17. Casa

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La prima cosa di cui mi rendo conto è il profumo al gelsomino, ormai lo saprei riconoscere ovunque. Ho paura ad aprire gli occhi perché anche se so già dove sono, non vorrei davvero esserci. A casa.
Sono stata una stupida. Pensavo che si riferisse a qualcosa di più complicato, invece eccomi davvero qui. Dopotutto questo è il posto che un tempo chiamavo casa.

Decido di aprire gli occhi. Non è cambiato proprio niente. La camera è rimasta uguale, i libri sparsi in giro, il comodino pieno di cianfrusaglie e ci sono persino gli stivali che non mi ero portata.
Trovo i miei vestiti nell'armadio. Mi metto la mia maglietta rossa e gialla, quella che avevo dimenticato di mettere in valigia quando dovevo tornare al Lexus. I jeans di riserva e le mie scarpe che mi aspettano sotto il letto.

Se mia zia non mi ha sbattuto fuori di casa o rispedito al Lexus, la cosa è strana. Dovrei parlarle, di sicuro è al negozio o in cucina.

Attraverso il corridoio nel quale ho fatto i primi passi e apro la porta della cucina.

Rimango con la mano sulla maniglia e la bocca aperta.

"LUCY!"

Mi sta abbracciando, vengo presa un attimo dalla confusione ma dura solo un istante.

"Che cosa ci fate qui?" chiedo

"È qui che siamo arrivati dopo i sassi" risponde Charlie, poi diventa serio "Non avresti dovuto farlo"

Si allontana un pochino e mi guarda come se fossi una bambina di due anni che ha sporcato con le tempere il tappeto nuovo.

"Dovevo farlo, fratellino" rispondo senza riuscire a smettere di ridere.

Mi viene incontro Connor e anche lui mi abbraccia.

"Ero preoccupatissimo" dice, poi si corregge "Eravamo preoccupati, noi, tutti noi"

Poi mi ricordo di essere a casa di mia zia, nella mia vecchia casa. E inizio a fare tantissime domande.

"Si, ma perché proprio qui a casa di mia zia. Se lo scopre lei si arrabbierà moltissimo..."

Connor mi mette le mani sulle spalle come se mi stesse per dire una notizia terribile.

"Lei è in giardino, credo che dovreste parlare" dice

È seduta sul dondolo nel giardino a respirare l'aria fresca. Sembra che non mi abbia ancora visto.
Mia zia è una di quelle donne a cui non si riesce a dare un età, con il viso giovane ma lo sguardo di qualcuno che ne ha passate tante. Ha i capelli ricci e rossi, gli occhi scuri e un po' a mandorla.
Io e lei avevamo sempre avuto uno strano rapporto. C'erano giorni in cui ci divertivamo insieme, e altri che sembrava odiarmi o non volermi più vedere.

"Ciao Zia Emily"

"Ciao Lucy"

La zia si gira verso di me e mi fa segno di sedermi vicino a lei sul dondolo. Mi siedo titubante, ci sono così tante cose che mi deve spiegare e io non so se voglio davvero sapere la verità. Sposto lo sguardo sui fiori, n'é sempre stata una patita: il nostro giardino ha vinto tutte le volte il premio per il più bello della città.

"Ci sono molte cose che ti devo dire, fai le domande quando avrò finito. Va bene?"

"Okay" rispondo

"Ho sempre saputo quello che eri, ma se te lo avessi detto saresti stata ancora più in pericolo. Non ti ho mentito, sono davvero la sorella di tuo padre. Sapevo di lui e di tua madre. Dovevo sposarmi con uno dei discendenti che diceva di amarmi, provai a convincerlo a spezzare la barriera. Mi bandirono in questo mondo, senza i miei poteri. La maggior parte dei bambini come te venivano affidati a Alyx, ma Lady Melody ti ha lasciato a me però non so il perché. Ogni tanto sognavo qualcosa del futuro, ti vidi in quel labirinto e ti portai in quel parco divertimenti per farti esercitare. Ho sempre avuto paura che tu scoprissi quello che eri davvero. È per questo che ho deciso di mandarti al Lexus, quei giorni era arrivato da me Lewis. Non potevo buttarlo fuori di casa, ma non potevo sopportare che tu venissi coinvolta in quel mondo così pericoloso. Non eri ancora pronta. Ho sempre fatto fatica ad aprirmi e non te l'ho mai detto. Ti voglio bene e tutto quello che ho fatto é stato perché credevo che fosse il modo migliore per proteggerti. Ti chiedo scusa"

Sento la gola secca. "Come si chiamavano i miei genitori?"

Lei mi sorride. "Arthur e Kayla. Sai, anche tuo padre amava leggere."

"Hai detto la maggior parte dei bambini, ma Connor e May sono cresciuti in un orfanotrofio"

"Si lo so, significa che non sono stati portati da Alyx. Nemmeno io so tutto, Lucy. "

"Resteremo qui?"

"Certo" risponde "Per questo vi ho trovato un lavoro, non posso mantenervi tutti da sola"

Sorrido, questo è più da lei. Lei lavora in una pasticceria, ci ha trovato di sicuro un posto li. Non mi faceva mai andare quando ero piccola perché mi mangiavo tutto il cioccolato e la panna. Ora sono cresciuta e ciò significa che mangerò solo piccole quantità di panna e cioccolato...forse.

"Inizierai domani a lavorare insieme a me"

"Grazie Zia"

Mi godo questo pomeriggio libero senza trasformarmi e faccio quello che avrei fatto in una giornata come questa prima di essere trovata.

Mi siedo su una sedia in giardino e leggo un libro sorseggiando un bel the alla pesca.
Ho scelto uno dei miei libri preferiti: 'Moonacre-i segreti dell'ultima luna' Credo che con tutto quello che ho scoperto questo libra sia perfetto.
Anche tuo padre amava leggere.
Sorrido.

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