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Arrivai a casa Greens che erano le 10. Lasciai la macchina di Julian nel garage ed entrai dalla porta sul retro. Ad aspettarmi in cucina c'erano come sempre Zach e Jay.

"Ragazzi..." Li salutai con un cenno.

Mi accolsero con un sorriso tirato e mi raccontarono gli aggiornamenti. Oliver era chiuso in camera dal giorno del funerale e l'unico a fargli visita era Julian che gli portava da mangiare. Madeleine era dai Blacks con Lucas e fortunatamente sembrava stare meglio. Kora ogni sera usciva, si ubriacava, tornava con l'odore di un ragazzo diverso addosso e si chiudeva in camera fino alla sera del giorno successivo.

L'intero branco era in rovina: alcuni erano andati via dopo la morte del loro alfa e molti stavano progettando di farlo se la situazione non fosse migliorata. In poche parole uno dei branchi più grandi dell'America del Nord era sul punto si sciogliersi.

L'unica nota positiva era che nessun Greens aveva messo, nemmeno per un secondo, le parole di Oliver in discussione e tutti consideravano Amos ormai un traditore e un nemico.

"Grazie per le notizie confortanti, vedrò cosa riesco a fare per darvi una mano." Detto ciò mi allontanai e salii al piano di sopra dove c'erano le camere.

Arrivata nel corridoio, vidi uscire dalla camera di Oliver, Julian. Il ragazzo era in mutande, aveva i suoi vestiti in mano e con la testa bassa si stava allontanando da quella stanza. Era evidente cosa fosse successo, ma quando incontrai i suoi occhi blu notte velati dalle lacrime, la rabbia prese il sopravvento.

Appena mi vide corse tra le mie braccia, poggiando la sua testa sulla mia spalla. Nonostante fosse più alto di me, in quel momento sembrava piccolissimo, stretto tra le mie braccia.

"Dovrei essere abituato no? Dovrei essere abituato a lasciare che gli altri usino il mio corpo, ma lui... – singhiozzò in preda alle lacrime – pensavo che lui fosse diverso... invece, mi ha usato come tutti gli altri..."

Lo strinsi a me e sperai di poter portare via un po' del suo dolore.

"Julian tu non sei il tuo corpo, tu sei molto più di questo e se lui non lo ha capito vuol dire che non ti merita. Prima o poi trovai qualcuno che sappia vedere quanto vali."

Tirò su con il naso e mi diede un bacio sulla guancia prima di allontanarsi.

Lo vidi andar via mogio, come se fosse stato privato della sua allegria.

Oliver avrebbe pagato per questo.

Marciai verso la sua camera e aprii la porta. L'ambiente era buio, con le tende tirate per non far entrare nemmeno un po' di luce e un cattivo odore da far concorrenza a una discarica.

Arrivai davanti alla finestra e la spalancai, spostando le tende e riempendo finalmente di luce l'ambiente.

"Che cazzo fai, Riley?!" Disse lui con la voce ancora impastata di sonno.

Aveva i capelli sparati in tutte le direzioni, gli occhi rossi e delle occhiaie orribili.

"Cosa cazzo fai tu, Oliver!" Mi avvicinai a lui a passo di marcia. "Pensi che il lutto ti autorizzi a comportarti da stronzo con gli altri, con chi ti sta vicino?! Come ti sei permesso di trattare Julian in quella maniera?!"

"Perché stai urlando? - Si mise seduto - Julian era d'accordo a fare solo sesso."

"Non mi interessa un cazzo di quello che fate, mi interessa solo che hai usato un ragazzo più piccolo di te, e poi lo hai cacciato come le peggiori puttane!

La cosa peggiore – continuai – è che lo hai fatto con Julian, con quel ragazzo che stravede per te, che è rimasto al tuo fianco nel momento peggiore senza mai abbandonarti!

Siamo GHIACCIO e FIAMMEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora