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21 settembre

Pov Riley

Capii che era ormai troppo tardi quando una ventata del potere di Kora mi travolse. Eravamo al cancello d'ingresso quando lo sentii, quando sentii il dolore di mia cugina esplodere in un ondata potentissima di magia.

"Merda!!" Julian aprii il cancello e ci catapultammo all'interno.

Avevo davvero paura di quello che avremmo potuto vedere una volta entrati. Non sapevo cosa aspettarmi, ma la scena che mi trovai davanti fu così straziante che la ricorderò per il resto della mia vita.

Al centro della stanza c'era Blake, o meglio, c'era il corpo di Blake, circondato da così tanto sangue, da confondersi ormai con il pavimento. Julian al mio fianco corse verso Oliver. Il ragazzo era inginocchiato ai piedi del suo Alfa, aveva le mani strette a pungo, posate sulle sue ginocchia, e il suo viso, il suo viso trasmetteva un dolore che ero sicura non meritasse nessuno di provare. Dai suoi occhi continuavano a uscire lacrime, silenziose e salate, che bagnavano quel volto così pallido.

Dall'altro lato, con il viso seppellito nella maglia di Blake, c'era Kora. Il suo corpo era scosso dai singhiozzi del pianto e continuava incessantemente a pronunciare delle parole cariche di sofferenza. Quando alzò lo sguardo per incontrare il mio, ciò che vidi dentro i suoi occhi fu talmente forte, che mi precipitai accanto a lei per stringerla in un abbraccio.

"Mi dispiace, Tini... mi dispiace così tanto..." Continuavo a ripeterle mentre lei bagnava la mia tuta con le sue lacrime.

Alzai gli occhi e incontrai quelli blu notte di Julian. Il ragazzo si era inginocchiato accanto a Oliver senza dire niente, senza muovere un muscolo, fino a quando lo stesso Greens aveva appoggiato la testa sulla spalla e aveva continuato a piangere in silenzio.

Dietro di loro c'erano Med e Lucas, stretti un abbraccio, con il Blacks che cercava di calmare il pianto straziante della ragazza. Med era coperta di sangue, segno che aveva cercato di salvare a tutti i costi il suo Alfa, senza però riuscirci.

Mi voltai dall'altro lato e incontrai lo sguardo di Vivienne. La strega era seduta con le spalle al muro e le gambe strette tra le sue braccia. Si era fatta piccola, piccola, come se volesse essere inghiottita dal muro alle sua spalle.

Accanto a lei, in piedi, con le spalle dritte e il corpo immobile, c'era Byron. Non riuscivo a scorgere nulla del suo viso, nulla delle sue emozioni, ma dal modo in cui continuava a stringere le mani in due pugni, era evidente che non stesse affatto bene.

Si accorse del mio sguardo insistente posato su di lui e si voltò. Quello che vidi, fu forse la cosa più dolorosa che avessi mai visto. Non c'erano lacrime a bagnargli il viso, c'erano solo due occhi, di due colori diversi, che mi fissavano come se volessero trapassarmi.

Byron, in quel momento, non riusciva a controllare i suoi poteri. La sua trasformazione era in bilico, si trovava esattamente sul punto di trasformarsi contro la sua volontà. Quello testimoniava perfettamente il suo stato d'animo: Byron era stato torturato per imparare a controllare i suoi poteri e se in quel momento non era in grado di farlo, significava che la sofferenza doveva essere atroce. Le sue labbra erano serrate e il mento tremava leggermente, come se stesse cercando di trattenere le lacrime a tutti i costi.

"Cosa è successo?" Cercai di usare il tono più dolce, ma nello stesso tempo più deciso che potevo, con la speranza di non vederli crollare definitivamente.

Nessuno mi rispose. Vidi Byron cercare di parlare, ma dal dolore nei suoi occhi capii che non sarebbe stato in grado di dire una sola parola senza scoppiare in lacrime.

"Amos Green è vivo. Non è mai scomparso o morto, è sempre stato dalla parte di Ghost." La voce flebile di Vivienne iniziò a raccontare. "Era qui fino a qualche minuto fa. Ha rivelato di aver tradito sua moglie e di avere un figlio illegittimo e che vuole riportare in vita sua moglie per chiederle perdono..."

Siamo GHIACCIO e FIAMMEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora