Tseya's pov:
Io non potevo vedere i miei amici. Non ce la facevo proprio. Mi causavano un mix di emozioni cattive che non sapevo neanche riconoscere e distinguere.
Provavo rabbia, tristezza, vergogna. La vergogna. La più brutta insieme alla rabbia. Mi avevano vista piangere e mi avevano "accudita" come se avessi bisogno di un aiuto, quando era Lo'ak ad avere bisogno di me. Ero diventata un peso.
E poi la rabbia. Non avevano neanche provato a portarlo al villaggio. Non hanno fatto NULLA. E questo mi causava una forte rabbia verso i Sully, ma anche verso Tsireya. Lei era lì e non ha fatto niente, più di tutti gli altri. Non ha parlato, non l'ha consolato mentre provava un dolore lancinante. E non ha neanche abbracciato Lo'ak non appena è morto suo fratello.
La tristezza non era la cosa peggiore alla fine. Malinconia, forse era la descrizione migliore. Il mio ragazzo era morto e non ero andata a trovarlo neanche una volta. Neanche una in due settimane.
Non avevo la forza di vederlo e non poter fare nulla per riportarlo indietro. Non sapevo neanche se fosse in condizioni migliori rispetto a com'era morto. Magari aveva ancora le cicatrici. O magari non mi ricordava.
Mi raggomitolai su me stessa, poggiando la fronte sulle ginocchia. I miei fratelli entrarono nella tenda. Non alzai lo sguardo, semplicemente li percepii subito.
Avevano appena parlato con Lo'ak e Tsireya.
Mio fratello si avvicinò a me e si abbassò alla mia altezza. Appoggiò una mano sulla mia spalla e mi accarezzò. Sorrisi al suo tocco ma allo stesso tempo una lacrima cadde sulle mie gambe.
Lui era l'unico con cui parlassi. Era l'unico a cui permettevo un contatto, sia fisico che emotivo. Lui sapeva quello che pensavo in quei giorni, quello che avrei pensato per il resto della vita probabilmente.
"La prossima volta andrà meglio..." disse con voce dolce Roel. Alzai la testa e lo guardai confusa. "Non voglio vederli né parlare con loro. Deciderò io la "prossima volta" e deciderò io quando sarò pronta." risposi, quasi arrabbiata. Da quel giorno non ero ancora riuscita ad andare in acqua.
Poi mi allarmai quando pensai al fatto che non fossi ancora andata dal suo Ikran. Mi alzai di scatto e mio fratello con me. Forse l'avevo fatto agitare.
"Che succede?" chiese Kanari, che stava sentendo e guardando tutto da lontano. Si era alzata anche lei dalla sua amaca e si stava avvicinando. "Non ti avvicinare" sussurrò Roel. Lei fece così e io mi risedetti. Sarei andata di sera.
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Lo'ak 's pov:
Quando tornai, trovai già tutti a tavola. Stavano aspettando me. Mi sedetti al solito posto. Mi girai a guardare al mio fianco e il posto era ovviamente vuoto. Il posto di Neteyam. Guardavo sempre quel posto e non mi ero ancora abituato a vederlo vuoto.
Mi rattristai. Poi mangiai in silenzio mentre gli altri cercavano una qualunque scusa per parlare. Non guardai nessuno negli occhi, non alzai il capo una volta. Ero troppo immerso nei miei pensieri.
Finii e mi distesi direttamente sulla mia amaca, senza aiutare a mettere a posto, né dire nulla. Non ci tenevo a parlare con nessuno di loro.
Ormai parlavo solo con Tsireya. Pensai subito a Tseya, ma ormai non parlavo neanche con lei. "Scimmia smielata"... Non me lo diceva più.
Quando spensero tutte le candele provai a dormire. Non sapevo per quanto tempo mi ero girato e rigirato su quell'amaca. Sapevo solo che ormai non sarei riuscito a dormire. Uscii dalla capanna sbuffando. Mi strofinai gli occhi quando uscii alla luce della luna.
Mi diressi verso la riva e mi sedetti. Le onde erano così calme. L'acqua era quasi calda. Chissà cosa avrebbe fatto mio fratello se fossi morto io al suo posto.
Come sarebbero andate le cose se avessimo seguito il consiglio di Tseya e l'avessimo riportato al villaggio?
Tseya. Una figura si mosse dietro di me. Ed era proprio lei. Si stava dirigendo verso la foresta. Decisi di seguirla. Magari sarebbe stato un modo per ricominciare a parlare.
Si voltò molte volte, ma riuscii sempre a nascondermi.
Arrivammo al centro della foresta, ma lei si fermò. Rimasi immobile e non feci in tempo a nascondermi che si era voltata. Si avvicinò velocemente, puntandomi un pugnale alla gola. Lo riconoscetti subito. Era quello di mio fratello.
"Perché mi segui?" chiese quasi ringhiando. Alzai le mani in segno di resa e le risposi con un semplice "volevo vedere dove andassi."
"Non sono affari tuoi, vai via" rimise il pugnale nella custodia sulla coscia e continuò a camminare. Salì su un albero poco distante.
Era molto alto, sembrava avere molti e molti anni, forse secoli.
Ovviamente continuai a seguirla, non mi sarei arreso finché non mi avrebbe parlato di nuovo. "Perché non mi lasci in pace?!" si girò di scatto, urlando esasperata. "Perché non sto bene, e non parlare con te peggiora tutto" risposi in modo sincero.
"Tseya, dimmi perché non vuoi la nostra vicinanza. Cosa ti abbiamo fatto?" chiesi sull'orlo di una crisi. Mi dava fastidio non riuscire a capire qualcosa.
"Non è colpa vostra. È come mi sento io. Tu stavi malissimo, ma non hai badato a te e hai pensato a me" si fermò un attimo e poi ripresi "Non dovevate vedermi in quello stato! E poi, perché non l'abbiamo portato al villaggio?! L'avrebbero salvato!" mi urlò contro e delle lacrime le bagnarono il viso.
"Non voglio dare a te la colpa, ma sarebbe potuto andare tutto diversamente. E per quanto riguarda il motivo per cui sono qui, ho promesso a... lui che avrei badato al suo Ikran ed è arrivato il momento di mantenere la promessa." Mi poggiò l'indice sul petto e poi si allontanò leggermente. Riversò su di me tutto quello che aveva dentro. Forse non tirava quelle cose fuori da troppo tempo. O forse l'aveva fatto con suo fratello, ma dirle a me l'aveva liberata del tutto.
"Sei andata all'albero delle anime? Io non ci sono ancora riuscito..." dissi dopo un bel po' di silenzio. "No. Non ci voglio andare." rispose in modo schietto e poi chiamò l'Ikran di mio fratello.
Quando atterrò sul ramo, si avvicinò a lui e gli accarezzò il becco. Poi tirò fuori da una sacca due pesci, e glieli diede da mangiare. Si sedette accanto a lui e non fece nulla. Chissà cosa le passava per la testa. "Ti sei mai collegata a lui?"mi guardò con faccia confusa, sembrava quasi imbarazzata.
"Intendi..." ok, forse aveva frainteso. "No! Intendevo Pay'ti!" mi guardò ancora confusa. "Pay'ti! L'Ikran di Neteyam!" dissi indicando l'animale. "Non ti aveva detto il suo nome?" rimasi sorpreso. Lei scosse la testa. "Beh, ora lo sai" sorrisi scherzosamente.
Poi mi rattristai di nuovo quando pensai a quando volavo per la foresta insieme a Neteyam. Sorrise anche lei, malinconica. Sapevo già a cosa stesse pensando.
Si alzò e mi abbracciò. Quei momenti non si sarebbero mai più ripetuti...
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Oggi così. Come sempre mi scocciavo a ricontrollare tutto e quindi vi beccate anche gli errori.
E niente, ieri mi sono dimenticata di dover pubblicare, quindi scusate🐧🫶
BUONANOTTE💃💃💃
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I think i'm in love with you // Neteyam & Tseya
RomansaEra tutto tranquillo, come sempre d'altronde, quando all'improvviso... Oh scusate, non posso scrivere qui il contenuto della mia storia. Però prometto che vi piacerà tanto. Io sono Tseya e ho 15 anni. Abito nel villaggio dei Metkayina da sempre ins...