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21 settembre

Pov Blake

Inizio Flashback

Cinque anni prima...

Avevo passato l'intero pomeriggio a girovagare per la città con Oliver. Avevo da poco preso la patente e avevo promesso a Olly di portarlo a fare un giro. Papà mi aveva comprato una decappottabile rosso fuoco, che aveva decisamente attirato l'attenzione delle ragazze che avevamo incontrato.

Sentire il vento sulla faccia, la musica alta che rimbombava nelle casse e il sole che colorava la pelle, aveva contribuito almeno per un po' a cancellare tutto quello che era successo nell'ultimo periodo.

Mia sorella era scomparsa ormai da quasi un anno e mio padre era diventato sempre più strano. Non dormiva mai la notte, lo sentivo andare in giro per casa in qualunque ora; restava sempre più a lungo chiuso nel suo studio e permetteva solo a John, il suo beta, di entrare.

Fu proprio lui che, appena parcheggiai l'auto mi venne incontro. "Blake, tuo padre a bisogno di parlarti, raggiungilo nel suo studio."

Strinsi le mani a pugno. Non volevo affatto parlare con lui, non con quell'ombra del mio vero padre. Da quando Sheila era sparita, lui mi assillava continuamente con le questioni del branco. Sapevo che dopo mia sorella, in linea di successione per diventare l'Alfa dei Greens, c'ero io; ma era troppo presto per iniziare a parlare di questo. Avevo appena compiuto 18 anni e mio padre aveva ancora diversi anni davanti a sé, quindi non riuscivo a capire tutta quella fretta.

A malincuore mi diressi nel suo ufficio e quando entrai lo ritrovai, come al solito, appoggiato sulla sua scrivania a guardare fuori dalla finestra con sguardo vacuo.

"Papà, mi cercavi?"

"Dove sei stato finora?" Il suo tono non prometteva nulla di buono.

"A fare un giro con Olly."

Sospirò e si voltò nella mia direzione. I suoi occhi acquamarina incrociarono i miei; ciò che vi lessi dentro fu solo un gran biasimo e delusione.

"Quante volte ti devo dire che non hai tempo per queste cose, che sei il futuro Alfa e che non devi pensare a queste sciocchezze!" Batté un pugno sulla scrivania, facendola traballare. "Tua sorella non c'è più, tu sei il prossimo Alfa e devi impegnarti a conoscere meglio il branco, a creare un legame con loro. Tu devi..."

"Papà! Tu lo sai benissimo che non sono come Sheila!" Urlai interrompendolo. "Io non riesco ad avere lo stesso legame che avete voi con il branco. Non riesco a sentirli nella mia testa, io non sono un Alfa come voi, non sono nato per questo. Non è la mia vera natura!"

"Non dire sciocchezze, Blake." Liquidò il mio discorso con una mano. "Tu sei un Greens e come tale sei un Alfa. Non ci sono e non ci saranno discussioni a riguardo!"

Da come evitava di guardarmi negli occhi, potevo capire che ne era a conoscenza anche lui. Anche lui sentiva che il mio collegamento con il resto del branco era troppo debole, troppo per poter essere un Alfa. Era stato evidente fin dalla mia nascita che non avevo eredito i suoi geni Greens, ero sempre stato un Beta come mia madre e lei lo aveva sempre saputo.

Mia madre mi aveva sempre consolato a riguardo, dicendo che non era il nostro titolo a definirci. Io potevo anche non essere un alfa, ma avrei comunque potuto contribuire al branco in qualità di beta di Sheila. Poi però mia madre era morta, mia sorella era scomparsa e l'unico rimasto ero io.

Io, da solo, ad affrontare il mondo.

Mio padre nel frattempo si era avvicinato a me e poggiò una mano sulla mia spalla, "Il branco ha bisogno di un Alfa, Blake. Tu devi essere un buon Alfa per loro. Non c'è nulla da aggiungere."

Siamo GHIACCIO e FIAMMEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora