Capitolo 3

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Dazai's pov

Le prime luci dell'alba illuminavano Yokohama adornandone i palazzi. L'aria era gelida, rendeva le guance fredde e le faceva arrossire.
Sospirai bevendo un po' del mio caffè amaro, e me ne stavo lì seduto, sul mio balcone sulla spessa ringhiera di pietra, con le gambe a penzoloni. Osservavo assorto nei miei pensieri il panorama, la vista da casa mia era splendida, vedevo tutto. Il mare in lontananza più blu del solito, i palazzi della Port mafia riflettevano la luce come se fossero degli specchi. Le strade erano vuote , se non per qualche sportivo che faceva jogging o qualche macchina, la città si stava svegliando.
Io , invece, ero stato in piedi tutta la notte. L'insonnia era la mia più fedele amica, avevo dormito si e no 6 ore in una settimana.
La mia testa sembrava non volersi spegnere.
Mi stiracchiai sbadigliando, poggiai la tazza ormai vuota di fianco a me, poi guardai di sotto. Il vuoto, sotto di me c'era solo quello e il cemento.
Potrei...
Scossi la testa e tornai in casa a prepararmi per questa ennesima giornata uguale alle altre.
Alle 8 in punto ero seduto nel bar sotto l'agenzia e attendevo che il mio caffè arrivasse.
"Dazai-San il suo conto non fa altro che gonfiarsi e lei non paga nulla..." la cameriera esordì portandomi la tazza fumante piena di quella bevanda scura dall'odore forte e che mi teneva sveglio. Le presi la mano e con tono teatrale le risposi "Lei, creatura angelica, può concedermi l'onere di suicidarsi con me al tramonto? Non trova che sarebbe fantastico?"
Lei mi sorrise e gelida mi disse "Dazai-San se non paga vado a parlare direttamente con il suo capo" . Piegai leggermente il capo all'indietro mettendomi una mano sul cuore e l'altra con il dorso poggiato alla fronte "Oh, lei è così determinata, tanto da lasciarmi senza fiato. Adoro le donne come lei, siete così affascinanti " ignorai totalmente la sua minaccia e mi alzai " Dazai-San...." era chiaramente irritata. Le presi la mano e gliela baciai inchinandomi "Mio raggio di sole, pagherò il mio debito. Non ti preoccupare " e mi congedai.
In ufficio Kunikida era già indaffarato , se ne stava alla sua scrivania concentrato a lavorare  sul computer.
Quale miglior momento per disturbarlo?
"Kunikida-kun! " lo chiamai , lui mi ignorò totalmente.
"Kunikida-kun, lo sai che sei il miglior impiegato di questa agenzia?" la sua testa girò lentamente verso di me, alzò un sopracciglio e disse "Non ti darò dei soldi Dazai" e tornò a lavorare.
"Così mi ferisci, pensi che sia una persona di quel genere?" mi finsi terribilmente addolorato e ferito dalla sua affermazione.
"Perché non mi stavi per chiedere di pagarti il conto del bar? Come hai fatto il mese scorso e quello prima ancora?" Domandò retorico il biondo.
"Mh quindi?" Chiesi speranzoso
"No"
"Che crudeltà, non aiuti gli amici in difficoltà " mi accasciai sulla sedia.
"Dazai lavora e stai zitto. Se sperperi denaro non è un mio problema."
La conversazione terminò e io mi misi a redigere un rapporto su una nuova organizzazione che era arrivata a Yokohama , erano conosciuti come le "Cappe Nere". Erano un gruppo di terroristi il cui fine ultimo era sconosciuto. Non attaccavano con uno schema, secondo me stavano solo spostando l'attenzione su altro. Il loro obbiettivo era differente ma ancora non avevo capito quale fosse anche se ne avevo una vaga idea.
Sospirai e continuai a lavorare.
La porta si spalancò improvvisamente e un Atsushi tutto trafelato e pallido come un lenzuolo entrò nel mio campo visivo.
"Atsushi-kun non è che avresti un po' di risparmi da parte?" Domandai con tono innocente , lui però mi ignorò e disse
"Dazai-San un bambino è—- in—- pericolo" io alzai un sopracciglio "E?" volevo capire perché fosse qui da me invece di essere là a salvarlo.
Perché voleva me?
"E-era con uno della mafia, quello basso con il cappello..." cominciò a fare respiri profondi, era evidente che non avesse più fiato in corpo talmente tanto aveva corso.
Chuuya con un bambino? Questo sì che era interessante...
Indossai il mio cappotto beige e Atsushi mi disse "Era al parco"  io uscì dall'agenzia.
——-
In poco tempo li avevo trovati e  li stavo seguendo. Il bambino stringeva la mano del rosso tranquillamente, non sembrava una situazione di pericolo. Se non fosse che quello a cui teneva la mano era Chuuya Nakahara, un dei dirigenti più temibili della Port Mafia. Doveva esserci qualcosa sotto e io lo avrei scoperto.
Rallentai quando notai che si erano fermati davanti a un negozio di giocattoli. Il bambino , doveva avere 3/4 anni indicava qualcosa e il nano lo ascoltava. Probabilmente il suo telefono squillò perché si allontanò dal bambino.
Scacco matto
Mi avvicinai approfittando della sua lontananza per approcciarmi al bambino. Non riuscivo a vederlo bene in viso. Aveva una benda sull'occhio, il cappello e un bel ciuffo scuro che gli copriva in parte l'altro occhio.
"Ehy, hai davvero un bel cappotto...ma il mio è più bello" tentai di attirare la sua attenzione. Il bimbo ,come me, aveva un cappotto beige quindi era la prima cosa che mi fosse saltata in mente per attaccare bottone.
Il bambino mi guardò male e rispose "Le sono caduti gli occhiali?"
"No?"
"Allora ha bisogno del dottore perché ci vede male" mi fece la linguaccia
Ma sentilo!
"Non credo, comunque io sono più forte di te"
"Io invece sono più veloce e più forte di te" si vantò, con la coda dell'occhio avevo già avvistato in precedenza che a pochi passi da dove ci trovavamo c'era un parco, adesso avevo una visione migliore di quel posto e vidi un'altalena.
"Io sono più bravo ad andare in altalena " e gliela indicai , per poi guardarlo tronfio.
Lui battè un piede per terra "Assolutamente no, io sono la migliore ad andare in altalena" disse la bambina.
"Hmh non credo proprio" le feci una pernacchia.
"Capito, quindi mi stai sfidando...bene!" e s'incamminò tutta impettita verso il parco.
"Ehi, buona, non farti investire" la raggiunsi prendendola per mano.
Iniziai io e mi spinsi in avanti, lei mi guardò impressionata. Ghignai, appena lo notò s'imbronciò e mi disse " Ora è il mio turno " io annuì e mi spostai mettendomi dietro lo scivolo. Lei era nel mio campo visivo e io mi trovavo alla sua sinistra e la osservavo salire con non poche difficoltà sull'altalena. Si sedette e provò ad imitarmi, fallendo.
Risi "E così saresti la migliore?" La sbeffeggiai lei mi fulminò con lo sguardo "Non vale, tu sei troppo alto e io sono più piccola quindi ho vinto "
"Non funziona così piccoletta " dissi
"Però giustamente hai ragione, per cui darò un vantaggio " le dissi, lei annuì e attese una mia parola. Mi schiarì la voce "Allora io adesso ti darò una spinta e quella non varrà, ma quella dopo si chia-" non feci in tempo a finire la frase che caddi all'indietro, un peso era sopra di me con le mani sulla mia gola e stringeva veramente forte, tossì e aprì gli occhi. Un'espressione di sorpresa era dipinta sul volto di Chuuya, i suoi occhi azzurri mi fissavano sgranati. Non li vedevo da quel giorno, da quando avevamo combattuto Lovecraft.
In un battito di ciglia, senza che neanche potessi proferire parola, Chuuya si era alzato ed era sparito con la bambina. Era scappato.
Strano. Perdere un'occasione del genere per darmele di santa ragione non era da lui . Ora ero sul serio interessato.
Mi misi in piedi e cominciai a darmi delle leggere pacche per togliermi la polvere e la terra di dosso. A qualche passo da me c'era un famigliare cappello nero con una banda rossa e una catenella. Un ghigno si fece largo sul mio viso.
Bingo!
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Me ne tornai nell'agenzia fischiettando e mi sedetti alla mia scrivania, mi misi il cappello di Chuuya sul viso. Un dolce profumo di fiori m'invase le narici, inebriandomi. Sentì qualcosa di assopito risvegliarsi. Mi tolsi immediatamente il cappello dalla faccia. Appoggiai la mia testa sulla scrivania e tirai due respiri profondi
Maledetti feromoni... Che pessima idea Osamu, davvero pessima. Pensai prima che Atsushi mi ridestasse dalla mia , ben celata ,agitazione "Dazai-san il bambino?"
"Atsushi-kun è tutto apposto...alla fine per quei soldi?" Gli sorrisi "Dazai-san..." sospirò "...va bene, ma questa è l'ultima volta" mi guardò esasperato "Oh Atsushi-kun che anima buona , ti sarò debitore a vita" lo abbracciai con molto entusiasmo e poi mi staccai appoggiandomi alla scrivania.
"Altro Atsushi-kun?" Sembrava che qualcosa lo turbasse.
"Nulla, cose sentimentali" liquidò la faccenda e se ne andò non appena Kyouka entrò dalla porta. Evidentemente non voleva che capissi di più di quanto già non avessi compreso. Atsushi , voleva chiaramente che la sua relazione con Akutagawa venisse alla luce, erano ormai 6 mesi che stavano insieme. Inizialmente all'omega andava bene la cosa però poi si era stufato e sapevo che ci aveva anche litigato con Akutagawa.
"Ah l'amore" sospirai.
Tornai a sedermi e provai a terminare il rapporto di questa mattina ma , ahimè, la mia attenzione era tutta riservata a loro.
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Erano le 22:20 e io mi stavo recando a casa di Chuuya. Avevo una strana sensazione e sapevo che lì avrei trovato risposte. Non ci andavo da anni. Dopo aver salito le scale, me ne stavo qui ad osservare quella porta di ferro e legno da dieci minuti buoni, scossi la testa e suonai il campanello. Sentì un borbottio, dei passi, il rumore di una maniglia che gira.
Clang aveva tolto il catenaccio, la porta si aprì rivelandomi Chuuya in pigiama con una crocchia disordinata che mi guardava basito.
"Dazai?"

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Autrice's pov
Allora popolo, mi faccio sentire adesso perché mi girava così.
Vi farò alcune comunicazioni di servizio, cioè vi dirò ogni quanto pubblico e simili. Pubblicherò ogni lunedì, probabilmente dopo pranzo.
Inoltre, la storia è conclusa, quindi non preoccupatevi.

Dopo ciò vi lascia in balia di cosa possa succedere... magari Chuuya uccide effettivamente Dazai, oppure parte il limone duro e traumatizzano Kaori....cooomunque ci si vede al prossimo capitolo.

月 Tsuki (Soukoku )Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora