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11 ottobre

"Odio tutto questo!" Sbuffai mentre mi provavo l'ennesimo vestito.

"Lo shopping è terapeutico dopo essere stati sparati."

"Non dire cazzate, Julian! Questa è una tortura, non una terapia!"

Sentii Barbara ridacchiare.

Ci trovavamo in un centro commerciale. Era passata una settimana da quando avevo lasciato l'ospedale e la mia spalla era ormai quasi del tutto guarita. In realtà il periodo di guarigione sarebbe dovuto essere molto più lungo, ma grazie alle abilità magiche di alcune mie amiche - Med e Barbara - mi ero ristabilita in fretta.

Nonostante questo però, venivo ancora trattata con i guanti bianchi dai due branchi, che non mi lasciavano fare nulla da sola. Ero costantemente sotto scorta.

In quel momento erano proprio Julian e Barbara le mie guardie del corpo che mi avevano accompagnato a cercare un vestito per un party che si sarebbe tenuto a breve.

Tra due settimane, infatti, ci sarebbe stata una sorta di raccolta fondi per i veterani dell'esercito a cui i Greens erano stati invitati.

Un party poco prima della fine del mondo, non era proprio un idea brillante. Mi ero opposta fermamente, ma il branco aveva insistito, dicendo che sarebbe stato un bel modo di ricordare anche Blake che era caduto in quell'inutile guerra con Garreth.

Io non ero una Greens, quindi non sarei stata costretta a partecipare, ma Kora e Oliver avevano insistito talmente tanto che, alla fine, per pura esasperazione, avevo acconsentito.

Il problema più grande però era che mi aspettavano due settimane infernali prima della festa: avevo un esame a breve e i turni del lavoro erano aumentati. Insomma non avrei avuto tempo per fare nient'altro e, siccome non avevo nulla di consono da indossare, ero stata costretta a quella seduta di shopping obbligatoria.

"Questo vestito mi fa sembrare una prugna matura!" Ero esasperata.

Avevo provato centinaia di abiti, ma non c'era nessuno che fosse decente. Mi stavano male, a tratti malissimo, e io ero esausta.

"Il motivo per il quale non riesci a trovare nulla è che stai provando vestiti che non ti rappresentano." Guardai Barbara con un sopracciglio alzato. "Davvero - disse lei - Riley Davis indosserebbe un vestito violetto?"

In effetti avevo provato tutte cose colorate, ma che odiavo già prima di indossare. Quella non ero io, era più lo stile di Kora, o della stessa Barbara, ma non il mio.

Mi voltai verso la povera commessa, che mi stava assistendo dall'inizio di quella battaglia: "Mi porti qualcosa di nero, semplice, non troppo scollato, ma neanche troppo da monaca... insomma qualcosa di sobrio, ma sfizioso."

"Finalmente!" Alzò le braccia al cielo, Julian.

"Potevi dirmelo prima, invece di farmi provare questi cosi... così... così sgargianti." Sbuffai.

"E che divertimento ci sarebbe stato altrimenti!"

Gli lanciai uno sguardo assassino e ritornai nel camerino per togliermi quel coso color prugna di dosso.

*

Un' ora più tardi uscimmo dal negozio con un sacchetto contente un vestito davvero carino e molto da Riley.

"Non credevo che sarei mai sopravvissuto!" Esclamò Julian. "E' un vero incubo fare shopping con te!"

"Stronzo..." Mormorai nella sua direzione.

"Che ne dite di fermarci a prendere un panino in quella steakhouse?" Propose la strega.

"Sì, ottima idea. Sto morendo di fame!"

Siamo GHIACCIO e FIAMMEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora