17. Strani segreti

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Holding on and Letting go- Ross Cooperman

C'era chi diceva che il mattino avesse l'oro in bocca ma io mi svegliai con un segreto sulla punta della lingua che fremeva dalla voglia di uscire. Ash mi aveva baciata. Io avevo baciato Aiden. E tutto quello che avevo ottenuto era stata solo una gran confusione.
Continuavano a tornarmi in mente le ultime parole che Aiden aveva detto la sera prima, ma non riuscivo a dargli una spiegazione. Non pretendevo di essere corrisposta, anche perchè la mia era stata una reazione totalmente impulsiva, però non mi era chiaro il perchè si fosse tirato indietro. C'era dell'altro, mi aveva chiesto tempo ed io gliel'avrei dato con tutto il cuore. Ero in fila per prendere un caffè alla Bakery House, ne avevo dannatamente bisogno, dopo aver trascorso la notte a rimuginare sopra a quello che era successo. Un ragazzo che masticava nervosamente un chewing gum mi passò tra le mani un volantino. Si trattava di una festa in maschera che avrebbe dato il Greek nel weekend successivo e di cui io ero rimasta all'oscuro. Mi sentivo avvolta dal chiacchiericcio delle persone perciò non mi accorsi di Alex quando mi raggiunse. Fissò il foglio che stringevo tra le dita.«Non ci credo.Ne stavano parlando ieri sera e già hanno organizzato tutto.Zion è davvero incredibile» disse sporgendosi verso di me.«Buon giorno, Meg.»
«Ciao anche te, Alex» sorrisi.
«Nottataccia?»
Annuii.«Ogni tanto capita.»
«Mmh.Dovresti imparare a mentire meglio di così, sai?» esclamò nascondendo le mani dietro la schiena.«Avanti, spara.»
«Forse Ash mi ha baciata» dissi a bassa voce.«E forse io ho baciato Aiden.»
L'ho detto, non ero brava con i segreti. Lei sgranò lo sguardo «Tu cosa?» Fischiò al barista «Due macchiati per noi, Jimmy.Grazie!»
«Non facciamo servizio al tavolo, Alex.Quante volte devo dirtelo?» rispose l'addetto che io personalmente non conoscevo.
«Ed io quante volte devo dirti che se hai ancora voglia di uscire con Cassandra Blake, mi devi un favore?» rispose lei urlando un po' troppo.
«E va bene...Due macchiati per quelle due là» borbottò Jimmy sconsolato.
Mi trascinò al primo tavolo disponibile «Voglio sapere tutto.Racconta.»
Mi strofinai le mani sui jeans «Non c'è molto da dire.Ero in terrazza con Ash quando lui all'improvviso mi ha baciata. Ma credo l'abbia fatto solamente perchè mi detesta. Quando sono tornata in stanza, è venuto Aiden a cercarmi, solo che...» sospirai.«Sembrava strano. Si è tirato indietro. Tu sai qualcosa per caso?»
Lei scosse la testa «No, scherzi?Te l'avrei detto. Altrimenti.Caspita.» Fece una smorfia corrucciando le labbra.«A Charlotte non piacerà.»
«Non dirle niente. E poi perchè dovrebbe interessarle?»
Alex inarcò un sopracciglio«Davvero non l'hai capito? Charlotte ha una cotta per Aiden.»
Aprii la bocca e poi la richiusi di scatto. Ora si spiegavano molte cose.«Ok. Ha una cotta per Aiden. Chiaro.»
«Sì, ma da quanto ne so, Aiden non l'ha mai corrisposta. Poi sei arrivata tu. E da quando ci sei tu...Siamo tutti un po' cambiati a dirla tutta.»
Arrivò il barista che lasciò sul tavolo due caffè fumanti per entrambe.«Credi sia lei a lasciarmi i bigliettini e a cancellare quello che scrivo?»
Alex mi guardò torva «Charlotte. Charlotte non le manda a dire, non fa simili giochetti, ti sotterra direttamente con le sue mani se qualcosa non le va a genio.»
«In effetti...»
«Io ho avuto una cotta per Ash» mi confidò in modo così naturale che non seppi più cosa dire.«Oh, ma non preoccuparti.Ormai è acqua passata.»
«Sicura?Perchè io ed Ash non...»
«Sicurissima.» Prese tre zollette di zucchero e le immerse nel caffè.«Ora dimmi come pensi di risolvere i tuoi problemi.»
Buttai giù un sorso di caffè.«Non facendo niente?»
Lei ci pensò su «Credo che al momento non potresti fare molto. Però, puoi consolarti con lo shopping. Dovresti inventarti qualcosa per quel tuo guardaroba.»
La osservai con aria interrogativa «Perchè?Cos'ha il mio guardaroba che non va?»
«Non so. Fa molto adoloscente poco sexy.Vedi tu.»
«Mi piacciono i miei vestiti.»
«Ehi» avvicinò il viso.«Sto solo dicendo che potresti metterti qualcosa che attiri maggiormente l'attenzione, sabato.Visto che non ne hai abbastanza.»
«Era ironico? Perchè al momento non saprei ridere alle battute» dissi scherzandoci sopra.
«Oh, amica. Vedrai che con il vestito giusto ed un po' di rossetto, tutto si aggiusterà per il meglio.»
Scrollai le spalle «Se lo dici tu.»
«Di che parlate?» si intromise Charlotte sedendosi tra noi. Non avevo nemmeno capito da che parte fosse arrivata.
«Chiederemo ai ragazzi se oggi pomeriggio hanno voglia di accompagnarci al centro commerciale. Sei dei nostri?» la invitò Alex sfiorandole il braccio con la spalla.
«Direi che si può fare» accettò attorcigliandosi una ciocca di capelli attorno al dito.Poi guardò l'orologio«Alex se non filiamo via di qua entro i prossimi due minuti, dovremmo sederci nuovamente accanto a Mike. Odio quel tipo che mi spoilera ogni santo giorno i finali dei film.»
«Hai ragione. Sì, abbiamo chimica. Me ne stavo dimenticando.»
«Allora ci vediamo dopo le lezioni, Meg» mi salutò portandosi via il caffè mentre Charlotte strinse le labbra in una specie di sorriso. Averne parlato con qualcuno, mi aveva quasi tolto un peso. Sperai che più passasse il tempo, più sarei riuscita a buttare la sera prima nel dimenticatoio più profondo del mondo.
 
Stavo percorrendo il viale per dirigermi a lezione, quando vidi Ash Storm venirmi incontro. Alzai gli occhi al cielo e sbuffai, tentando velocemente di cambiare strada alla svelta. Accelerai il passo ma venni fermata da un ragazzo che non avevo mai incontrato prima di allora. Era bassino, con i capelli castano chiaro, il viso tondo, gli occhi nascosti dietro ad un paio di occhiali da vista ed una spruzzata di lentiggini sul naso.«Sei Meghan Wonder, giusto?» mi chiese indicandomi con la mano.
«Ci conosciamo?» risposi stringendo gli occhi e tirandomi su la cinta dello zaino.
Lui si passò due dita sotto al naso «Avrai di sicuro sentito la mia voce.Sono lo speaker di Foxy, la radio del campus.Lucas Rines.»
Sorrisi gentilmente«Oh.Già. Avevi qualcosa di familiare.Vi ascolto ogni mattina.»
«Sì, bhe. Mi fa piacere» disse il ragazzo spalancando le braccia.«Ma oggi sono qui per un motivo diverso. Volevo domandarti se avessi voglia di rilasciare un'intervista. Sei al dormitorio con le Stelle ma non fai parte del gruppo. Saprai di certo che sei diventata una delle persone più chiacchierate del campus.Mi interessa particolarmente il tuo rapporto con i fratelli Storm.»
A quell'ultima frase, percepii le guance colorarsi di rosso.«Non c'è molto da dire.»
«Io direi il contrario. Perchè se è questa la tua risposta, significa che avrei un paio di informazioni che potrebbero interessarti.»
Aggrottai la fronte «Informazioni su cosa?»
«Ascolta.È uno scambio equo. Io ti rivelo ciò che so, se tu mi concedi l'intervista.»
Intanto il mio sguardo si spostò alle sue spalle, soffermandosi su Ash che puntava dritto verso di noi.«Mi spiace.Ma al momento non credo di avere tempo.»
«Dovresti trovarlo. I segreti sono il mio lavoro. Ti stupiresti di quante cose potresti scoprire con una semplice chiacchierata.»
Avevo la testa completamente altrove perciò cercai di liquidarlo.«Magari un'altra volta?»
Lucas sollevò entrambe le mani ed indietreggiò«Come vuoi. Ma ti avverto. Potrebbe essere troppo tardi.»
«Oh, sono certa che sopravvivrò» dissi sorridendo sbrigativa prima di lasciarlo lì con una faccia furba ed un po' troppo soddisfatta per i miei gusti. Mi chiedo se le cose sarebbero andate diversamente se l'avessi ascoltato.
 
«Perchè parlavi con Lucas Rines?Che voleva?» Ash mi aveva appena raggiunto ed io già mi sentivo in gabbia. Devo ammettere che era davvero bravo nel creare trappole senza via di fuga.Non volevo incrociare i suoi occhi, perciò tenni lo sguardo basso e lo ignorai puntando l'edificio di lettere.
«Ma dai» continuò a braccia conserte.«Ce l'hai ancora con me per la storia del bacio?»
Sbuffò e si guardò intorno «Non dovresti prendertela tanto, visto che hai finito per baciare anche mio fratello. Tra noi due, sono io quello che è stato usato.»
Notando che non davo segni di cedimento, provò a sfiorarmi una spalla ma io mi scansai all'istante.«Ehi. Potresti smetterla di ignorarmi?È fastidioso.»
«Fastidioso» ripetei impettita.«Adesso sai come ci si sente quando succede a te.»
Gli puntai un dito in petto e sventolai l'altra mano in aria animatamente «Non starò ai tuoi giochetti, Storm. Trovati qualcun'altra da prendere in giro. Io sono apposto così.»
Fece un'espressione irriverente e sorrise «Oh. Non dirmi che non ti è piaciuto, sotto sotto.Secondo me, è stato piuttosto divertente.»
Incrociai le braccia al petto «Divertente, dici? Divertente è guardare una partita di football. Guardare un film. Assistere ad uno scherzo ben riuscito. Andare al luna park. Nella mia definizione di divertente non rientra baciare qualcuno così su due piedi prendendolo alla sprovvista.»
Ash inarcò un sopracciglio scuro «Ah, capisco. Mi stai dicendo che avrei dovuto chiederti se potevo baciarti?»
«Sì!» dissi d'impulso.«No. Volevo dire...Ah! Mi stai facendo impazzire.» Sbattei i piedi a terra stringendo i pugni.
«Allora se te lo chiedessi adesso, avrebbe senso per te? Giusto?» disse facendosi più vicino, sollevando un angolo della bocca. Lo spintonai via. «Era il mio primo bacio!Avrei dovuto darlo a qualcuno che fosse veramente importante per me!» urlai più del previsto.
«Qualcuno come Aiden.»
«Tu sei egoista. E crudele. E pensi solo a te stesso. E...Ehm.»
«Sì? Continua, prego» disse sfacciatamente sogghignando.«Ti sei resa conto che adesso sei un po' troppo vicina?Però fai pure.Non mi dispiace vederti impazzire.»
Era vero. Aveva ragione. Involontariamente il mio corpo era arrivato di nuovo ad un palmo dal suo viso. Restai di sasso. Aprii e chiusi la bocca, poi imprecai«Maledizione!È meglio che me ne vada.»
«Prego» mi invitò a passare spalancando la mano. Trattenni un altro urlo nervoso in gola. Venti passi dopo mi voltai a guardarlo. Lui era ancora lì nel bel mezzo del viale. Sollevò il palmo per salutarmi, mentre i suoi occhi prendevano il sopravvento su tutto quello che avevo intorno. Accompagnati da quel suo mezzo sorriso diabolico.
 
Nel pomeriggio, la Jeep di Aiden si fermò a pochi passi da me. «Ecco il tuo passaggio, matricola» sorrise mentre tirava fuori dalla custodia un paio di occhiali neri da sole per indossarli. Era una giornata tiepida, con quall'aria piacevole che ti spingeva a togliere il giacchetto per tenerlo in mano. Dall'auto fuoriusciva la musica a tutto volume.«Salta su, Meg!» mi incitò Alex, tirando giù il finestrino posteriore.
Feci il giro ed aprii la portiera dal lato opposto, Ash era seduto nel mezzo con quella sua aura a metà tra l'arrogante e l'annoiato. Non mi degnò nemmeno di uno sguardo. Ero quasi sul punto di tornare indietro e mandare tutto il pomeriggio all'aria, quando mi dissi che non avrei dovuto mai farmi condizione da un tipo come lui. Mi posizionai vicino al finestrino.«Si prospetta una giornata grandiosa!» parlai tra me e me.
«Hai detto qualcosa, novellina?» domandò Charlotte mentre mi guardava dallo specchietto retrovisore del passeggero. Ovviamente aveva scelto la posizione più vicina ad Aiden, ora  che stavo iniziando ad avere qualche pezzo del quadro, finalmente capivo determinati suoi atteggiamenti.
«Niente di importante» ribattei mentre mi reggevo la testa con il braccio. Baciare Ash mi aveva lasciato addosso una strana sensazione, come se in un qualche modo fossi rimasta legata a lui, senza avere la possibilità di sciogliere il nodo.
Arrivammo dopo mezz'ora al centro commerciale, non era poi così distante dal campus. Aiden riuscì a trovare parcheggio vicino l'entrata. Ci fermammo proprio davanti le porte scorrevoli dell'ingresso per organizzarci sui vari giri.
«Mi hanno detto che qui ha da poco aperto un cinema. Che ne dite di farci un salto? So che danno l'ultimo film della Marvel. Quello con il tizio che vola in tuta» propose Charlotte e il suo sguardo finì su Aiden.
«Char, non vorrei deluderti ma la maggior parte dei supereroi, vola ed ha una tuta» le spiegò Aiden mentre stava per morire dal ridere.«Dai, chi intendi?»
Lei sollevò gli occhi al cielo e fece finta di rifletterci un po' su «Mi pare si tratti di quello che ha il cuore di metallo.»
«Allora è di sicuro Iron Man, Char. Per me andrebbe bene, ma...» Aiden incrociò i miei occhi.«Voi ragazze non dovevate fare tutt'altro?»
«Oh. Io ho un milione di vestiti! Non ne ho davvero bisogno» commentò Charlotte scrollando le spalle.
«Noi sì, però» si intromise Alex.
Corrugai la fronte.«Davvero?»Non mi andava tanto a genio che Aiden e Charlotte se ne andassero al cinema da soli. Ma d'altra parte, avevo anche promesso ad Alex che quello sarebbe stato un pomeriggio tra ragazze. Non volevo deluderla.
«Sì, Meg, davvero» mi tirò Alex per il braccio.«Facciamo così.Voi, vedete il film, mentre noi andremo a trovare il nostro vestito da urlo per la festa di sabato.Ok?»
«Sembra perfetto» cinguettò Charlotte mostrando i suoi denti brillantissimi.
«Oh, sì, certo, perfetto...» borbottai un po' dispiaciuta.
Aiden si morse l'interno della guancia, evidentemente aveva capito come mi sentivo e si stava preoccupando per me.«O magari potremmo tornarci un'altra volta a vedere il film? Che dite?»
«E quando, Aiden? Più passa il tempo, meno ne avremo. Lo sai benissimo» gli ricordò Charlotte tirandogli la maglietta.
«Oh, hai ragione, Char...»
Spalancai i palmi della mani «Non preoccupatevi.Godetevi il film anche da parte nostra.» Cercai di sembrare il più convincente possibile e strattonai Alex per venirmi dietro. In tutto questo, avevo completamente rimosso Ash che non aveva aperto bocca durante tutta la conversazione.
«Scusa» si imbronciò Alex, distogliendo la mia attenzione da lui.«Charlotte è mia amica. Sarebbe strano se non le dessi una mano con Aiden. So che ci sei rimasta male. Voglio dire, anche tu sei mia amica...Però...»
«Tranquilla!Capisco perfettamente. Non devi scusarti, Alex. Sto bene, sul serio.»
«Ok. Mi sento meglio anch'io» disse rincuorata.«Oh, lascia perdere Ash. Sicuramente si farà un giro per conto suo. Non è un fan dei supereroi, nè tanto meno dei vestiti.»
 
Entrammo dentro a negozi dov'erano esposti abiti eleganti e raffinati, dall'aria estremamente costosa che non mi sarei mai potuta permettere nemmeno se avessi avuto un lavoro. Alex sembrò non curarsi mai del prezzo, provava, sceglieva e poi rifiutava ogni proposta delle commesse che cercavano di abbindolarla.Mi disse che stava cercando un vestito che si intonasse perfettamente al suo colore di capelli, il che lo rendeva un po' più complicato del previsto. Alex era un tipo esuberante, allegro, quando camminava a volte credevo che lo facesse in punta di piedi, per quanto fosse aggraziata.
«Prova questo, secondo me sarebbe perfetto addosso a te!» mi disse lasciandomi cadere tra le braccia un vestito bianco e morbido come una nuvola.
Mi scocciava aver passato tutto quel tempo ad osservare vestiti bellissimi senza averne mai potuto indossare uno. Perciò annuii ed entrai nel camerino senza protestare. Aveva una stoffa leggera, fatto a tubino, con una manica che scendeva lunga come se fosse un'ala. Quando lo provai, sembrò perfetto.«Che aspetti?Datti una mossa e fammi vedere come ti sta!» la sentii tamburellare con il piede sul pavimento.
«Solo un minuto!Ho qualche problema con la zip!» le risposi guardandomi riflessa.
Scostai la tendina ed uscii fuori ma non vidi nemmeno l'ombra di Alex.
«In questo momento, potresti essere tante cose. Una piccola colomba indifesa, un angelo condannato, un foglio, un fiocco di neve o una bambina che prova a combattere contro un drago.» Ash era alle mie spalle. La sua ombra mi fece sobbalzare sul posto. Mi osservò prima tutta, poi si fermò sui miei occhi.«Se potessi scegliere, chi sceglieresti?»
Ero di fronte ad un altro specchio, lui aveva tirato fuori il cappellino da baseball azzurro a visiera e lo teneva appena sopra gli occhi. Assomigliava ad una macchia che si ingigantiva ogni volta che lo fissavo. Inclinò il viso e poggiò la gamba al muro. D'istinto mi coprii con le braccia, non so perchè mi fece sentire come se fossi nuda.
«La bambina che lotta contro il drago» risposi con una smorfia.«Vorresti che scegliessi questo, non è vero? Non dovresti essere qui.Non dovresti nemmeno parlarmi, se non ricordo male.»
Scrollò le spalle per niente infastidito «Non dovrei fare tante cose. E nemmeno tu dovresti.»
«Fare cosa? Avanti. Dimmelo» mi voltai innervosita.«Non ti è andata giù che ho baciato Aiden.»
«Non ho detto questo. Ma pensala come ti pare.»
«Che c'è, Ash Stom?» Improvvisamente avevo voglia di fargliela pagare e dimostrare che avevo il coraggio di affrontarlo.«Ti senti per caso, non so.Infastidito che non ho scelto te? Che il mio primo bacio non doveva essere preso da te?»
«Non ho detto questo» ripetè ma con più freddezza.«Se provi gusto a vederla così, che io abbia una sorta di gelosia...Chi sono io per impedirtelo?»
La sua noncuranza mi mandò in bestia. Avevo perso, ancora. Era impossibile mantenere una battaglia contro di lui.«Oh, Ash! Va all'inferno! Ti troveresti da dio!»
Rientrai dentro il camerino affannata e mi lasciai scivolare sulla parete. Non dovevo scaldarmi tanto, non ne sarebbe valsa la pena. Percepii la tenda muoversi di nuovo «No!Ti ho detto di non...»
«Che succede? Il film è finito, ero uscita fuori a parlare un secondo con Charlotte. Tutto bene?» domandò Alex confusa.
«Sì, scusa. Mi sfilo il vestito ed arrivo. Non penso di prenderlo comunque...»
«Dovresti, invece! Ti sta divinamente! Vado a pagare il mio e ti aspetto all'entrata.»
Mi spogliai e tornai nei miei panni abituali. Guardai fuori dalla vetrina. Alex, Charlotte ed entrambi i fratelli Storm, erano all'esterno che chiacchieravano tra loro. Volevo restituire il vestito ma non trovai nessun'altra commessa se non quella che si occupava della cassa. Quando lo appoggiai sul bancone e feci per andarmene, la donna mi bloccò «Aspetti!Questo è suo!»
«Mio?» dissi stupita.«Si sbaglia, ci deve essere un errore.»
«Il vestito è già stato pagato. La collega che è appena andata in pausa mi ha riferito che era per lei, la ragazza dai capelli rossi.»
Non riuscivo a crederci.«Non capisco, chi l'avrebbe pagato?»
La commessa sollevò le sopracciglia «Questo non lo so, ma non trova che sia un gesto splendido?»
Per tutto il viaggio di ritorno, non riuscii a dire una parola. Pensai continuamente a chi tra loro, poteva essere stato.

C'era una volta Alice ( Favole Di Carta )Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora