VII. Quando le stelle cadranno

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Brianna si chiuse la porta della camera alle spalle accostandola, facendo attenzione a non fare rumore.
Era una vera fortuna che la sua camera si trovasse parecchio lontana da quella dei suoi genitori, perchè Rufus aveva il sonno leggero e di sicuro si sarebbe accorto della figlia che tentava di sgattaiolare via.
Non che stesse andando poi chissà dove, pensò lei salendo una rampa di scale, solo nel suo posto preferito.
Era l'orario, il problema: era piena notte, momento in cui sarebbe dovuta essere sotto le sue coperte a dormire.
Ma, dopo il ballo, il corpo di Brianna non aveva saputo prendere sonno, lasciandola a camminare nella sua camera avanti e indietro per ore.
Non si era nemmeno tolta l'abito che aveva indossato quella sera, la mente troppo affollata da pensieri che non smettevano un istante di vorticare.
Era arrabbiata con Ben e con se stessa perchè non era riuscita a scoprire la verità, ancora una volta.
Sembrava che ogni volta si fosse ritrovata a poca distanza dallo scoprire tutto, ecco che un'onda arrivava e la spazzava via.
Sospirò, alzando la sottana per salire con più facilità le scale.
Mancava poco alla torre dell'alba: era quella la sua meta, perchè quel luogo, con il favore della notte e la luce delle stelle, aveva la capacità di liberare la mente di Brianna.
Forse, stando seduta sul bordo della torre per qualche minuto, avrebbe pensato ad un piano infallibile per raggiungere i suoi scopi.
O forse, pensò, dovrei solo andare nelle stanze di Benjamin e strangolarlo finchè non mi dirà la verità.
Scostò il portone in legno e giunse a destinazione, i raggi della luna che rischiaravano e tingevano di perla le pareti della torre.
Brianna si fermò di botto.
Il posto non era deserto come sempre.
Ben era in piedi, le mani appoggiate alla balaustra del piccolo balcone, e sembrava perso nei suoi pensieri o forse alla ricerca di una stella cadente.
Lei si mosse finchè non lo raggiunse, troppo stanca anche solo per arrabbiarsi che il suo posto segreto non fosse più solo suo.
Per una volta le sarebbe piaciuto godersi un po' di tranquillità e basta.
Quando Ben si accorse di lei, inarcò un sopracciglio.
"Ti mancavo troppo?" domandò.
"Non ho davvero voglia di stare al tuo gioco" gli rispose "possiamo stare in silenzio e basta?"
Brianna pensò che avrebbe potuto sfruttare quell'apparente momento di vulnerabilità per portare avanti il suo piano, ma ne aveva abbastanza per quella sera.
"Perché sei venuto qui?" fece solo "E non dirmi che volevi stare da solo, perché non ti credo. Tu non stai mai da solo. Da quando sei giunto al castello ti ho sempre visto in compagnia di qualche nobile o domestica"
Ben fece un fugace sorriso nell'oscurità.
"Ti sorprenderei" disse "non sto mai solo, è vero, ma a volte vorrei starlo di più"
"Credevo amassi la vita di corte"
Lui scrollò le spalle.
"Apparenza" rispose "che è anche ciò che sorregge l'intera corte, no?"
Ben si voltò e la guardò.
"A volte la solitudine è l'unico modo per provare a se stessi che si è più di una semplice apparenza"
Brianna ricambiò lo sguardo.
"Raccontami, allora" lo esortò, con un sospiro malcelato "quale sarebbe questa apparenza da cui vuoi scappare? Il perfetto principe affascinante e fastidioso?"
Lui soffocò una risata.
"Anche" ammise "sebbene fastidioso non sia di sicuro tra gli aggettivi che avrei scelto per me. Incredibilmente divertente, ecco cosa avrei scelto"
"Se te lo dici da solo non vale"
"E chi detta le regole?"
"Lo sanno tutti! È una cosa oggettiva"
"Mh..." Ben si voltò di nuovo verso l'universo che brillava sopra di loro, avvolgendoli come un mantello "E la tua, di apparenza?"
Brianna inarcò un sopracciglio ramato.
"La mia?" fece.
"La tua" confermò lui "tutti ne abbiamo una"
"Mi stai chiedendo di aprirmi con te? Di rivelarti i più grandi e ben custoditi segreti del mio cuore?"
"Se la metti in questi termini sembra una cosa orribile. Mi stai dipingendo come un impiccione"
Brianna prese un respiro profondo.
In quel momento decise che avrebbe smesso con i giochetti, gli inganni e i sotterfugi.
Era il momento di tentare il tutto per tutto.
"Perchè non vuoi dirmi la verità sul tuo, di segreto?" domandò.
"Io sono costantememte un libro aperto, mia cara"
"No, non lo sei"
Quando lei si voltò completamente verso di lui, Ben raddrizzò impercettibilmente le spalle, come se si fosse reso conto che l'ora dei giochi e degli scherzi era giunta ad una conlusione.
Ora facevano sul serio.
"Penso che tu e maestro Silas sappiate tutto ciò che riguarda la presenza nella foresta – o comunque sappiate molto di più di noi – e che, per qualche motivo, non vogliate riverlarlo. Ieri Silas stava per dirmi qualcosa di più, ma poi ti ha guardato e non ha detto nulla. Non so chi altro sappia la verità, ma so che io ho bisogno di saperla. Non lo capisci? Tutto è iniziato quando ho scoperto di avere il fuoco dentro di me. Mi sento legata a questa storia e sento che sia mio dovere fare di tutto per salvare il mio regno. E se non per questo, anche solo per il fatto che in quanto loro principessa e futura sovrana ho il dovere di garantire la loro sicurezza. Il mio popolo ha bisogno di me e io ho bisogno di sapere la verità"
Fece un passo avanti, alzando di poco la testa in modo da poterlo guardare dritto negli occhi.
"Per favore, Benjamin" disse "sei il mio promesso sposo e questo significa che il mio regno è il tuo regno, così come il tuo è il mio. Aiutami. Anche solo una minima informazione può essere fondamentale"
Ben rimase a fissarla a lungo, rimanendo in silenzio.
Sembrava stesse soppesando le parole da pronunciare, come se esse avrebbero potuto salvargli la vita in un'aula di tribunale.
"Ieri eri troppo sconvolta per ascoltare la verità" ammise alla fine, senza smettere di fissarla "non volevo turbarti di più dopo l'attacco degli erranti. È qualcosa di grande, Brianna. Davvero tanto grande"
"Ciò che sai c'entra con me, non è così?" fece lei.
Lui annuì, voltandosi di nuovo verso la notte.
Chinò il capo, scuotendo piano le ciocche scure.
"Io e Silas siamo a conoscenza di una profezia che sembrerebbe aver predetto il risveglio di una presenza oscura – l'Oscurità – che distruggerà il mondo come lo conosciamo"
Brianna aggrottò la fronte.
"E quale sarebbe il mio ruolo in tutto questo?" ribattè "Ti assicuro che non sono io l'Oscurità"
Bne le lanciò uno sguardo.
"La profezia dice che l'Oscurità si sarebbe destata una volta cadute le stelle. Che dopo quel momento il sole sarebbe sorto un'ultima volta"
"Non ci crederai sul serio? È una follia. Cosa ci conferma che la profezia sia collegata a questa situazione? Le stelle sono ancora in cielo e il sole è sorto più volte dalla prima vittima di questa presunta Oscurità"
"Sai cosa ho imparato durante il mio anno di studi? Che le parole a volte vogliono far intendere molto più di quanto si pensi. La biblioteca dove ho trovato questa profezia è nel regno più antico del continente, Arkheios, e contiene tutti i manoscritti che si pensava fossero andati perduti. Quell'intera biblioteca è piena zeppa di libri con simboli, metafore e allegorie. Nemmeno una parola di un solo libro si attiene al suo significato letterale"
All'improvviso, Brianna ricordò le stelle cadenti che aveva visto brillare nel cielo dopo essere andata nella grotta.
"Quando le stelle cadrano, il sole sorgerà un'ultima volta" mormorò, senza rendersene conto.
Alzò di scatto lo sguardo.
"Silas me l'ha detto quando sono andata da lui dopo aver scoperto il fuoco" disse "ma... non è possibile"
"Neanche io ci credevo all'inizio" fece Ben "quando Silas mi ha contattato dicendomi di te pensavo fosse solo una coincidenza. Ma poi mi sono ricordato delle stelle cadenti del giorno prima e quel pomeriggio è arrivata la notizia della prima vittima. Era una morte troppo strana"
Allungò la mano e prese quella guantata di lei, stringendola.
"Sei tu, Brianna" disse "il sole sei tu. Il fuoco che arde dentro di te ti rende tale"
"No" lei scosse la testa "non è possibile"
Si tirò bruscamente indietro, allontanando la mano da lui.
Non poteva essere vero.
Era una codarda, lo sapeva benisismo, ma non poteva farci niente.
Avrebbe fatto di tutto per il suo popolo, ma quella era una responsabilità troppo grande.
Non poteva essere l'unica soluzione.
Era così, allora?
Tutto si sarebbe ridotto ad un'ultima battaglia tra Brianna e l'Oscurità?
E se lei avesse perso, allora?
Cosa sarebbe successo?
Avrebbe fatto di tutto per il suo popolo, ma non avrebbe mai messo il suo destino solo nelle proprie mani.
Non aveva nemmeno vent'anni, come avrebbe potuto salvare il mondo?
Forse è questo ciò che ci rende umani, il fatto che siamo un'eterna contraddizione.
Quando le cose prendono un nome, fuggiamo terrorizzati perchè ci sembrano improvvisamente più grandi e spaventose e reali.
Siamo codardi fin dentro il midollo e, a volte, rari sprazzi di coraggio ci illudono che sia quello ciò che siamo realmente.
E siamo egoisti, perchè quando il pensiero raggiunse la mente di Brianna lei si rese conto che tutte le belle parole che aveva proclamato per il suo popolo erano solo una recita, perchè davanti alla verità non avrebbe mai avuto il coraggio di onorarle del tutto.
Il sole sorgerà un'ultima volta.
"Non posso essere io la persona della profezia" disse e si rese conto che la voce le stava tremando "ci deve essere un'altra interpretazione"
"Mi dispiace" Ben sembrava davvero dispiaciuto "so che è una grande responsabilità. Ma non sei da sola"
Brianna si immobilizzò e lo guardò.
"Morirò?" fece, la voce che non riconobbe "Quando giungerà il momento, morirò?"
Ben sembrò spiazzato e poi la comprensione si fece largo sul suo viso.
"L'ultima volta" mormorò, piano "Non ci avevo pensato. Le profezie hanno mille sfaccettature, Brianna. Potrebbe voler dire tutto, come potrebbe non voler dire niente"
"Ma il resto è piuttosto chiaro"
Lui fece un passo avanti e lei ne fece uno indietro, alzando le braccia per impedirgli di avvicinarsi.
Non voleva morire.
Sarebbe stata la scelta giusta da compiere, sacrificarsi per il proprio popolo.
Sarebbe stata la scelta che Rufus avrebbe fatto, che un buon monarca avrebbe fatto.
Ma Brianna era così giovane e voleva fare così tante cose, voleva così tanto vivere.
Perchè doveva essere lei?
Il cuore le batteva all'impazzata nel petto.
"Non sei da sola in questa battaglia" insistè Ben "io sono dalla tua parte. Scommetto che se mi lasci del tempo per riflettere troverò un'altra interpretazione. Non morirai"
La guardò negli occhi e l'oro ora pareva una lama affilata.
"Non finchè io vivo" decretò.
"Io... io devo andare" balbettò lei.
Il mondo sembrava vorticarle attorno, come se stesse compiendo una danza impazzita con il solo scopo di farla impazzire a sua volta.
"Brianna!"
Ma la mente di Brianna se n'era andata da un pezzo.
Incespicò all'indietro, cercando di raggiungere l'uscita della torre.
Voleva dormire una notte infinita in modo da non risvegliarsi mai più, oppure svegliarsi e scoprire si fosse trattato solo di un incubo.
"Aspetta, per favore" Ben cercò di raggiungerla ma lei si chiuse la porta alle spalle.
Corse giù per le scale, anche se le sembrava di cadere ad ogni passo.
In qualche modo raggiunse la sua camera e si lasciò cadere sul letto, rannicchiandosi sotto le lenzuola finchè l'ignoto non prese possesso di lei e delle sue lacrime.

A promise of thorns and rosesDove le storie prendono vita. Scoprilo ora