XIX. Sulle labirintiche vie del Fato

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Il labirinto dei cristalli si ergeva davanti a loro, insieme alle guardie divise in due coppie, poste davanti all'entrata del luogo.
Sebbene lei e Ben fossero a debita distanza ad osservare la scena, Brianna riusciva a vedere i riflessi delle schiene delle guardie che si riflettevano sulle pareti del labirinto.
Era come se i cristali non fossero che specchi, pensò, per confondere ancora di più chiunque vi fosse entrato.
In questo modo saresti stato completamente da solo, ignaro della presenza di altri viaggiatori erranti magari così vicini a te da poter collaborare e trovare la via d'uscita insieme.
Sapevano che l'ingresso sarebbe stato sorvegliato – dopotutto il poter entrare era proprio ciò che avrebbero chiesto se Ben avesse superato la prova della regina – ma volevano andare a controllare per sicurezza.
Si trovavano a qualche centinaia di metri di distanza dal labirinto, in modo che le guardie non notassero due ragazzi che curiosavano il luogo che loro proteggevano.
Brianna si voltò verso Ben.
"Senti niente?" domandò.
L'ultima volta, a casa della Signora d'Ambra, Ben era stato fermamente convinto che la profezia sarebbe stata lì e, infatti, la misteriosa donna aveva rivelato loro la parte di cui le era stata affidata la custodia.
Per questo, dopo l'incontro con la messaggera della regina, avevano girato per quanti più posti possibili del regno, in attesa che Ben sentisse qualcosa che desse loro un indizio sull'ubicazione degli altri versi della profezia.
Ma non avevano trovato nulla.
Ora Ben scosse la testa.
"Non lo so" rispose "forse siamo troppo lontani per sentire la presenza della profezia. O forse non è qui"
"Deve essere qui" disse Brianna "è la nostra unica pista"
Rimasero in silenzio per un po', ad osservare le guardie vestite di bianco che parevano immobili come statue.
Brianna si chiese se facessero mai dei turni.
"Non pensi di essere stato un po' avventato prima?" domandò poi "Con la messaggera della regina, intendo. Un conto ad Euros inventare io fossi l'eletta di Phyros quando ho davvero il potere del fuoco, ma inventare di essere un veggente... non credi di aver tentato la sorte un po' troppo?"
Ben inarcò un sopracciglio.
"Quanta poca fiducia nei miei confronti" disse "sei una donna di poca fede"
Lei schioccò la lingua.
"Sono una donna pratica" ribattè "puoi inventarti qualcosa sul suo futuro, ma se volesse una prova immediata? Ad esempio prevedere cosa sta pensando?"
Lui scosse la testa.
"Ho un piano" disse "prevederò che qualcosa vada a fuoco e tu, con la tua magia, mi aiuterai"
Brianna si sporse in avanti.
"E se ti chiedesse di dirle qualcosa del suo passato?" fece, piano "Lo sai che i veggenti non conoscono solo il futuro. Hanno la triplice vista, Ben. Conoscono il passato, il presente e il futuro"
"Non ti preoccupare, d'accordo?" anche Ben si sporse in avanti "Il mio anno in giro per i regni non è stato inutile e ora darà i suoi frutti. Conosco Raynar, conosco le sue tradizioni e la storia della famiglia reale. Me la caverò"
Lei nascose un sospiro.
Non le piaceva affatto quel piano e nemmeno le possibilità di successo che aveva.
Tornò a guardare il labirinto e il modo in cui il sole si rifletteva sulle sue pareti, tingendole d'oro e corallo.
Presto sarebbe scesa la notte.
"Cosa pensi ci sia dentro il labirinto, Ben?" domandò allora Brianna "Cos'è ciò che faceva perdere il senno ai cavalieri delle leggende?"
"Un mostro, magari?" propose lui "Ricordo di aver letto da quache parte su un labirinto in un luogo lontano da qui, dove migliaia di anni fa vi abitava un essere mostruoso metà uomo e metà toro. Ogni anno venivano mandati nel labirinto sette giovani e sette fanciulle per nutrirlo, finchè un giorno un ragazzo straniero non è riuscito a sconfiggerlo e ritrovare la strada grazie alla figlia del re, che gli aveva detto di srotolare un gomitolo di lana per ritrovare la via d'uscita"
"Dei, spero non sia lo stesso mostro" fece Brianna "anche se l'idea del gomitolo non è affatto inutile"
Si mordicchiò il labbro.
"Ma forse più che mostri veri e propri ci saranno indovinelli e inganni" continuò "illusioni, probabilmente"
"Basta che stiamo insieme" disse Ben, posando la sua mano su quella di lei e carezzandole il dorso "non dovremo separarci, altrimenti non ci ritroveremo più"
"Insieme" ripetè Brianna.
Posò la testa sulla spalla di lui e rimasero così, seduti l'una nelle braccia dell'altro, ad osservare il sole che procedeva nella sua ascesa.
"Bree?" domandò dopo un po' Ben, a bassa voce, come se avesse paura di fare la domanda che voleva porle.
"Sì?"
"Credi che la mia magia sia perduta per sempre?"
Brianna rivide Ben nella foresta, un errante che lo teneva fermo e un altro che apriva la bocca e faceva in modo che un leggero fumo nero lo avvolgesse.
"La magia non scompare" rispose alla fine "è ciò che ha detto maestro Silas, ricordi? Quando i miei genitori hanno tentato di reprimere la mia magia, hanno creato l'Oscurità"
Alzò il capo e incontrò gli occhi dorati di Ben.
"La magia non scompare e nemmeno la tua" ripetè "gli erranti te l'hanno rubata, come ha detto la Signora d'Ambra. La ritroveremo"
"Ha detto che sarebbe dipeso da te" aggiunse lui "forse nel momento in cui sconfiggerai l'Oscurità allora anche la mia magia mi sarà restituita"
Brianna annuì.
"Anche se mi costa ammetterlo, tu mi hai aiutato a ottenere il controllo della mia" disse "e io ti riporterò la tua"

A promise of thorns and rosesDove le storie prendono vita. Scoprilo ora