18. Cioccolato

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È davvero straziante restare a guardare tutte queste delizie senza poterle neanche assaggiare. Sul bancone ci sono cioccolatini, torte, cupcake, fragole ricoperte di cioccolato e biscotti. Ognuna di loro sembra dire Mangiami, sono buonissima, mangiami!

Connor é dentro a cucinare, Lewis si occupa della consegne, Clary e Charlie sono a casa con May che si è svegliata stamattina, in effetti mantenendo quella luce ha fatto uno sforzo enorme. Io sono al bancone e mia zia serve ai tavoli.

Indosso una maglietta rossa del negozio è un grembiule nero, ho raccolto i capelli in una treccia laterale. Oggi gli occhi sono grigi, proprio come la sera del ballo al Lexus.

"Cinque cioccolatini al latte e tre al cioccolato bianco, quelli a forma di cuore"

"Vuole la confezione regalo?" chiedo

"Si grazie"

La mia giornata prosegue così. Oggi il negozio è pieno e, come se non bastasse, resterà aperto tutta la notte. Infatti, in città ci sarà una festa degli innamorati, una specie di San Valentino. In questa città non era abbastanza fare solo una festa sdolcinata, sentivano il bisogno di aggiungerne un'altra, anche se secondo alcuni è più una trovata commerciale. La chiamano "festa di Cupido", anche se la considero più "festa della nausea" .

Non ho mai capito perché le persone si affannano tanto per feste così, insomma se ami qualcuno lo devi fare tutto l'anno e puoi regalargli cioccolatini quando vuoi. Poi ci sono quelli che usano queste feste come scusa per mangiare più dolci.

La mia giornata continua con un'unica pausa per pranzare e tre per andare in bagno. Siamo praticamente messi ai livelli degli schiavi dell'antica Roma, scommetto che qualsiasi di quei dominus sarebbe più gentile di mia zia.

Qualcuno entra e mia zia rivolge loro il solito sorriso di benvenuto, chiedendo cosa vogliano fare: se sedersi o prendere da portar via, neanche fosse un ristorante cinese.

Riconosco i due ragazzi che sono appena entrati e vorrei tanto scavarmi una fossa.

Non qui, andatevi a sedere. Non venite qui penso. Loro vengono proprio da me.

"Vorremmo...oh Lucy Atlas! Da quanto tempo!"

Ingoio il rospo "Ciao Zoe, ciao Noah"

Erano entrambi miei compagni di scuola prima che andassi al Lexus, con il ragazzo non ero mai andata d'accordo. Il primo anno delle elementari mi aveva tirato i capelli e io gli avevo tirato in faccia una palla di fango. Con la ragazza non era andata meglio, una volta "accidentalmente" avevo rovesciato un vasetto di pittura sul suo nuovo vestito bianco dopo che mi aveva chiamato strega.

"Wow, quasi non ti riconoscevo! Ti va di fare una chiacchierata?" dice Zoe, poi si rivolge a mia zia "Può fare una pausa, vero?"

Guardo mia zia. No, non posso. Non dire di si.

"Certamente, dopotutto non vi capiterà più!"

"Grazie tanto" dico, sperando che si accorga di quello che ha combinato. Praticamente mi uccide se le chiedo se posso andare al bagno, ma mi lascia parlare con due che odio.

Adesso Zoe passerà tutto il tempo a vantarsi delle cose che ha fatto e dopo aver chiesto se ho il fidanzato inizierà a parlare di quanto lei e Noah stiano bene insieme e bla bla bla.

"Aspetta Lucy!"

Connor esce fuori dalla porta della cucina con le mani bianche di farina.

"Puoi venirmi a dare una mano?" chiede

"Arrivo subito" esclamo "Scusate, rimanderemo la nostra rimpatriata..."

Senza aspettare la loro risposta mi fiondo dentro e quando mi chiudo la porta alle spalle tiro un respiro di sollievo.

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