"Forever you and i"
-Like Crazy
Quel giorno non c'era il Sole.
La pioggia sbatteva forte sull'asfalto, sui tetti delle case e delle palazzine, la gente correva sotto gli ombrelli per raggiungere, al più presto, un luogo per ripararsi.Moon non era tra quelle persone.
Nonostante odiasse la pioggia, il tragitto verso casa era ancora lungo e non sarebbe riuscita a correre per tutto quel tempo.
Quel giorno tutto sembrava remare contro di lei e, come nei film comici, un tuono squarciò il cielo quando quel pensiero le attraversò la mente.All'uscita di scuola, una sua compagna di classe l'aveva spinta da dietro e lei era inciampata sulle scale e caduta in mezzo al corridoio, davanti a tutti.
Lo zimbello del Liceo, ecco cos'era diventata.La caviglia le faceva male, la borsa a tracolla si era rotta e il suo biglietto per i mezzi pubblici era finito in una pozzanghera perciò l'autista, uno scorbutico signore con un grosso neo sul naso e i capelli unti, non le aveva permesso di salire a bordo.
Stava camminando da quasi 20 minuti, lentamente, zoppiccando per via della caviglia e con la pioggia scrosciante addosso che non dava cenni di voler smettere.
Era nel pieno occhio del ciclone e non solo in senso metereologico ma anche della sua vita.Se fosse stata più forte, avrebbe saputo fronteggiare la sua compagna e forse non si sarebbe ritrovata in quel disastro.
Se fosse stata più furba, avrebbe capito che non doveva passare davanti a loro prima di uscire da scuola.
Se, se, se...Era diventata troppo incline ai se, ai ma, a rimuginare sulle sue scelte, sulle sue decisioni.
Non era mai sicura della sua vita, di quello che avrebbe fatto nel futuro. Non era sicura neanche di riuscire a tornare a casa tutta intera quel giorno.
Sicuramente il giorno dopo avrebbe avuto una brutta polmonite di quel passo.I suoi vestiti erano zuppi, le scarpe grondavano acqua da ogni buco strappato e rattoppato come meglio poteva.
Forse non era del tutto colpa sua.
Se avesse avuto dei vestiti più belli come le altre ragazze, nessun ragazzo l'avrebbe guardata con aria schifata. Se avesse avuto delle scarpe non rotte e sporche, nessuno avrebbe riso di lei.
Se, se, se...«Zitta Moon, pensi troppo» si sgridò da sola, continuando a camminare a testa bassa.
«Come scusa?»
Moon alzò lo sguardo e lo fissò sulla ragazza che aveva appena incrociato il suo cammino. Aveva dei corti capelli bianchi a caschetto, un impermeabile giallo trasparente che le copriva tutto il corpo e l'espressione piuttosto contrariata.
STAI LEGGENDO
Moon/ Kim Seokjin
RandomChang Moon è nata sotto una buona stella, come le diceva sempre sua madre. Fin da sempre appassionata di astronomia e fotografia, il suo sogno più grande sembra essersi realizzato quando è diventata un'astrofotografa. Come la velocità a cui viaggia...