35. Cambiamenti

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Capisco che c'è qualcosa che non va non appena vedo le loro figure in lontananza. Connor mi lascia la mano e inizia a correre. Quando vede la sorella tira un respiro di sollievo.
Non c'è più traccia dei mostri, per fortuna.

Noto una figura con dei capelli bianchissimi sdraiata sul terreno. Vicino a lei le sta accanto Camille e il pupazzo di neve che prima la proteggeva. Mi avvicino e mi siedo accanto a lei.

Se possibile Giselle è ancora più bianca del solito. Camille sta singhiozzando mentre le accarezza i capelli.

"Non puoi lasciarmi, mi rimani solo tu..." mormora

"Mi dispiace" sussurra Giselle

"Non te l'ho mai detto ma ti voglio bene e per me sei sempre stata una sorella anche se litigavamo sempre"

Giselle gira il viso verso il pupazzo di neve che si sta sciogliendo. Il sangue che le cola dalla ferita al fianco.

"Mi hai servito bene, grazie"

Poi si volta verso Camille "Grazie anche a te, sorella"

I suoi occhi color ghiaccio si chiudono per sempre e un'ultima lacrima le solca la guancia.
La mano si affloscia sul fianco e il suo protettore si scioglie con lei.
Camille piange silenziosa con la testa della sorella sulle gambe. Così opposte, così uguali. Non trovo il coraggio di parlare, non ci sono parole per questi momenti.

C'è un'altra figura stesa a terra.

Lewis.

May gli è seduta vicino con un'espressione concentratissima mentre gli poggia le mani sulla ferita alla spalla, ormai rosse di sangue. La ferita brilla di giallo e la ragazza ritira le mani.

"Non azzardarti a morire!" gli urla "Mi hai capito?! Non morire!"

"May..."

Connor appoggia una mano sulla spalla della sorella e lei scoppia a piangere.
Nel frattempo anche i nostri genitori stanno risalendo la collina. Non appena lo vedono a terra, i suoi genitori si precipitano da lui.

Mi sento del tutto impotente davanti a questo. Non è servito a niente sconfiggere Malek. Giselle è morta e il respiro di Lewis è troppo lento, morirà anche lui. Avremmo fatto meglio a lasciare lo cose come stavano, almeno adesso nessuno di loro sarebbe...morto.

Iniziamo ad arrivare anche alcuni abitanti di questo mondo che rimangono a bocca aperta quando vedono l'altra parte. Una donna con un pancione enorme corre incontro a un uomo dalla parte opposta.

Poi Lewis tossisce e spalanca i suoi occhi azzurri. La sua ferita prende per qualche secondo una sfumatura gialla. I suoi genitori lo aiutano a tirarsi su.

"Non sei morto!" esclama May

"A quanto pare no"

Lei lo abbraccia e poi gli da un bacio sulla guancia. Lewis diventa tutto rosso e sembra completamente shoccato.

Mi giro per cercare i miei genitori e trovo mia madre con gli occhi lucidi e mio padre che piange. Mi avvicino con un brutto presentimento.

"Dov'è Zia Emily?" chiedo sperando di non sentire quella risposta.

Mio padre scuota la testa "Lei non..."

Sento qualcosa che si spezza dentro di me. Ho passato tutta la vita a pensare che lei non mi volesse e che mi considerasse una piaga, invece lei aveva detto che mi voleva bene. E io gliene voglio a lei, è stata una madre per me. Me ne rendo conto solo ora. Ha sempre cercato di proteggermi e io non l'ho mai capito.

Crollo in ginocchio. Non posso credere di aver pensato che tutto sarebbe andato bene. Lei non c'è più e io non le ho nemmeno detto addio, non le ho detto che le volevo bene.
Guardo le persone che si osservano rimanendo nelle rispettive parti, ancora timorose di scoprire cosa c'è dall'altra parte.

Si avvicina la donna con il pancione e mi sorride.

"Non riuscirò mai a ringraziarvi abbastanza, ve ne sarò per sempre grata. " dice "Grazie a voi mia figlia potrà crescere con un padre e una madre..."

Annuisco, ma non riesco a ricambiare il sorriso.

"Come ti chiami?" mi chiede "Vorrei chiamare mia figlia in tuo onore, visto che grazie a te potremo essere una famiglia"

"Lucy" rispondo titubante "Ma non sarei quella che sono se non fosse stato per una persona, lei ha sacrificato la sua vita oggi. Emily"

Si accarezza la pancia e mi sorride "Emily...la mia piccola. È un nome bellissimo!"

Me la immagino qui adesso accanto a me. Di sicuro mi inciterebbe a non mollare, mi farebbe alzare e direbbe che non devo perdere la speranza.

Guardo un bambino del lato sinistro che attraversa la linea che li separava con un grido di battaglia e quando arriva dalla parte opposta dice agli altri che non c'è da avere paura. Da adesso le cose non saranno più come prima, ma non sempre i cambiamenti sono cattivi. Si dovranno abituare, ma alla fine impereranno a vivere di nuovo come un unico popolo. Un giorno queste persone racconteranno ai propri nipoti che cosa è successo oggi e di come le cose siano finalmente cambiate.

Leo sta parlando con un uomo e una donna che immagino siano i suoi genitori. Emma è andata a ringraziare May che non si vuole allontanare un secondo da Lewis per paura di vederlo crollare di nuovo a terra.

Connor è davanti a me e mi porge una mano per aiutarmi ad alzarmi. Mi stronfino gli occhi e ricaccio indietro le lacrime. Appoggio la mia mano sulla sua e mi tiro in piedi, decisa a non ricadere qualsiasi cosa accada.

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