38

281 22 0
                                    

29 ottobre

Il brano di Rihanna mi risuonava nella testa mentre guardavo la festa davanti a me. Erano passati solo due giorni da quando avevo saputo la verità su Nick e non avevo voglia di partecipare a nessun festeggiamento, ma ormai lo avevo promesso.

Era il compleanno di una ragazza che frequentava il mio stesso corso di latino e mi aveva invitato due settimane prima alla sua festa. In quel momento avevo accettato, considerando anche che Nick era amico del fidanzato di lei, e ci sarebbe stato anche lui.

Peccato che in quell'istante me ne stavo pentendo amaramente.

Erano già tutti ubriachi e la festeggiata, anche lei poco sobria, mi aveva trascinato a giocare a uno stupido obbligo e verità.

Eravamo tutti seduti per terra, a gambe incrociate, mentre una bottiglia vuota di vodka girava tra noi. Guardai le facce degli altri giocatori e nessuno di loro sembrava sufficientemente sobrio da distinguere un cane da un cavallo.

Si prospettavano delle ore davvero complicate.

Il peggio però arrivò sotto forma di un Nick ubriaco che si sedette poco distante da me per giocare, totalmente ignaro della mia presenza.

Mi faceva male il petto, sentivo il mio cuore dolere e odiavo tutto quello che stavo provando. Non si meritava la mia sofferenza né le mie lacrime, eppure era difficile, dannatamente difficile vivere con la consapevolezza che il tuo primo amore fosse solo una bugia.

Dopo diversi turni, la bottiglia puntò proprio verso Nick, che scelse verità. La festeggiata gli domandò quale fosse la cosa che non aveva mai rivelato a nessuno, un segreto che nessuno sapeva.

Lui aveva gli occhi rossi, i capelli scompigliati e l'aria di uno che non sapeva nemmeno dove si trovava.

Per un secondo ebbi paura che rivelasse quello che mia madre aveva fatto e come si fosse preso gioco di me; la realtà però superò ogni mia fantasia...

"Ve lo dirò però... shhhhh - si mise un dito sulle labbra - non lo deve sapere nessuno!"

Tutti acclamarono il loro consenso.

"Ho avuto sempre una cotta per Kora. Avrei dovuto chiederle di uscire prima che sua cugina mi puntasse!" La sua risata sguaiata rimbombò nelle mie orecchie.

Incredula guardai nella sua direzione e vidi il viso delicato e bello di Nick tramutarsi in quello spigoloso e deciso di Caleb.

I suoi occhi antracite mi guardarono e risero, risero delle lacrime che bagnavano il mio volto.

Mi svegliai di scatto con il cuore che batteva a mille e con rivoli di sudore che mi colavano dalla fronte. Ero completamente fradicia e infreddolita. I denti battevano tra loro e le mani mi tremavano all'impazzata.

Era solo un incubo, o almeno lo era solo la parte riguardante Caleb.

La parte sulla festa e su Nick era successa davvero. Avevo impiegato tanto tempo per fare pace con quella storia, ma da quando, tre giorni prima, Garreth aveva usato la sua magia su di me, tutto era tornato a galla.

Guardai il telefono sul comodino che segnava le quattro di mattina. Mi alzai, consapevole che non sarei più riuscita ad addormentarmi e andai in bagno, sperando che una doccia calda potesse migliorare la situazione.

Erano ormai tre notti che non riuscivo più a dormire. Gli incubi mi perseguitavano e sembravano non aver intenzione di andarsene.

Dopo che quella sera Caleb mi aveva lasciata nel salone, Julian era corso da me dopo nemmeno cinque minuti. Avevano già trovato Kora, che stava bene e gli aveva raggiunti nel sala del party un po' sconvolta e molto incazzata, ma in piedi sulle sue gambe.

Siamo GHIACCIO e FIAMMEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora