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28 agosto

"Avevi ragione tu..." Disse Oliver con lo sguardo basso mentre girava con un cucchiaino il suo caffè.

Qualche ora dopo essermene andata da casa Greens, mi aveva chiamato per poter parlare come ci eravamo accordati.

In quel momento eravamo seduti in un bar vicino casa e mentre lui beveva il suo caffè, io sorseggiavo il mio tè.

"Riguardo a cosa?" Il ragazzo che era di fronte a me non somigliava per niente a quello che avevo conosciuto un anno prima. I suoi capelli castani erano spenti e i suoi occhi ambrati, arrossati e contornati da profondi cerchi scuri, dimostravano quanto poco dormisse la notte.

"Ti ricordi quel giorno al <<The Hell>> quando tu e Kora avevate litigato? - Si passò una mano tra i capelli scompigliandoli maggiormente - mi dicesti in un cesto non ci sono solo mele marce, forse una o due sono ancora buone, ma questo non significa che possiamo ignorare le restanti andate a male."

Mi ricordavo di quel giorno. "In quel momento avevo pensato - continuò lui - che fossi troppo negativa e che il mondo non potesse essere così male come dicevi."

Rise: "Quanto cazzo sono stato idiota! L'uomo che consideravo un padre, l'uomo che pensavo mi avesse salvato da una vita di miseria, senza pretendere nulla in cambio, è l'assassino dei miei genitori."

Sollevò gli occhi dalla tazzina e incontrò i miei: "Come cazzo si convive con una cosa del genere, Riley. Come posso andare avanti sapendo che ho tradito la mia vera famiglia... ormai sono danneggiato, spezzato, non potrò più fidarmi di nessuno, nemmeno di me stesso..."

"Non sei spezzato, Ol." Dissi cauta.

"Certo che lo sono cazzo! Il giorno in cui i miei sono stati uccisi io ero a scuola. Sono tornato a casa e c'era la polizia che portava fuori i loro corpi chiusi in sacchi neri. Avevano parlato di una rapina andata male e io fino a qualche settimana fa ci credevo. Invece - disse ormai urlando - scopro che l'uomo che mi ha accolto in casa sua, dopo aver passato mesi a cercare cibo nei rifiuti... lui era l'assassino dei miei genitori!"

Le lacrime ormai scorrevano senza alcun freno sulle sue guance smunte. Il dolore che vedevo nei suoi occhi era tanto profondo da spaventarmi.

Cosa si può dire per consolare una persona a cui è sgretolata la vita sotto i piedi? Cosa potevo dire che fosse sufficiente a confortare una persona, che non credeva più in niente e in nessuno?

"Mi dispiace, Ol. Vorrei poterti dire che questa situazione è solo temporanea e che, prima o poi, ritroverai la fiducia che hai perso... ma non è così."

Ripensai a quei momenti orribili che avevo vissuto dopo aver scoperto la verità su mia madre, su Nick e Denise.

"Sai Ol, mi sono innamorata per la prima volta quando avevo 16 anni. Lui si chiamava Nick ed era perfetto. A lui ho dato il mio primo bacio, con lui ho fatto l'amore per la prima volta... con lui ho fatto tutto per la prima volta, ho donato il mio cuore a qualcuno per la prima volta. - Feci un respiro profondo prima di continuare - lui è stato anche il primo, però, che mi ha spezzato il cuore."

Alzai lo sguardo e incontrai i suoi occhi ambrati e lucidi di pianto che seguivano con attenzione le mie parole.

"Mia madre aveva pagato Nick affinché fingesse di amarmi... lei credeva che se non fosse intervenuta, io non sarei mai stata in grado di trovarmi un ragazzo adeguato."

"Perché mai?" Chiese lui senza capire.

"Perché non ero abbastanza bella, abbastanza simpatica, abbastanza intelligente per attirare l'attenzione di qualcuno... lei credeva che solo pagando qualcuno..."

Siamo GHIACCIO e FIAMMEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora