10. Un caffè amaro come te

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Dalle sconfitte più dolorose nascono fiori bellissimi.
I più difficili.

I più selvaggi.
I più coraggiosi.
Come noi.


«

Che succede, Meg? Hai una faccia!»

Il freddo della mattina mi pizzicava in viso, il cielo era coperto da nuvole, quasi avesse capito anche lui, il mio umore. Alex mi studiò mentre tentavo di fare una sorta di riscaldamento che avevo imparato da Zion.«Sembra che tu non abbia chiuso occhio stanotte» commentò stringendo le labbra.
Allungai le braccia e poi mi piegai sulle ginocchia. «Ho solo esagerato con lo studio» mentii tentando di non guardarla negli occhi. Non volevo crollarle davanti.
«Mmh. Sarà. Ma non me la racconti giusta» disse sventolando un dito in aria.
«Non so di cosa parli, Alex. Va tutto alla grande.»
Lei mi si parò davanti mettendo i pugni sui fianchi «Se va tutto alla grande, allora ci sono solo due opzioni. O sta andando una merda. O sta andando una merda. Perciò ora ti siedi e prima di iniziare, mi racconti quello che ti è successo.»
Si lasciò cadere sull'erba ed incrociò le gambe, annuendo e dando dei piccoli colpetti accanto a lei.«Giuro che non mi muovo di qui, finchè non parli. L'allenamento può aspettare. E ti avverto che sarà solo colpa tua se farò tardi a lezione.»
Mi morsi il labbro, indecisa su cosa fare. Era vero. Avevo bisogno di qualcuno con cui sfogarmi. Rose era troppo lontana e l'avrei fatta solo preoccupare. Ci chiamavamo ogni sera da quando ero arrivata. Non avevo il coraggio di dirle che già avevo combinato il primo casino. Se l'avessi fatto, avrebbe sicuramente preso il primo treno per raggiungermi.
«Guarda che con me, puoi parlare» mi rassicurò Alex dolcemente. Il tono che utilizzò mi fece venir voglia di darle una possibilità.
Presi posto accanto a lei tenendomi le ginocchia. Le raccontai del biglietto e della cancellazione improvvisa del file.«Che cosa orribile, Meg. Non riesco a crederci» disse sgranando gli occhi.«Chi mai avrebbe potuto farti una cosa del genere?Ma sei sicura di non aver cancellato quello che hai scritto per sbaglio?»
«Inizialmente l'ho pensato. Ma mi sembra così assurdo...»
«Fai una cosa» mi propose strappando qualche filo d'erba.«Continua a scrivere e vedi se succede di nuovo. Se i file continueranno a sparire.»
«E poi? Ho bisogno di quei file.»
«Sei una scrittrice, Meg!È quello che vuoi fare nella tua vita, non è vero? E allora, nel caso venissero di nuovo cancellati, troverai il modo di inventarne altri migliori.» Sbattè le mani una contro l'altra per pulirsi dalla terra.
«Non è comunque una soluzione. Dovrei prima scoprire chi è l'autore di quel biglietto. Non conosco la calligrafia di nessuno, perciò potrebbe trattarsi di chiunque.»
Alex si morse la lingua e poi sollevò gli occhi al cielo.«Ascolta. Devo dirtelo.»
Sbattei le palpebre «Dirmi cosa?»
Buttò fuori l'aria con un sospiro«Ash è più strano del solito da quando sei arrivata alla Fox. Cioè, noi siamo abituati ai suoi cambi continui d'umore, però ultimamente è perennemente con la luna storta. Non so perchè ce l'abbia con te.L'ho beccato più volte a fissare la porta della tua stanza, come se volesse entrare.»
«Perfetto! Immaginavo fosse colpa sua» borbottai scuotendo la testa.Avevo creduto fosse troppo scontato per essere vero.
«No! Non lo so...» si sbrigò a rispondere Alex.«Non sto dando la colpa a nessuno. Sto solo dicendo che dovresti restare con gli occhi aperti. E poi nel caso fosse Ash, cosa te ne importa?»
«Niente, però...»
Alex si tirò in piedi «Hai detto bene, niente. Che scriva pure un milione di bigliettini colorati, tu ignoralo.»
C'erano tante cose che sapevo di poter fare, ma ignorare Ash Storm mi sembrava rientrasse tra quelle impossibili.
 
Prima di andare a lezione di filosofia, mi fermai alla Bakery House per prendere un caffè. Quando varcai la soglia dell'aula, impallidii. Ash era seduto in fondo. Non avevo idea che seguisse il mio stesso corso. La sua presenza mi mandò in tilt. Mentre la classe si riempiva non avevo dubbi su quello che dovevo fare. Salii i gradini per raggiungerlo e fermarmi proprio davanti a lui.
«E adesso che c'è?» esclamò innervosito.
I miei occhi iniziarono a bagnarsi da soli. Forse erano solo le mie emozioni che stavano esagerando. Ash sussultò «Aspetta. Stai piangendo?»
Gli rovesciai addosso il caffè, girai sui tacchi e decisi che per quel giorno avevo bisogno di una pausa.
 
Ash era rimasto immobile senza muoversi di un millimetro. Quando mi aveva chiesto se stavo piangendo la sua espressione era cambiata di colpo. Come se in un certo senso, fossi stato io a ferirlo e a coglierlo alla sprovvista. Ma ne avevo così abbastanza di lui e della sua aria di sfida per lasciarlo parlare e stare lì ad ascoltare. Qualunque cosa avesse ribattuto si sarebbe trasformata in un'ulteriore battaglia a cui non volevo partecipare. Un passo dopo l'altro, mi ritrovai fuori dalla facoltà di lettere. Camminavo e basta, senza aver chiaro dove dovessi andare.Nel frattempo il cielo si era schiarito ed il sole aveva fatto capolino da dietro le nuvole.
«Ehi, matricola!» sentii chiamare alle spalle, ma ero troppo presa ad andare avanti per capire che si stesse riferendo a me.«Ehi, matricola!»
La voce mi raggiunse velocemente e mi affiancò «Vai di fretta? Perchè credo che tu stia andando ancora una volta dal lato sbagliato del campus.»
Aggrottai la fronte. «Oh. Scusa Aiden, non ti avevo proprio sentito» disse senza fermarmi.
«Sì. Ho notato. Dovevi avere la testa tra nuvole» scherzò con un sorriso.Inarcò un sopracciglio«Che succede?»
«Niente. Perchè?»
«A parte il fatto che stai correndo, sembri una che si è appena rovesciata il caffè addosso.»
Puntai i piedi e mi fermai, guardandolo confusa.
Aiden alzò i palmi delle mani «Ok. Era decisamente una pessima battuta...»
Era impossibile che avesse assistito alla scena, altrimenti mi avrebbe chiesto sicuramente qualche spiegazione. Stavo decisamente iniziando a diventare paranoica. Mi limitai a sospirare, passando una mano tra i capelli «No. Scusami tu.È che oggi è proprio una giornata no.»
Si mordicchiò l'interno della guancia, puntando prima lo sguardo intorno a noi per poi farlo ricadere su di me.«Sai una cosa?È ancora valida la scommessa del biliardo? Perchè ho proprio il rimedio perfetto contro le giornate no. Sono certo che aiuterà a tirarti su il morale.»
«Bhe...Vedi...Non so. Ho appena saltato la lezione. Andarmene in giro invece di studiare, non mi sembra una grande idea.»
Aiden scosse la testa «Sciocchezze.» Si portò una mano sulla spalla«Ho la giornata libera. E a quanto pare anche tu. Chi non ha mai saltato una lezione qui alla Fox?»
Gli lancia un'occhiata scettica «Tu. Tu non credo l'abbia mai fatto.»
Sollevò un angolo della bocca «Oh, matricola. Quante cose non sai ancora di me. Niente è mai come sembra.»
Incrociai le braccia al petto «Convincimi.»
Aiden avvicinò un po' il suo viso al mio «Avevi detto che volevi vedere un posto che per me fosse speciale. Ed io ho il migliore di tutti i posti speciali. Non si accettano risposte negative.»
Sbuffai facendo sbattere le mani contro le cosce. Aveva appena acceso la mia curiosità.«E va bene, ragazzo uscito dai libri. Vengo con te a ritirare il premio della mia vittoria stracciata a biliardo.»
«Fantastico. Per prima cosa ci serve la mia Jeep. Seconda cosa, mi devi la rivincita.»
 
La Jeep di Aiden sapeva di buono. Aveva all'interno odore di salsedine e di aria fresca. I sedili erano caldi, forse perchè doveva esser stata parcheggiata sotto al sole nei giorni precedenti. Trasmetteva una piacevole e rilassante sensazione che mi tranquillizzò, non appena mi accomodai. «Non torneremo al Greek molto presto, oggi. Ti sta bene?» mi domandò Aiden, accendendo il motore.
Guardai fuori dal finestrino «Non ho niente da dire in contrario.»
«Bene» confermò lui prima di sporgersi nei sedili posteriori a cercare qualcosa.
«Che stai facendo?»
«Mi serve solo un secondo...Sapevo di averla messa qua da qualche parte.»
Vagai un po' con lo sguardo e notai un piccolo barattolo di vetro sotto alla radio con tante palline colorate, sopra c'era scritto pillole del buonumore. Da consumare solo in caso di emergenza.«A che servono queste?» dissi prendendo in mano il barattolo.
Si voltò per capire a cosa mi riferissi «Ah. Quelle. Un regolo di Zion ma...»
«Non è come sembra, immagino.»
Aiden rise «No, matricola. Non è assolutamente come sembra. Sono delle semplici smarties. Assaggiane una e prova. Io ci vado matto ed è per questo che le tengo in macchina e non in camera mia. Finirei per mangiarle tutte in una volta sola.»
«Credo che accetterò volentieri la tua offerta» esclamai prendendone una azzurra.«Ehi, sono davvero molto buone.»
«Lo so. Ah! Eccola!» Finalmente Aiden sembrò aver concluso la sua ricerca e si raddrizzò sul sedile stringendo una sciarpa verde tra le mani.
«A cosa servirebbe una sciarpa?»
«Secondo te?» ironizzò inclinando il viso.«A bendarti!Una sorpresa è una sorpresa. Chiudi gli occhi e lasciami fare.»
Raccolsi i capelli sul collo ed aspettai che Aiden sistemasse la sciarpa.«Perfetto» confermò dopo aver stretto un nodo.
Tutto quello che riuscivo a vedere era solo la luce che filtrava dal tessuto.
«Ora.Mentre guido, facciamo un gioco. Cinque domande a testa. Puoi chiedermi tutto quello che vuoi, tranne dove stiamo andando» propose con voce allegra.
«Ci sto. Ma puoi chiedermi tutto quello che vuoi, tranne ciò che è successo stamattina.»
«È davvero così brutto?»
Feci schioccare«No, è che non vorresti veramente saperlo.»
«Domanda numero uno. Chi è la persona che preferisci di più al mondo?»
Buttai fuori l'aria tutta in una volta sola, pensavo mi avrebbe chiesto dei miei genitori e non volevo assolutamente parlarne quel giorno.«Questa è facile. Mia zia. Rose è...» Tirai all'indietro la testa.«Soprendente, direi.È quel genere di persona su cui puoi sempre fare affidamento.E la cosa più bella di lei, è che non supera gli ostacoli, li abbatte uno dopo l'altro da sola. A volte, vorrei esserne capace anch'io.Ma... Tocca a me. Dimmi la tua.»
Aiden rimase in silenzio per qualche minuto.«Cambia domanda. Non posso rispondere a questa.»
«No! Voglio saperlo!»
«Mio fratello» sospirò.«Sicuro non mi crederai. Ma la persona che preferisco di più al mondo è proprio quell'arrogante di mio fratello. Farei di tutto per lui, anche se per la maggior parte del tempo ci comportiamo come se ci odiassimo, io non l'ho mai odiato affatto. Non posso proprio farlo. Lui non è... Lui non è sempre stato così. Perciò, qualsiasi cosa mi chieda, io gli direi sempre sì.»
«Anche se fosse sbagliata?»
«Sì, matricola. Anche se fosse sbagliata, lo proteggerei.»
Stentavo a credere che Ash Storm fosse davvero diverso da come appariva. Ma chi ero io per mettere in discussione i sentimenti che Aiden provava nei confronti del suo gemello? Forse quella che stava sbagliando tutto, alla fine, ero io. Mi ero intromessa in un mondo di cui non avevo mai fatto parte, senza dar tempo a nessuno di capire chi fossi o come fossi. Rose diceva sempre che le persone erano più di quello che davano a vedere. Che dietro ad un castello, a volte, c'era solo un cuore indifeso.
«Numero due. Passiamo ad argomenti più leggeri. Voglio sapere il tuo sport preferito.»
«Il mio cosa?» dissi ridendo.«Non avevo mai corso fino ad una settimana fa e ora mi chiedi il mio sport preferito? Se vuoi posso rivelarti il mio hobby. So giocare a scacchi.»
«Sì, bhe. I tuoi sono giochi più da intellettuale. Dovevo immaginarlo. Biliardo, scacchi.»
«Dimmi il tuo, adesso.E non provare a farmelo indovinare perchè non avrei la minima idea.»
Aiden tamburellò sul volante «Il surf, matricola. Mi piacciono le onde. Mi piace aspettarle, mi piace la libertà che si prova stando su una tavola. E quando sono lì sopra, è l'unico posto in cui mi senta veramente libero.»
«Io non faccio testo. Ho paura dell'acqua. Ma il surf è uno di quegli sport che mi ha sempre affascinato.»
«Allora dovresti provarlo» suggerì Aiden puntandomi un dito contro il braccio.«Se vuoi ti insegno.»
«Ho detto che ho paura dell'acqua! Non avrei mai il coraggio di fare una cosa del genere!»
«Ehi, matricola» parlò con voce più seria.«Le paure, vanno affrontate a testa alta. Vuoi forse passare tutta la tua vita a tirarti indietro? Voglio dire, va bene, aver paura. Tutti noi abbiamo paura di qualcosa. Ma ricordati sempre, che non si vive di paure.Vuoi forse arrivare ad essere vecchia e piangerti addosso per tutto quello che non sei riuscita a fare?»
«Lo so bene. Hai ragione.Ma... Arriverà il momento in cui riuscirò a sconfiggerla. Per adesso, la lascio spaventarmi ancora un po'.»
«Domanda numero tre» esclamò Aiden.«Il tuo super eroe preferito. Anzi no. Non dirlo. Al mio tre, lo diciamo insieme.Uno, due...»
«Spiderman» gridammo all'unisono.
Aiden battè le mani «Sapevo fosse lo stesso. Ci avrei scommesso.»
«È ovvio che amassi Spiderman. A chi non piace? Bhe, avrei un debole anche per Batman... Ma quella è un'altra storia.»
«Da bambino, tutto quello che volevo era essere come lui. Gentile, onesto, un tipo qualunque che ha come superpotere aiutare gli altri.»
Sorrisi «Bhe, da quel che ho potuto vedere fino ad ora, ti avvicini molto a questa versione.»
«Grazie per il complimento, matricola» rispose con un filo d'imbarazzo nella voce.
«Quarta domanda. Questa volta comincio io» mi impuntai.«La tua favola. Dimmi la tua favola preferita.»
«Boh» borbottò.«Peter Pan, forse?Non me ne ricordo molte di favole.»
«La mia è sempre stata Alice nel paese delle meraviglie» confessai.«Rose me la raccontava ogni sera. Solo che le piaceva modificarla ogni volta, aggiungendo piccoli particolari che non facevano parte della storia originale ma riguardavano esclusivamente me.»
«Ultima domanda, ragazza» mi informò Aiden.«Questa è veramente difficile.Ora voglio sapere il tuo piatto preferito.»
«Pizza tutta la vita.»
«Hamburger e patatine tutta la vita» mi contraddì Aiden con un'aria fintamente di disappunto.
«Allora, credo proprio che abbiamo due concezioni diverse di vita» scoppiai a ridere e mi resi conto in quel momento che il nervoso che avevo provato un'ora prima, era scomparso. Aiden era riuscito sul serio a farmi dimenticare ciò che era successo. Mi sentivo come quando accendi la radio e parte la tua canzone preferita.
 
Fa quello che ti piace, Meg. Smetti immediatamente di rimandare a domani. Goditi tutti i respiri che fai e lasciati sommergere. Gira per il mondo e se non puoi, gira dentro te stessa. Innamorati delle piccole cose, falle diventare il tuo bagaglio. Annega pure. Tanto arriverà chi prima o poi, ti tirerà su.

C'era una volta Alice ( Favole Di Carta )Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora