24. Ursa Minor

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"Cristo, non lo sapevo più nemmeno io cosa avevo intenzione di fare. Volevo lasciarla da sola. Volevo dimenticarla. Ma poi non ci riuscivo. Forse non desideravo altro che trattenere il fiato e respirare il suo odore fino a dimenticarmi chi ero."
-Penelope Douglas

Doveva essere pazzo.
Non c'erano altre spiegazioni.
Jimin o Taehyung o entrambi, dovevano avergli fatto qualche strano incantesimo o forse il suo caffè era drogato perché l'idea di tornare a casa sua era totalmente folle.

Non che non volesse.
Anzi, sentiva nello stomaco quella strana euforia e gioia nel pensare di rivedere sua madre, i suoi fratelli più piccoli e i suoi nipotini.
Al tempo stesso però, l'idea lo terrorizzava.

Era da anni, decenni, che non tornava a casa o che non vedeva l'altro pezzo della sua famiglia se non qualche volta attraverso video o fotografie.
Dopo essersi tolto il peso di suo padre che teneva sul petto con i suoi fratelli, la malinconia di casa si era fatta sentire e i messaggi che Moon gli aveva mandato avevano fatto buona parte del lavoro.

Aveva accettato di tornare a casa anche e forse principalmente grazie a quei messaggi. Moon aveva un modo tutto suo di entrare in punta di piedi nei pensieri e nella vita di Seokjin.
Stava sfondando lentamente la barriera protettiva che lui aveva innalzato nel camino verso il suo cuore e non sembrava avere intenzione di tirarsi indietro.

Se l'avesse fatto qualcun altro, Seokjin avrebbe detto che volevano mettere il naso nelle sue cose.
Moon invece, lo faceva con una dolcezza e una delicatezza tale da togliergli il fiato.
Non gli aveva mai scritto messaggi così dolci e intimi, messaggi che sembravano includere un "noi", una relazione di coppia che loro non avevano ancora definito.

Era stato Seokjin a mettere paletti a quella conversazione, dicendo che non voleva etichette e forse era per quello che Moon non aveva mai insistito.
Lei si faceva andare bene qualsiasi pure pur di stare con lui. Anche perché la sua totale ignoranza in campo sentimentale, non le davano largo margine di movimento.

Eppure qualcosa non faceva stare Seokjin tranquillo. Ed erano proprio quei paletti che iniziava ad avere voglia di estirpare e dare fuoco.
Lui non voleva accontentarsi di Moon. Lui voleva viverla, sentirla, assaporarla, imprimersela dentro e addosso.

I suoi stessi sentimenti li si stavano rivoltando contro e stava iniziando a dimenticare Tsukuyomi, le parole di Selene e tutta quella storia da libro delle favole per bambini.
Doveva fare in modo che quella storia finisse o che Moon ne uscisse indenne.

Yoongi aveva ragione dopotutto. Moon era da proteggere e da preservare. Non era fragile come un grissino anzi, tutto l'opposto ma era molto fragile ed era stata ferita già fin troppe volte nella vita.
Non si meritava un'altra coltellata, tantomeno da parte di Seokjin.

Moon/ Kim SeokjinDove le storie prendono vita. Scoprilo ora