26. Corvus

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"Ma forse certi legami non conoscono il tempo e lo spazio. Forse oltrepassano qualsiasi barriera. Sono un altro tipo di destino."
-Nel modo in cui cade la neve.

Gli scienziati dicevano spesso che tutti vivevamo sotto lo stesso cielo.
Se una persona in Tunisia avesse alzato lo sguardo verso il cielo, avrebbe visto la stessa coperta celesta che vedeva Moon ma non era propriamente così.

Moon non aveva mai visto un tramonto così bello in vita sua, eppure la piccola cittadina natale di Seokjin non distava così tanto da Suncheon. Avrebbero dovuto essere uguali i tramonti, le albe, le stelle perfino invece sembrava di essere in un mondo alternativo fatto di luci gialle, striature arancioni e arcobaleni rossi e viola.

Jungkook l'aveva lasciata da sola ad ammirarlo dopo aver sentito le galline starnazzare in modo strano nel pollaio.
Era incredibile come si sentisse legata al corvino e come il corvino stesso, facesse ormai affidamento su di lei. Con i suoi fratelli non sempre poteva parlare di tutto. Aveva bisogno di un parere esterno e non avendo amici al di fuori della sua famiglia e di qualche collega di lavoro, Moon gli era sembrata una mano dal cielo.

Moon avvertì dei passi dietro di lei e fu quasi certa che fosse Seokjin, data l'altezza dell'ombra e le spalle grosse ma le fece storcere il naso la puzza di fumo di sigaretta e di Brandy 1902.
Era ovvio a chi appartenesse quel profumo ambiguo.

«Bambolina, ti godi la desolazione?» Bongyu si lasciò cadere accanto a lei, provocando un tumulto sonoro sul prato. Era alto quanto Seokjin, grosso quanto Seokjin ma centomila volte più arrogante, spocchioso e, a detta di Moon, antipatico. Bongyu non aveva proprio fatto una buona impressione su di lei.

«Non è una desolazione, è bello qui» sospirò, cercando di mantenere un tono gentile ed educato e lui sghignazzò, premendo le labbra intorno al filtrino della sigaretta per aspirarne un altro tiro.

«Non devi fingere che io ti piaccia, so che non è così» borbottò, sputando il fumo grigio in alcuni cerchietti di varie dimensioni. Bongyu era quella che molti chiamerebbero la pecora nera della famiglia e non perché gli altri siano perfetti in confronto a lui ma perché lui era molto diverso da loro, totalmente a parte.

Nonostante la fisionomia corporea fosse simile a quella di Seokjin, Bongyu era più tozzo, aveva le braccia più muscolose, qualche macchia di grasso nero sul collo e centinaia di disegni neri sulle braccia fatti a macchinetta.
I suoi capelli tendevano più al color miele rispetto a quelli di Seokjin, il sopracciglio sinistro era spaccato di netto da una cicatrice rugosa, le guance leggermente incavate come se non mangiasse abbastanza e le dita della mano destra erano ingiallite dal fumo.

Nonostante l'arroganza, il suo pessimo carattere anti socievole e l'aria da cattivo ragazzo, era incredibilmente affascinante e di bell'aspetto.
Tutti i figli della famiglia Kim lo erano e Moon sapeva che avevano preso buona parte dei geni dalla madre piuttosto che dal padre. Dalle foto sparse per casa era lampante.

Moon/ Kim SeokjinDove le storie prendono vita. Scoprilo ora