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13 settembre

Era passata esattamente una settimana da quella scoperta. Una settimana che avevo passato interamente a sfogliare il libro degli annullamenti, quello tanto desiderato da Garreth.

Peccato che non fossi riuscita a trovare nulla. Senza conoscere l'incantesimo che lo stregone aveva intenzione di usare, era praticamente impossibile capire quale utilizzare per annullarlo.

Inoltre c'era qualcosa che continuava a sfuggirmi. Avevo la sensazione di dover ricordare un dettaglio importante, che c'era qualcosa che avevo messo da parte nella mia testa e che quello era il momento giusto per utilizzarlo.

"Smettila di pensare così tanto o ti si friggerà il cervello!" Sbuffò Julian che passeggiava accanto a me.

"Sto impazzendo! Ho la sensazione di aver dimenticato qualcosa di dannatamente importante!"

"Se continui a pensarci, non la ricorderai mai!"

"Va bene, hai ragione. Anche se devo dire che questa sezione di shopping è servita a distrarmi almeno un po'."

Quel pomeriggio si era presentato da me con un broncio divertentissimo e mi aveva obbligato a fare un po' di shopping <terapeutico>.

"Non mi hai più detto perché eri così imbronciato..."

Abbassò lo sguardo sui suoi piedi: "Io e Oliver saremmo dovuti andare a prendere un caffè insieme stamattina, ma all'ultimo momento il super-cazzone-Blake aveva bisogno di lui!"

"Tu e Oliver avevate un appuntamento?" Questa non me l'aspettavo.

"Non penso che lui lo intendesse come un vero e proprio appuntamento..."

"Aspetta! Quindi mi stai dicendo che io sono il tuo ripiego?" Gli puntai il dito contro in una scherzosa minaccia.

"Decisamente!" Rise.

"Cosa aveva Blake di così impellente da fare per aver bisogno di Oliver?"

Julian sbuffò sistemandosi il ciuffo rossiccio: "Da quando ha scoperto dello scontro in Biblioteca e dell'avvertimento di Stone è praticamente impazzito!"

"Vuoi dire più del solito?" Alzai un sopracciglio.

"Sì, urla a destra e a manca e impedisce a chiunque di uscire da solo. L'intero branco è sull'orlo di una crisi."

"Facciamo così - dissi urtandogli scherzosamente una spalla - torniamo a casa mia, ordiniamo della pizza e ci facciamo una maratona di film?"

"Affare fatto!" Mi batté il cinque lui.

Stavamo per entrare in casa quando il mio telefono squillò: "Julian, mantieni queste - gli passai le buste piene di vestiti - devo rispondere al telefono."

Era un numero non registrato.

<Pronto?>

La voce leggermente agitata di Byron mi rispose: <Riley?>

<Byron, dimmi.>

Ci furono due secondi di pausa poi: <Ghost ha rapito Kora. Ci ha mandato una mail con un suo video... minaccia di ucciderla se non gli daremo il libro che cerca.>

Pensai di aver sentito male.

<Il problema è che non sappiamo dove trovare questo cazzo di libro!> Continuò lui.

Io ormai avevo smesso di ascoltare. Passai il telefono a Julian e lasciai che parlasse lui con Byron.

Mi poggiai sulla porta d'ingresso e piano piano scivolai giù fino a sedermi per terra con le braccia che circondavano le mie gambe.

Siamo GHIACCIO e FIAMMEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora