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Inizio flashback - capitolo 35
"La Rosa Bianca è il nome di un gruppo di studenti tedeschi che rappresentavano la prima strenua resistenza contro il regime nazista... la resistenza, Cal. La tua resistenza contro lo strapotere di Garreth."

Non aggiunse altro.

Capì che finalmente avevo compreso.

Riportò gli occhi sulla strada e trascorremmo il resto del viaggio con gli Imagine Dragons che facevano da colonna sonora...

Pov Riley
<Bad Liars> continuava a risuonare attraverso le casse dell'auto. Dopo quelle ultime parole non avevamo più parlato molto, ma sapevo che a breve Caleb avrebbe rotto quel silenzio.
Il paesaggio intorno a noi era davvero rilassante: un insieme infinito di alberi si alternavano ai margini della strada. Le foglie erano arancioni, gialle e persino rosse, un vero spettacolo autunnale.

"L'hai capito solo per via della Rosa Bianca?" Come avevo previsto, Caleb parlò. 

"Più o meno sì. Ho sempre pensato che ci fosse un motivo valido per il quale ti eri alleato con Garreth, ma non ho mai pensato che tu potessi fare il doppiogioco." 

Tornò il silenzio. Immaginavo che volesse sentirsi dire che lo avevo sempre saputo, ma non sarebbe stata la verità. "Mi dispiace di non averlo capito prima..." 

"Vuol dire che sono stato fin troppo bravo allora, se nemmeno tu hai sospettato qualcosa." 

Riuscivo a sentire però un nota amara nella sua voce.

"Ero troppo arrabbiata con te per poter ragionare razionalmente sul tuo comportamento."

"Posso capirlo. Non ti ho mai dato nessun motivo valido per fidarti di me, perché mai avresti dovuto farlo." 

"Io mi fidavo di te. Contro ogni pensiero razionale, io mi fidavo di te. Dopo la fabbrica però non sono riuscita a fidarmi più di nessuno, nemmeno di me stessa."

Portò una mano sulla mia coscia per farmi capire che lo comprendeva. "Mi dispiace di averti ferito."

Stavo per rispondergli che non mi aveva ferito perché non ci avevo tenuto poi così tanto, ma non aveva senso continuare con quella bugia.

Guardai nei suoi occhi grigi e riuscii a cogliere tutte le emozioni che stava provando; si alternavano dolore, rabbia e rammarico.
Furono come un pugno nello stomaco.

Scossi la testa e posai la mia mano sulla sua. "Non scusarti per aver fatto qualcosa che molto probabilmente potrebbe salvarci tutti. Hai fatto quello che dovevi."

"Ho sacrificato troppo per tutto questo. – Tornò a guardare la strada con lo sguardo perso – Charlene era l'unica a sapere che ero una spia, era stata lei a capire per prima che c'era Ghost dietro a tutto e mi aveva dato l'incarico di intrufolarmi tra le sue schiere per cercare di capire quale fosse il suo obiettivo."

"Quando l'ha scoperto Charlene?"

"Un mese prima che tu tornassi dall'Alaska. Ci siamo incontrati e mi ha parlato dei suoi sospetti, di come credeva che Garreth non fosse altro che Ghost, lo stregone che stava aiutando Byron ad aprire il libro. Io non lo avevo mai incontrato di persona, ma è bastato che passassi dal <The Hell> una sera per rendermi conto che Ghost era lo stesso stregone dell'orfanotrofio."

Potevo solo immaginare quanto avesse sofferto.

"È stato un incubo prendere ordini da lui e non ucciderlo ogni volta che lo vedevo. Ho fatto di tutto per convincerlo che ero dalla sua parte, ho fatto del male a gente innocente pur di dimostrare la mia lealtà..." Il suo tono di voce si abbassò improvvisamente, "poi Charlene è stata rapita e uccisa. Dopo quello non potevo rischiare che qualcun altro si facesse male per coprirmi."

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