XXIV. Fiori del male

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Qualcuno bussò alla porta, seguito dalla voce di una guardia che annunciava l'arrivo della principessa.
Ben e Brianna si scambiarono uno sguardo, mentre lei si alzava in piedi e si posizionava di fianco al letto dove giaceva lui.
"Cosa facciamo ora?" gli domando a bassa voce.
Ben sgusciò fuori dal letto, mettendosi una nuova camicia che era stata lasciata per lui.
Lei non sapeva dire a parole quanto fosse sollevata nel vederlo di nuovo in forze attivo, come se il morso della creatura non ci fosse mai stato.
"Improvvisiamo" disse lui.
La porta venne spalancata e la principessa Astrid entrò, le due guardie che rimasero in attesa oltre la soglia.
"Vedo che ti sei ripreso" disse, senza calore nella voce.
Il suo disappunto per l'esito della prova a cui li aveva sottoposti era palese, ma, sul suo viso, Brianna vide anche la stessa speranza che aveva visto fuori dalla locanda in città, quando Ben aveva confermato di essere un veggente.
Sarebbe arrivato il giorno in cui avrebbe smesso completamente di sperare?
Per il loro bene, pensò lei, quel giorno sarebbe stato oggi: dovevano trovare il modo di scoprire davvero quale fosse il segreto che il re di Raynar custodiva o non aveva idea di cosa sarebbe successo.
"Già" rispose Ben, guardandola "vi ringrazio per l'antidoto"
Il tono tagliente nella sua voce era lampante.
Astrid guardò lui e poi Brianna.
"Non conosco i vostri nomi" disse.
Non che si sia mai presa la briga di chiederceli, pensò lei.
"Audrey" rispose poi, lo stesso nome che avevano usato a Meileen "e lui è Andrew"
La principessa annuì.
"Bene" fece "scusate la franchezza, ma sono qui per ciò che mi avete promesso. Sapete quale sia segreto che mio padre custodiva?"
Brianna fece un passo avanti.
"Dobbiamo farla parlare" aveva suggerito Ben, mentre pianificavano come portare avanti il loro piano "più cose scopriamo su suo padre, più possibilità ci sono che riusciamo a capire se davvero il suo segreto fosse un altro pezzo della profezia"
Lei aveva annuito.
"D'accordo" aveva risposto "e dovremmo cercare di andare nel suo studio. Tu lo percepirai"
"Ho bisogno di vedere il suo studio" disse infatti ora "ciò che custodiva si trova lì"
Astrid inarcò un sopracciglio chiaro.
"Spero per voi non vi riveliate essere comuni ladri da quattro soldi" ribattè "sarebbe davvero stupido tentare di derubare la famiglia reale con le guardie a due passi di distanza"
"Se volessi derubare la famiglia reale non annuncerei così le mie intenzioni, Vostra Altezza"
La principessa rimase in silenzio qualche istante, poi annui.
"Dopo di voi" disse, indicando la porta.
Uscirono e Ben e Brianna si ritrovarono scortati dalle due guardie, mentre Astrid recuperava il suo posto davanti alla fila e li conduceva nello studio del re.
L'interno del palazzo era fatto di cristallo come l'esterno e, oltre le vetrate, si vedeva il sole
tramontare, creando un gioco di luci dorate e scarlatte che si riflettevano a loro volta all'interno dei corridoi.
Quando giunsero davanti alla porta dello studio, Astrid aprì la porta e li fece entrare, ordinando alle guardie di rimanere in attesa.
Lo studio era nel punto più soleggiato del palazzo, non vi erano dubbi: sebbene il sole stesse tramontando, tutti i più caldi raggi giungevano lì, ad illuminare ogni più piccola parte della stanza.
La scrivania di un bianco purissimo era al centro, oltre la quale vi era una libreria ricolma di tomi di ogni dimensione.
Sulla parete laterale vi era invece un grosso quadro che rappresentava la famiglia reale, ritratta insieme.
Vi era Astrid da bambina, i capelli biondi più corti ma identici a quelli di adesso e gli occhi
azzurri più limpidi, più felici; accanto a lei vi era invece una donna simile a lei, con gli stessi
capelli dorati e gli occhi verdi, adornati da una maschera bianca.
L'uomo doveva essere il re, con i suoi capelli biondo scuro e gli occhi azzurri, identici ad Astrid.
Brianna notò subito un dettaglio che stonava: il suo viso era privo di maschera.
Incontrò gli occhi dorati di Ben e vide il momento in cui anche lui lo notò, perchè aggrottò la fronte.
Si voltò verso di lei e con le labbra le sillabò: "È qui".
Brianna espirò, sentendo un peso sul cuore svanire.
La profezia era davvero lì, pensò, si trattava solo di capire come recuperarla.
"Perchè vostro padre non ha la maschera come voi?" domandò Ben, voltandosi verso Astrid.
"Perchè lui non era di Raynar" rispose, avvicinandosi al quadro e osservandolo.
Nei suoi occhi azzurri si dipinse la prima emozione vera che Brianna le avesse mai scorto: una tristezza infinita.
"Da dove veniva?" fece lei.
"Veniva dal regno della notte"
Ben si immobilizzò completamente, il respiro mozzato mentre anche Brianna rimaneva
immobile.
Poteva contare i propri respiri.
Il re di Raynar veniva dal regno della notte?
"Mia madre era l'erede al trono di Raynar" continuò Astrid "e mio padre è diventato il re consorte"
"C'è la possibilità che vostro padre, come altri membri del popolo della notte, possedesse il
dono di un elemento? Che possedesse la magia?" domandò allora Ben.
Astrid sostenne il suo sguardo dorato.
"Perchè me lo chiedete?" replicò.
Brianna rimase in silenzio, lo sguardo fisso su Ben.
Lo vide stringere le mani a pugno lungo i fianchi una sola volta, per poi riaprirle, vide il pomo d'Adamo che si alzava e si abbassava.
Lo vide prendere un respiro profondo, raddrizzando le spalle.
Il cuore di Brianna saltò un battito: che Ben avesse in mente di rivelare la verità su di sè? Sul
luogo da cui proveniva?
Era vero che questo non implicava fosse Benjamin Lyrion, quindi le loro false identità sarebbero rette, ma ciò non toglieva fosse una mossa pericolosa.
"Perchè se io e vostro padre abbiamo il dono dello stesso elemento" rispose alla fine "posso
mettermi in contatto con lui"
Brianna dovette trattenersi dal spalancare la bocca in un'espressione di sorpresa, rimanendo
impassibile come se quello fosse sempre stato il suo piano.
Astrid si rivolse a lei.
"Era quello ciò che avevi in mente?" domandò, con voce indecifrabile "Tu non sai ancora quale sia il segreto di mio padre, ma punti a scoprirlo attraverso Andrew"
Brianna sfoderò un sorriso freddo.
"Ho detto che vi avrei rivelato il suo segreto, Vostra Altezza" disse "e lo sto per fare"
Pregava solo che Ben dicesse la verità e che il dono del padre di Astrid fosse...
"È l'acqua" disse la principessa alla fine "il suo dono era il controllo dell'acqua"
Se non fosse stato per la tensione che abbandonava le spalle di Ben, la sua postura che si faceva più rilassata, Brianna non avrebbe mai capito quanto fosse sollevato.
"Bene" disse infatti "allora non ci resta che trovare uno specchio d'acqua"
Si avvicinò alla scrivania del re, dove prese ad esaminare una cartina dispiegata, come se lo stesso re l'avesse lasciata lì e nessuno si fosse preso la briga di metterla a posto.
Brianna si chiese se ai domestici fosse stato proibito di entrare nello studio, perchè Astrid e la regina desideravano che tutto rimanesse esattamente come il padre e marito l'aveva lasciato, per illudersi che in realtà lui fosse ancora lì.
Probabilmente, se non fosse successo ciò che era successo quel giorno al castello dell'alba, anche lei e Leanna avrebbero impedito che le cose di Rufus venissero toccate, men che meno spostate.
Era anche vero che, se non fosse successo quello che era successo quel giorno al castello dell'alba, Rufus sarebbe stato ancora vivo.
Ben picchiettò con un dito su un punto della cartina.
"Il lago Sorelin andrà bene, ma mi serve anche qualcos'altro" disse poi, voltandosi verso Astrid
"qualcosa che apparteneva a vostro padre. Qualcosa a cui era legato"
"Perchè?" fece lei.
Lui si girò completamente con il corpo.
"Perchè devo creare un collegamento con lui" spiegò "e per farlo ho bisogno di qualcosa a cui era legato, qualcosa a cui possa tornare"
"Come faccio a sapere che tutto ciò che stai dicendo è vero? Che in realtà non stai cercando di ingannarmi? Io vi porto al lago Sorelin e voi scappate?"
"Io non infrango le promesse" disse Brianna.
Incontrò gli occhi di ghiaccio di Astrid e sostenne il suo sguardo, il mento alto.
"Ho fatto un accordo con voi" continuò "e non lo infrangerò"
"Sappiamo cosa succede a mentirvi" aggiunse Ben, cercando di alleggerire l'atmosfera "non rischieremo l'osso del collo un'altra volta"
Astrid li osservò per un lungo istante e poi annuì una sola volta.
"Il lago non è lontano da qui" disse poi "verrete scortati alla carrozza dove mi attenderete, mentre io vado a prendere l'oggetto"
Sparì seguita da una guardia, mentre la lunga gonna bianca si allargava dietro ogni suo passo, e l'altra guardia li condusse fino al cortile dove c'era già una carrozza ad attenderli.
Era nera, a differenza di quella dentro cui avevano visto la regina la notte prima, e aveva il sigillo di Raynar sulla portiera: un delfino argentato.
La guardia li scortò al suo interno — cuscini e schienali imbottiti di pelle nera — e, dopo aver
chiuso lo sportello, rimase in attesa.
Brianna pensò che Astrid non sarebbe salita sulla loro carrozza, perchè il rischio che loro due potessero farle del male era troppo alto.
"Pensi davvero di poter fare il rituale, Ben?" gli domandò poi, la voce un bisbiglio per non farsi
udire dalla guardia "Senza la tua magia?"
Ben la guardò e sospirò.
"Ne sono quasi certo" rispose "il mio elemento rimane l'acqua, con o senza la magia. Niente può cambiarlo"
"Non ti serve la magia per metterti in contatto con il re, però?" gli fece notare Brianna "Rimane pur sempre qualcuno che non appartiene più al nostro mondo"
Lui si appoggiò allo schienale e parve che tutto il peso delle cose successe negli ultimi due
giorni — dal labirinto ad Aurelius alla prova nell'arena — si posasse sulle sue spalle come un
macigno indesiderato.
"La magia aiuta, non c'è dubbio" ammise alla fine "rende il collegamento più facile. Ma penso basti anche solo l'ombra della magia"
Brianna si drizzò sul sedile, così di getto che per poco la sua testa non sfiorò il tettuccio della
carrozza.
"Pensi?" ripetè "Ben, hai mai compiuto questo rituale?"
Ben incrociò il suo sguardo argentato, rimanendo in silenzio.
"Per i quattro dei" mormorò lei, passandosi una mano sul viso "non smetteremo mai di gettarci a rotta di collo in situazioni di cui non abbiamo alcun controllo?"
"Non sarebbe divertente, altrimenti" rispose lui piano.
Brianna accennò un sorriso, perchè era troppo stanca per ribattere.
Non ricordava quando fosse stata l'ultima volta in cui avesse dormito, per di più in un letto vero.
Lei chiuse gli occhi, grata del buio che l'accolse.
Ma dopo qualche istante sentì un movimento davanti a sè e poi le sue dita venire intrecciate con quelle di qualcun altro.
"So che, dopo tutto quello che è successo, ti è ancora difficile credermi" disse Ben, stringendo la sua mano "ma non fallirò, Bree. Non mi serve la magia per fare questo rituale, d'accordo? Me lo sento. Sento di potercela fare"
"E come?"
"Il rituale non è altro che un collegamento mentale che attuerò grazie all'oggetto che la principessa mi porterà. La magia è un catalizzatore, qualcosa che rende il contatto più facile da trovare e afferrare, ma l'importante è la mente. È come essere sott'acqua e vedere in lontananza una luce: se hai delle lenti speciali la vedi più nitida ed è più facile raggiungerla, ma, se non li hai, la vedi lo stesso, solo che è più difficile metterla a fuoco. Dovrò solo concentrarmi
e cercare di afferrare quella luce senza lenti speciali"
Brianna gli strinse la mano.
"Io credo in te" disse piano.
Ben era così vicino che riusciva a vedere l'oro nei suoi occhi, sebbene l'interno della carrozza
fosse buio.
"Nonostante tutto" bisbigliò lei "credo ancora in te"
Lui trattenne il fiato, gli sguardi incatenati.
Brianna si ritrovò a sporgersi in avanti, come se ci fosse un campo magnetico tra loro due che lei doveva per forza attraversare, perchè quel campo magnetico la attirava a sè come la forza di gravità.
Aveva bisogno di Ben.
Aveva bisogno delle sensazioni che Ben le trasmetteva, aveva bisogno di sentirsi al sicuro
anche solo per qualche istante, aveva bisogno di sentirsi felice.
Sentì le proprie labbra sfiorare quelle di lui e, proprio mentre lei gli posava la mano libera sulla
spalla, lui la sua a coppa sulla guancia di lei... la guardia battè sullo sportello, annunciando che
di lì a qualche secondo sarebbero partiti.
Ben e Brianna si allontanarono di colpo, come se fossero due scolaretti colti sul fatto di una marachella.
Lui si schiarì la voce, lasciandole andare la mano mentre lei si lisciava pieghe invisibili sui pantaloni.
Il suo cuore batteva all'impazzata nel petto ma, nonostante tutto, Brianna si sentiva elettrizzata.
E felice.
Forse fu per questo che non riuscì a trattenersi e alzò gli occhi, incontrando lo sguardo di Ben che già la stava guardando.
Scoppiarono a ridere nello stesso istante, le mani di Brianna che corsero alla sua bocca ma troppo tardi.
La guardia li aveva sentiti.
"Ma che avete da ridere voi due?" borbottò, dando un'altra manata sullo sportello "Smettetela subito!"
Non le importava se si sarebbero messi in pericolo così facendo, non le importava affatto.
Voleva solo continuare a ridere e ridere ancora, spedendo i propri problemi via nel vento.
Vedeva negli occhi di Ben che anche per lui era lo stesso.
La guardia diede un altro colpo e si udì la voce di Astrid.
Solo allora le loro risate si acquietarono, finchè non si spensero del tutto.
Sebbene ci fosse buio, Brianna poteva vedere gli occhi di Ben brillare, riflesso dei propri, come
se stessero ancora ridendo silenziosamente.

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