XXI. Il cammino da intraprendere

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Ben non aveva mai creduto che nella sua vita avrebbe potuto avere il cuore spezzato.
Era sempre stato dell'idea che, nel momento in cui avesse deciso di cedere il suo cuore, la ragazza sarebbe stata l'amore della sua vita e sarebbero vissuti felici e contenti per sempre.
Quindi perché preoccuparsi di avere il cuore spezzato?
Un cuore spezzato implicava un amore non corrisposto, un amore che finiva.
Ma forse un cuore spezzato poteva essere parte di un amore non ancora nato.
Mentre non aveva potuto fare niente se non limitarsi a guardare Brianna che svaniva oltre la porta, aveva solo pensato che il suo cuore gli faceva così tanto male che temeva si potesse letteralmente spezzare da un momento all'altro.
In realtà non aveva avuto molto tempo per pensarci, perché, non appena la porta si era chiusa dietro di lei, la sala aveva preso a girare e Ben era stato catapultato fuori.
Era atterrato sulla fredda pietra che componeva le strade che si intersecavano del labirinto e aveva soffocato un conato di vomito.
La testa gli girava e gli doleva il braccio su cui era caduto, ma era riuscito ad alzare gli occhi e aveva trovato il suo riflesso ricambiare lo sguardo.
Era davvero pallido e i suoi capelli neri erano scompigliati, non degni di un principe.
Ma ciò che aveva fatto a Brianna era forse degno di un principe?
Ora Ben si alzò in piedi, guardandosi intorno.
Doveva trovare il modo di tornare da lei, ad ogni costo.
Non gli importava se Brianna sarebbe stata arrabbiata, se non avrebbe voluto parlargli mai più: l'unico modo che avevano per uscire dal labirinto era ritrovarsi.
Solo insieme avrebbero potuto salvarsi, ne era certo.
"Brianna?" chiamò, sapendo bene fosse inutile.
Aveva un disperato bisogno di vederla, di sapere stesse bene.
Se tutto fosse andato come avrebbe dovuto, lei ora si trovava nel centro del labirinto e forse aveva trovato l'altra parte della profezia.
Ben però non era convinto che la profezia fosse lì: negli altri posti in cui poi avevano trovato nuovi versi, lui era stato capace di percepire la loro vicinanza.
Ma in quel luogo non sentiva proprio nulla.
Forse era solo scombussolato per quello che era successo con Brianna, per quello che aveva dovuto confessare.
La pozione di Aurelius era stata come un uncino che aveva arpionato le parole che Ben stava cercando di trattenere e le aveva tirate fuori a forza.
Quando aveva visto il modo in cui Brianna lo aveva guardato, Ben sarebbe voluto morire.
Aveva visto la fiducia e la speranza nei suoi occhi argentati frantumarsi e il suo volto gli era diventato indecifrabile.
La paura aveva avvolto il cuore di Ben, insieme al pensiero che ormai Brianna sarebbe stata un libro scritto in una lingua a lui sconosciuta, quando fino a qualche minuto prima aveva iniziato a comprendere le prime pagine e aveva un'incredibile voglia di comprendere tutte.
Che cosa aveva fatto?
Sentì all'improvviso il suono di spade che cozzavano l'una sull'altra e si raddrizzò.
Che Brianna fosse vicina e avesse incontrato un pericolo?
Iniziò a correre prima ancora di essersene reso conto e imboccò la strada verso la quale gli pareva provenissero i rumori che si intensificavano di secondo in secondo.
"Brianna!" gridò.
Quasi cadde per la perdita di equilibrio quando si fermò di botto, una parete di cristallo che si ergeva di fronte a lui.
E oltre essa c'era la sala da pranzo del castello dell'alba.
Ben trattenne il fiato mentre vedeva la baraonda che c'era stata quel giorno, mentre udiva le grida di Leanna Orphelin che cercava di tenere alla larga le guardie corrotte.
Vide se stesso inginocchiato accanto a re Rufus, la schiuma ai lati della bocca e le convulsioni che prendevano possesso del suo corpo.
"Vostra maestà" stava dicendo il Ben del riflesso "dovete resistere"
Ma anche mentre lo diceva, sapeva non fosse vero.
Non c'era speranza per lui.
Rufus scosse la testa, cercando di afferrargli la mano.
"Prenditi cura di lei, Benjamin" disse lui, la voce roca "devi proteggerla. Promettimelo"
Ben sapeva perfettamente di chi stesse parlando.
"La proteggerete voi stesso" gli disse "andrà tutto bene"
Rufus incrociò i suoi occhi e Ben rabbrividì quando si rese conto avessero ancora una parvenza di lucidità.
Scosse la testa.
"Promettimelo" disse solo.
Ben fece un respiro profondo.
"Ve lo prometto" rispose.
Fu allora che Rufus annuì piano e abbassò gli occhi sul pugnale che giaceva nel panciotto di Ben.
Non servirono parole, non in quel momento.
Ben comprese e abbassò la mano verso l'elsa del pugnale.
"Basta!" gridò ora Ben, picchiando le mani contro la parete di cristallo "Basta!"
Ma la visione continuava imperterrita e lui non ce la faceva più.
Si voltò e corse via, pregando di essere sulla strada giusta.
Sentiva un ronzio nelle orecchie, ma lo ignorò continuando a correre.
Doveva trovare Brianna, doveva trovare l'altra parte della profezia, doveva andarsene da quel posto, doveva...
Si fermò di botto, quasi inciampando sui suoi stessi passi.
Il respiro di Ben si mozzò, mentre osservava inorridito il corpo che giaceva a pochi metri da lui.
"No" esalò "non è vero"
I suoi capelli rossi le circondavano il viso come un'aureola, ma Ben non riusciva a vederla in viso.
Vedeva solo la punta di freccia che le spuntava dal petto, proprio dove c'era il cuore.
"Brianna!" gridò.
Corse a perfidiato verso Brianna e cadde in ginocchio al suo fianco, prendendola tra le braccia.
"Apri gli occhi" continuava a ripetere "maledizione, apri gli occhi!"
Il sangue impregnava la parte anteriore del suo vestito, allargandosi in una macchia scarlatta.
Ben le carezzò il viso che era mortalmente pallido.
"Ti prego, Bree" mormorava "ti prego, ti prego, torna da me"
Non osava prenderle il polso e avere la prova di ciò che sospettava.
Non pensava sarebbe sopravvissuto.
Sentiva le lacrime impigliate alle ciglia scure e si chiese quando fosse stata l'ultima volta in cui avesse pianto per davvero.
Mentre stringeva il corpo senza vita di Brianna pensò che tutto ciò che fosse rimasto di lui sarebbe stato un fallimento: avrebbe dovuto proteggerla, era stato questo l'ultimo desiderio di Rufus, ma lui cosa aveva fatto?
Aveva fallito.
"Monilavahan" disse, in un sussurro, prendendole una fredda mano tra le sue "è tutta colpa mia"
Brianna ricambiò la stretta.
Per un istante la speranza riempì il cuore di Ben in modo così prepotente che pensò sarebbe svenuto o dalla leggerezza si sarebbe librato in aria.
Brianna aprì i suoi meravigliosi occhi argentati e lo guardò, accennando un sorriso.
E poi svanì.
Ben trattenne il fiato mentre si ritrovava in ginocchio, le mani tese davanti a sè a reggere il nulla.
Che diavolo stava succedendo?
Si voltò e vide che a pochi metri di distanza Brianna giacere senza vita, il suo corpo percorso da striature nere come l'inchiostro proprio come i corpi degli erranti.
E poi c'era Brianna con una corda legata intorno al collo come se qualcuno l'avesse impiccata.
C'era ancora Brianna con il capo posizionato in un modo del tutto innaturale, come se qualcuno le avesse spezzato il collo.
Ben espirò bruscamente, mentre il ronzio si faceva sempre più intenso.
"Basta!" gridò.
Portò le mani a coprirsi le orecchie, la testa incassata nelle spalle e china.
Chiuse così forte gli occhi che gli fecero male, allo stesso modo della mascella serrata.
Voleva che tutto quello finisse.
Voleva che quelle illusioni terminassero.
Voleva che Brianna stesse bene.
"Ben?" disse una voce.
Parve che il ronzio cessasse e il sole spuntasse oltre l'orizzonte ad illuminare una notte buia.
"Ben, sono io" continuò la voce di Brianna "Ben? Lo giuro, sono io. Perché non vieni da me?"
Lentamente, Ben si tolse le mani dalle orecchie e si voltò.
Brianna era davvero lì.
I capelli rossi sciolti sulle spalle in morbidi ricci, gli occhi argentati che lo guardavano con dolcezza, la spada nel fodero legato alla cintura che le pendeva sul fianco.
Era lì ed era viva.
Ben non ci pensò due volte: stava già correndo.
La prese tra le braccia con un'intensità tale che fece barcollare entrambi, una mano intorno al suo corpo e l'altra sul suo capo per attirarla ancora di più a sè.
"Dei" esalò lui, le labbra che sfioravano i suoi capelli "oh dei, sei qui"
Brianna ricambiava la stretta a sua volta e Ben inspirò il suo profumo.
"Mi dispiace così tanto" le disse, come un fiume in piena "mi dispiace così tanto, Bree. Avrei dovuto dirti subito la verità, lo so perfettamente. Hai tutte le ragioni del mondo per avercela con me e non posso affatto biasimarti. E non lo faccio. Ma, credimi, l'ho fatto in buona fede"
Con un grande sforzo di volontà si allontanò da lei: non troppo da doverla lasciare andare, ma abbastanza da poterla guardare negli occhi.
"Non ci saranno più segreti tra noi due" continuò "mai più. Te lo prometto"
Brianna rimase in silenzio per un lungo istante, alzando la mano destra per carezzargli la guancia.
I suoi occhi argentati erano la cosa più bella che Ben avesse mai visto.
"Lo so" fece piano lei, accennando un sorriso "sai perché lo so?"
Ben ebbe l'assoluta certezza che Brianna gli avrebbe detto che lo amava.
Aprì la bocca e lui sentì il proprio cuore aumentare i battiti di frazione di secondo in frazione di secondo, così veloci che li percepiva in tutto il corpo.
E, per la seconda volta, Ben si ritrovò ad abbracciare il nulla.

A promise of thorns and rosesDove le storie prendono vita. Scoprilo ora