30. Libra♎

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“My heart calls your name”-George III, Queen Charlotte

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“My heart calls your name”
-George III, Queen Charlotte.

Fu un enorme prova di coraggio e resistenza quella che Seokjin riuscì a portare avanti per ben tre lunghissimi giorni.

Ovvero quella di non cedere agli occhioni dolci e supplicanti di Moon, alle sue carezze più che volontarie e ai suoi modi di fare impacciati per "portarlo a letto", come diceva grezzamente Hoseok.

Tre giorni su sette non era un cattivo inizio anche se aveva giurato, mentalmente e a sé stesso, che non sarebbe mai più rimasto senza il contatto fisico con Moon.
L'astinenza dal sesso non faceva per lui. L'astinenza da Moon, non faceva per lui.

La domenica del weekend dedito al beach volley, la squadra delle Pink Ladies, aveva battuto le nuove squadre iscritte al torneo, una dopo l'altra per poi arrivare in finale e stracciare la seconda classificata, aggiudicandosi il trofeo della vittoria, non solo della domenica ma dell'intero weekend.

Moon si era scoperta essere un ottima giocatrice di pallavolo, specialmente per recuperare le palle più lontane possibili con dei tuffi degni di una medaglia d'oro olimpica.
La squadra era al settimo cielo. Era una bella soddisfazione portare a casa un trofeo, soprattutto perché avevano partecipato per divertimento, per fare qualcosa di diverso tutti insieme e con tanto di guadagnato alla fine.

Per quanto Taehyung volesse mettere il premio nella sua speciale collezione che teneva nel suo ufficio al The Scientist, aveva concordato con Micha e Gwen che il trofeo spettasse a Moon che era partita da zero in un gioco dove non sapeva neanche le regole basi e aveva scalato la vetta con determinazione.

La signora Chang si era commossa quando aveva visto la figlia rientrare a casa con la maglia rosa della squadra, la pelle sporca di sabbia, la faccia assolata e l'ingombrante coppa tra le braccia.
Era la prima volta che Moon portava un trofeo a casa. Mai una medaglia per qualche gioco della scuola o una certificazione firmata.

Niente di niente e non perché Moon non fosse in grado ma perché era una bambina troppo timida per mettersi alla prova, per mettere alla prova le sue stesse capacità.
E anche perché, la maggior parte delle volte, i giochi scolastici si tenevano fuori dalla città o comunque richiedevano una quota in denaro che la famiglia non poteva permettersi.

“Questo è un altro passo per il tuo riscatto”, le aveva detto con gli occhi gonfi di lacrime di orgoglio.
Da quando Moon aveva incontrato Seokjin, la sua vita era totalmente cambiata. Aveva conosciuto degli amici, tanti amici, che le volevano bene. Aveva scoperto l'amore, l'amicizia, perfino l'intimità di una coppia o il banale shopping terapeutico.

Era una nuova versione di sé stessa. Una migliore e fresca versione di Chang Moon, la piccola bambina con il naso tra le stelle nel cielo.

Moon/ Kim SeokjinDove le storie prendono vita. Scoprilo ora