21. Sta zitto e balla con me

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Walk The Moon - Shut Up And Dance

La situazione la mattina dopo era la seguente. Ero alla Bakery House e fissavo l'annuncio appeso alla vetrina vicino alla porta d'ingresso. Dalla caffetteria fuoriusciva il profumo di biscotti appena sfornati e c'era una fila chilometrica ad aspettare di essere servita. In effetti, pensandoci bene, c'era più gente del solito. Anche i tavoli esterni erano completamente tutti occupati. Mi strinsi le cinte dello zaino ed entrai. Sorpassai gli studenti uno dietro l'altro e cercai di richiamare l'attenzione del ragazzo di spalle al di là del bancone, che sembrava più impacciato del previsto.«Scusami?Ho visto l'annuncio e vorrei propormi per il lavoro.»
Il ragazzo drizzò le spalle al suono della mia voce «Te l'ho detto, ragazzina. Sono dieci passi avanti a te.»
Quando si voltò a guardarmi in faccia, l'occhio grigio e l'occhio blu luccicarono con una punta di divertimento. Serrai i pugni e sibilai «Ash! Dannazione!Ma che stai facendo?»
«Non è ovvio?» si mordicchiò il labbro inferiore.«Sto lavorando al posto tuo.»
Puntualizzai ogni singola parola.«Non.Posso.Crederci. L'hai fatto di nuovo.»
Picchiettai nervosamente sul legno del bancone e vagai con lo sguardo sulla gente ferma ad aspettare.«Bhe, non sembri cavartela bene» dissi un po' compiaciuta.
Lui scrollò una spalla.«Vado a gonfie vele, Wonder» si pavoneggiò riprendendo a trafficare con la macchina del caffè.
«Sei l'ultima persona al mondo che ha bisogno di un lavoro.»
Si passò una mano tra i capelli «Cosa te lo fa credere?»
Mi morsi la lingua sporgendomi con tutto il corpo nella sua direzione.«Sei ricco sfondato. Avevi davvero così tanta urgenza di rubarmi anche il lavoro?»
Ash non rispose e si voltò di nuovo. Imprecò dopo che al posto del caffè uscì solamente un flusso d'acqua trasparente. Sbuffai e scavalcai il bancone con un salto.«Cosa pensi di fare?» esclamò con aria sprezzante.
«Ci penso io. Fammi dare un'occhiata. Io e Rose ne abbiamo una in versione ridotta, molto simile. Mia zia è una patita del thè e del caffè. Funzionerà più o meno uguale. Sapevo che prima o poi mi sarebbe tornato utile.»
Ripartii da zero, buttando tutto quello che aveva fatto Ash. Macinai i chicchi, pulii i filtri, pressai bene e poi riprovai ad accenderla. Un caffè cremoso e color oro venne fuori finendo dritto nella tazzina. Gli lanciai una smorfia vittoriosa.«Visto?Sono brava. Meritavo io il tuo posto, come sempre.»
«Oh.Oh.Oh. Meghan Wonder» esordì un ragazzo con una testa piena di riccioli biondissimi ed un paio d'occhi incredibilmente azzurri.«Sono lieto di vederti nel mio locale.»
«Jimmy?» chiesi anche se andando ogni mattina in caffetteria sapevo già chi fosse.
«Sono io» annuì spostandosi un canovaccio sulla spalla. Incrociò le braccia al petto, aveva il grembiule nero completamente sporco di farina.«Quindi ricapitoliamo un attimo chi abbiamo qui. Una Stella» esclamò rivolgendosi ad Ash.«E la pupilla delle Stelle» disse con un sorrisetto furbo. Spalancò una mano davanti a sè «Ed un locale che sta per scoppiare di gente. Nina ha preso una settimana di ferie e ho bisogno che qualcuno la sostituisca.Ho visto che tu ci sai fare con la macchina del caffè ed Ash saprà gestire gli ordini. Facciamo così. Se oggi sarete in grado di cavarvela, vi assumerò entrambi per una settimana. Ad ogni modo, dovrei già ringraziare Ash perchè la notizia che stamattina fosse qui, ha riempito il locale.»
Sollevai gli occhi al cielo. Non c'erano molte alternative. Volevo un lavoro perchè volevo mettermi in gioco e provare qualcosa di diverso. Se avessi continuato a bisticciare con Ash non sarei andata da nessuna parte. Dovevo rassegnarmi.«Quando iniziamo?»

In poco tempo sbrigammo tutti gli ordini ed il locale tornò tranquillo. Ash non si diede molto da fare, occupò la postazione davanti alla cassa e lasciò a me la maggior parte del lavoro. Se ne stava annoiato e con l'aria infastidita a smanettare con banconote e monetine. Quando arrivava una nuova comanda, invece di segnarla su un blocchetto, pretendeva che ricordassi tutto a mente.
Non aveva la più pallida idea di dove mettere le mani e l'avevo capito. Ma mi sembrava comunque assurdo che avesse scelto di sua spontanea volontà di lavorare alla Bakery House.
Voleva come al suo solito farmi indispettire? Infastidirmi? Mi sentivo particolarmente su di giri e finivo per sospirare ogni volta che apriva bocca. La caffetteria era sintonizzata ad ogni ora con Foxy, la radio del campus. Partì una voce che riconobbi all'istante. Apparteneva a Lucas Rines, il ragazzo che mi aveva chiesto di fare un'intervista qualche tempo prima.« Avvistato. Ash Storm, la cattiva stella, stupisce tutti e conquista il cuore della Bakery House. In un solo giorno è riuscito ad attirare l'attenzione di tutto il campus ed a puntarla solamente su di lui. Sapevamo tutti che fosse il nostro bad boy preferito ma non ci aspettavamo che avesse una sorta di redenzione, togliendosi l'armatura per sostituirla con un grembiule. Ma se scartassimo le risse a cui partecipava fino all'anno scorso, o il fatto che sia la pecora nera della sua famiglia, o il suo totale disinteressamento a tutto quello che lo circonda, ci sta forse dicendo che tolta l'armatura d'acciaio è solamente un comune mortale come tutti noi? O magari ha trovato un divertimento migliore del fare a botte e guarda un po' riguarda proprio la nuova arrivata. Peccato però che a quanto si dice in giro, il fratello buono abbia già puntato gli occhi su di lei. Allora, caro cavaliere maledetto. Giochi o non giochi? Perchè noi non vediamo l'ora che tiri fuori l'asso che stai tenendo nascosto proprio sotto a quello che dovrebbe essere il tuo cuore.»
«Fa stare zitte queste casse, Wonder» mugugnò Ash storcendo la bocca, palesemente infastidito da quello che avevamo appena ascoltato entrambi alla radio.
Stavo lavando le tazzine sporche per poi ficcarle dentro la lavastoviglie «Perchè mi sembra di essere finita dentro una puntata di Gossip Girl?»
«Fammi un favore» ordinò con un tono freddo e duro.«Sta lontana da Lucas Rines. Quel tizio spara una marea di cazzate.»
«A me non sembra» ribattei prontamente disponendo i bicchierini in fila uno dopo l'altro.
«A te non sembra, cosa?» disse lui a denti stretti.
«Che abbia sparato cose senza alcun senso. Perchè andavi in giro a picchiare la gente?» domandai con un tono un po' accusatorio.
Ash mi scrutò dall'alto al basso «Io...Non...» Contrasse un muscolo della mascella.«Non andavo in giro a picchiare la gente. Erano incontri di boxe. Non registrati da nessuna parte. Ma erano solamente incontri di boxe. Li fanno ovunque in qualunque città.»
Chiusi il rubinetto e sollevai lo sguardo verso di lui «Quindi pratichi la boxe?»
«Facevo.»
«E perchè hai smesso?»
«Perchè ho trovato altri modi per sfogarmi.»
«Che sarebbero?»
Si passò una mano sul viso notevolmente irritato «Te. Vale come risposta litigare con te?»
«Quindi litigare con me sarebbe una forma di sfogo?» Ci pensai su.«Interessante.» Mi asciugai le mani su un canovaccio e mi massaggiai il mento con le dita.«Ma non sembra molto convincente.»
«Oh, adesso devo anche convincerti?» disse mentre un sorriso ironico gli affiorava sul viso.
«No, credo di no. Ero solo curiosa.»
Mi fece un occhiolino «Ho messo la testa apposto.»
«Io non credo.»
«Ferma un attimo» disse inarcando un sopracciglio.«Ripetimi come sono finito al centro di un interrogatorio?»
Caricai la lavastoviglie e chiusi lo sportello con un calcetto. Saltai sul bancone e scivolai sul lato opposto.«Sai, potresti sorridere ogni tanto. Soprattutto quando fai un lavoro dove ti trovi a contatto diretto con le persone. Ti ricordi come si fa, no? Si distendono le labbra e si fanno vedere i denti...Proprio così.» Imitai un sorriso che non ricevette per contro, nessuna risposta.

C'era una volta Alice ( Favole Di Carta )Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora