Quando era piccola, l'attività preferita di Brianna era girare per il castello alla ricerca di ogni più piccolo anfranto, di ogni più nascosto passaggio segreto, di ogni più piccolo segreto ben custodito.
Aveva girato ogni angolo del castello più e più volte, memorizzando ogni quadro, arazzo o statua.
L'ala degli ospiti era l'ala che l'aveva sempre incuriosita di più, grazie ai suoi arazzi tratti dall'ambito mitologico.
Adorava passare le ore ad osservarli, a immaginare le storie che là erano dipinte e vederle prendere vita nella sua mente.
Ora, ferma davanti alla porta della camera data a Ben, il cuore le batteva all'impazzata nel petto e non c'entrava nulla la storia d'amore tra il primo dio e una mortale raffigurata nell'arazzo accanto alla porta.
Non sapeva nemmeno lei perché fosse lì.
Sapeva solo che una volta parlato con Failon, i suoi piedi l'avevano naturalmente portata in quella parte del castello, dove avrebbe trovato Ben.
Si disse di volerlo vedere solo per essere sicura stesse bene dopo la battaglia, dopo la ferita che Evelyn gli aveva procurato.
Non c'erano sentimenti coinvolti.
Alzò una mano per bussare, ma poi si bloccò.
Quante probabilità c'erano che Ben fosse in camera?
Magari era andato nelle prigioni da Evelyn oppure a mangiare qualcosa nelle cucine, oppure...
Brianna fece un respiro profondo.
Chiedere ad un amico come stesse dopo una ferita non avrebbe influito sulla maledizione.
E così aprì la porta, dimenticandosi completamente di bussare.
Rimase sulla soglia immobile, mentre Ben girato di spalle finiva di abbottonarsi la camicia dopo essersi probabilmente controllato la fasciatura della ferita.
La gola di Brianna si seccò e dimenticò completamente qualsiasi cosa si fosse detta poco prima per convincersi del perché fosse giunta lì.
Ben era in piedi, stava bene ed era vivo.
Era stata così preoccupata che la ferita potesse essere più grave di quello che sembrasse, così preoccupata di non essere potuta andare subito da lui.
Gli corse incontro prima ancora di essersene resa conto, i metri che li separavano che diventavano sempre meno.
"Bree?" fece Ben, sorpreso, voltandosi al suono dei suoi passi.
Ma se disse altro, le sue parole si persero nei capelli rossi di lei che lo abbracciava.
Era solido, era reale ed era così vicino.
Ben ricambiò immediatamente la stretta, avvolgendola con le sue braccia.
Brianna si rese conto di avere gli occhi lucidi mentre lo stringeva a sè.
Si ricordò solo dopo lunghi istanti del fatto che Ben fosse ferito e probabilmente lei gli stesse facendo male.
"Ti fa male?" bisbigliò allora, senza però allontanarsi di un millimetro.
"No" replicò subito lui, d'istinto "stringi più forte"
Rimasero così a lungo, forse per lo stesso numero di anni in cui la Bella Addormentata dormì o forse solo per i brevi istanti in cui lei si punse con l'arcolaio.
Fu nel silenzio che Ben emise un gemito spezzato, attutito dai capelli di Biranna.
Lei si pietrificò.
Era tutta colpa sua, pensò, per il fatto che fosse stata debole e che non fosse riuscita a stargli lontano.
Non c'era dubbio si trattasse della maledizione.
"Non sarei dovuta venire" fece.
Si allontanò da Ben, scuotendo la testa, ma lui la tenne ostinatamente stretta a sè.
"Lasciami andare, Ben" continuò Brianna "è la maledizione"
Lui scosse la testa.
"È la ferita" la corresse, poi accennò un sorriso "hai una stretta molto intensa"
Ma ormai nella mente di Brianna c'erano solo scenari in cui Ben cadeva a terra, lo sguardo vitreo come quello di Rufus settimane prima, il suo battito che scompariva per sempre.
"È stato comunque un errore venire qui" insistè lei, liberandosi della sua stretta "non sarei dovuta venire. Non è sicuro"
"Non me ne importa un bel niente!" esclamò Ben, le braccia alzate in un gesto di disperazione "Voglio stare con te, Bree. Sarebbe tempo preso in prestito lo stesso. Qualsiasi storia d'amore è tempo preso in prestito al destino, perchè non è possibile sapere quanto tempo durerà"
"Ma noi sappiamo che se stiamo insieme i tuoi giorni saranno contati! Noi conosciamo il limite al nostro tempo!"
Il cuore le batteva all'impazzata nel petto, così forte che le rimbombava nelle orecchie come tamburi di guerra impazziti.
"Sei tu che sei venuta qui" disse Ben alla fine, in tono conciliatorio "non sono venuto io da te, anche se avrei voluto. Perchè lo hai fatto allora?"
"Non lo so perchè!" esclamò Brianna.
Ben fece un passo avanti.
"E invece lo sai" insistè "dillo, Bree. Per favore, dillo"
Lei iniziò a scuotere la testa.
"Devo andaremene" disse.
Fece per voltarsi e andarsene, ma Ben la fermò.
"Cambieresti tutto, allora?" quasi gridò "Se potessi tornare al primo momento in cui ci siamo conosciuti, cambieresti tutto? Faresti in modo che tutta questa situazione non succeda?"
"Lo farei!" gridò Brianna, voltandosi di scatto "Se potessi tornare indietro, ti starei lontana, eviterei le conversazioni intorno al fuoco nelle foreste, eviterei i balli sotto le stelle, eviterei tutte le volte in cui mi hai sorriso o mi hai guardata con quello sguardo capace di leggere dentro di me, eviterei il modo in cui il mio cuore sobbalzava ogni volta che mi sfiorassi, ogni volta che mi prendessi la mano, eviterei qualsiasi cosa io abbia mai fatto con te. Tornerei ad odiarti, a disprezzarti, a non provare proprio un bel niente per te"
Il petto le si alzava e abbassava freneticamente, il respiro affannato che le colorava di scarlatto le guance.
"Lo farei" ripetè, senza fiato, la voce di diversi toni più bassa "se solo il mio cuore fosse ancora mio"
Sembrava sconfitta, come se avesse rinunciato a combattere una battaglia che la stava distruggendo.
Scosse la testa e scrollò le spalle, allargando le braccia.
"Ma è tuo, Ben" mormorò "è sempre stato tuo, anche quando io non lo sapevo e quando mi impedivo di saperlo"
Lo guardò, disperata, triste, spezzata e vuota.
"Cosa aspetti a prenderlo?" bisbigliò.
Ben arrancò verso di lei, gli occhi dorati che brillavano come due soli nell'oscurità.
Con estrema lentezza si chinò finchè le loro labbra non si sfiorarono, finchè non si baciarono abbracciati, aggrappati e stretti l'uno all'altra.
Il bacio si fece più intenso e un fuoco divampò tra di loro.
Da quanto tempo Brianna aveva bramato di poter baciare Ben di nuovo?
L'esplosione di gioia, furore, desiderio e caos che si sprigionò dentro di lei le fece dimenticare all'istante tutto ciò che riguardasse la maledizione.
Non esisteva nient'altro se non loro due e il modo in cui Ben faceva scorrere le sue mani lungo il corpo di Brianna, il modo in cui lei si aggrappava con tutte le sue forze alle sue spalle, il modo in cui le loro bocche si cercavano, si trovavano e si perdevano per cercarsi di nuovo in un ciclo di cui non riusciva più a distinguere l'inizio o la fine.
Ben aveva le mani tra i suoi capelli e tra un bacio e l'altro mormorava il nome di Brianna, come se fosse una parola magica in grado di proteggerli per sempre.
Forse fu il modo in cui pronuciava il suo nome oppure il modo in cui quel bacio la faceva sentire completamente e assolutamente desiderata e voluta e amata: comunque fosse, qualsiasi forza si impossessò di lei, la guidò senza esitazione.
Le sue mani trovarono i bottoni della camicia di Ben e, anche se tremanti, iniziarono a disfarli.
Ben si staccò all'improvviso, tirandosi indietro, e racchiuse le sue mani intorno a quelle di lei.
Entrambi avevano il respiro affannato.
"Sei sicura?" domandò dolcemente, gli occhi fissi nei suoi.
Brianna lo guardò.
"Tu non lo vuoi?" fece, a bassa voce.
Sentiva che il rossore le stava infiammando le guance.
Lui fece una risata soffocata, sfiorando la sua fronte con quella di lei.
"Certo che lo voglio" disse "per tutti gli dei lo desidero da tantissimo tempo. Ti desidero da tantissimo tempo. Ma non voglio che tu lo faccia perché ti senti obbligata o per qualche altra strana convinzione"
Brianna esitò un istante.
Ripensò a quando, durante la cerimonia d Euros, lei era finita tra le sue braccia come se fosse stata attirata da una forza superiore, ripensò a quando l'anello di zaffiro aveva brillato nel labirinto di Raynar e l'aveva protetta dalle sue illusioni, perchè Ben che gliel'aveva donato l'amava, ripensò a quando le aveva detto che, finchè ci fosse stato lui, lei non sarebbe mai stata sola.
Ben era stato suo amico prima di diventare qualcosa di più: aveva imparato ad apprezzare la sua lealtà, il suo senso dell'onore e il suo coraggio.
Non c'era nessun'altra persona con cui avrebbe voluto condividere quel momento così importante.
Ben era la persona giusta.
Ben era la sua persona.
"Lo voglio" disse Brianna alla fine, la voce ferma e gli occhi fissi nei suoi dorati e parve la cosa più naturale del mondo "ti voglio"
Ben fece il sorriso più bello che lei avesse mai visto fare a chiunque.
Le posò una mano sulla guancia e la baciò con delicatezza.
Allora lasciò che Brianna gli sbottonasse gli altri bottoni e poi si sfilò a camicia, che cadde a terra senza importanza.
Lei si concesse di guardarlo: sebbene la fasciatura gli coprisse una parte di ventre e petto, i suoi muscoli si notavano nelle zone lasciate scoperte.
Dovette aver sgranato gli occhi perchè un sorrisetto comparve sul viso di Ben.
"Vedo che ti piace ciò che vedi" disse.
Brianna lo colpì sul braccio, distogliendo immediatamemte lo sguardo.
Alzò gli occhi al cielo.
"Solo te avresti potuto dire una cosa del genere in un momento così" replicò, segretamente grata perchè Ben aveva raggiunto il suo obiettivo: alleggerire l'atmosfera.
Ben le prese la mano e la fece voltare lentamente.
"Quale momento migliore?" bisbigliò al suo orecchio, la voce che le provocava brividi lungo la spina dorsale.
Brianna chiuse gli occhi quando sentì le mani di Ben sfiorarle le spalle e sciogliere i nastri del suo vestito.
Emise un sospiro quando sentì le labbra di Ben sul suo collo, delicate e deliziose.
"Ben" mormorò.
Il suo abito cadde a terra e Brianna rimase con il corsetto e la sottoveste, voltandosi di nuovo verso di lui.
Per la prima volta da tanto tempo il viso di Ben era completamente aperto: ciò che provava per lei gli si leggeva in faccia come un libro, bianco su nero.
Brianna si ritrovò a sorridere.
"Era da tanto che non vedevo un sorriso sul tuo viso" le disse lui, le braccia avvolte intorno alla sua vita.
"Non ho avuto molti motivi per farlo ultimamente" rispose.
Ben si fece più vicino, così tanto che i loro nasi si sfioravano.
"Allora sono felice di essere io il motivo ora" bisbigliò.
"Qualcuno ha una grande opinione di sè"
"Sbaglio?"
"Affatto"
E si stavano baciando di nuovo, le braccia intrecciate e i cuori che battevano all'unisono, l'uno vicino all'altro come se si stessero richiamando.
Brianna era su di giri quando Ben la allontanò all'improvviso leggermente da sè, come se dovesse riprendere fiato.
Lei si tirò indietro, le labbra gonfie di baci, e lo guardò.
Ora c'era solo pelle tra di loro, un'infinita distesa senza alcun'armatura.
Brianna si aspettava di vedere un lampo di delusione nei suoi occhi dorati, un lampo di ripensamento.
Era sbagliato quello che stavano facendo.
Non avrebbero dovuto essere sul punto di farlo, non ancora, non prima di essere sposati.
Eppure, ciò che vide riflesso come uno specchio negli occhi di Ben era solo un'incredibile dolcezza e rispetto.
"Che c'è?" bisbigliò Brianna.
Lui fece un sorriso mesto.
"Devo dirti una cosa" disse "perchè la sento in questo momento. So che non vuoi che io la dica, ma devo. Ho bisogno di farlo e, se questo mi condannerà, lo accetto"
Cera un tono tetro nella sua voce che non le piacque affatto, un tono quasi di rassegnazione.
"Ben" lei scosse la testa, tirandosi ancora più indietro "no, non farlo"
Ben la tenne stretta.
Aveva le mani a coppa sul suo viso e le carezzò le guance con i pollici, con lenti movimenti che le procurarono brividi lungo la spina dorsale.
"Una sola volta" promise "una sola volta"
Si chinò e le diede un bacio, anche se si trattò più di un veloce sfiorarsi di labbra.
Come la promessa di un bacio.
Ben incatenò i loro sguardi e fece un respiro profondo.
Da qualche parte si sentì il rintocco di una campana nella notte, un'eco infinita, che segnò la mezzanotte.
"Non so se l'anima gemella esista" disse "forse è solo una storia che gli uomini si sono inventati migliaia di anni fa per sentirsi meglio, per avere la speranza che nel mondo, da qualche parte, ci sia la persona giusta per chiunque. Non lo so, Bree"
Le prese la mano e la strinse.
"So solo che quando ti guardo mi sento a casa, mi sento felice e se questo non è amore allora non so cosa lo sia"
Una lacrima sfuggì al controllo di Brianna.
Sapeva cosa Ben le avrebbe detto dopo e sapeva che le avrebbe spezzato il cuore.
Perchè l'avrebbe reso un passo più vicino al ciglio del burrone che la maledizione aveva aperto sotto di lui.
"Ti amo" disse Ben "che sia in questa vita o nella morte"
Crack.
Era quello il suono che faceva un cuore quando si creava una frattura al suo interno?
Brianna si sporse in avanti e lo baciò, non potendo dire a parole ciò che avrebbe voluto, rispondendogli solo con i gesti.
Ben l'abbracciò, stringendola a sè, due corpi stretti l'uno all'altra come una crisalide che diventerà una farfalla.
"Non dirlo più" bisbigliò lei, sulle sue labbra, mentre lui l'adagiava sul letto "solo con i gesti"
Ben la osservò un istante, come se stesse memorizzando ogni dettaglio del suo viso, poi annuì.
"Solo con i gesti" promise.
La baciò ancora e coprì il suo corpo con il proprio.
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A promise of thorns and roses
FantasyDicono che la magia abbia sempre un prezzo, ma qual è davvero il prezzo da pagare per chi gioca con essa? Quando Brianna Orphelin, erede al trono dell'alba, scopre di possedere la magia e di essere la chiave di un'antica profezia che permetterà la s...