31. Rovine

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Gli altri non protestano nemmeno davanti alla mia idea. Credo che si sentano in debito con me per averli liberati o forse è davvero una buona idea.

Mia zia rovescia il contenuto di un cofanetto sul tavolo, spargendo tantissimi sassi neri di tutte le forme e dimensioni. Mi rimprovero per non averli trovati quando ero piccola, di sicuro avrei trovato qualcosa con cui divertirmi.

"Ho sempre sospettato che ci sarebbero tornati utili" dice

"Ottimo" dico "Per primi andremo io, Connor, Lewis e May....zia Emily, gestisci tu i tempi"

"E se qualcosa andrà storto?" chiede Charlie

Mi giro verso Lewis "Hai visto che le cose andranno male?"

Scuote la testa "No, ho visto solo delle fiamme e del ghiaccio ma non rivolte contro di noi"

"Sta attenta" mi dice Charlie

"Okay, fratellino"

Spezzo il sasso e mi ritrovo in una stanza interamente buia. Inizialmente non la riconosco perché è buio ed è tutto messo sottosopra, ma quando May la illumina vedo la Sala della musica.

Connor ha una faccia sconvolta mentre osserva un pianoforte e una chitarra fatti a pezzi. Per terra sono sparsi spartiti tutti bruciati.

"Cosa diamine è successo?!" sbotta sbiancando di colpo.

"Andiamo...dobbiamo controllare che vada tutto bene prima che arrivino gli altri"

Sentiamo uno schiocco sordo e veniamo circondati dalle fiamme. Una ventata d'aria gelida fa spegnere la luce nelle mani di May.

"Meno male che non erano rivolte verso noi" mormora May a denti stretti.

Lewis spalanca gli occhi di colpo, si getta su di lei e la toglie di mezzo prima che un lampadario cada proprio dove un secondo prima c'erano loro.

"CAMILLE!" urlo "SONO LUCY! HO MANTENUTO LA PROMESSA"

Le fiamme cessano di colpo, ma il freddo rimane. Si apre una porta ed entra Camille con il viso sporco di fuliggine, di fianco a lei ci sono i suoi genitori.

"Scusa" dice "È un sistema di difesa"

"Difesa?" sbotta May "Stavi per uccidermi"

Camille non sembra molto dispiaciuta per quest'ultima cosa. Sua madre, una donna con i capelli rossi come la figlia, le poggia una mano sulla spalla.

"Questo posto è stato quasi del tutto distrutto da Loro, pensavamo che sarebbero venuti a finire il lavoro"

"Abbiamo bisogno del vostro aiuto" dice Connor "Per abbattere la barriera che divide le due parti"

"NO!" grida Giselle entrando come una furia seguita da i genitori che le stanno dietro a fatica "Non possiamo fidarci, Camille..."

Camille guarda l'altra ragazza con sguardo triste "Giselle..." dice in tono dolce

"Se vuoi tu aiutali...io non posso farlo, non dopo James..."

All'improvviso crolla a terra e si mette a singhiozzare, l'altra le è subito vicino e cerca di aiutarla.

Giselle alza lo sguardo e mi guarda con odio "Non sei l'unica ad essere stata usata"

Mi torna in mente quello che aveva detto nel mio sogno. Mi chiedo come ho fatto a non accorgermene prima. Lei mi odiava perché era gelosa, perché era innamorata di lui e James l'ha usata. Non posso fare a meno di sentirmi in colpa.

"Gli dispiace...ha detto di dirti che se fosse sopravvissuto sarebbe tornato" dico

Questo la fa singhiozzare ancora più forte. "È tutta una bugia! A lui non è mai importato di me...stai mentendo così che io decida di aiutarti, ma sono stufa di essere usata"

Le racconto di Malek e quando ho finito di parlare fissa il pavimento mentre le lacrime le rigano le guance.

"Il vero James teneva a te e vorrebbe che tu lo perdonassi" concludo

La vedo stringere i pugni mentre le sue lacrime che toccano terra si congelano. "Okay"

Si sente un pop e compare anche l'altro nostro gruppo.

"Il labirinto è l'unico modo per entrare. Camille..."

"Si, so cosa fare" dice

Guardare Camille che dà fuoco al labirinto mi provoca un tuffo al cuore. Potrebbe distruggere l'entrata per sempre. Invece rimangono in piedi delle colonne e un arco di pietra candida.
Giselle è talmente sconvolta che sta facendo nevicare.

Prima di oltrepassare l'arco mi giro "Dovremo separarci" dico

"Io vengo con te" protesta Connor.

Mi guarda e sento la mancanza di quel collegamento che ci teneva uniti. Il cuore mi batte forte per la paura di non sapere quello che troverò dall'altra parte e vorrei poter sentire un'ultima volta la sua voce che mi dice di stare tranquilla.

"Credo che verrete portati ognuno nelle parti di appartenenza" aggiunge Lewis "Ma ci incontreremo al salice e romperemo la barriera"

"E se non ci riuscissimo?" chiede il padre di Giselle "Resteremo ancora divisi..."

Prendo un bel respiro "Non siete obbligati a venire...potete anche rimanere qui"

Alcuni guardano a terra con aria imbarazzata. Altri scuotono la testa contrariati. I primi a rinunciare sono i genitori di Giselle, poi anche quelli di Camille.

"Mamma...papà..." sussurra lei

"Mi dispiace, piccola mia" le dice il padre "Ma non siamo mai stati molto coraggiosi. Resta qui anche tu e non correre rischi"

"No, io vado" scuote la testa "Non è da me restare a far niente, significa che io non ho preso da voi. Io sono coraggiosa."

I suoi genitori guardano a terra con aria imbarazzata. Di sicuro trovano umiliante farsi dare una lezione dalla propria figlia.

Mi avvicino a Charlie e a Clary. "Anche voi rimarrete qui, è pericoloso"

"No! Voglio venire anche io!" protesta Charlie

Scambio uno sguardo con la madre di Clary che capisce al volo.

"Resterò io a occuparmi di voi" dice

Charlie mi guarda con aria supplice. Ma non posso permettergli di venire con voi, non lo metterò in pericolo. Non c'è da dimenticare che Loro ci impediranno sicuramente in tutti i modi di rompere la barriera.

Si sente un miagolio spaventato provenire da dietro una colonna. Charlie si avvicina e tira fuori dal suo nascondiglio Mr KitKat.

"Devi occuparti di lui" dico cercando di sorridergli tranquilla, mentre invece ho lo stomaco chiuso per la paura.

Il primo a attraversare il portale è Lewis, seguito da May e dagli altri che hanno deciso di andare.

Connor mi prende la mano e i nostri sguardi si incontrano. Non possiamo sapere se saremo dalla stessa parte e non voglio venire separata da lui ancora.

"Insieme" dice e attraversiamo il portale.

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