CAPITOLO 37

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Lo'ak 's pov:

Appena entrammo erano già tutti seduti. Stessa disposizione di sempre, ma Spider al posto di Neteyam. Non sarei stato per nulla calmo. "Devi spostarti immediatamente di lì." Si girarono tutti di scatto verso di me. Io stavo ancora indicando Spider con il dito.

"Lo'ak, calmati. È solo un posto" si alzò Kiri, mettendomi le mani in faccia. Non dovevo arrabbiarmi in quel momento. Ci sarebbe stato il tempo per dare le mie sfuriate.

"No, ha ragione. È giusto che ci stia Tseya in questo posto" si alzò e fece spazio alla mia migliore amica.

Lei dopo un attimo di titubanza, mi guardò e poi si andò a sedere. Io mi sedetti a fianco a lei, siccome quello era il mio posto. E Tuk al suo fianco, come la prima e unica volta che era venuta a mangiare da noi.

"Ok ragazzi, se vi siete calmati, vogliamo ringraziare Eywa? Così mangiamo con calma" parlò mio padre, dopo minuti di silenzio imbarazzante.

Io, Tseya e Kiri ci lanciavamo continue occhiate, soprattutto io e Tseya. Kiri ormai aveva perdonato Spider, quindi non c'entrava quasi nulla con questa faccenda. Iniziammo a mangiare. Kiri parlava con Spider e con mia madre. Tuk continuava a ridere a delle battute di mio padre.

Ad un certo punto si unì al discorso anche Tseya, che continuava a fare ridere la mia sorellina più di quanto lo facesse mio padre.

Io rimasi in silenzio, con gli occhi fissi sul pesce che stavo mangiando.

Poi sentii qualcuno avvicinarsi al mio orecchio. "Ma quando si deciderà a parlare? Di questo passo non confesserà mai" ovviamente Tseya aveva ragione, ma era meglio non affrettare le cose.

"Conviene che non lo costringiamo a parlare, o andrà a finire molto peggio di quello che immagini" le risposi io, sempre all'orecchio.

Non avrebbe dovuto sentire nessuno, altrimenti sarebbe stato peggio, appunto.

Ormai avevamo finito di cenare, ma il mio cervello iniziò a concentrarsi su quello di cui si stava parlando. Avevo pensato ad altro per tutto il tempo, e non avevo sentito nulla del discorso.

"Si, Neteyam lo vediamo tutti i giorni, ma non è la stessa cosa..." parlò mio padre. La sua voce era come il respiro di qualcuno che si sta nascondendo.

"Devo dirvi una cosa" e finalmente Spider parlò. Disse "Ho salvato Miles, l'ho trovato sott'acqua, pensavo fosse morto ma poi ha tossito. Non volevo la sua morte sulla coscienza sapendo che avrei potuto salvarlo e... l'ho riportato in superficie con me. È comunque mio padre, anche se non gli voglio bene, non dopo tutto quello che ha fatto."

Concluse il suo discorso, io alzai la testa, finalmente, dal tavolo e lo guardai negli occhi.

Lui abbassò lo sguardo immediatamente, e Kiri lo circondò con un braccio per consolarlo. Non avevo intenzione di parlare. Non avrei detto nulla. Mia madre si alzò, imbestialita.

Uscì fuori dalla tenda e mio padre uscì subito dopo di lei, probabilmente per parlarle. Vidi Tseya andare a mettersi sull'amaca di Tuk insieme a lei, e dopo averla abbracciata, iniziarono a giocare tra di loro e a parlare. Io invece sentii le urla di mia madre, con le orecchie tese.

"Io l'ho sempre detto che non dovevamo crescerlo con noi, l'ho sempre detto che non mi fidavo! E vedi cos'ha fatto! E il nostro bambino non c'è più. NETEYAM NON C'È PIÙ!" le sue urla erano strazianti come quelle che emisero lei e Tseya quando morì.

Mi girai verso l'entrata della tenda e vidi mio padre abbracciare mia madre. "Se ne deve andare. Non può stare più qui. Deve tornare da Norm, alla base. Non lo voglio più avere tra i piedi."

Furono le ultime parole di mia madre. Poi la vidi allontanarsi, verso la riva probabilmente.

Mio padre rientrò. "Domani ti riporterò da Norm. È giusto che tu stia lì. Non puoi più stare qua. Le riserve di ossigeno, inoltre, stanno finendo. E, vi prego, non voglio discussioni. È stata presa questa decisione, e questa sarà. Buonanotte, ragazzi"

Si andò a mettere sulla sua amaca, attaccata a quella di mia madre. E lei chissà quando sarebbe tornata. Forse non l'avrebbe fatto finché non se ne sarebbe andato.

Io mi alzai, e sentii i passi di Tseya seguirmi. Mentr un'altra mano mi prese il braccio "Lo'ak, io-" "No, Spider. Non mi parlare. E non mi toccare." cacciai la mano dal mio braccio, bruscamente, e andai fuori in fretta. "Abbiamo fatto bene a non urlargli contro. La tua presenza, e giocare con Tuk, mi hanno aiutata a non dire nulla. Grazie, Lo'ak" io e Tseya ci sedemmo sul pontile.

"Io non riuscivo a parlare, semplicemente. E forse è molto peggio" mi grattai la fronte. Poi vidi una figura avanzare verso di noi. E infine altre due. La prima era Kiri, seguita da Roxto e Tsirera.

L'ultima si sedette nello spazio tra le gambe, appoggiando la testa sul mio petto. E ovviamente iniziai a giocare con i suoi capelli.

"Domani se ne andrà, nostro padre lo riaccompagna nella foresta, nella base dove si trovano Norm e gli altri." disse Kiri, che si trovava in braccio a Roxto. Per un attimo guardai il ragazzo male, ma poi lasciai stare. Ormai stavano insieme da un sacco, ed era un bravo ragazzo.

"È la cosa giusta, e probabilmente la migliore" questa volta parlò Tseya, che nel frattempo si era distesa. Percepii il senso di vuoto che stava provando.

Anche se non aveva detto nulla, ma sapevo che stava sentendo la mancanza di Neteyam più di ogni altra cosa in quel momento.

E, immancabili, in quel momento arrivarono anche Aonung e Kanari.

Dalla morte di mio fratello non ci eravamo più riuniti in quel modo. Mancava solo mio fratello, solo lui. Una lacrima solitaria scese sulla guancia di Tseya. La cosa bella era che eravamo tutti illuminati da quei piccoli puntini che ci costellavano il corpo, e quindi non era completamente buio.

"Ci vediamo, ragazzi" Tseya si alzò e in un lampo non era più vicino a me.

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Tseya's pov:

Sentii troppo la sua mancanza, e perciò mi stesi sul pontile. Avevo bisogno della sua presenza dietro di me, che mi abbracciava. Ma dietro di me c'era solo il vuoto. E poi, solo un pezzo di legno.

Mi diressi, di nuovo, verso la foresta. Avevo bisogno di fare un giro con Pay'ti. Appena toccai la sabbia con la punta del piede, corsi. E corsi ancora, finché non arrivai sull'albero dove eravamo stati "toccati" dall'Atokirina.

Chiamai Pay'ti, le diedi da mangaire e salii in sella. E mi ritrovai a volare in cielo, con l'Ikran del mio ragazzo, senza il mio ragazzo.

E per la prima volta, da sola. Completamente.

E mentre volai, con il vento in faccia che mi scompigliava i capelli, pensai a quella volta che ci dissimo di avere paura del buio. E ora c'ero dentro, al buio. Ne ero immersa, ci ero annegata.

E così mi venne in mente la seconda idea di merda della serata.

Cambiammo direzione. E poi arrivai a quella magnifica fonte luminosa. L'albero delle anime era l'unica cosa che contava in quei giorni. "Aspettami qui, Pay'ti" ovviamente non ero pazza, ma ormai quell'animale mi capiva bene, e infatti non volò via.

Così feci quella specie di scalinata, fino a immergermi completamente. Poi risalii, e presi tanti respiri, e infine mi collegai all'albero.

I think i'm in love with you // Neteyam & TseyaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora