Pov Caleb
Era passata una settimana dalla piccola parentesi a Stilton Hill, eppure tutto sembrava essere cambiato irrimediabilmente.
Entrai nel luogo segreto in cui Ghost si nascondeva dall'inizio della guerra. Per essere un rifugio lampo era un bel po' lussuoso, di quella ricchezza che faceva storcere il naso.
Superai le guardie poste all'ingresso ed entrai dentro. Il peso dei pugnali nascosti nei miei abiti e la freddezza delle lame a contatto con la pelle contribuirono a rilassare i miei nervi.
Il vociare all'interno di quello che era l'ufficio dello stregone mi arrivò alle orecchie e non potei fare a meno di sogghignare.
Non persi tempo a bussare e silenziosamente come la morte entrai nella stanza. Come sempre nessuno si accorse della mia presenza e riuscii così a studiare al meglio chi avevo di fronte.
Gonzales era in piedi di fronte alla scrivania dello stregone e stava straparlando, arrivando persino a perdere il pieno controllo dei suoi poteri. Sembrava talmente infervorato che accese immediatamente la mia curiosità. Cosa o chi diavolo era capace di farlo incazzare in quella maniera?
Alysia come al suo solito era sdraiata compostamente su un divano mentre si pitturava le unghie di blu. Aveva un vestito fin troppo aderente che riusciva a mala pena a contenere le sue forme prosperose, i suoi lunghi capelli bianchi erano alzati in un'acconciatura strana che la faceva somigliare a un qualche uccello esotico.
Al suo fianco c'era il suo confidente, braccio destro o parassita, insomma un tipo che le stava perennemente attaccato neanche fosse una zecca. Era alto, troppo, magro, troppo e i suoi capelli arancioni contribuivano a dargli l'aria di un enorme carota.
A due passi dalla finestra, le cui tende erano state tirate, c'era Vincent. Completamente diverso dal fratello, era alto e slanciato, con un viso spigoloso e a tratti inquietante. Aveva un sopracciglio spaccato in due da una cicatrice e un dente scheggiato.
Era vestito interamente di nero e stava affilando la lama di una spada come se fosse la cosa più comune al mondo.
Non era il tipo che parlava molto, fortunatamente, ma era sadico e psicopatico quasi quanto Ghost.
Quest'ultimo era seduto sulla sua poltrona come un Dio che dominava sul suo mondo personale, muovendo le persone come se fossero pedine su una scacchiera. Io per lui ero una torre, posta a guardia del suo territorio come una fedele pedina del re, ma capace di diventare l'arma più letale del suo arsenale.
"Ecco qui!" Disse aprendo le braccia per accogliermi. "La mia torre è finalmente tornata a casa." Il suo tono di voce era allegro e gioviale, peccato che sapessi benissimo il marcio che si annidava in lui.
Non che io fossi proprio così diverso da lui...
Gli feci un segno con la testa e mi poggiai al muro, mantenendo le braccia incrociate e gli occhi chiusi. Non avevo bisogno di vedere per capire i movimenti degli altri; sapevo infatti che Gonzales stava continuando a muoversi avanti e indietro per la stanza, che Alysia mi si stava avvicinando e che il suo parassita era con lei.
"Sei tornato finalmente..." Mi poggiò una mano sul braccio.
"Ti ho già detto di non toccarmi, Alysia." Spostai la sua mano calda dal mio braccio e richiusi gli occhi, dimostrando una calma che non mi apparteneva in quel momento.
"Il mio tocco ti destabilizza vero?" Mi si avvicinò ulteriormente con quel dannato profumo di fiori che mi impediva di respirare.
Aprii gli occhi e le lanciai un occhiataccia che la fece indietreggiare immediatamente.
STAI LEGGENDO
Siamo GHIACCIO e FIAMME
ParanormalVolume 2 Sono passate sei settimane dagli eventi della fabbrica e Bluebay è ormai al centro di una guerra senza esclusione di colpi. Il nemico ha mostrato finalmente il suo vero volto e Greens e Blacks sanno finalmente chi combattere. Molti segreti...