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28 agosto

Il viaggio in auto fu abbastanza tranquillo: Kora continuava a dormire, Lucas e Med erano in rigoroso silenzio e Julian continuava a parlare di qualsiasi cosa gli venisse in mente. Quel ambiente stranamente rassicurante si interruppe però all'arrivo a casa Greens.

Lucas fu il primo a uscire, sbattendo molto educatamente la portiera e  precipitandosi all'interno. Io seguii Med e Julian mentre superavano il cancello di quella prigione dorata.

Il giardino rigoglioso che ricordavo era stato sostituito da delle erbacce calpestate che erano diventate un vero e proprio campo di allenamento. Armi, vestiti sparsi qua e là e uomini e donne che combattevano occupavano quello che un tempo era stato un meraviglioso spazio verde.

Un ragazzo corse verso di noi, si avvicinò a Julian e prese in braccio Kora, che scortata da Med, venne portata all'interno. Io rimasi lì intenta a fissare quello spettacolo di testosteroni e stupidità.

La mia attenzione però fu ben presto catturata da Oliver che ad ampie falcate ci raggiungeva.

"Stai bene Julian?" Oliver era visibilmente dimagrito e le occhiaie scure sotto i suoi occhi ambrati mostravano quanto fosse difficile il momento che stava attraversando.

In effetti ero stata talmente impegnata a compatire me stessa da dimenticarmi quanto anche tutti gli altri avessero sofferto. Oliver aveva scoperto che l'uomo che aveva idealizzato e che pensava lo avesse salvato offrendogli una casa, in realtà era stato l'assassino dei suoi genitori.

Esisteva un tradimento peggiore di quello?

Scacciai immediatamente l'immagine del Traghettatore che mi era balenata in testa e mi concentrai su ciò che stava succedendo davanti a me.

Julian aveva fatto un semplice cenno con la testa, ma potevo vedere quanto fosse genuinamente sorpreso dell'apprensione di Oliver. Quei due erano perfetti insieme, anche se non lo avevano ancora capito.

"Ciao Riely. Come stai?" L'espressione sul volto del Segugio dei Greens era talmente diversa da quella che aveva di solito e da quella che mi aspettavo, che rimasi di sasso.

Oliver sembrava vulnerabile, timoroso e tanto triste da sciogliere immediatamente qualunque riserva avessi sul fatto di doverli aiutare contro Garreth.

"Bene Ol - un sorriso apparve sul suo volto quando usai il suo nomignolo - appena sei libero ci andiamo a prendere un caffè insieme?" Speravo che accettasse. Vedevo quanto disperatamente avesse bisogno di parlare con qualcuno che potesse capirlo e chi meglio di me. Infondo lui mi era rimasto accanto, nonostante quello che avevo combinato e non sembrava aver la minima intenzione di giudicare i miei comportamenti passati.

Lo stesso però non si poteva dire di tutti gli altri che avevano smesso di allenarsi e avevano preso a fissarmi. Notai immediatamente come i Greens si allenassero solo con i Greens e i Blacks solo con i Blacks. A quanto pare non avevano fatto alcun miglioramento nel lavorare insieme e non avevano ancora capito la lezione; non avevano imparato nulla da quello che era successo.

I Blacks iniziarono a mormorare tra di loro chiedendosi cosa ci facessi lì. I Greens erano più espliciti:

"Perché la traditrice è qui?"

"Non ha causato abbastanza problemi?"

"Non la vogliamo qui! Deve andarsene!"

Mi sembrava di essere nel bel mezzo di una protesta che mi vedeva oggetto del loro odio. Ben presto anche i Blacks spinti dalle parole dell'altro branco iniziarono a mormorare più ferocemente.

Al mio fianco Julian sembrava visibilmente disgustato, Oliver era rassegnato e Lucas ghignava divertito.

Avrei dovuto metterli al loro posto. Era essenziale che smettessero di fare gli idioti e capissero la gravità della situazione, però mi ero ripromessa di non intromettermi più, di rimanere fuori dalla questione. Non potevo combinare altri casini e prendere decisioni sbagliate che si ripercuotevano su tutti.

Siamo GHIACCIO e FIAMMEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora