XXXIV. E un cuore verrà spezzato

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Brianna non sapeva come fosse tornata al castello.
Non ricordava di aver vagato come un fantasma fino al cancello d'ingresso, dove aveva detto alle guardie di correre, di seguirla nella foresta perchè avrebbero dovuto portare al castello i corpi degli erranti.
Non ricordava di aver detto meritassero una degna sepoltura, meritassero che i loro cari potessero vederli un'ultima volta e piangere sui loro copi.
Non ricordava in che modo avesse detto che il problema causato dall'Oscurità era finito perchè lei non c'era più, in che modo avesse dato la notizia della morte del principe della notte Benjamin Lyrion, in che modo avesse spiegato perchè fosse stato lì quando, fino a quella mattina, era vivo e al castello.
Ricordava vagamente di averlo definito un eroe.
I corpi dei caduti erano stati messi nel tempio dei quattro dei, mentre quello di Ben in quello del primo dio in onore del suo titolo.
Brianna aveva pensato che lui probabilmente avrebbe preferito essere stato messo con tutti gli altri, ma lei non aveva avuto la forza di dire niente.
Non era ancora andata a dirgli addio.
In realtà, Branna non aveva la forza di fare proprio nulla.
Si sentiva così leggera, come se non avesse un corpo, come se fosse un'anima, quasi un fantasma, che camminava a qualche centimetro oltre la terra.
Fluttuava più che camminare.
Era finita nel suo posto sicuro, in cima alla torre dell'alba, e guardava il cielo sereno davanti a sè, il sole alto.
Avrebbe voluto piovesse.
Avrebbe voluto una tempesta che spazzasse via tutto, che si avvicinasse con irruenza e forza: Brianna le avrebbe aperto le porte, invitandola ad entrare, a distruggere tutto, a rendere di nuovo puro il mondo.
Magari la pioggia avrebbe potuto spazzare via anche il suo dolore, ricostituendo i frammenti in cui si era spezzata quando il cuore di Ben aveva smesso di battere.
Non aveva niente di Ben che potesse permetterle di ricordarlo, se non la lettera che le aveva scritto.
Non aveva un suo ritratto, un suo oggetto personale.
Aveva solo il suo ricordo.
Guardò verso l'orizzonte, verso il regno della notte, e si chiese se fosse già giunta voce alla regina Lyra o al re Stellan della morte di Ben.
I funerali si sarebbero tenuti il giorno seguente, per permettere ai reali della notte di venire nel regno dell'alba e decidere dove si sarebbe svolto quello del figlio, se lì o nel regno della notte.
Tecnincamente, Ben non apparteneva a nessuno dei due regni.
Non è vero, pensò Brianna, lui apparteneva a me.
Avrebbe fatto di tutto per poterlo riportare indietro.
La sua morte non era giusta, come non lo era quella di tutti gli altri erranti.
Brianna fece un respiro profondo e chinò lo sguardo sulle proprie mani, evocando le fiamme che iniziarono a danzare tra le sue dita.
Si ritrovò a sorridere, ripensando alle prime lezioni con Ben e i continui battibecchi che avevano.
Ricordò il senso di tradimento che aveva provato quando aveva scoperto che sarebbe stato il suo insegnante, perchè Silas—
Il fuoco si estinse immediatmente nelle sue mani.
Brianna stava correndo verso i sotterranei del castello prima ancora di aver finito di processare il suo pensiero: maestro Silas era la risposta.
Se c'era qualcuno in tutto il regno in grado di trovare il modo di riportare indietro gli erranti e Ben era lui.
Doveva essere lui.
Bastò qualche minuto e Brianna si ritrovò davanti alla sua porta.
Bussò con insistenza e stava per rinnovare il gesto quando la porta si aprì.
"Vostra Grazia" fece maestro Silas "vi porgo le mie condoglianze per il principe"
Lei scosse la testa, varcando la soglia d'ingresso.
Non poteva sopportare quelle parole.
"Maestro Silas, dovete aiutarmi" disse, voltandosi verso di lui "ci deve essere un modo per riportarlo indietro. Per riportare tutti indietro"
Sul suo viso iniziò a formarsi un'espresione di rammarico, ma Brianna non si arrese.
"Voi conoscete ogni leggenda del continente" continuò "ci deve essere un luogo che permetta di esprimere un desiderio e io desiderei di riportare in vita tutti gli erranti. Oppure qualcuno, uno stregone o una strega, con cui poter fare un patto perchè loro tornino indietro"
Brianna si chiese che aspetto doveva avere in quel momento: i capelli scompigliati, le guance scavate dal pianto e le ferite della battaglia con Evelyn ancora evidenti.
Era consapevole di sembrare una persona che farneticava o delirava, ma non le importava.
"Vostra Grazia, siete addolorata" fece Silas, avvicinandosele "la vostra mente è annebbiata e—"
"Non lo è!" esclamò lei, sfuggendo al suo tocco "Se una strega è stata abbastanza potente da togliere la mia magia per diciotto anni, perchè non dovrebbe esistere qualcuno in grado di riportare in vita i morti?"
Gli occhi di Silas erano penetranti.
"Non vedete?" ribattè "Quando hanno tolto la vostra magia, l'equilibrio è stato rotto e l'Oscurità è nata. Volete creare un'altra situazione del genere? Rivivere tutto da capo?"
"Ma sono morti da erranti! L'equilibrio è già stato alterato quando Lilith li ha creati. Se noi cerchiamo di riportarli indietro, ristabiliamo l'equilibrio che lei ha infranto"
"La magia non funziona così, Vostra Grazia"
"Con me ha funzionato così!"
Perchè non voleva ascoltarla? Darle una possibilità?
Da quando Ben era morto, Brianna vedeva il mondo come se i suoi colori fossero sbiaditi, come se fossero tutti di una tonalità più chiara.
Voleva tornare a vedere il mondo come lo vedeva prima, con quel tocco d'oro che aveva contraddistinto i suoi colori da quando aveva conosciuto Ben – come se proprio il colore dei suoi occhi fosse entrato a far parte di lei.
Brianna ricordava di aver pensato, anni prima, che l'amore fosse bianco e nero: che ci fosse ciò che era giusto e ciò che era sbagliato, la persona che si amava con tutto il cuore o si odiava con tutta la propria rabbia.
Ma la verità era che l'amore era dorato, come una luce calda che riscalda il corpo e l'anima, che ti fa sentire al sicuro e protetto e felice.
Ben era quella luce e doveva riportarlo indietro.
"Vostra Grazia" la voce di Silas aveva una nota di urgenza ed era bassa, calma, come quella utilizzata per calmare un animale spaventato.
Brianna lo guardò, pronta a ribattere per sostenere in qualsiasi modo la sua idea, per lottare con le unghie e con i denti perchè Silas l'aiutasse, quando vide dove l'anziano stava guardando.
Il fuoco danzava tra le sue dita, proprio come quando ancora non sapeva controllarlo.
Per un istante il panico l'avvolse: non si era nemmeno resa conto di aver perso il controllo.
Si chiese se quell'episodio non fosse collegato al fatto che ora Lilith faceva parte di lei, che oltre al fuoco aveva l'oscurità.
Si concentrò come Ben le aveva insegnato a fare e immaginò il fuoco tornare dentro di lei, tornare a casa, tornare dove c'era la scintilla che ardeva perennemente.
"Io devo riportarlo indietro" disse Brianna alla fine, in tono più calmo, mentre le mani tornavano normali "se c'è qualcosa che posso fare per riportarlo indietro, qualsiasi cosa, devo farla. Voglio farla"
Alzò lo sguardo e incontrò i suoi occhi scuri così antichi e così saggi.
Era genuinamente dispiaciuto per lei, poteva vederlo.
Ma per Brianna non era abbastanza.
"Io lo amo" bisbigliò.
Il suo sguarod si addolcì e Silas mosse un passo avanti.
"Lo so, Vostra Grazia" disse, con gentilezza "so tutto. So della maledizione e ora so che si è avverata. Non c'è niente da fare, purtroppo"
"Che senso ha essere stata designata da una profezia per salvare il regno quando non posso nemmeno salvare il ragazzo che amo? I fuochi fatui hanno scelto me, quel giorno quando ho scoperto la grotta di Lilith. Dicono che chiunque venga scelto dai fuochi fatui sia sacro agli dei, ma allora perchè non sono felice?"
Brianna ricordava di aver letto da qualche parte che coloro che venivano benedetti dagli dei erano le persone più infelici.
Forse chiunque avesse scritto quella frase aveva ragione.
Silas trattenne il fiato.
"Perchè dite che i fuochi fatui vi hanno scelta, Vostra Grazia?" domandò.
"Perchè è la verità" rispose Brianna "il giorno del corteo in onore del primo dio è stato un fuoco fatuo a guidarmi alla grotta di Lilith che ha risvegliato la mia magia. E quando prima ho sconfitto l'Oscurità, un altro è comparso e si è inchinato davanti a me come a ringraziarmi per ciò che avevo fatto"
Silas la guardò per un lungo istante e la speranza si riaccese in Brianna, iniziando a germogliare come un fiore in primavera.
"A cosa state pensando?" domandò.
Lui fece un respiro profondo, alzando una mano.
"Non voglio crearvi false speranze" premise "ma ci sono leggende molto antiche sui fuochi fatui. Si dice che, se un fuoco fatuo sceglie un mortale, egli potrà chiedergli di esaudire un desiderio"
Era perfetto, era tutto ciò che Brianna desiderava.
Avrebbe desiderato che tutti gli erranti tornassero umani e in vita.
Doveva solo ritrovare il fuoco fatuo.

A promise of thorns and rosesDove le storie prendono vita. Scoprilo ora