29. Senza Luce

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You Found Me- The Fray

Devo essere completamente folle
Per restare qui ferma in mezzo a milioni di persone
Con gli occhi chiusi
Ad aspettare che le tue mani s'incontrino con le mie.
 
 
Quando riaprii gli occhi era già mattina. Lo intuii dai raggi del sole che sbattevano sulle rocce intorno a noi. Avevo il viso poggiato sul petto di Ash e la mia mano stringeva la sua. La fissai come se potesse sgretolarsi da un momento all'altro.
Era sempre il posto più bello del mondo, quello. Trovarmi su di lui, tra di lui. Sperai che in mezzo ai suoi pensieri, ci fosse spazio anche per me.
Ash si svegliò lentamente. «Buongiorno» mugolò piano.
«Buongiorno...» faticai a dire e cercai una distrazione qualunque per smettere di guardarlo. La trovai nel laccetto del reggiseno, che mi ricordò che eravamo entrambi mezzi nudi e che dovevo ritrovare i miei vestiti il prima possibile.
«Smettila, lascia stare quello stupido laccio» mi ammonì Ash corrugando la fronte.
«Perché?»
«Perché mi fai venir voglia di togliertelo» esclamò con voce sottile per poi affondare il viso nell'incavatura del mio collo.
Arrossii subito«Non credo di avere così tanto potere su di te.»
«Oh, Meghan. Credimi. Ce l'hai eccome» indicò con il mento la rigonfiatura dei boxer.
Sorrisi mentre le mie guance continuavano a cambiare colore «Non so nemmeno che ore siano... Se non ci sbrighiamo faremo tardi a lezione» dissi preoccupandomi di cambiare discorso.
«Oggi è domenica» mi rammentò divertito, battendomi l'indice sulla fronte.
«Ah già... Hai ragione.»
«È bello che tu perda la cognizione del tempo quando sei con me.»
Cercò di tirarsi su ed io mi spostai per farlo alzare.«Ehi, non montarti la testa, Storm.»
Si piegò di nuovo e mi stampò una bacio veloce sulle labbra che mi colse di sorpresa. «Sono l'ultima persona sulla faccia della terra che farebbe una cosa del genere. Ma...Hai voglia di mangiare qualcosa?»
«Sto morendo di fame» gli rivelai portandomi le mani sulla pancia.
Adoravo come stavano procedendo le cose. Ma non mi permisi di rilassarmi troppo, perché sapevo, che non appena avessi iniziato a sperarci, tutto quello che avevamo costruito, sarebbe potuto andare in fumo. 
«Ash, se tornassimo indietro adesso... Ci bagneremo un'altra volta» gli rammentai con un'occhiata verso la cascata.
«In realtà, c'è una vietta alternativa» rispose trattenendo una risatina.
Lo guardai esterrefatta «E me lo dici solo adesso? Non potevamo farla anche ieri sera?»
Lui ci pensò un minuto su prima di rispondere  «Avevo voglia di fare il bagno con te.»
Quando mi diceva certe cose, quando le sue frasi sembravano così sincere, mi veniva la pelle d'oca.
Ad un lato della grotta, c'era un piccolo pezzo di terra che riportava a riva e che forse  con il buio della notte precedente, mi era sfuggito.L'acqua era bassa e camminammo a piedi nudi. Tornammo nel punto in cui c'eravamo fermati prima di tuffarci e raccattammo le scarpe ed i vestiti che avevamo abbandonato. Li indossammo alla svelta ed Ash mi riprese al volo prima che inciampassi nei miei stessi pantaloni.
Salimmo sulla moto e partì premendo l'acceleratore.
Sulla strada per il ritorno verso la Fox, si fermò in una pasticceria che confinava con un vecchio benzinaio.Era un negozietto con dei tavolini in metallo, le panche in pelle, il jukebox da un lato. Dalle vetrate esterne si intravedeva chiaramente ogni cosa. Profumava di torte e biscotti appena sfornati e la scia ci raggiunse non appena allungammo un po' il naso. Guardandoci attorno, trovammo famiglie intente a passare la mattinata insieme. Qualcuno leggeva il giornale, qualcuno beveva caffè osservando il bancone, qualcuno chiacchierava con disinvoltura dimenticandosi del tempo.La musica vintage che fuoriusciva dalle casse, creava un'atmosfera allegra e non lasciava spazio alla frenesia della quotidianità. Riflettei sul fatto che magari anche noi due potevamo essere così. Comportarci come se avessimo davvero ordine nei nostri cuori. Come se non dovessimo impegnarci a lottare contro qualsiasi cosa.
«Ash, bentornato!» una donna con la divisa da cameriera ci venne incontro, non appena spalancammo la porta del locale per entrare, facendo tintinnare la campanella posta vicino all'anta.
«E vedo che hai portato con te anche un'amica» disse con tono gentile, strizzando lo sguardo. Aveva i capelli castani raccolti in una coda, gli occhi miele avevano lo stesso colore dei vestiti che portava, il viso si distese in un sorriso delicato. Mi diede subito l'impressione di essere una di quelle persone sempre buone con il mondo.
«Betty, lei è Meg» mi presentò Ash indicandomi con il mento.
La signora prese subito la mia mano e la strinse con foga  «Oh, è davvero un piacere conoscerti» esclamò puntando lo sguardo dritto nel mio e socchiudendo gli occhi felici.
«Ti preparo il solito?» domandò poi rivolgendosi a lui.
Ash guardò a terra con un po' di imbarazzo.«Sì, per favore» rispose come un ragazzino.
Mi stupì vederlo con quell'atteggiamento innocente e dolce. E restai sorpresa di quante sfaccettature avesse la sua anima.
«E per la signorina?» domandò, accompagnandoci ad un tavolo libero.
«Anche per lei lo stesso... grazie.» Ash mi scompigliò i capelli e mi fece passare avanti, lasciando che occupassi io il posto vicino alla vetrina, dove si poteva guardare fuori. Lui si sedette accanto a me. Non davanti, ma di fianco. E la cosa mi fece piacere.
«Quindi vieni spesso qui?» tamburellai con le dita sul tavolo, poggiando la testa sulla mano.
Ash inclinò il viso «Vengo ogni mattina a fare colazione. Quando posso. E quando non è troppo affollato. Altrimenti ripiego sulla Bakery House.»
«Ogni mattina?» feci io sbalordita da quella rivelazione. Non credevo che fosse il tipo a cui piacesse sedersi ad un tavolo e mangiare con calma. Lo vedevo più sbrigativo e sempre con la luna storta.
«Mi piace. E poi mi sento a casa in questo posto» parlò con un tono sincero, puntando gli occhi attorno.
Un uomo si affacciò dalla cucina, con un cappellino da chef sopra la testa «Buongiorno, Ash! » gli gridò, alzando un braccio.
Lui agitò una mano in segno di saluto «Ehi, Rock!»
«Conosci proprio tutti...» evidenziai, poggiando delicatamente una mano sopra la sua. Ash sembrava più calmo, più rilassato rispetto ad altre volte. Rispetto a come avevo imparato a conoscerlo.
«Rock e Betty sono sposati da trent'anni. Stanno insieme dai tempi del liceo. Non ho visto nemmeno un giorno, dove non si siano cercati con gli occhi. Quando uno non guarda l'altra, si sbirciano a vicenda. Ecco, come adesso... » mi indicò con il mento, Betty.
Vidi la donna che apriva la bocca in un'espressione affettuosa, mentre teneva in mano il blocchetto delle ordinazioni. Era intenta a fissare suo marito, preso dal cuocere delle uova strapazzate sulla piastra.
«Se mi chiedessero come dovrebbe essere l'amore, io gli risponderei così» borbottò Ash, come se avesse tirato fuori una convinzione che aveva già da tempo.
Provai serenità e un senso di ammirazione, sia per quei due signori, sia per lui.
Ash non era decisamente quello che dava a vedere. Non era la maschera che fingeva sempre di portare. Non era i suoi cattivi umori, le sue prese in giro.
Ma era quello che era là, seduto con me, quello che mi spiegava il suo modo di vedere il mondo.Lui la voleva la felicità, ma non sapeva come prendersela.
«É molto dolce questo. Mi piace. E mi sorprende.»
«Oh, sta zitta, scema!» scherzò, spingendomi la testa verso il basso. Ma notai le sue guance farsi più rosse.
«Ed ecco a voi, la vostra colazione...Buon appetito!» Betty poggiò sul tavolo i vassoi pieni di dolci. C'erano due caffè con panna, due pezzi di cheesecake ai frutti di bosco, un croissant diviso a metà con della cioccolata all'interno e due bicchieri di succo d'arancia.
«Ho abbondato un po'...» disse la donna, accarezzando i capelli di Ash in modo gentile.  «Per farti fare bella figura!» sussurrò Betty con una mano davanti alla bocca. 
Mangiammo e trovai tutto meravigliosamente delizioso. Sembravano dolci fatti in casa e non industriali come quelli che si trovavano nella maggior parte dei locali.
«Ogni mattina Betty prepara con  le sue mani tutto questo. Si sveglia prestissimo e si mette all'opera. É davvero buono, non è vero?»
Annuii, completamente presa dall'assaggiare e gustare ogni cosa. Avevo un debole per i dolci.
Ash si alzò dalla sedia.«Vado un secondo in bagno» disse e mi baciò la fronte delicatamente.
Rimasi a sorseggiare il caffè dal sapore aggiunto leggermente di vaniglia.
La campanella del negozio trillò e per poco non mi andò di traverso quello che stavo bevendo. Entrarono Zion, Alex, Aiden e Charlotte che fecero roteare gli occhi in cerca di un posto libero.
Alex fu la prima a notare la mia presenza «Meg! Che ci fai qui?» racchiò raggiungendomi. Nascosi la sorpresa e mugugnai, non riuscendo a dire niente.
«Possiamo sederci con te o sei con qualcuno?»
Spostai lo sguardo dietro di lei e vidi Ash alle loro spalle uscire dal bagno. Grucciò la fronte e falciando il pavimento, si sbrigò ad uscire dal negozio. Rimasi interdetta, mi alzai di scatto ma subito dopo riconobbi il rumore della sua moto che se ne andava.
Mi aveva davvero lasciata là?
«No, non c'è problema, sono sola...» mi sforzai di dire mentre mi accomodavo rassegnata.
Gli altri si avvicinarono ed Aiden, si sedette proprio nel posto in cui un attimo prima, c'era Ash.
Finsi tranquillità, quando tutto quello che volevo era inseguire Ash e chiedergli che cosa gli dicesse la testa.
Charlotte notò le due tazze sul tavolo ma lo tenne per lei. Lo capii dall'occhiata soddisfatta che mi lanciò. Per quanto riguardava Aiden, non si trattenne dal farmelo notare.
«Ma eri davvero da sola? Sembra tutto apparecchiato per due...»
Raccontai l'ennesima bugia, che Ash mi costringeva sempre a dire «No, sì, bhe» feci confusa «C'era una mia amica ma è dovuta andare via di corsa...»
«Senti, senti! Chi sarebbe questa tua amica?» Zion poggiò i gomiti sul tavolo.«É carina? Me la presenti?»
«Zion!» lo richiamò Charlotte e lui alzò entrambe le mani in segno di resa.
«Hai una nuova amica di cui io non so minimamente nulla » chiese dubbiosa Alex.
Era vero. Come facevo a nascondere l'evidenza. Ero sempre insieme a loro, conoscevano quasi tutti i miei movimenti.
«Jessica» sospirai «Si chiama Jessica.»
«Strano, questa Jessica non te l'ho mai sentita nominare. Posso prendere un pezzo?» Alex affondò i denti su una parte di cheesecake che aveva lasciato Ash.
«Bhe, ci siamo conosciute il primo giorno.É una matricola innamorata follemente di Aiden» dichiarai, guardandolo di sbieco.
Charlotte alzò gli occhi al cielo e scosse la testa contrariata « Questa volta ve lo dico subito, non accetterò nuove entrate nel nostro gruppo, intesi? »
«Oh Charlotte ma smettila di fare sempre la prima donna!» scherzò Zion, chiamando Betty per ordinare.
Non so come, non so il perché, ma la donna non si curò di dove fosse finito Ash e si preoccupò solo di trascrivere le scelte delle Stelle. Mi rivolse un sorriso di comprensione, come se anche lei già sapesse prima di voltarsi di spalle.
Riuscii a tornare al Greek poco più tardi e non ebbi voglia di dirigermi nella stanza di Ash per discutere su quello che era successo ed il modo in cui mi aveva lasciata là.
I ragazzi mi informarono che la sera avrebbero ordinato cibo cinese e avevano in mente di organizzare una serata cinema in casa. Avevano scelto di guardare una maratona di film dell'orrore. Non era il mio genere, preferivo cose leggermente più entusiasmanti, ma gli dissi che comunque avrei partecipato. Passai il pomeriggio a dare una pulita alla camera, armandomi di pazienza, detersivo e scopa. La musica, proveniente da Ash, al massimo volume, mi fece compagnia tutto il tempo.
Verso le nove, scesi nella sala comune. Trovai solo Aiden, intento a spostare i divani per unirli insieme.
«Ehi, è da un po' che non ci ritroviamo da soli, io e te» mi disse, sorridendo.
«Vero» annuii e cercai di aiutarlo, pur avendo poca forza.
«Lascia stare, non preoccuparti. Ci penso io.»
«Posso farcela» bofonchiai spingendo in avanti. Forse Aiden non dosò i suoi movimenti, perché scivolai e cademmo entrambi a terra. Mi ritrovai di lato addosso a lui.
«Colpa mia» si scusò cortesemente e i suoi occhi si rallegrarono. Fece scivolare l'indice sulla mia guancia ma io mi ritrassi di scatto e lui ci rimase male.
«Ma che bel duetto» canticchiò Charlotte, ferma all'entrata. Alle sue spalle c'era un Ash disinteressato, preso a fissare il vuoto.
Mi sbrigai a spostarmi da dov'ero e mi alzai in piedi, poi la mano di Aiden sulla mia, mi fermò «Meg.»Si tirò su anche lui «Possiamo ricominciare?» La sua voce calda tremò di inquietudine. Il mio cuore divenne così piccolo che volevo mostrarglielo. Gli sorrisi dolcemente «Certo che sì.»
Aiden mi si accostò e me lo ritrovai a pochi centimetri di distanza «Puoi sul serio perdonarmi?»  
L'avevo fatto con Ash da cui era partita l'idea, per cui non vedevo come non dovessi farlo anche con lui.«È tutto apposto, Aiden. Ormai è...» Passato, stavo per dirgli, ma venni interrotta dall'irruenza di Zion all'interno della sala.
«Ho portato una cinquantina di film tra cui scegliere... Harry, il tipo del ristorante cinese dice che sarà qui tra poco.»Zion poggiò sul tavolino in mogano tutti i dvd che teneva tra le braccia.
«Ehi, ehi, stasera non c'è spazio per il romanticismo.Ma solo per urli e paura»esclamò sventolando le mani in aria, dividendoci. Gli fui grata per il tempismo.
Cercai Ash con lo sguardo e lo ritrovai seduto accanto ad Alex, che nel frattempo era arrivata.
«Harry è troppo simpatico.Mi piace un sacco» miagolò Alex, incrociando le gambe una sull'altra.
«É ovvio che ti piaccia, la maggior parte dei suoi tatuaggi gliel'ho fatti io» commentò Nathe, unendosi al gruppo con in mano una birra.
Alex posò una mano sulla spalla di Ash «Ash» pigolò con voce delicata «Volevo chiederti se uno di questi giorni ti andava di fare qualcosa insieme.»
«Sì, sì come no» acconsentì con voce annoiata, con la testa poggiata sul bracciolo del divano.
Lei si strinse le mani, arrotolandole una sull'altra «Dici davvero? Io intendevo, solo noi due.»
«Sì, sì. Certo, come no» ripetè, come se nemmeno l'avesse sentita.
Alex sembrò divisa a metà. Non sapendo se dovesse esserne contenta o profondamente dispiaciuta. Ascoltandoli, provai comunque una certa gelosia che tentai di reprimere immediatamente.
Dopo mezz'ora, eravamo tutti presi da uno dei film che Zion avevo scelto con estrema accuratezza. La pellicola in questione era Shining, con l'interpretazione magistrale di Jack Nicholson che avevo visto già un milione di volte ma lo guardai lo stesso con un certo interesse. In fondo, lui era uno dei miei attori preferiti.
Eravamo in una delle scene in cui il protagonista si ritrova al bar quando andò via improvvisamente la luce.
«Dai, su...É un tuo scherzo, Zion? Non è divertente!» brontolò Charlotte che scattò in piedi.
Lui di rimando scoppiò in una fragorosa risata «Giuro che io questa volta, non c'entro niente.»
«Dovremmo avere delle candele da qualche parte... » si ricordò Alex che si affrettò con la luce del telefono ad aprire qualche mobile per cercarle.
Aiden si affacciò alla vetrata che dava sul giardino «Credo che sia saltata la corrente in tutto il Campus.Non siamo gli unici, per fortuna.»
«Allora è sicuro che tornerà a breve » dedusse Ash con noncuranza.
Mi sentii sfiorare una spalla e saltai in aria per la paura.
Zion rise di nuovo «Tranquilla, principessa sono io.»
«Che facciamo? Non possiamo restare così tutta la serata» domandò Nathe, sfilando in cucina a tentoni.
«Bhe potremmo fare un gioco... Qualcosa di divertente... Tipo... Nasconderci in questa stanza e riconoscerci al buio?» disse Alex.
«Io vado a vedere se riesco a far ripartire il contatore di emergenza. Ma voi fate pure» propose Aiden.«Torno tra poco». Si fermò sulla porta prima di uscire «Alex... Non l'avevi presa tu la chiave della cantina?»
«Ah sì, certo. Corro a recuperarla in camera» disse lei.
«E adesso?» chiesi, rimpicciolendomi sul divano.
Zion battè le mani «Adesso facciamo quello che ha detto Alex poco fa, no?» Poi finse di contarci a bocca chiusa «Perfetto, Ash indovina.»
«Non ne ho voglia» Ash buttò fuori l'aria con un respiro.
«Ehi, non puoi tirarti sempre indietro. Dai, dai» lo spintonò via dalla stanza.
Il buio avvolgeva la sala completamente, non so come fece Ash a trovarmi subito quando rientrò. Mi ero nascosta dietro una credenza, eppure la prima che stanò fui io. Non disse niente. Nemmeno una parola. Mi venne in contro diretto e mi baciò così forte che mi tolse il respiro. Forse pensai che l'avesse fatto apposta. Forse da qualche parte nascondeva un foglio con tutti i piani che studiava con astuzia per mandarmi il cervello in pausa.
Ma proprio in quel momento, la luce si riaccese. E la faccia delle Stelle la disse lunga su ogni cosa.
Charlotte, Nathe e Zion, restarono di sasso.Lo scoprirono così, a parte Zion che già ci aveva beccati insieme al paintball.
«Però questa è buona!» esclamò Charlotte in un ghigno mentre teneva entrambi i pugni sui fianchi. «Chissà cosa ne penserebbero Aiden e Alex...»
Non feci in tempo a risponderle perché proprio in quel momento i due piombarono nella sala comune. Nessuno però, raccontò loro cosa fosse appena successo.
La luce, portò uno strano silenzio imbarazzante. Riprendemmo a vedere il film, anche se lo spettacolo principale c'era stato, grazie a me ed Ash.
Risalii in camera ai titoli di coda, sperando di lasciarmi alle spalle anche quel segreto che ormai era stato svelato.
Mi addormentai tormentata.
La delusione sul viso di Aiden, non avrei mai voluto vederla. E nemmeno, avrei voluto tradire un'amica.Però, in fondo, l'avevo già fatto senza poter tornare indietro.
 

C'era una volta Alice ( Favole Di Carta )Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora