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"Scusaci davvero per questi turni massacranti, Riley. Stiamo cercando qualcun altro che ci dia una mano... dovremmo tornare presto alla normalità." Isi mi stava guardando con gli occhi lucidi e preoccupati.

"Non ti preoccupare, capisco bene." Le poggiai una mano sulla spalle per rassicurarla.

Ormai il The Hell era diventato un locale alla moda e molto frequentato, persino più di quanto lo era con Garreth. Il personale però scarseggiava e questo comportava dei turni estenuanti da ormai una settimana.

Erano le quattro di pomeriggio quando uscii dal locale dopo aver sistemato i conti e aver aiutato con la preparazione delle stoviglie per la sera.

Afferrai il telefono e notai un messaggio di Barbara. La ragazza si scusava per quello che era successo il giorno prima e mi assicurava che presto mi avrebbe parlato di quello che aveva rivelato Alysia.

Per fortuna, il giorno prima, dopo quella scenetta che avevo messo su, eravamo andati via dal centro commerciale e Barbara era stata in silenzio per tutto il viaggio di ritorno.

Avevo visto Julian lanciarmi delle occhiate mentre guidava, ma non aveva fatto alcuna domanda circa quello che aveva visto. Era chiaro che ormai sapesse fin troppo bene che i miei poteri erano più di quello che tutti pensavano.

Come sempre, però, era stato discreto e non aveva commentato, lanciandomi uno sguardo che mi comunicava il suo appoggio incondizionato.

Ero persa nei pensieri mentre tornavo a casa e non mi accorsi immediatamente del rombo famigliare di un auto che si accostava vicino a me.

Spostai lo sguardo sulla famigliare Maserati e sul suo guidatore. Un paio di occhi antracite si puntarono nei miei. Caleb aveva abbassato il finestrino del passeggero e, con una mano poggiata sul volante, mi fissava.

Non disse una parola, in realtà nemmeno io lo feci. Ci guardammo per qualche altro secondo prima che aprissi la portiera e salissi in macchina.

Senza aggiungere altro, lui partì.

Restammo ancora in silenzio per un po' prima che fossi proprio io a parlare.

"Se questo è un modo alternativo per rapirmi, sappi che lo preferisco a tutti gli altri."

Lui sorrise e scosse la testa. "Non è un tentativo di rapimento questo, anche perché sei entrata volontariamente in macchina con me... non potrei nemmeno essere accusato."

"Vedo che sei informato sulla questione..."Mormorai tra me e me. "Dov'è che stiamo andando esattamente?" Chiesi.

"Ci vuole ancora un'ora per arrivare. Mettiti comoda." 

"Mi pare di averti chiesto dove siamo diretti, non quanto tempo ci impiegheremo!"

Alzò gli occhi al cielo. "Stiamo andando in un bosco, per seppellire il tuo corpo."

"Davvero divertente..." Risi sarcastica. "Bene. Non vuoi dirmelo... almeno possiamo mettere un po' di musica?"

"Non ti facevo una tipa così iperattiva."

"Infatti non lo sono, ma non sapere dove stiamo andando mi innervosisce."

Scosse la testa, prese il telefono dalla tasca posteriore dei suoi jeans neri e me lo passò, il tutto senza staccare gli occhi dalla strada.

"E' collegato alla macchina, scegli pure la canzone che vuoi."

Spotify era pieno di playlist. Per una persona come lui, che pareva non capire il fascino della musica, ne ascoltava parecchia e anche di buona qualità.

"Credo di aver trovato la prima cosa che abbiamo in comune..." Dissi continuando a guardare la lista dei suoi brani preferiti.

"E sarebbe?"

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