~Capitolo 16~

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Prima di iniziare a leggere questo capitolo volevo chiedervi se magari passereste a leggere la mia nuova storia "Obsession [h.s]" mi farebbe davvero piacere. Grazie e buona lettura❤️

La giornata passa più veloce di quanto mi sia aspettata per tutta l'ora di storia io e Taylor ci siamo accordate su come passeremo il pomeriggio insieme e di come si sia innamorata di un ragazzo che a quanto pare non è di questa scuola.

«Ci vediamo oggi ciao Em!» mi saluta un attimo prima di salire sul suo motorino azzurro e andar via.
La saluto alzando la mano e sorridendole.

Non mi piace quando le persone mi chiamano "Em" ma credo che per lei farò un'eccezione.
Rimango immobile a mordicchiarmi le unghie finché la macchina di mia madre mi si para davanti.

Salgo e la saluto prendendo il mio telefono e controllando se ci sono nuovi messaggi.
Nessuno in particolare attira la mia attenzione così decido di concentrarmi sulla musica trasmessa alla radio.

«Oggi dovresti stare con Justin e Jennifer visto che domani partiranno.» dice entrando nel garage.

«Ho promesso a Taylor che saremo uscite insieme questo pomeriggio...»
«Taylor?» aggrotta le sopracciglia.
«Ah giusto non ti ho detto che ho fatto amicizia con un ragazza, è molto simpatica.»
«Mmh, ok ma se non mi sbaglio questa mattina hai promesso a Justin che avresti parlato con lui o mi sbaglio?» chiede mia madre concentrata sulla strada.

Adesso che ci penso ha ragione, ci stava spiando? Ero più che sicura che fossimo stati soli.

«Mamma ci stavi spiando?» incrocio le braccia al petto guardandola profondamente.
Rimane in silenzio ed esce dall'auto.

«Non ci posso credere! Mi hai spiato!? Pensavo che questa fase l'avessimo superata da tempo!» alzo la voce.

«Non alzare la voce con me signorina.» dice fermandosi e puntandomi il dito contro.
«Ah no? Non lo dovrei fare?! Mamma sei seria! Mi hai spiato! Significa che non ti fidi di me, non posso crederci...»

Ma come ha potuto? Odio quando fa così e ha pure il coraggio di riprendermi se alzo la voce! Ho una tale rabbia che spaccherei la prima cosa che mi si punta davanti, con passo svelto la supero e sbatto la porta con violenza.

«Ehi Emily come è...» chiede Jennifer ma la interrompo strillando. «chiedilo alla tua amica!»

Butto lo zaino dove capita e mi lascio andare lungo il letto, sono ancora infuriata perché mia madre per l'ennesima volta non si fa i dannati affari suoi, vorrei urlare ma non credo che sia una buona idea devo imparare a tenere la rabbia per me.
Visto che manca ancora qualche ora prima di raggiungere Tay al centro commerciale mi anticipo i compiti così da non trovarmi come al mio solito all'ultimo momento.

Odio la matematica e tutti questi cavolo di calcoli, vorrei sapere una cosa... Nelle vita cosa ti servono tutte queste cose? Quando sai che 2+2= 4 ti puoi considerare un fottuto genio.

Porto le mani sui miei capelli facendole intrecciare a essi abbasso la testa verso il mio libro a cui vorrei fare tante cose e nessuna di esse comprende la parola "studio".

Do un'occhiata al mio telefono e direi di iniziarmi a preparare altrimenti arriverò tardi.
Apro l'armadio e prendo un paio di jeans azzurri chiari e una felpa nera a fantasia floreale, le mie amate vans nere e il mio zainetto nero e per completare il mio solito braccialetto rosso, tiro i capelli in una coda alta, passo un po' di mascara ed esco per chiedere a mia madre se mi accompagna ma so già che la sua risposta sarà un sonoro: no.

«Mamma mi accompagni?» chiedo cercando di evitare il suo sguardo arrabbiato.
«No, ti ho detto che oggi stiamo tutti insieme quindi disdici tutto perché tra poco andiamo tutti al mare.»
«Non puoi obbligarmi.» la sfido mettendo le braccia al petto, mi sto davvero trattenendo dall'urlarle contro.

«Britney se vuole uscire lasciala, ci rivedremo presto.» prova a convincerla Jennifer.
«No. Non può fare sempre come vuole, abbiamo degli ospiti e non mi piace quando si comporta da menefreghista. Quindi Emily cambiati e andiamo, e non voglio sentirti lamentarti altrimenti...»
«Altrimenti cosa? Mi metterai in punizione? Non mi farai cenare? Ma si fate tutto quello che volete tanto la mia parola non conta niente vero mamma?» urlo. «Dovete sempre decidere voi per la mia vita? Non è vero?! Come quando tu e papà avete divorziato o quando lui se ne è andato, oh aspetta ne ho ancora una!» rido disperata. «quando hai deciso di trascinarmi qui in questa fottuta città lontano dalle cose che amo. Mamma questa non è la vita che ho sempre voluto o che io mi aspettassi, voi non mi avete mai ascoltata e sono sicura che mai lo farete, continua a fare la tua vita che da oggi io farò la mia. Non mi aspettate perché io non vengo ho preso la mia decisione proprio come tu hai sempre fatto fregandotene di noi.»

Ormai tutti in casa sono scesi ed hanno assistito al mio sfogo, le lacrime continuano a scendere mentre corro in camera mia spingendo Cameron per farmi passare.
«EMILY» la sento urlare.
«TORNA SUBITO QUI NON ABBIAMO FINITO! EMILY!» continua

Mi chiudo la porta alle spalle girando la chiamo buttandomi a terra continuando a singhiozzare e pregare che questo dolore che sento al petto termini presto perché non ce la faccio davvero più.
Per tutto questo tempo sono stata zitta tenendomi tutto dentro ma oggi, oggi non ho più retto, voglio solo allontanarmi da questo disastro andando il più lontano possibile.

Prendo il telefono e compongo il numero di Taylor.
«Ehi.» dico passandomi una mano sotto l'occhio per cacciare le lacrime.
«Ehi, stai bene?» chiede con voce evidentemente preoccupata.
«Taylor scusami ma credo di non venire, scusami ancora ma non mi sento bene.» dico mordendomi il labbro per non crollare di nuovo.
«Va bene non c'è problema. Se ne vuoi parlare io ci sono.» mi rassicura.
«No no, tranquilla è tutto ok h...ho solo bisogno di riposo.» prendo una breve pausa. «adesso vado ci vediamo.» dico attaccando all'istante e cominciando a piangere un'altra volata.

Le ragioni di queste lacrime si stanno mischiando troppo e sento che non la smetterò più se penso al mio passato a tutte le cose che ho subito e sono stata in silenzio immagazzinando tutto dentro.

Le urla di mia madre si sentono ancora e vorrei tanto non poterle sentire perché so che mi faranno ancora più male.

Poco dopo qualcuno bussa alla mia porta.
Non rispondo, ancora una volta non vengo ascoltata, perché non capiscono quando qualcuno ha bisogno del proprio spazio e di essere lasciato solo? Non è tanto difficile da capire.

Bussano ancora una volta, stavolta più forte, poso le mani sulle mie orecchie per non sentire altro che i miei singhiozzi.
«Emily apri ti prego... H... Ho bisogno di sapere come stai.»
«Vattene. Te sei peggio di tutti loro, mi odi e io ti odio quindi sparisci.» dico alzandomi e dando una botta alla porta appoggiandoci la fronte sopra.
«Emily, per favore apri la porta. Voglio solo sapere come stai poi giuro che me ne vado.» continua.
«Sto benissimo! Adesso che lo sai vattene non voglio più avere nessuno tra i piedi.»
«Ti stai comportando come una bambina, non farmi arrabbiare apri questa dannata porta! O entrerò a modo mio!» urla battendo il palmo contro la porta.
«Ho detto vattene.» dico e mi avvicino al letto.

Finalmente se n'è andato non sento più la sua fastidiosa voce.
Un filo di vento mi passa tra i capelli facendomi salire i brividi lungo la mia schiena, mi alzo e mi avvicino alla finestra trovando Cameron difronte a me.

N/A
Eccomiii finalmente ce l'ho fatta❤️.
Spero di essermi fatta perdonare anche se a me non convince molto ma è a voi che deve piacere...
Vi ricordo che se vi va potete leggere la mia nuova storia ovvero "Obsession [h.s]" che la trovate tra le mie opere.

Vorrei conoscevi un po meglio quindi ho deciso che a ogni fine capitolo vi farò delle domandine dove mi farebbe piacere se voi rispondesse.
Iniziamo con una facile:

Come vi chiamate?
Io Rachele

If you stay with me.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora