IX. Scomparsa

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"Dovrebbe esistere un incantesimo dell'invisibilità" fece Brianna, abbassandosi per evitare una ragnatela.
"Un mantello, magari" rispose Ben, senza voltarsi ma continuando a camminare "probabilmente da quache parte esiste davvero"
Silas aveva rivelato loro che dai sotterranei si diramava una rete di gallerie che portavano alla foresta, percorrendo tutto il castello ad un livello del sottosuolo.
Era il modo migliore per uscire dal castello e allontanarsi dal regno il prima possibile, prima che le guardie corrotte scoprissero dove si trovassero e li uccidessero entrambi.
Se fosse esistito un incatesimo dell'invisibilità, Ben e Brianna non avrebbero dovuto percorrere per ore quegli intrigati corridoi sotterranei, pieni di ragnatele e topi che correvano da una parte all'altra.
A volte le sembrava di sentire il respiro affannoso di qualcosa che li inseguiva, ma, quando si fermava in ascolto, c'era solo silenzio.
"Come fai a sapere che stiamo procedendo nella direzione giusta?" domandò lei "Mi sembra di star girando in tondo"
"Abbi un po' di fiducia" Ben si voltò e il tizzone ardente che reggeva con la mano destra gli illuminò il volto, creando un intricato gioco di luci e ombre "so dove stiamo andando"
"E come?"
"Silas mi ha spiegato la strada"
"Siamo in un labirinto di corridoi e sono abbastanza sicura di aver appena sfiorata la stessa carcassa di qualche animale morto che ho sfiorato mezz'ora fa"
Lui mosse un passo avanti, finchè non furono a poca distanza l'uno dall'altra.
La luce del fuoco rendeva i suoi occhi dorati ancora più chiari.
"Fidati di me, d'accordo?" disse "Ti porterò fuori di qui. Manca poco"
Brianna lo osservò per un istante riprendere il cammino e poi lo seguì, Promessa che le sbatteva dolcemente sulla gamba sinistra.
Ripensò a quando Strya li aveva raggiunti nei sotterranei mentre si affrettavano a partire.
"Strya!" aveva esclamato lei "Come hai fatto a trovarci?"
La lince si era avvicinata scodinzolando, sfiorando con il suo muso fulvo la gamba di Brianna.
Lei si era inginocchiata e le aveva grattato le orecchie.
"Le linci di Nymeria hanno un olfatto incredibile" aveva spiegato Silas "percepirebbero e troverebbero le persone che amano anche a mille miglia di distanza"
"È una vera lince di Nymeria?" aveva ripetuto Ben "Credevo fossero esistinte"
"Non tutte" aveva ribattuto Brianna, fiera.
Strya aveva voltato il capo, guardando incuriosita Ben con i suoi occhi d'onice.
Poi aveva dato completamente le spalle alla padrona e aveva trotterellato fino a lui, che aveva sorriso e aveva iniziato a farle le coccole.
Brianna aveva schioccato la lingua, fissando la sua lince traditrice.
Le linci non si facevano mai accarezzare dagli umani di cui non si fidavano.
Dovresti fare come me, aveva pensato, dovresti non sopportare Ben come non lo sopporto io.
Ma era ancora così?
Aveva realizzato di aver smesso di pensare a lui come Benjamin, in modo distaccato e neutrale, e di essersi ormai abituata a Ben, in modo più intimo e familiare.
"Vuole venire con noi" aveva detto lui.
"Non può" aveva risposto lei.
Strya si era voltata verso Brianna e l'aveva guardata con i suoi migliori occhi imploranti.
A volte era fin troppo intelligente.
Le avrebbe spezzato il cuore lasciarla al castello, ma sapeva anche che li avrebbe solo intralciati.
Sperava solo che Oliver si dimenticasse della sua presenza.
"Potreste darle un'occhiata?" aveva chiesto Brianna a Silas "Giusto qualche volta, per vedere che stia bene. Si procura il cibo da sola"
Il maestro aveva annuito, facendo un piccolo inchino.
Per poco Brianna non andò a sbattere contro Ben, persa com'era nei suoi ricordi.
Si fermò giusto in tempo e si rese conto che se aguzzava lo sguardo l'oscurità si diradava.
"È il sole, quello?" fece.
Lui le scoccò un'occhiata.
"Te l'avevo detto" rispose "sono un genio dell'orientamento"
"Per me hai avuto solo fortuna"
"Spero rimanga dalla nostra parte, la fortuna. Non ci farebbe scomodo per trovare gli altri pezzi della profezia"
Brianna annuì, sommessamente.
Non avevano idea di dove iniziare, se non che il loro punto di partenza sarebbero state le biblioteche di ogni regno.
Se Ben aveva trovato in un libro di Arkehios la prima parte, significava che forse le altre si trovavano in altri libri.
"Ce la faremo" Ben le diede una stretta alla mano guantata.
"Ce la faremo" ripetè Brianna.
Non era il momento di essere negativi.
Fece un respiro profondo e si incamminò verso la fine del tunnel, Ben al suo fianco.
Quando si ritrovò all'aperto, per un attimo il sole l'accecò, tanta era stata l'oscurità che aveva permeato le ultime ore della loro vita.
Doveva essere primo pomeriggio, pensò.
Si trovavano nel bel mezzo della foresta, alti alberi verdeggianti che incombevano su di loro come giganti.
"Non dovremmo stare qui" fece Brianna.
Ogni piccolo rumore la faceva sussultare, perchè nella sua mente continuava a rivedere gli erranti che spuntavano dai cespugli e la fissavano con i loro occhi neri.
Ben uscì dal tunnel, una piccola cavità nascosta da fogliame e un tronco rovesciato.
Passò una mano sul tizzone ardente e il fuoco si spense, perciò lui lasciò cadere il bastone e si spazzolò i vestiti.
Indossavano entrambi un mantello scuro che Silas aveva fornito loro, con il cappuccio calato.
"Non sei stanca, tu?" domandò.
Brianna si mordicchiò il labbro.
Avrebbe voluto dormire una notte infinita, ma non sapeva se si trattasse della stanchezza fiisca che provava oppure di quella mentale.
"Sai che la foresta non è un posto sicuro" insistè "ci sono gli erranti"
"Ci sono anche guardie che setacciano i confini del regno e della città per venirci a cercare" ribattè Ben, inarcando un sopracciglio "sinceramente in questo momento mi preoccupano di più"
"Potrebbero venire anche qui"
"Non lo faranno. Come hai detto tu, la foresta non è un posto sicuro"
Brianna sospirò.
"Dieci minuti" dichiarò "e se sentiamo anche solo un rumore sospetto ce ne andiamo filati"
Lui si sedette su un tronco lì vicino e chiuse gli occhi un istante, come se stesse estraniandosi dal proprio corpo e la sua anima stesse volando da qualche parte.
Poi la guardò e picchiettò sul legno accanto a lui.
Brianna esitò un istante, poi si sedette a sua volta, stringendosi nel mantello.
"Come stai?" fece Ben, piano.
Lei giocherellò con i bottoni sul polso dei guanti.
"Mi avvalgo della facoltà di non rispondere" disse.
"Non è colpa tua, lo sai, vero?"
Vedendo che Brianna non rispondeva, Ben le posò una mano sulla spalla e la fece voltare verso di lui.
"Niente di tutto quello che è successo è dipeso da te" continuò "non avresti potuto cambiare le cose, nemmeno se fossi arrivata prima. Il veleno aveva già agito nell'organismo di tuo padre, lui... per lui non c'era più niente da fare"
Lei fece un respiro profondo.
"Chi è stato?" domandò "Non dico il veleno. Parlo del pugnale"
Un'ombra passò su viso di Ben.
"Non lo so" rispose e la sua voce aveva qualcosa di diverso "c'era troppa confusione per capirci qualcosa. Ma credo... credo che chiunque sia stato abbia voluto dare a tuo padre una morte più dignitosa. Gli ha impedito di soffrire ancora, perchè la morte per veleno è la morte più dolorosa che ci sia"
Brianna non disse nulla.
Chiunque fosse stato, non ne aveva avuto il diritto.
E se ci fosse stato un antidoto, da qualche parte?
Erano pensieri irrazionali, ma continuavano ad affollare la sua mente.
"Brianna" disse Ben "so che fa male, ma non avresti potuto fare nulla. Avresti solo rischiato di morire a tua volta e avresti sicuramente condannato tua madre"
"Ora non lo è? Non è condannata?"
"Ha una speranza"
Lei scosse la testa.
"Non voglio parlarne" disse "per favore"
Ben lasciò cadere la mano e tornò a guardare davanti a sè.
"Come faremo a trovare le altre parti della profezia?" fece Brianna, dopo un po' "Nelle biblioteche ci saranno un mucchio di libri e non possiamo leggerli tutti"
"Sono sicuro che in almeno un regno ci saranno voci popolari su leggende antiche, magari collegate agli erranti. Chiederemo in giro"
"Non è affatto un buon punto di partenza"
"È l'unico che abbiamo"
Lei sospirò.
"Credi che un pezzo della profezia sia anche qui?" domandò "Nei nostri regni?"
Ben rimase in silenzio al lungo.
"Non lo so" rispose "non lo escluderei. Ma sono gli ultimi posti in cui dovremo guardare, data la situazione attuale"
Brianna si voltò e incatenò lo sguardo di lui.
"Ben" disse e il suo nome parve una nota musicale che si levava dalle sue labbra "pensi sia possibile che i tuoi genitori siano d'accordo con tua sorella?"
"No" rispose immediatamente Ben "assolutamente no"
"Però—"
"No" i suoi occhi dorati brillavano "no. Evelyn li considera due vecchi rimbambiti, non li avrebbe mai coinvolti. E poi mio padre abdicherà fra poco, non avrebbe avuto senso. Il regno è praticamente già di mia sorella"
Brianna non disse nulla, limitandosi ad annuire.
Sapeva quanto potesse far male dover guardare in faccia la realtà e, in quel momento, scelse di lasciare Ben nella sua bolla di ignoranza.
Magari aveva ragione, pensò, magari davvero i sovrani della notte non avevano idea dei piani della figlia.
Un brivido corse sulla spina dorsale di Brianna.
Raddrizzò la schiena, sull'attenti, guardandosi intorno.
"Cosa c'è?" fece Ben, lo sguardo guardingo.
Fu un breve guizzo, così veloce che lei sperò di esserselo immaginata, ma non era così.
"Gli erranti" disse Brianna "sono qui"
Si alzarono di scatto, schiena contro schiena come se fossero due soldati gemelli addestrati per combattere insieme da tempo immemore.
"Stammi vicino" fece lei, prima ancora di rendersene conto, la spada sguainata tesa davanti a sè.
"Non avevo intenzione di andare da nessuna parte, stai tranquilla" rispose lui.
Aveva le mani alzate, pronto ad usare la magia.
Quando il primo errante uscì allo scoperto, fu immediatamente seguito da un'altra decina di compari.
"Sono più dell'altra volta" Brianna deglutì "nessun problema, giusto? Possiamo farcela"
"Come no" replicò Ben "abbiamo già vinto"
Quando lanciò la prima sfera di ghiaccio, gli erranti scattarono in avanti.
Lei gridò, menando fendenti in ogni direzione ma, a differenza della volta precedente, sembravano più affamati, più violenti, più tecnici.
Ne tranciò uno e con la coda dell'occhio vide Ben che, circondato da una tempesta di neve e ghiaccio,  teneva gli erranti a distanza.
Quando un errante affondò le sue zanne nel fianco di Brianna, lei gridò.
Lasciò cadere la spada, capitombolando a terra.
"Brianna!" esclamò Ben.
Si voltò di scatto verso di lei e fece per raggiungerla, ma un errante, approffittando dell'interruzione della tempesta, lo bloccò da dietro.
Ben si dimenò, ma la presa della creatura era ferrea.
Brianna iniziò a vedere il mondo sfocarsi sempre più in fretta e lottò per rimanere cosciente.
Premeva la mano sulla ferita che stava sanguinando copiosamente.
Il dolore la stava uccidendo.
"Ben" mormorò "Ben, vai... vai via! Vattene!"
Lui non sarebbe morto solo perchè non voleva lasciarla al suo destino, proprio no.
L'avrebbe reso più insopportabile di quanto non fosse già.
"Secondo te?" fece Ben.
I suoi occhi dorati lampeggiavano.
All'improvviso un secondo errante si piazzò davanti a lui, tutta la sua attenzione posta su Ben, come se Brianna fosse completamente svanita.
O forse la davano già per spacciata.
Sembrò che il tempo si fosse fermato.
Brianna guardò l'errante prendere il viso di Ben tra le mani percorse da scure linee di inchiostro e aprire la bocca, come sul punto di parlare.
Un leggero fumo scuro uscì da essa e avvolse Ben, che chiuse istintivamente gli occhi e trattenne il fiato.
"No!" gridò Brianna "Lasciatelo stare!"
Non aveva idea di che cosa fosse quel fumo, ma di sicuro non si trattava di qualcosa di buono.
Quando si rese conto che il fumo non sembrava avergli fatto nulla di doloroso, Ben scattò in avanti.
Probabilmente grazie all'effetto sorpresa perchè non si aspettavano una sua reazione così repentina dopo quella specie di rituale, riuscì a liberarsi dalla stretta dell'errante che lo teneva fermo.
Si piazzò davanti a Brianna, come uno scudo, e allungò le mani davanti a loro, probabilmente per creare una barriera di ghiaccio.
Brianna trattenne il fiato.
Probabilmente, perchè il ghiaccio non comparve.
"Ma che diavolo..." borbottò Ben.
Si stava fissando le mani, incredulo e sconvolto.
Fu allora che lei vide il fodero che gli pendeva sul fianco.
"La spada!" gridò "Usa la spada!"
Ben parve prendere una decisione improvvisa.
Gli erranti rimasti – mezza dozzina – iniziarono ad avanzare lentamente, come predatori che sapessero di aver ormai braccato la preda.
"Cosa aspetti?"
Brianna tentò di alzarsi, ma le forze stavano iniziando ad abbandonarla.
Ben imprecò e si gettò su di lei, aiutandola ad alzarsi.
"Dobbiamo correre" disse.
"Che cosa?"
"Corri, Bree!"
In qualche modo il cervello di Brianna impose alle gambe di muoversi e loro lo fecero, risentite e arrabbiate, ma comunque ancora funzionanti.
Si erano ormai lasciati alle spalle da qualche metro la radura e stavano correndo a perdifiato nella foresta, senza una meta precisa, se non il più lontano possibile dagli erranti.
"Dobbiamo uscire dalla foresta!" fece Ben.
Brianna non gli rispose, perchè, se lo avesse fatto, le sue gambe avrebbero smesso di obbedire ai comandi.
Si sentiva la mano premuta sul fianco inzuppata di sangue e all'improvviso realizzò di aver lasciato Promessa nella radura.
Il desiderio di tornare subito indietro per riprenderla si impossessò di lei, ma lo scacciò.
Era irrazionale.
"Ce l'abbiamo quasi fatta!" esclamò Ben, dandole una stretta alla mano che stringeva.
Da parecchi metri, ormai, era solo lui il motivo per cui Brianna stava proseguendo, Ben e la sua mano che la trascinava dietro di sè.
Il mondo alternava luci e ombre.
La luce sembrava stesse combattendo per custodire Brianna, ma sembrava anche stesse lentamente per perdere.
"Quella deve essere Meileen" continuò lui, il respiro affannato "Oltre la foresta"
"Ben, fermati"
Le gambe di Brianna cedettero.
Si ritrovò a terra, la testa che girava.
Il suo abito era impregnato di sangue sul fianco destro e lei non voleva nemmeno immaginare che aspetto avesse la ferita.
"Oh no"
Ben si inginocchiò di fronte a lei, sostenendola nel cerchio delle sue braccia.
"Troveremo una guaritrice" disse, in tono sicuro "andrà tutto bene. Avrai solo una bella storia da raccontare a futuri nipotini"
Brianna risucì a metterlo a fuoco.
"Perchè non hai usato la spada?" domandò, la voce flebile.
Lui la guardò con gli occhi strabuzzati.
"Ti sembra il momento di chiedermelo?" fece.
"Perché?" insistè lei.
Doveva rimanere sveglia e quella era la sua tecnica.
"Perchè erano troppi" rispose Ben.
Brianna scosse la testa ma fu un errore, perchè il mondo iniziò a girare ancora più velocemente.
"Non è vero" mormorò "non l'hai nemmeno tolta dal fodero"
"Maledizione, d'accordo"
Ben sospirò.
"Non la so usare" ammise "contenta ora? Ti fa meno male la ferita, ora che lo sai?"
Lei riuscì ad imbastire un sorriso.
"Un po'" rispose.
"Ehi! Che succede lì?"
Brianna si voltò e intravide un uomo correre verso di loro.
Doveva essere un contadino, pensò, perchè era vestito con una camicia larga e un fazzoletto legato al collo.
Quando le si inginocchiò accanto e la prese in braccio, come se fosse leggera come una piuma – forse si trattava solo della forza dei suoi muscoli –, notò che aveva la pelle abbronzata.
Vide Ben aprire la bocca e dire qualcosa, come se fosse urgente, ma non sentì la sua voce.
L'oscurità stava guadagnando terreno.
Brianna sentì qualcosa di caldo prendere la sua mano e si chiese se fosse quella di Ben che stringeva la sua.
Aveva gli occhi aperti ma tutto era diventato nero, finchè all'improvviso una scia luminosa aveva illuminato l'oscurità, come una stella cadente.
"Non voglio morire" fece lei all'improvviso, dimenandosi tra le braccia dell'uomo "non in questo modo. È un modo stupido per morire"
Ben le strinse la mano più forte.
"Non morirai" ribattè "non lo permetterò"
"Non morirete no" lo assecondò il contadino "mia moglie è una guaritrice. Le sue mani sono miracolose. La chiamano l'angelo di Meileen"
Brianna avrebbe voluto annuire, ringraziarlo, ma non ne ebbe la forza.

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