Sto cadendo, sto precipitando avvolta nel buio più totale. Cerco di gridare ma nessun suono esce dalla mia bocca.
Fine
Ovunque riecheggia questa voce. Ogni parte del mio corpo urla di dolore. Non riesco più a trovare aria per respirare, annaspo ma non trovo niente. C'è un'esplosione e una luce improvvisa.
"VUOI SPEGNERE QUELLA MALEDETTISSIMA SVEGLIA?!" urla qualcuno
Mi sento investire da una vampata di aria tutto di un colpo. Spalanco gli occhi e comincio a tossire come se fossi stata trattenuta sott'acqua.
Un faccia arrabbiata mi si piazza davanti. Trattengo il fiato. Non può essere.
"LA SVEGLIA!" mi urla ancora
Allungo una mano ancora confusa e spengo la sveglia. I miei occhi si spostano per la stanza fino a fermarsi su Karen.
"Ora sbrigati Atlas...non voglio fare tardi per colpa tua"
Qualcosa non va perché io non dovrei trovarmi qui. È successo qualcosa e me ne sono andata, anche se non ricordo cosa. Forse questo è un sogno anche se è più probabile che questa sia la realtà e tutto il resto un sogno. Se solo riuscissi a ricordare cos'era, sono sicura che era qualcosa di bello.
Mi torna in mente qualcosa a proposito dei miei occhi."Di che colore sono i miei occhi?" chiedo alla mia compagna di stanza
Mi guarda come se fossi matta "Grigi. Come sempre"
Ci rimango male, anche se sapevo già la sua risposta. Era solo un sogno. Dopotutto non esistono persone che cambiano colore di occhi ogni giorno oppure persone che riescono a capire gli animali o a controllarti attraverso la musica e...non so nemmeno perché mi sono venute in mente queste cose.
Karen non si sta mettendo la solita divisa ma un vestitino viola svolazzante. La guardo confusa.
"Perché? Non dovresti metterti la divisa?" chiedo
"Oggi di sicuro no. Sei ancora più strana del solito! Hai passato tutta la notte a leggere?!" mi lancia uno sguardo spazientito mentre si pettina "Ti sei dimenticata che oggi abbiamo l'uscita con quelli della Westover?"
"Oh"
Me n'ero completamente dimenticata ed è strano perché io aspetto sempre queste uscite per andare a comprarmi nuovi libri e mangiarmi un gelato.
Per le uscite siamo obbligate a mettere una gonna o dei vestiti, questa è un'altra delle stupide regole di questa scuola che vogliono vederci vestite come delle signorine di classe quali diverrete. Mi metto una gonna nera e una maglietta stile galaxy. Sto cercando le mie scarpe con lo stesso motivo, quando mi ricordo che erano solo nel mio sogno. Mi metto le mie solite converse azzurre e mi guardo di sfuggita allo specchio. È strano, ma faccio fatica a riconoscermi.
Karen ha ragione, ieri sera ho letto troppo e sono andata a dormire tardi.
Arrivati in città, Karen si getta subito tra le braccia di un tipo e così fanno anche la maggior parte delle altre ragazze. Dopo aver comprato un libro mi siedo su una panchina davanti alla spiaggia.
Tuttavia non riesco a concentrarmi sulle pagine. Continuo a sentire un dolore al petto, come se mi mancasse qualcosa. Si può provare dolore anche solo ricordando un sogno?
Forse si, se quel sogno era più bello della realtà.Decido di tornare a scuola. Tanto non riuscivo nemmeno a concentrami e mi è passata la voglia di gelato. Passo davanti alla vetrina di un negozio di antiquariato e qualcosa attira la mia attenzione.
Non mi sono portata dietro molti soldi, ma forse mi basteranno. Spingo la porta facendone suonare la campanella. Dentro non c'è praticamente nessuno fatta eccezione per una donna anziana dietro un balcone un ragazzo intento a osservare dei vecchi dischi musicali.
"Salve, hai bisogno?" mi chiede la donna
"Uhm...si. Ho visto una cosa in vetrina, vorrei saperne il prezzo..."
Il ragazzo solleva la testa e i nostri occhi si incrociano. Distolgo lo sguardo e mi giro verso la donna che si è avvicinata alla vetrina. Sembra che lui abbia appena visto un fantasma.
"Quale sarebbe?"
"La collana" rispondo "Quella a forma di luna"
"Ottima scelta! È davvero carina!"
"Quanto costa? Non ho portato dietro molti soldi, vado a scuola qui vicino quindi in caso torno dopo..."
La donna solleva la collana e scoppia a ridere "Non hai bisogno di soldi. Te la regalo"
"Grazie, ma davvero non serve...posso pagarla benissimo io" balbetto
"Dopo quello che hai fatto te la meriti" risponde gentile
Allunga una mano e ma la porge.
"Ma io non ho fatto niente"
È strano dirlo in un contesto diverso. Sono abituata a dirlo quando ho combinato qualcosa e mi vogliono mettere in punizione. Questa signora deve avermi scambiato per qualcun'altra, io non l'ho mai vista.
"Vorrei che la tenessi tu" ribatte decisa
Alla fine l'accetto e esco dal negozio ancora più confusa di questa mattina. Dall'altra parte della piazza un ragazzino è impegnato in un'animata discussione con un gabbiano. Mi stanno capitando tutte oggi le cose più strane oppure devo avere visioni strane a causa di tutto il caffè che ho bevuto per rimanere sveglia.
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Atlas
Fantasy~ Noi non siamo come gli altri...Lucy, tu sei una di noi ~ A volte la propria vita può cambiare radicalmente con una sola decisone. Un secondo prima ci si sente normali e subito dopo il proprio piccolo mondo viene stravolto. Perché una volta scopert...