«Esattamente, dove vorresti andare Chris? Posso unirmi a voi?» Aiden spuntò alle mie spalle, tenendo le braccia incrociate al petto e le sopracciglia aggrottate in una brutta espressione.
«Storm» disse Chris a disagio e con una voce un po' stridula. «Non ti avevo visto, amico. Abbiamo solamente giocato qualche partita a beer pong. La ragazza qui, se la cava piuttosto bene.»
«Direi che è giunta l'ora che tu vada a farti quel giro, Chris. Da solo» esclamò Aiden in tono un po' basso e facendogli un cenno con il viso.
Chris strinse i denti in un sorriso forzato «Certo. Certo. Amico. Come dici tu.» Indietreggiò fino ad uscire dalla cucina per la porta sul retro.
«Stai bene?» si accertò Aiden accigliato, sfiorandomi delicatamente una braccio con la mano.
«Sì, certo. Mi sono divertita. Non pensavo che il beer pong fosse così competitivo.»
Lasciò ricadere il braccio «Tu sei competitiva, matricola?»
«Qualche volta.»
Arricciò le labbra «Mmh. Allora credo proprio che ho qualcosa che faccia al caso tuo.»
Aiden poggiò una mano dietro la mia schiena e mi accompagnò di nuovo in giardino. Il tavolo da biliardo era illuminato da due lampioni nascosti tra gli alberi. Prese due stecche appoggiate di lato e me ne passò una con un sorrisetto. Poi inclinò il viso«Hai la faccia di una che non sa cosa fare.»
Sollevai una mano in aria, mordendomi la lingua «Beccata!Immagino che questa sia la serata delle scoperte.»
Aiden mi lanciò un occhiolino «Avvicinati. Ti mostro come fare.»
Feci due passi e mi affiancai a lui, liberò le palle colorate dal triangolo al centro del tavolo e diede un colpo secco di stecca «Vedi?È semplice. Basta spedirle nelle buche. Le mie sono le mezze, le tue le piene» spiegò indicandole con un dito.
«Ok. Sembra facile. Però dobbiamo scommetterci qualcosa.»
Aiden strinse gli occhi verdi «Richiesta audace. Mi piace. Suppongo ti stia abituando all'aria che tira qui alla Fox.» Scrollò le spalle «E va bene. Avanti. Cosa vuoi scommettere, matricola?»
Alzai un angolo della bocca «Lascio a te la scelta.»
«No, la proposta è tua.»
«Dai, stupiscimi, Storm.»
«Facciamo così» disse Aiden poggiando un braccio sul tavolo e il peso di lato. Avvicinò il viso al mio con un'espressione divertita «Se vinco io, mi lasci leggere qualcosa di tuo.»
«Bene» acconsentii imitando la sua posizione.«Ma se vinco io, mi porterai in un posto che reputi sia speciale. Per te.»
«Andata» concluse, tirandosi indietro.
«Andata.»
Non dissi ad Aiden che in realtà la sua supposizione era sbagliata sin dall'inizio. Avevo mentito. A biliardo, ero un vero e proprio asso. Rose aveva un tavolo uguale nel suo scantinato e avevamo passato domeniche intere a giocare insieme. Così, quando alla fine vinsi la scommessa, la faccia sbalordita che fece Aiden non ebbe paragoni.
«Mi hai ingannato, matricola» si lamentò un po' imbronciato.
Mi concentrai a pulire la stecca, godendomi il sapore dolce di averlo battuto «Sei stato tu il primo a pensare che non sapessi giocare. Ti ho solo dato corda.»
«È frustrante perdere giocando in casa.»
«Direi che da più o meno una settimana, valga lo stesso per me.»
Aiden vagò con lo sguardo per il giardino, lasciò le mani poggiate dietro al tavolo e la schiena in avanti «Sai, dovresti girare alla larga da Chris. Non ha una buona reputazione. Non vede l'ora di portarsi a letto qualcuna.»
«Oh» spalancai la bocca.«Ma io non ero interessata a Chris.»
«Lo so. Cioè non nel senso che, se tu voglia non possa andare a letto con chi ti pare quando ti pare. Ma credo che tu non sia il tipo di ragazza che conosce qualcuno e...Non avrei niente in contrario se così fosse, eh. Ti prego. Dimmi che hai capito ciò che sto cercando di dire? Perchè a me sembra che stia facendo un casino.» Si grattò nervosamente dietro la testa «Volevo solamente metterti in guardia dai ragazzi come lui.»
«Molto gentile da parte tua» lo ringraziai. «Ho capito. Non sono comunque quel tipo di ragazza. Mi piace andare piano nelle cose. Ma apprezzo lo stesso l'avvertimento.»
«Bene» si strusciò le mani sui jeans. «Perchè il mio compito è proprio farti sentire la benvenuta. Perciò, ho una sorpresa per te.»
Non avevo ancora perlustrato ogni angolo del Greek, per cui non ero a conoscenza che sotto la scalinata che portava dal piano terra a quelli superiori, ci fosse una porta nascosta per il seminterrato. Aiden la spalancò ed entrò per primo, facendomi segno di seguirlo. I gradini di marmo nero, si attorcigliavano su se stessi, piccoli led si accesero al nostro passaggio.«Dove stiamo andando?» chiesi con una nota di evidente curiosità.
«A conoscere il resto del gruppo, matricola. Ti avevo promesso che l'avresti incontrati.» Tentò di sfiorarmi la mano per assicurarsi che stessi bene «Attenta a dove metti i piedi. Se non c'è abbastanza luce, aggrappati pure a me.»
L'idea mi stuzzicò ma replicai «Posso farcela.» Rallentai comunque il passo per non inciampare. La musica ora era cambiata, diventando solo un sottofondo. Giunti alla fine della scala, ci ritrovammo in una stanza piuttosto buia, con una vecchia lampada che dondolava sul soffitto e un tavolino circolare verde attorno al quale erano sedute quattro figure che ridevano e parlottavano tra loro.
«Ce l'hai fatta, Storm» disse una delle ombre.«È da più di un'ora che ti stavamo aspettando. Charlotte era sul punto di dare di matto e venirti a cercare. Sai quanto odia aspettare.»
Una voce femminile lo rimbeccò «Zion, tappati quella bocca. Non stavo per... Dare di matto. E poi non vedi che abbiamo ospiti?»
Aiden inclinò il viso di lato «Bhe...Ho avuto un contrattempo. Un bel contrattempo.» Si girò verso di me e fece un inchino.
Il ragazzo che aveva parlato all'inizio, si aggiustò gli occhiali da sole sul naso. Aveva i capelli neri perfettamente tirati all'indietro, la carnagione chiarissima, gli zigomi pronunciati e un sorriso divertito.«Ah. E così, devi essere tu. Ciao, Meg» mi salutò come se fossimo amici da chissà quanto tempo.«Sono Zion.»
Aiden battè le mani tra loro «Molto bene. Amici, Meghan Wonder. Matricola, i miei amici.»
«Ciao a tutti» strinsi le labbra un po' nervosa. Mi sembrava di essere tornata al primo giorno del mio primo anno di scuola.«È un piacere conoscervi.»
«Nathe» disse il tipo accanto a Zion. Aveva il viso pieno di lentiggini, una piccola stella tatuata sotto uno degli occhi verdi, i capelli rossi più chiari dei miei.
«Charlotte» si presentò la ragazza che aveva rimbeccato Zion. Una chioma bionda le scendeva sulle spalle, occhi dorati e grandi, labbra a forma di fragola.
«Quanto a me, ci conosciamo già» esclamò Alex poggiando la testa sulle mani.
Vedere tutte le Stelle riunite, faceva un certo effetto. Finalmente conoscevo le persone con cui avrei condiviso l'inizio della mia avventura.
«Su! Forza! Sedetevi!Non mordiamo mica!» ci esortò Zion con un applauso. La sua stella era proprio all'interno del palmo della mano.Accettammo l'invito ed io iniziai a mordicchiarmi la guancia. Non volevo ammettere a me stessa che ero un fascio di nervi.
«Siamo qui riuniti stasera per celebrare la nostra annuale partita di poker...» esclamò Zion con aria solenne.
«Oh, ti prego!Per l'amor del cielo!Sappiamo perchè siamo qui. Salta l'introduzione!» lo interruppe Charlotte sventolando una mano.«Non sei mai bravo a riassumere.»
Lui risentito, sollevò gli occhi al cielo e sbuffò «E va bene. Saltiamo i convenevoli.» Mi sorrise «Vuoi unirti a noi, Meg?Perdona la simpatia di Charlotte. A volte deve pur sfogarla su qualche poveretto» concluse con un'alzata di spalle.
«Oh. No. No. Se non vi dispiace e non è un problema, preferirei guardare. Anche perchè questa volta» sbirciai con la coda dell'occhio Aiden, «Non so davvero giocare. E mi sta bene così.»
«Se vuoi posso insegnarti» propose Aiden distendendo le labbra e dandomi un colpetto con il braccio.
Annuii incrociando i suoi occhi smeraldo «Mi piacerebbe.»
«Sentito? Procedi pure, Zion. Le sta bene così» sollevò il mento Charlotte in un'espressione un po' compiaciuta ed un po' infastidita. Lui non perse tempo ed iniziò a mischiare le carte smazzandole più volte con una professionalità che mi colpì molto.
Nathe poggiò la testa su un braccio e fissò per un secondo il posto vuoto accanto a me.«Cosa studi, Meg?»
«Lettere. E voi?»
Zion mantenne lo sguardo sulle carte e rispose per tutti «Io matematica, ovviamente. Charlotte medicina. Alex economia.Nathe, tu cosa studi precisamente che dopo quattro anni ancora non mi è chiaro?»
«Informatica. Sempre informatica» sbuffò l'amico.
«Oh. Sì. Dice che studia informatica, ma non ne sarei così sicuro.Mentre Aiden credo che tu lo sappia già. Sai, a volte è davvero vanitoso.»
«Ehi, studio legge, non sono per niente vanitoso.»
«Tutti quelli che studiano legge, lo sono. Amico.Studiare legge è tipo comandare il mondo.»
«Pff. Sì, certo, come no, Zion» scoppiò a ridere Aiden scuotendo la testa.
«Ammetti che ti piace parlare di ciò che fai» continuò a stuzzicarlo.
Aiden sollevò entrambe le mani «Bhe, sì. A chi non piace?»
«Ma a te piace un po' troppo, amico» intervenne Nathe dandogli una pacca sul petto.
«Ehi, aspetta» Zion iniziò a contare tutte le Stelle presenti, rigirando le carte tra le mani da una parte all'altra.«Manca qualcuno.»
«Veramente a me aveva detto che faceva tardi» osservò Nathe controllando qualcosa sul suo cellulare.
«Sarebbe bello se ogni tanto non avvertisse solo te. Ma tutti quanti» Zion girò un dito in tondo al gruppo.
La porta al piano di sopra si spalancò con un tonfo.Zion borbottò sollevando lo sguardo«Parli del diavolo...»
Quando lo vidi scendere le scale, mi ricordai di lui e mi diedi della stupida per averlo totalmente rimosso dalla mente. Quando salutò Aiden, il mio cuore si fermò di colpo.«Ciao, fratellino» disse con un tono freddo e un po' ironico. Ash inarcò un angolo della bocca, imitando un mezzo sorriso perfido e si lanciò svogliato, sulla sedia vuota accanto alla mia. D'istinto la spostai un po' più vicina ad Aiden. Sperai fosse uno scherzo o di averlo solamente immaginato e mi venne spontaneo porre una domanda piuttosto sciocca.«Sul serio, siete fratelli?» dissi rivolgendomi direttamente ad Aiden, convinta di poter ignorare chi invece mi sedeva dall'altro lato.
«Gemelli» strinse le labbra lui in un'espressione che diceva non posso farci niente.«Lo sopporto da ventitrè anni.Purtroppo. Mi piace dire in giro che lui è la mia copia venuta male.»
«I gusti sono gusti, fratello. Fortuna che non abbiamo gli stessi, no?» scrollò le spalle Ash con disinteresse, pulendosi granelli immaginari dalla maglietta nera.«Comunque. Lei che ci fa qui?» fece un cenno con la testa nella mia direzione.
«È la nostra nuova inquilina, Ash. So che ti riesce difficile, ma prova ad essere gentile» lo rimbeccò il fratello.
«Oh, ma noi ci conosciamo già» mi scappò e mi morsi subito la lingua per averlo detto a voce alta.
Aiden inarcò un sopracciglio «Davvero?»
«Davvero?» fece eco Ash con tono ironico.
«Sì. Davvero» lo fulminai con un'occhiataccia.«L'ho incontrato in segreteria.»
Tutti gli sguardi riccaddero su Ash.«Che c'è?È stato uno spiacevole incontro per entrambi.»
Tirò fuori una Marlboro dal pacchetto e se l'accese, sbuffando il fumo nella mia direzione.
Scacciai la nuvola con la mano.
«Smettila» lo rimproverò, Aiden.
«Oh, fratellino.Hai trovato un nuovo trofeo, non è vero?» fece schioccare la lingua Ash.
«Devi perdonarlo, Meg. Ash si diverte a stuzzicare le persone» ribattè Aiden, poggiandomi delicatamente una mano dietro la schiena. «É troppo narcisista per comportarsi da persona matura e troppo presuntuoso da rimanere bloccato nel periodo dell'eterno adolescente ribelle.»
Ash ghignò con un'espressione seccante. «Molto divertente, Aiden. I miei complimenti» disse fingendo un inchino con le mani.
«E va bene. Basta» si intromise Zion abbattendo una casetta di carte che aveva appena costruito.«Le liti familiari le trasmettiamo quando tutti i bimbi vanno a nanna.Ora, è il momento del poker.»
Aiden si passò una mano tra i capelli «Mi porterai fortuna, matricola?»
Sorrisi tormentandomi il lobo dell'orecchio «Spero di sì.»
Ash serrò la sigaretta tra le dita, facendo cadere la cenere a terra, poi la spense stringendola tra indice e pollice.
«Siccome le regole le conoscete già tutti, possiamo iniziare» disse Zion sfregandosi le mani sui pantaloni.
La partita mi sembrò lunghissima e quando rimasero solamente i due fratelli a giocare l'uno contro l'altro, la mia attenzione si accese con uno schiocco. Mi concessi per un secondo di soffermarmi su Ash, mentre lui osservava annoiato le carte, con entrambi i piedi stravaccati su una sedia lì di fianco. I suoi occhi, erano di un unico colore. Il grigio si era fuso con il blu. C'era disordine in quegli occhi. E tempeste. E venti gelidi che mettevano i brividi nel fissarli troppo a lungo. Occhi strafottenti e prepotenti come una distesa di ghiaccio. E neve fredda. E quei panorami che ti mozzano il fiato sulla cime delle montagne. Dove ti senti meno distante dal cielo e meno solo. Scossi la testa scioccata per quei pensieri.
«Cosa guardi,ragazzina?» ringhiò Ash tenendo lo sguardo fermo sulle carte. «Hai accanto Megafusto e guardi me?»
Sollevai il mento in un'espressione soddisfatta.«Hai delle cenere sulla maglietta.»
«Cosa?»
«Sei sordo per caso?» gli dissi facendo eco ad una frase che lui mi aveva rivolto.«Hai della cenere sulla maglietta.»
Sollevò entrambe le sopracciglia e si sbrigò a spazzarla via, riscuotendo una risata trattenuta da tutti i presenti.
Ash abbassò le carte coperte sul tavolo«Sai una cosa?Dovremmo renderlo più divertente. Non credi Aiden?» propose con tono irreverente.
Aiden poggiò entrambi i gomiti sul legno, lasciando le carte sotto le sue mani «Dimmi, Ash. Quello che vuoi » ribattè incuriosito. «Cosa vuoi scommettere?»
«Fammi pensare...» Ash finse di rifletterci su, anche se secondo me sapeva benissimo cosa stava per chiedere. Assomigliava ad un predatore, con quegli occhi affilati che si assottigliarono in due fessure. «Lei» disse puntando il viso verso di me.
Sbarrai gli occhi «Ma che diavolo dici...State scherzando?»
Ash si stiracchiò sulla sedia. «Io non scherzo mai» fece con voce assonnata e rivolse gli occhi fissi su Aiden in attesa di una risposta. «Ci stai o no? Non dirmi che hai paura, fratellino?»
Rabbrividii «Aiden... Tu, non...Io non sono un... Trofeo.»
«Le cose si fanno interessanti» commentò Charlotte guardandosi le unghie.«Finalmente.»
«É come i fuochi d'artificio. Non puoi non guardare» disse Zion a bocca aperta.
Sbattei i pugni sul tavolo «Smettila, Ash! Non sono un oggetto! Non sono un premio da vincere! Non ne hai il diritto! E non avete cinque anni!»
Aiden guardò lui e poi guardò me. Era più serio di come l'avessi mai visto. «Perdonami, Meg. No, tu non sei un oggetto e nemmeno un trofeo. Non lo penso assolutamente nè lo farei mai, ci tengo che tu lo sappia. Mi spiace. Ma questo è solo un gioco che mio fratello fa, sperando di mettermi in difficoltà.» Fece una pausa «Accetto, ad una sola condizione. Dimmi il motivo.»
Ash rise con arroganza «Mi stupisco che tu ancora non ci sia arrivato», scosse la testa «Perchè è qualcosa che interessa a te, no?»
«Oh! Quanto mi piacciono le guerre.» Zion incrociò le braccia dietro la testa ed allungò le gambe.«Vai Nathe!Corri di sopra, caccia via tutti dalla cucina e prepara i pop corn!» Alex sollevò gli occhi al cielo.
«É una scommessa facile. Scommettiamo che dovrà passare un'intera giornata con me. Ventiquattrore soli. Io e lei. Senza intromissioni» spiegò Ash e si scompigliò i capelli corvini.
«No!Come ti viene in mente che accetterò una cosa del genere?» sibilai isterica.
«Tu e lei, eh?»
«Esatto, io e lei. E non vedo l'ora di gustarmi la tua faccia quando perderai.»
Aiden fece qualcosa che mi stupì. Prese la mia mano, finse di dargli un bacio e mi guardò intensamente mentre rispondeva «Non preoccuparti matricola, non perderò.»
«Qual è il punto più alto a poker?» chiesi a nessuno in particolare perchè proprio non lo ricordavo e perchè mi sentivo arrossire dalla testa ai piedi.
«La scala reale, ma è quasi impossibile capiti. Andrebbe bene anche una scala di colore» mi spiegò Zion, trepidante di attesa per scoprire chi tra i due, avrebbe vinto quella partita dove c'era in gioco ben di più delle parole che erano state dette attorno a quel tavolo.
Il ghiaccio e il fuoco. Così opposti, eppure, così simili. Quanto ci metterebbero entrambi a farti male? Quanto tempo impiegherebbero a scaldarti? O a farti congelare? Avevo bisogno di qualcosa di straordinario. L'amore, arriva sempre da prospettive inaspettate. Volevo la tempesta. Volevo il sole. E avevo letto da qualche parte, che se il mondo sarebbe finito, sarebbe stato per colpa di uno dei due.
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C'era una volta Alice ( Favole Di Carta )
ChickLitCOMPLETA.Il vecchio titolo era Favole di Carta. Meghan parte per il college con i suoi sogni in mano, i ricordi persi e tanta voglia di ricominciare. Ma non appena varca le porte della Fox,si imbatte nel Bianconiglio, il ragazzo più popolare di tutt...