12. I Giochi Delle Case

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The Killers - Somebody Told Me

Era la giornata dedicata ai Giochi delle Case. Dire che fossi un po' emozionata era un eufemismo.
Mi alzai in anticipo, impostai la sveglia in modo che fossi la prima a gironzolare per i corridoi del Greek. Mi sembrò un'idea carina far trovare a tutte le Stelle, la colazione già pronta.  Si erano adoperati così tanto nei miei confronti che mi sentivo in dovere di ringraziarli. A cucinare non ero un granchè, perciò optai per cose facili e che molto probabilmente sarebbero piaciute a tutti. O perlomeno sperai con tutta me stessa che andasse così. Il frigorifero era talmente pieno che avevo una vasta scelta di ingredienti con cui sbizzarrirmi.
Versai del caffè scuro nelle loro sei tazze con il nome sopra, spadellai uova e bacon croccante, organizzai recipienti ricolmi di biscotti e cereali. Posizionai al centro del tavolo tre caraffe di succhi e spremute, una ciotola con dello yoghurt e tagliai della frutta fresca per dare un po' di colore al tutto. Alle sette in punto, Zion uscì dalla porta della sua stanza con il megafono.«Buongiornissimo, canaglie!È il giorno dell'esame finale!Alzate il sedere dal letto e dateci dentro!»
Quando scese in cucina, avvolto nella sua vestaglia di cashmere bianca come il latte e con gli occhi nascosti dai soliti occhiali da sole, mi guardò inarcando un sopracciglio«E tutta questa roba?Da dove spunta fuori?»
Mi sistemai i capelli dietro l'orecchio e strinsi le labbra, spalancai timidamente le braccia. «Sorpresa?»
«Oh, mia cara principessina!Tu così mi distruggi!» disse sedendosi a capotavola.«Sembra tutto delizioso!»
Sistemai meglio la ciotola dello yoghurt «Non sapevo cosa ognuno di voi preferisse, quindi ho optato un po' per tutto...»
Zion annuì ed unì le mani tra loro, abbassando la testa in una specie di inchino«Sei fantastica. Sul serio.»
Riprese il megafono e mi lanciò un sorriso sghembo.«Tranquilla, ci penso io qui» sussurrò nascondendo la bocca dietro alla mano.«Ehi, ragazzacci!La nuova arrivata ha preparato un banchetto con i fiocchi.Se non vi muovete, giuro che non vi lascerò nemmeno una briciola!» strillò così tanto che mi fischiarono le orecchie.«Fatto» esclamò poi scrollando le spalle.«Vedrai che tra cinque minuti esatti, si precipiteranno giù dalle scale. Sanno che non scherzo mai quando si tratta di mangiare.»
Zion aveva ragione. Le Stelle scesero in cucina poco dopo.«Non ci credo!Hai fatto tutto questo...Per noi?» disse Nathe con una faccia stupita.
«Dovevo pur trovare un modo per contraccambiare.»
Aiden occupò il posto accanto al mio«Oh, matricola. Credo che tu ci abbia appena fatto un regalo enorme.Quand'è stata l'ultima volta che qualcuno ha cucinato per tutti?»
Alex sollevò gli occhi per pensarci su.«Mmh.Non ricordo precisamente. Due, tre anni fa? Quando Zion ebbe la geniale idea di preparare delle brioches congelate. E per poco non ha fatto saltare in aria tutta la cucina.»
«Ehi. Sul pacco avevano dimenticato di scrivere i minuti di cottura.Non è colpa mia se le istruzioni erano ingannevoli» rispose lui addentando una fettina di bacon.«Credo che però sia da quel momento che abbiamo iniziato ad ordinare da asporto.»
«A nessuno di voi piace cucinare?» chiesi vagando un po' lo sguardo su  i presenti.
«Veramente qualcuno c'è» disse Charlotte piluccando un biscotto.«Ma tutti quelli seduti a questo tavolo hanno paura a chiedergli di farlo.»
«Perchè non lo fai tu, allora?» propose Aiden con un sorrisetto provocatorio.
«A me non interessa mangiare chissà che. Mi va bene quello che ordina Zion quando si ricorda che abbiamo uno stomaco e che dobbiamo pur nutrirci» controbattè Charlotte con aria sostenuta.
«Ehm. Potrei sapere di chi state parlando?» mi intromisi gentilmente.
Charlotte fece una smorfia e sospirò «Secondo te?Dell'unica persona che manca all'appello. Guardati intorno, novellina.»
«Ash? Ash è il cuoco misterioso?Ma sa cucinare sul serio o è uno scherzo?Pensavo fosse il tipo che non sapesse nemmeno far bollire l'acqua.»
Le Stelle si schiarirono la voce e qualcuno alle mie spalle si appoggiò alla spalliera della sedia.Alex mi investì con un'occhiata intensa spingendomi a sollevare la testa.«Credo che mangerò alla Bakery House» esclamò Ash in tono freddo.«Ci vediamo in campo, ragazzi.»
Mi voltai per guardarlo in faccia ma tutto quello che vidi fu il suo zaino e che indossava un cappellino azzurro da baseball al rovescio. Improvvisamente mi sentii in colpa.
«Oh, novellina. Non preoccuparti.Ash Storm è immune a qualsiasi cosa» provò a rassicurarmi Charlotte. Il che era strano, ma non mi soffermai troppo su quello.
Aiden poggiò una mano delicatamene sulla mia schiena «Lascia perdere, matricola.Gli passerà.»
«Mi spiace. Era solo una battuta. Non pensavo che se la prendesse tanto.»
«Scherzi? Ash è l'essere più permaloso sulla faccia di questa terra!» commentò Zion con una faccia esterrefatta.«Secondo te, perchè nessuno osa chiedergli di preparare il pranzo?Ora hai avuto la tua risposta.»
 
Il campo da football era un caleidoscopio di colori. Ero abituata a vederlo vuoto e con l'alba che sorgeva, per cui sembrava strano trovarsi lì in un contesto completamente diverso.Ogni dormitorio occupava un angolo, dove striscioni e cartelloni ne evidenziavano il nome.Non avevo mai visto così tanti ragazzi in un unico posto. Risate e chiacchiere risuonavano sopra un sottofondo musicale che proveniva dalle casse che si trovavano sui lampioni spenti. Era una giornata soleggiata e calda. Indossavamo le magliette rosa fluo che aveva commissionato Zion. Trovammo Ash già seduto su uno degli spalti e poco dopo esordì rifiutandosi categorigamente di indossare la maglia. Ma che diavolo vi è saltato in mente. Io quella cosa non la metto né ora né mai, aveva detto. Zion lo prese in disparte e cominciò a parlare animatamente, non riuscii comunque ad origliare la conversazione. Capii che l'aveva convinto solo quando dovetti voltarmi dall'altra parte perchè Ash si stava sfilando la t-shirt che aveva indosso per cambiarla con quella della squadra.
Ora ascoltava Nathe parlare, con il cappellino in testa e l'aria annoiata. Mi chiesi se avessi aperto bocca a sproposito a colazione. Anche se non avevo prove e non avevo ancora raccontato il resto ad Alex, ciò che scrivevo, era continuato a sparire. Avrei dovuto avercela con lui e non provare un sorta di comprensione, che a tutti gli effetti mi sentivo smuovermi dentro. Casualmente, si accorse che lo stavo fissando, così mi sbrigai a guardare altrove. L'avrei evitato quanto bastava per non rovinare la giornata anche agli altri. Già era abbastanza l'ansia che provavo per le sfide che avremmo dovuto affrontare.
Non volevo né che le Stelle perdessero punti per me, né deluderli in nessun modo.
«Allora ragazzi, riunione strategica!» chiamò Zion a raccolta, facendo segno di raggrupparci in un cerchio attorno a lui.«Vedete quei tizi laggiù, con la maglia verde?»
«Sono i Beta, me li ricordo bene. Ci hanno soffiato via la vittoria lo scorso anno» osservò Nathe sporgendo la testa.
«Esatto» confermò sistemandosi gli occhiali sul naso.«Scommetto quello che volete che la sfida più dura sarà proprio contro di loro. Ed essendo molti di più rispetto al nostro piccolo club ristretto, dovremmo fare molta attenzione.Tutto chiaro?Siete carichi?Andiamo a prenderci il primo posto!»
Unimmo le mani una sopra l'altra e gridammo insieme, Ash si astenne tenendo le braccia incrociate com'era scontato che facesse. Quando qualcuno degli arbitrì fischiò i Giochi delle Case ebbero inizio.
 
Mi piacerebbe dire che l'incoraggiamento di Zion fosse veramente servito a qualcosa, ma partimmo con il piede sbagliato. Al tiro alla fune, perdemmo a mani basse per inferiorità numerica. Non esisteva nessun altro dormitorio che avesse il nostro stesso numero di compagni. Alla corsa con il sacco, per ordine di Zion mi ritrovai accoppiata a Charlotte. Ero convinta che sarei stata un disastro, ma con mia grande sorpresa dovetti ricredermi. Fu lei ad inciampare ad ogni metro che facevamo.«Non mollare, Char» cercavo di convincerla. Ma lei affannata mi rispondeva con un «Oh, sta zitta, novellina.»
Compresi che quello era un modo gentile per non ammettere che fosse in imbarazzo. Non le feci pesare la cosa, anzi provai più volte ad offrirle la mano per tornare in piedi. Lei si ostinò a rifiutare, fulminandomi con un'occhiataccia.
Non so come finimmo dentro una pozzanghera, forse per via delle bottigliette d'acqua che venivano lanciate da una parte all'altra del campo o degli studenti che se ne versavano addosso direttamente tutto il contenuto. Fatto sta che ci inzuppammo entrambe e scoppiai a ridere di cuore. Charlotte fece finta di trattenersi, ma il sorriso che affiorò anche sulle sue labbra, mi convinse che nonostante non avessimo più possibilità di vittoria, in quella gara, noi due, contro ogni pronostico, ci eravamo divertite lo stesso.
«Ok.Ok» disse Zion traballando con la testa.«Ne abbiamo perse due. Non è un dramma. Possiamo ancora recuperare. Ehi, cosa sono questi sguardi persi?» sbattè le mani l'una contro l'altra, per concentrare l'attenzione su di lui.«La partita è ancora aperta. Per adesso i Beta sono primi, ma abbiamo ancora quattro gare per tornare alla ribalta.Ora, saremo così bravi, da non sbagliare più nemmeno un colpo. Sapevamo tutti che al tiro alla fune e con gli sacchi, avremmo fatto schifo.»
«Oh.Bhe.Grazie tante, Zion!» disse a bocca storta Charlotte. Da come picchiettava le dita sulle braccia, doveva essere molto nervosa.
«Amica. Sono solo sincero.»
«Zion ha ragione» si intromise Aiden.«Non possiamo abbatterci.È la nostra ultima sfida delle Case. Il prossimo anno saremo chissà dove a fare chissà che.Dobbiamo dimostrare a tutti di che pasta siamo fatti.Chi è con me?»
Nathe abbracciò Aiden «Io.»
Charlotte sbuffò «Io.»
«Io» esclamò Zion con un sorriso a trecentosessanta gradi.
«Io, ovviamente» cinguettò Alex.
«Sono con voi» dissi stringendo i pugni e piena di energie.
Tutti si voltarono verso Ash, lui scrollò le spalle.«Se proprio devo.»

C'era una volta Alice ( Favole Di Carta )Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora