in su.
Dopo un istante, leggeri e delicati fiocchi di neve danzarono sul suo palmo, come se ci fosse una musica che solo loro potevano sentire.
"La tua magia!" esclamò subito lei, voltandosi di scatto a guardarlo "È tornata!"
Ben annuì.
"Deve essere stata la morte di Lilith" spiegò "l'ho capito appena mi sono risvegliato nel tempio, ieri. Era di nuovo dentro di me"
Brianna sorrise.
"Ho incontrato Silas prima di venire qui" continuò lui e un sorriso giocherellava agli angoli della sua bocca "la maledizione non c'è più, Bree"
Il cuore di Brianna mancò un battito.
"Davvero?" bisbigliò.
Questa volta Ben sorrise per davvero.
"Si è avverata quando sono morto" aggiunse "ma ora che sono tornato... ora si è infranta per sempre, secondo Silas. Il fatto che io sia morto e poi tornato in vita l'ha spezzata per sempre. I miei figli non avranno questo fardello. Credo che il secondo verso della profezia, quello che diceva che l'ultimo erede avrebbe compiuto la sua scelta, fosse su di me"
"Tu sei l'ultimo erede della maledizione?"
Ben annuì.
"E quella notte dell'eclissi a Euros ti ho detto per la prima volta cosa provassi per te, dando alla maledizione via libera"
"Ma ora non c'è più"
"Non c'è più" confermò Ben.
Brianna non poteva crederci.
Non sapeva cosa dire, non riusciva a fare altro se non guardarlo con un sorriso sulle labbra.
Aveva voglia di ridere e non smettere più.
"Non hai idea di quanto mi piaccia quando mi guardi così" bisbigliò Ben.
"Così come?"
"Come se non ci fosse nient'altro che ti renda più felice"
Brianna si fece più vicina, così tanto che i loro nasi ora si sfioravano.
"È perchè non c'è nient'altro che mi renda più felice" rispose.
Un istante dopo si stavano baciando, l'uno agrappato all'altra come se non volesse separarsene mai più.
Era tutto esattamente come sarebbe sempre dovuto essere, come Brianna aveva sempre voluto fosse.
Il suo cuore traboccava di gioia al pensiero che la loro vita sarebbe stata quella da quel giorno in poi, che sarebbero stati insieme e niente li avrebbe separati.
Non sapeva quanto tempo fosse passato, ma dopo quelle che parvero ore eterne Ben si allontanò da lei, i respiri di entrambi ancora affannosi.
Ancora abbracciati, come se si sostenessero a vicenda, lui appoggiò la fronte a quella di Brianna.
Lasciò andare un lieve sospiro.
"Non sembri molto felice, tu" commentò lei, stuzzicandolo.
Ben si fece sfuggire una mezza risata.
"Dei, non pensare sia per te" rispose "non è mai per te"
"Cosa c'è allora?"
Lui rimase in silenzio qualche lungo istante.
"Non andranno via" disse alla fine.
Brianna aggrottò la fronte e Ben dovette percepirlo, perché continuò.
"Le linee scure" aggiunse "rimarranno per sempre sul mio corpo. Mi ricorderanno sempre quello che è successo"
"Ed è un male?" fece Brianna piano.
Con le braccia allacciate dietro al suo collo gli carezzò la nuca, dove i capelli scuri si arricciavano.
"Non sono belle, Bree" rispose Ben dopo un po'.
Lei liberò una piccola risata.
Era davvero quello il problema più grande?
"Non me ne importa un bel nulla" disse, scuotendo la testa "rimani sempre bellissimo, Benjamin Lyrion, non temere"
Abbassò la voce.
"E poi nessuno dovrebbe vergognarsi delle proprie cicatrici" disse "sono solo un monito del coraggio di quella persona. Un monito che, qualsiasi cosa di brutto accada, alla fine spunterà sempre il sole"
"Vuoi essere il mio sole?"
Brianna lo guardò e vide che ora il viso di Ben si era illuminato.
Stava sorridendo divertito.
"Mi è bastato essere quello della pofezia, sai?" rispose lei "E poi è fin troppo melenso, perfino per te"
Quando lui rise, Brianna pensò che il sole sarebbe davvero sempre sorto.
Ben rimase a fissarla per un po', l'ombra di un sorriso sulle sue labbra.
Poi allungò una mano oltre il suo viso, togliendo una forcina dai suoi capelli.
Quella cadde a terra in silenzio.
Brianna inarcò un sopracciglio mentre lui procedeva nel suo compito, togliendo ogni forcina, una dopo l'altra, mentre i capelli rossi di lei ora le ricadevano completamente sulle spalle in morbide onde.
"Meglio?" fece lei, con un sorrisetto.
"Molto meglio" rispose Ben.
Spostò la mano sulla sua guancia e la baciò di nuovo, stavolta più dolcemente e lentamente.
Brianna strinse le braccia intorno al suo collo e lo sentì sorridere sulle sue labbra, mentre l'attirava più vicina a sè.
In qualche modo camminarono finchè lei non sentì il legno del letto contro le sue gambe.
Brianna interruppe il bacio e guadò Ben negli occhi.
"Ben?" fece.
I suoi occhi dorati erano limpidi e bellissimi.
"Sì?"
Lei sorrise.
"Ti amo"
L'espressione sul viso di Ben era qualcosa che non avrebbe dimenticato facilmente.
Era tutto ciò che avrebbe sempre voluto vedere negli occhi del ragazzo che l'avrebbe amata per tutta la vita.
"Non smetterò mai di amare il sentirtelo dire" disse.

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