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25 agosto

Sei settimane dopo la fabbrica...

Pov Julian:

"Stai ancora perdendo tempo con quelli?" Mi domandò Victoria. Per fortuna quella mattina mi aveva chiamato a un'ora decente e non all'alba come suo solito.

"Sai già la risposta."

La sentii borbottare dall'altro lato del telefono. Anche se non potevo vederla, sentivo che stava picchiettando una penna sul tavolo.

Victoria, oltre a essere un brillante avvocato, era la seconda in comando del nostro branco e da quando Stone se ne era andato, era toccato a lei mandare avanti tutto e questo l'aveva resa più nervosa e bacchettona del solito.

"Vic, non avresti del lavoro da fare piuttosto che importunarmi?"

"Sto aspettando che il giudice deliberi quindi ho pensato di ingannare il tempo sentendo i guai in cui ti stai cacciando." Victoria non sopportava che mi fossi avvicinato ai Blacks e ai Greens, non ne capiva il motivo.

Per me però la questione era semplice: Stone era quasi un fratello maggiore per me e lo conoscevo bene perciò non riuscivo a capacitarmi di ciò che era successo. Stone aveva abbandonato il nostro branco senza dire nulla e si era alleato al tipo che lo aveva torturato, tradendo tutti? Non potevo crederci.

Stone era dannatamente leale, leale fino alla morte.

Il tradimento non era contemplato.

Inizio flashback

Sei settimane prima...

Era dalla sera precedente che continuava a piovere; era come se anche la natura fosse a conoscenza di quello che era successo. Dopo che il branco aveva saputo di Stone, tutti erano andati in crisi; nessuno voleva credere che lui se ne fosse andato e nessuno voleva partecipare a quel massacro che la guerra imminente sembrava prospettare.

Victoria era stata grande, forte come Stone aveva sempre sostenuto da quando l'aveva messa al comando; lei aveva preso in mano le redini della situazione e aveva allontanato il branco da Bluebay.

Io non ero riuscito ad andarmene, c'erano cose che non riuscivo a capire e dovevo assolutamente parlare con qualcuno che potesse darmi delle risposte.

Suonai a casa Greens e aspettai che mi aprissero. L'accoglienza ovviamente non fu delle migliori: degli uomini, licantropi del branco, mi afferrarono per le braccia portandole dietro la schiena e mi spintonarono nell'asciutto dell'edificio. Mi sarei potuto liberare facilmente, ma far fuori le persone con cui avevo intenzione di dialogare non era proprio un'idea brillante.

Attraversai un enorme salone fin troppo grande e pulito per i miei gusti e, seduti su un divano grande quasi quanto il mio intero appartamento, c'era l'élite dei due branchi che controllavano Bluebay.

Stavano discutendo, ma la mia presenza li fece zittire all'istante.

Quello che doveva essere l'Alfa Blake si alzò di scatto: "Chi diavolo è lui?"

Ben presto fu affiancato da Byron che mi fissava come se mi stesse scrutando nell'anima.

"Sono qui per parlare con Riley." Alle mie parole un brusio di sottofondo si elevò.

"Quella ragazza attrae solo problemi!" Sbuffò ancora Blake.

A quanto pare Riley non diceva cazzate quando sosteneva che i suoi rapporti con i Greens non fossero idilliaci; sembrava proprio che l'Alfa la odiasse.

"Cosa vuoi da mia cugina?" Si avvicinò una ragazza.

Da vicino, quella che doveva essere Kora Brown, era più bella di quanto avessi potuto notare da lontano. Aveva labbra piene, zigomi alti e capelli lunghi e lisci come la seta. Era l'esatto opposto di Riley: si muoveva in modo sensuale e, anche se non sembrava accorgersene, attirava l'attenzione di tutti su di sé. Al contrario della cugina, che era sempre composta, elegante e a tratti fottutamente spaventosa, motivo per il quale sembrava essere molto in sintonia con Stone.

Siamo GHIACCIO e FIAMMEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora