25. Anime

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Un cavallo di un bianco immacolato mi sta sfregando il muso contro la mano, ma non è questa la cosa più strana. Ha un corno un po' sopra gli occhi.

"Sono impazzita" sussurro

L'unicorno mi incoraggia a salire sulla sua groppa e ci salgo titubante. Comincia a galoppare e sono costretta ad aggrapparmi alla sua criniera facendo attenzione a non fargli troppo male. È come se fossi ritornata bambina, con la sola differenza che allora cavalcavo in mezzo a fiori colorati e alberi verdi.

Attraversiamo quello che prima era un bosco, ma adesso è solo una landa desolata. A un certo punto inizio a vedere qualche persona, la maggior parte stanno per i fatti propri, ma c'è anche qualcuno che si tiene per mano.

L'unicorno si ferma solo quando è arrivato in prossimità di una grossa quercia circondata da delle possenti catene e un lucchetto nero delle dimensioni di un cuscino.

Scendo con cautela e inizio a vagare con lo sguardo in cerca dei miei genitori. Non ho la minima idea di come riuscire a trovarli, non so neanche che aspetto abbiano.

Prendo un bel respiro. "Mamma? Papà?"

Non risponde nessuno, rimangono tutti con sguardo perso, come se non mi avessero nemmeno sentito. Mi torna in mente la madre di Johnatan, forse potrei provare a fare la stessa cosa.

"Credo di conoscere alcuni dei vostri figli" dico ad alta voce

Qualche viso si gira verso di me, ma sembrano ancora smarriti.

"Conosco Connor, May, Charlie, Clary, Lewis, Camille e Giselle. Mi chiamo Lucy Atlas" continuo

Alcuni tornano a guardare per terra, altri invece spalancano gli occhi. Mi si avvicinano un uomo e una donna. Lei ha i capelli castani e ricci, lui ha gli occhi dolci e scuri. Li riconoscerei ovunque.

"Charlie...il mio bambino. Dimmi, sta bene?" chiede la donna

"Si, riesce a parlare con gli animali. È un bambino dolcissimo e simpaticissimo...Lo considero come un fratello"

"Quanti anni ha?" chiede l'uomo

"Undici" dico sorridendo, di sicuro non ne ha dieci.

Si fa spazio un'altra coppia. La donna ha degli occhi glaciali e la pelle molto chiara.

"Vostra figlia ha il potere del ghiaccio e ha quindici anni. Non ho parlato molto con lei, ma sta bene"

Non mi sento di dire che la loro figlia in realtà è antipatica e più fredda di un cubetto di ghiaccio. Per non parlare della volta in cui l'ho legata come un salame e chiusa in una stanza.

Mi viene in mente un'idea. Cambio aspetto, così che possano vedere le loro figlie. Divento Giselle, Camille, Clary e infine May.

Si avvicina un uomo con i capelli biondi e le lentiggini.

"Quella ragazza...l'ultima. Come si chiama?" chiede

"May" rispondo "È la gemella di un altro ragazzo che si chiama Connor"

Gli occhi dell'uomo si riempiono di lacrime e sento il mio cuore andare in mille pezzi. Non sapeva nemmeno i loro nomi, forse non li ha nemmeno mai visti.

"É uguale a sua madre Annabeth" singhiozza

"È imprigionata qui?"

Scuote la testa "No, è morta. Sai ragazzina, non tutti riescono ad arrivare qui"

Una donna aiuta l'uomo ad alzarsi, mentre un altro manda via i genitori dei miei amici.

La donna apre un pochino la bocca e mi guarda sorridendo. Ha i capelli biondi e gli occhi blu, la pelle chiara e le labbra rosee. É minuta, ma sembra forte.

"Sei tu?" sussurra con le lacrime agli occhi

L'uomo invece ha gli occhi a mandorla e i capelli color carota tutti spettinati. Lo riconosco subito perché è uguale alla zia Emily.

"Mamma...papà"

Mi abbracciano e inizialmente rimango pietrificata, ma dopo mi lascio andare. Sento le lacrime rigarmi le guance. Sono loro. Sono proprio loro. Ho aspettato tutta la vita questo momento e ora...

Si scostano da me e mi osservano senza smettere di sorridere.

"Sei davvero cresciuta..."

All'improvviso però i loro sguardi si incupiscono e mia madre mi afferra le mani con aria preoccupata.

"Non dovresti essere qui, bambina mia" dice "Devi tornare indietro, subito"

"È troppo tardi" rispondo "Sono venuta qui per liberarvi e ho accettato il prezzo"

Mi abbraccia e inizia a singhiozzare. "No, no, no. Non posso perderti ancora"

I miei occhi trovano l'albero incatenato. Il lucchetto del Limbo.

Mi alzo e mi avvicino all'albero. Mi giro un'ultima volta verso i miei genitori.

"Il mio più grande desiderio è stato appena realizzato anche se non come avevo immaginato. Ho fatto una promessa a un'altra persona e a me stessa, sarete liberi."

"Ti vogliamo bene Lucy, non dimenticarlo mai."

Chiudo gli occhi e mi giro verso l'albero. Allungò una mano e sfiorò il buco della serratura.
Apriti ordino.

Si sente un click e le catene ricadono a terra. Sento un forte vento alle mie spalle e quando riesco ad aprire gli occhi non c'è più nessuno. Sono sola.

L'unicorno si avvicina a me. Sorrido, forse non sono del tutto sola.

Ritorno al castello senza nessun peso, anzi sono felice. Ho dovuto sacrificare la mia vita e sarò condannata a rimanere qui per moltissimo tempo, ma ho salvato altre persone. Ne è valsa davvero la pena alla fine.

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