XXIII. Lastricato di buone intenzioni

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Quando il grosso portone di legno si aprì, Brianna e Ben si ritrovarono in un'arena circolare a
cielo aperto.
Il sole colpi il viso di lei come una morbida carezza e per un istante Brianna inspirò a pieni polmoni l'aria che proveniva dal mondo esterno.
Gli spalti erano di pietra grigia ed erano stracolmi di persone avvolte in lunghi mantelli, le maschere a coprire i loro volti.
Non appena gli spettatori li videro, grida si alzarono intorno a loro.
"Non è una prova" mormorò Ben, gli occhi dorati che correvano in ogni direzione "è uno spettacolo"
"Questo è il modo di Raynar di intrattenere il suo popolo" fece Brianna, i brividi che le
correvano su e giù la schiena.
Un esempio di "panem et circensem" in piena regola.
Il suo sguardo fu catturato dalla porta posta davanti a loro, a cento metri di distanza.
C'era qualcosa al di là della porta, ne era certa, se lo sentiva fin dentro le ossa.
Il ruggito che aveva sentito poco prima doveva provenire da lì.
La principessa Astrid si alzò e la folla cadde nel silenzio.
"Stranieri" disse, la voce che rimbombava nell'arena "avete dichiarato falsità e siete stati
scoperti. Ma ora avete la possibilità di dimostrare di aver detto la verità. Sopravvivete e noi sapremo che siete stai sinceri. A Raynar non c'è niente di più sacro della verità"
Alzò le braccia avvolte dall'abito bianco del lutto e il popolo esultò.
A loro non importava se Ben e Brianna avessero detto la verità o meno, né se sarebbero risultati innocenti o meno.
Loro volevano vedere il sangue, di chiunque fosse.
Astrid fece un cenno del mento e le guardie si rimisero davanti a loro, liberandoli delle catene.
"Non ci date nemmeno un'arma?" domandò Brianna "Come pensate che possiamo dimostrare la nostra innocenza se siamo lasciati come bestie da macello?"
Come richiamato da quella frase, si udì quello che pareva un ululato.
Ben aggrottò la fronte, mentre faceva correre gli occhi dorati verso la porta dall'altra parte
dell'arena.
Brianna era certa di aver sentito un ruggito, pochi minuti prima, ma allora di quante bestie si trattava?
Una a testa?
Gli occhi di ghiaccio di Astrid si posarono su di lei.
'"Se siete innocenti non vi servirà alcun'arma" ribattè, mentre le guardie si allontanavano con
le catene di nuovo in mano "l'ingegno è l'unica arma di cui avete bisogno"
Brianna sentì le punte delle proprie dita prudere, come se il fuoco la stesse stuzzicando per
essere evocato.
Aveva un'incredibile voglia di colpire Astrid.
All'improvviso nella sua visuale entrò Ben, che le si mise davanti e le prese le mani tra le sue, fissandola negli occhi.
Brianna si irrigidì.
"Bree" disse lui, così piano che lei stessa fece fatica a sentirlo "devi rimanere calma"
Con un impercettibile cenno del mento le indicò le sue mani.
Lei abbassò lo sguardo e si rese conto che Ben le aveva preso le mani non per rassicurarla e
dirle che sarebbe andato tutto bene — come probabilmente pensavano gli spettatori e Astrid
stessa, l'ultimo addio tra due innamorati — ma per nascondere alla vista del pubblico le fiamme che ora danzavano tra le sue dita.
Brianna trattenne il fiato.
Chiuse gli occhi per un istante, concentrandosi, richiamando a sè il fuoco.
Quando li riaprì, le fiamme erano scomparse, ma Ben stringeva ancora tra le sue mani quelle
di lei.
Sembrava reticente a lasciarla andare.
Lei incontrò il suo sguardo e si chiese se anche lui avesse paura quanto ne aveva lei.
Se quella fosse stata l'ultima volta in cui si sarebbero visti, cos'avrebbe dovuto dirgli?
Cos'avrebbe voluto dirgli?
"Non moriremo" disse Ben "tu non morirai. Sei troppo importante per morire"
"Se io muoio, la profezia si avvera" disse Brianna "Lilith vince"
Lui abbassò il capo e per un istante lei pensò che l'avrebbe baciata.
'"Non intendevo quello" bisbigliò "intendevo che sei troppo importante per me perchè io ti lasci
morire"
Lei gli strinse le mani.
Per un istante dimenticò la verità e dimenticò le bugie.
"Non provare a fare l'eroe" replicò "ne usciamo vivi tutti e due o non ne esce vivo nessuno, capito?"
Ben accenno un sorriso.
"Agli ordini"
Si udì il rumore di cardini che venivano messi in moto e i due si allontanarono di scatto,
ritornando ad essere l'uno affianco all'altra.
La porta venne aperta, anche se non c'era nessuno di fisico ad eseguire il compito — probabilmente si trattava di un meccanismo automatico.
Quando la creatura uscì dalla sua tana, il popolo seduto sugli spalti gridò
"Per i quattro dei" mormorò Brianna, il cuore che le batteva all'impazzata nel petto.
Non aveva idea di che nome avesse quella creatura.
A dirla tutta, non aveva idea se esistesse del tutto un nome per ciò che era.
Brianna degluti.
Probabilmente il problema dell'essere giutiziati non si sarebbe posto, pensò, perchè, se avessero fallito la prova, avrebbe significato fossero morti entrambi.
Il corpo era quello di un felino, ma di almeno tre taglie superiori al normale, con lunghi artigli
che fuoriuscivano dalle zampe.
Il manto era pezzato: alcune parti color sabbia si scurivano fino a diventare grigie, come in un
gioco di sfumature e contrasti.
Ma la parte più spaventosa era la sua testa.
Le sue due teste.
Ecco perchè il ruggito e l'ululato, pensò Brianna.
La creatura aveva a sinistra il muso di un leone — la criniera marrone scuro gli avvolgeva il muso atteggiato ad un ringhio, le grosse fauci spalancate come se già pregustasse il gusto della
carne di Brianna e Ben — e a destra il muso grigio di un lupo — una lunga cicatrice gli tagliava il
muso a metà, rendendo il suo sguardo color onice ancora più crudele.
"Almeno la bestia è una" fece Ben.
Brianna gli scoccò un'occhiataccia.
"Le fauci sono due" gli fece notare poi.
La creatura ruggì e ululò, caricandoli nella frazione di un secondo.
Come se fossero due soldati addestrati insieme, attesero l'ultimo istante prima di schizzare l'uno da un lato e l'altra dall'altro, confondendo la bestia.
Brianna si guardava freneticamente intorno, alla ricerca di qualsiasi cosa da usare come arma, ma non vi era alcun oggetto.
L'arena era completamente vuota.
La creatura girò su se stessa e questa volta scelse il suo obiettivo.
"Forza!" gridò Ben, quando incontrò le due paia di occhi della bestia "Vieni a prendermi!"
Quella si gettò al suo inseguimento nel momento esatto in cui lui iniziò a correre.
Brianna doveva pensare e doveva farlo in fretta, perchè Ben non avrebbe resistito a lungo.
Corse verso la parte opposta, dove il muro di pietra dell'arena sembrava perdere sabbia.
Forse era un punto fragile e, se lei avesse colpito abbastanza forte, avrebbe potuto prendere un
mattone da usare come arma.
Iniziò a prenderlo a calci, ma pareva completamente inutile.
All'improvviso sentì Ben gridare e si voltò di scatto, il cuore in gola.
Lo vide a terra, che continuava a girare su se stesso per evitare le due fauci.
"Ben!" gridò, dimenticandosi per un istante che nessuno avrebbe dovuto sapere i loro veri nomi.
Alcuni spettatori si erano alzati in piedi e si sporgevano oltre la barriera che delimitava gli
spalti, quasi con la bava alla bocca e gli occhi bramosi.
Volevano vedere il sangue.
Era la loro vendetta, pensò lei, il popolo di Raynar era convinto che l'attacco degli erranti fosse colpa loro e ora avevano la possibilità di assistere alla loro morte.
Una morte dolorosa, per giunta.
La rabbia le montò nel petto, feroce come il ruggito della creatura poco prima.
All'ultimo Brianna vide la mano destra di Ben racchiudersi intorno a qualcosa — sabbia,
probabilmente — e gettarla sui due musi.
La creatura si alzò sulle zampe posteriori, accecata, e lui rotolò via, rialzandosi.
Brianna si voltò di nuovo verso il muro di pietra e colpì ancora, con le mani questa volta, sebbene le sue nocche protestassero per il dolore.
Una parte cedette e Brianna ci infilò la mano, riuscendo a prendere un pezzo di pietra.
"Ehi!" gridò lei, voltandosi verso la creatura.
Prese la mira e lanciò il sasso che finì dritto sul muso del leone.
"Insegui me!" continuò.
Iniziò a correre finchè non si ritrovò di fronte alla porta di legno dalla quale erano entrati.
La creatura correva verso di lei, le fauci spalancate.
Tre metri.
Il cuore le batteva all'impazzata nel petto mentre pregava che il suo piano funzionasse.
Due metri.
Sentì Ben gridare il suo nome.
Un metro.
Riusciva a vedere l'interno scuro della bocca del leone.
Brianna si lanciò di lato, finendo per terra nella polvere.
Si voltò immediatamente, rimanendo sui gomiti, e vide che la creatura aveva sfondato la porta, creando tanti pezzi di legno che si erano sparsi ovunque.
Il pubblico gridò.
Ben doveva aver capito il suo piano perchè approfittò del momento di disorientamento della
creatura e, veloce come una scheggia, prese due pezzi di legno mentre Brianna si rialzava.
Corsero entrambi sotto il punto in cui si trovava Astrid e lui le diede il pezzo di legno.
"Armi" disse "bella mossa"
"Ti ho detto che non ti avrei lasciato fare l'eroe" replicò lei
Ben le fece un fugace sorriso.
"Ora uccidiamo quel mostro"
Come richiamata da quella frase, la creatura, che era rimasta intontita dal colpo, drizzò le orecchie e seguì il suono delle loro voci.
Brianna diede una stretta al braccio di Ben, dandogli il segnale, e i due iniziarono a correre più
veloce che avessero potuto.
Non avevano molto tempo, dovevano cogliere l'opportunità che si era presentata loro.
Colpire fintanto che il mostro fosse rimasto vulnerabile.
Brianna immaginò di avere Promessa, la sua spada perduta settimane prima, e fece un affondo con
il legno.
La creatura si girò di scatto verso di lei, il leone che mirava alla sua gola.
Lei scattò indietro, mentre Ben ne approfittava e lo colpiva da dietro.
Brianna si spostò verso il lupo, che questa volta si aspettava l'attacco e fu più svelto dell'altra
testa.
La creatura si alzò sulle zampe posteriori e con quella anteriore colpì Brianna.
Lei rovinò per terra, tenendosi il braccio che aveva messo davanti al viso per proteggersi dal
colpo e che ora sanguinava.
"Bree!" il grido di Ben si propagò nell'arena, ma per fortuna fu sovrastato dalle grida del pubblico alla vista del sangue.
"'Sto bene" fece Brianna, a denti stretti.
La creatura ruggì di nuovo.
Ben evitò per un soffio un'artigliata e colpì nuovamente il leone, mentre il lupo ululava.
Brianna rotolò di lato, la camicia bianca che si riempiva di sabbia e polvere diventando sudicia,
e riafferrò il legno sul quale aveva perso la presa durante la caduta.
"Ora!" gridò Ben, mentre colpiva le zampe anteriori della creatura.
Brianna si lanciò in avanti proprio mentre lui la imitava, il legno appuntito che trapassava la
gola del leone mentre Ben faceva lo stesso con il lupo.
Lei respirava affannosamente, gli occhi argentati che osservavano l'urlo muto delle fauci del leone
e i suoi occhi iniettati di sangue che si spegnevano lentamente.
Il pubblico cadde nel silenzio più assoluto, mentre le persone sugli spalti si lanciavano occhiate sconcertate tra loro.
"Mi dispiace" disse Brianna sottovoce alla creatura.
Avevano vinto, realizzò, avevano combattuto e avevano vinto.
Alzò lo sguardo e incontrò gli occhi azzurri della principessa Astrid, che la fissavano
leggermente sgranati.
Erano l'unico cenno di una qualsiasi emozione sul suo viso, perchè per il resto pareva avere
indosso una maschera di imperturbabilità.
Stava per reclamare la propria libertà quando udì un gemito soffocato provenire dalla sua destra.
Si voltò di scatto mentre vedeva Ben indietreggiare, il pezzo di legno che cadeva a terra, seguito dal suo corpo.
Per un istante il mondo di Brianna divenne nero, buio come la notte più oscura e le orecchie
iniziarono a fischiare.
"Cos'hai?" domandò lei, il tono urgente, senza nemmeno rendersi conto di essersi inginocchiata accanto a Ben e aver posato le mani sulle sue spalle
"Cosa c'è?"
Il volto di Ben stava diventando incredibilmente pallido.
"Il lupo" disse piano "un dente mi ha colpito il braccio quando l'ho infilzato"
Lei bassò lo sguardo sul suo braccio, dove la stoffa della camicia era stata strappata e ora linee scure si stavano allargando sul suo braccio.
"Credo sia veleno" fece Brianna "per gli dei, Ben, penso proprio sia veleno"
Lui le scoccò un'occhiata dorata.
"Quello che sento è di sicuro veleno" mormorò.
Con la sua mano libera, Ben aveva trovato quella di Brianna e ora la stava stringendo forte.
Doveva fargli davvero male se mostrava così il suo dolore.
"Un guaritore" disse Brianna — la voce lontana mille miglia — poi il suo tono divenne un grido
"un guaritore! Subito!"
Nessuno oso muoversi, il pubblico iniziò a mormorare, ma nessuno si mosse dal proprio posto.
Brianna sentì la stretta di Ben farsi più forte, come se anche il suo dolore stesse aumentando, e guardò verso il piedistallo su cui c'era Astrid.
Ma era vuoto.
"Chiamate un maledetto guaritore!" gridò ancora.
"La verità ha parlato" disse una voce.
La principessa Astrid stava camminando verso di loro, seguita dalle due guardie come se fossero la sua ombra.
"Tu sei stata reputata sincera" continuò, guardando Brianna "ma lui è un bugiardo e il veleno nel suo corpo non ne è che una prova"
La cosa ironica era che ciò che diceva Astrid era la verità: davvero era stato Ben a mentire, a dire di essere ciò che non era, quando Brianna aveva sempre detto il vero,
"La prova era comune" ribatté Brianna "o la superiamo entrambi o falliamo entrambi"
"Ti chiedo seusa per aver dubitato di te, ma non di lui"
Nelle vene di Brianna il fuoco iniziò a ruggire.
Sentiva fisicamente il ticchettio di un orologio che scandiva i minuti, sempre più veloce, risucchiando un po' della vita di Ben ad ogni nuovo rintocco.
"Chiamate un maledetto guartitore" ripetè, la voce un ringhio basso "mi avete capito? Metterò a ferro e fuoco Raynar intera se sarà necessario"
Le guardie dietro Astrid sguainarono le spade con un unico movimento fluido e in sincronia, ma la principessa alzò una mano per fermarli.
Oltre la maschera argentata i suoi occhi di ghiaccio stavano studiando Brianna e, per la prima volta, vide un lampo di paura sul suo viso, Brianna si chiese se per caso i suoi occhi non fossero diventati a sua volta una fiamma.
"Sei una donna nuovamente libera" disse Astrid alla fine, con un cenno del capo "digli addio"
Brianna sentiva le proprie mani fremere ed era sicura che, se avesse chinato lo sguardo, avrebbe trovato il fuoco a danzarle tra le dita, quando all'improvviso Ben le diede una stretta alla mano.
Lei si costrinse a distogliere lo sguardo dalla principessa e lo guardò, rendendosi conto solo in
quel momento di avere le lacrime impigliate alle lunghe ciglia.
"Ciò che ho percepito nella cella" disse Ben, la voce più lieve di un sussurro, così bassa che lei fece quasi fatica a sentirlo "usalo"
Per un istante, Brianna penso stesse delirando a causa del veleno nel suo organismo.
Stava per dirgli di non preoccuparsi, che sarebbe andato tutto bene, quando il suo cervello le urlò la risposta.
Percepisci qualcosa?, gli aveva chiesto nella prigione.
È leggero, aveva risposto Ben, flebile, in realtà. Quasi invisibile però... c'è. Nel modo in cui c'era nel labirinto ieri.
Sebbene fosse ad un passo dal fare un viaggio verso un luogo sconosciuto dal quale nessun viaggiatore è mai tornato, Ben aveva avuto una delle sue azzardate e incorreggibili idee.
Si trattava di cogliere un'opportunità e sfruttarla al meglio.
Era una scommessa, un rischio.
Brianna lo colse.
"So quale fosse il segreto che vostro padre custodiva" disse ad alta voce.
Astrid si immobilizzò.
"Menti" disse solo, la voce neutra.
"La verità mi protegge, non ricordate?" replicò Brianna "Per questo vi ho chiesto per quale
motivo aveste agito così, prima nella cella. Perchè avevo il dubbio di poter essere io la soluzione ai vostri problemi, ma non ero certa di essere la soluzione giusta. Voi non volevate dirmi perché fosse così importante trovare un veggente che potesse parlare con i morti, ma, quando avete nominato vostro padre, ho capito. Io conosco la risposta alle vostre domande"
La principessa rimase in silenzio e immobile per un lughissimo istante, mentre Brianna sentiva il proprio cuore battere così forte nel suo petto che temette potesse schiazzarle fuori.
"Dimmi qual è il tuo prezzo" fece Astrid alla fine.
Ben emise un lieve respiro di sollievo, anche se poi risucchiò il fiato tra i denti come se avesse avuto una fitta di dolore.
Quando parlò, Brianna non guardava lei.
I suoi occhi argentati erano incatenati a quelli dorati di Ben che la guardavano, ancora lucidi.
"Salvatelo" disse "e io salverò voi"
C'era solo da sperare che il segreto che il re di Raynar custodiva fosse davvero un altro verso della profezia.

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