Capitolo 8

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Dazai's pov

Mi sistemai meglio sul sedile, lo avevo reclinato all'indietro per stare più comodo e i miei piedi erano appoggiati sul cruscotto. Ero lì in attesa di quella chiamata.
Chuuya non me l'aveva data a bere. Stava troppo male per essere un pre-calore. Per di più gli avevo rubato il telefono da sotto al naso e lui era rimasto immobile a fissare il vuoto come aveva fatto per tutta la sera.
Sembrava su un altro pianeta, Kaori si era spaventata a morte quando lui non le aveva risposto dopo che lei lo aveva chiamato 10 volte di fila. L'avevo distratta per tutta la sera però quel nano ha fatto preoccupare persino me. Tanto da farmi passare la notte in una macchina nel caso stesse molto male. Però avevo preso le mie precauzioni e Yuki mi avrebbe aiutato. Il ricordo passò come un flash nell'anticamera del mio cervello facendomi ridacchiare.

Chuuya era molto strano,  da quando mi aveva chiamato  sospettavo che fosse successo qualcosa di serio e lui non faceva altro che confermare questa mia teoria. Adesso stavo portando Yuki a letto, come lui mi aveva chiesto.
"Papi, mamma sta male vero?" mi guardava con uno sguardo preoccupato.
"Si piccolina, ma niente di grave" almeno così speravo. Sembrava uno straccio per pulire i pavimenti.
"Mhmh " si accoccolò di più a me , le accarezzai la schiena.
La misi a letto e presi un libro delle fiabe ma prima di leggerglielo tirai fuori il cellulare di Chuuya.
"Kaori" lei mi guardò, io intanto sbloccai il telefono e andai tra i contatti.
"Ascoltami bene, vedi questo rettangolo verde sullo schermo?" glielo indicai e lei annuì "Se ci clicchi sopra chiami me capito?" "Si , papà "
"Quindi se mamma dovesse stare tanto male tu lo schiacci e papà arriva subito , Mh?"
"Certo Papi" "Quindi?" "Se mamma sta male pulsante verde e arrivi" "Esattamente" le accarezzai la testa e poi cominciai a leggerle "Cenerentola".

Il mio telefono squillò, era Kaori. Risposi immediatamente.
Conversazione telefonica
D:Piccina?
K: Mamma sta male
D:Che succ-
K: Urla e ...e c'è...c'è sangue
D: Arrivi subito
Fine conversazione
Mi precipitai fuori dalla macchina e corsi su per le scale. Aprì in fretta e furia la porta che richiusi successivamente. Mi tolsi il cappotto e le scarpe. Posai le chiavi sul cassettone. Un urlo mi fece scattare al piano di sopra.
Kaori era terrorizzata, fissava la madre sconvolta. Chuuya era semi-cosciente ed era in stato di delirio. Le bende che gli fasciavano la spalla avevano qualche macchiolina rossa, fortunatamente nulla di cui preoccuparsi, probabilmente si saranno tirati un po' i punti. Presi Kaori in braccio e la portai giù.
"Papà si occupa di mamma adesso. Tutto andrà bene" le baciai la tempia e lei annuì.
"Ora guarda i cartoni, appena mamma starà meglio ti chiamo Mh?"
"Si" era sotto shock, chiaramente.
La coccolai per tranquillizzarla e poi lei mi chiese
"Papi...cura bene la mamma ok?"
"Certo piccina" poi andai dal rosso.
Mi diressi subito in bagno dove trovai le scatole di antibiotici e antidolorifici, intatte, che dovevo dargli. Presi le pastiglie e corsi di sotto. Presi due biscotti e un bicchiere d'acqua. Una volta tornato in camera, posai le cose sul comodino e mi sedetti. Spostai Chuuya affinché la sua schiena si poggiasse sul mio petto. Presi un biscotto gli aprì la bocca e glielo feci mangiare, e così pure il secondo. Appena ingioiò l'ultimo pezzettino gli feci prendere le pastiglie con l'acqua. Chuuya tremava tra le mie braccia, aveva la febbre alta. Era più pallido di quando lo avevo salutato. Sospirai.
"Sei una testa dura" sussurrai, sapevo che non mi aveva detto nulla perché lui era "in grado di badare a se stesso" quindi non bisognava mai chiedere aiuto...infatti adesso, eccomi qui a fare l'infermiera Joy.
"Mhmh" mugugnò il rosso aprendo gli occhi. Erano lucidi per via della febbre.
"Ora facciamo il bagno e ci cambiamo le bende mh?" gli chiesi, lui mi guardò e chiuse gli occhi. Lo presi in braccio e lo trasportai in bagno.
Mentre lo stavo lavando mi presi del tempo per osservare la sua ferita. Era veramente orrenda, oltre essere bucato da parte a parte, aveva un enorme livido violaceo che gli copriva  tutta la spalla. Mi domandavo come fossero riusciti a sparargli.
"Dazai...la bambina?"domandò
"Sta bene Chuuya. Ora pensiamo a te" lui scosse la testa e fece per alzarsi ma lo fulminai con lo sguardo.
"Chuuya sta buono che se ti alzi svieni"
"Fottiti" lo guardai accigliato.
"Il solito nanetto suscettibile" ridacchiai, odiava essere aiutato, soprattutto se ero io a farlo.
"Bastardo" lo mormorò così piano che a stento lo sentì.
"Mh intanto ti sto facendo da infermiera"
"Mh non mi serve"
"Taci, Chuuya" dissi e lui si ammutolì, mi guardò strano e richiuse gli occhi.
Dopo averlo bendato e medicato gli chiesi.
"Hai una maglietta grande?", pantaloni e mutande glieli avevo messi, mancava solo la parte superiore ma serviva qualcosa di largo.
"Nel primo cassetto" disse massaggiandosi le tempie, piano piano si stava riprendendo ma la febbre non gli era scesa più di tanto.
Andai a prenderla, aprì il cassetto e al suo interno trovai dei miei vestiti.
"Ecco dov'erano finiti!"esclamai sorpreso. Non mi ricordavo di averglieli lasciati. Presi una mia maglietta e tornai di là.
"Non fare commenti" disse Chuuya , prima che potessi fare qualsiasi battuta sul fatto che avesse dei miei indumenti nel suo cassettone.
"Mh" gli misi la maglia e poi lo portai a letto.
"Sta immobile" gli raccomandai mentre andavo di sotto a preparargli la cena. Non mi importava che fossero le 2 del mattino.
Riscaldai due fette di pizza nel microonde e riempi nuovamente il bicchiere d'acqua.
"Kaori su, spegni e andiamo da mamma" la chiamai e in men che non si dica io e lei salivamo le scale.
"Tieni" gli allungai il piatto, lui alzò il braccio ma tremava come una foglia tant'è che fu Kaori a prenderlo.
"Faccio io mami" fece un sorriso e si avvicinò per farlo mangiare.
Chuuya morse la pizza "Grazie poggia qui" sì tastò il petto e la bimba ubbidì. Gattonò tra le gambe di Chuuya e si sdraiò sulla sua pancia.
"Ho avuto paura" sussurrò. Io la guardai e poi osservai il rosso che cominciò a farle i grattini fra i capelli.
"Piccina adesso sto bene" le rispose.
Mi sentivo un po' un estraneo. Erano nella loro bolla. Chuuya la rassicurava e lei lo ascoltava tranquillizzandosi sempre di più. Si vedeva che tra i due c'era un'intesa molto profonda. Lo gnomo sapeva esattamente cosa dirle.
"Dazai la pianti di fissarmi, mi dai fastidio" fu proprio quest'ultimo che decise di interrompere il mio flusso di pensieri.
"Mh?"
"Non sei sordo, piantala di studiarmi"
"Tu mangia" replicai sdraiandomi sul letto.
"No" mi diede una manata.
"Cosa?" Lo guardai perplesso, intanto mangiò un altro pezzo di pizza.
"Lavati e cambiati o sul mio letto non stai" il suo tono non ammetteva repliche, Kaori ridacchiò.
"Ti prendi gioco di me?" le pizzicai il naso.
Lei rise e mi fece una pernacchia.
"Come ti permetti signorinella" finsi un tono di rimprovero, le scompigliai capelli e mi alzai dal letto.
"Prendi pure i vestiti dal cassettone. E si, hai lasciato qui pure delle mutande" sbuffò Chuuya, feci un sorrisetto e poi mi andai a lavare.

Avevo appena finito di sistemarmi le bende che sentì un urlo provenire dal piano di sopra. Corsi di sopra e quello che si palesò davanti ai miei occhi mi lasciò di stucco. Kaori seduta sul letto che urlava e si tirava i capelli mentre Chuuya tentava di calmarla con un braccio.
"Cos'è successo?"chiesi mentre mi sedevo sul letto prendendo Yuki in braccio e fermandola dallo strapparsi i capelli.
Yuki si accucciò su di me, imitai quello che ,in precedenza, aveva fatto il rosso e le feci i grattini.
"Mamma non profuma più." disse con voce ovattata, dato che il suo viso era premuto sul mio petto. Chuuya distolse lo sguardo e strinse il pugno. Io annusai l'aria ed effettivamente la bimba aveva ragione.
"È per le medicine" dissi semplicemente, Kaori alzò la testa e mi guardò. " Mamma deve prendere delle medicine per la bua per questo adesso non profuma più " continuò il rosso. Dopo poco Yuki si staccò da me e diede un bacio sulla guancia a Chuuya "Ecco adesso starai meglio" gli sorrise teneramente e il rosso ricambiò il sorriso. "Grazie piccolina."
"Ora però va a nanna che è tardi" disse l'omega gentilmente.
Potrei commuovermi pensai osservandoli.
Chuuya gentile non si vede tutti i giorni dopotutto.
"Notte mami, notte papi" mi diede un bacino e poi scappò in camera sua.
"Dazai" mi chiamò
"Dimmi"
"Portale una mia maglietta" io annuì e gliela portai. Kaori la strinse forte a se e chiuse gli occhietti.
"Notte piccina" sussurrai mentre chiudevo la porta di camera sua.
Tornai dal mio paziente, il letto era vuoto ma luce del bagno era accesa.
Lo trovai intento a lavarsi i denti. "Il 'stai fermo a letto' è troppo complesso da capire per te?"lo rimproverai.
Lui sputò nel lavandino "Non ho bisogno del badante" ribattè, mise lo spazzolino al suo posto e si girò per andare in camera.
Neanche due passi che barcollò, lo presi al volo. "Nessuno ti giudica " lo tirai su e lo portai in braccio nel letto. Lui era imbronciato ma lo lasciai stare, era troppo stanco.
"Notte Dazai e grazie" il ringraziamento lo disse a voce così bassa che dovetti sforzarmi per sentirlo. Chuuya chiuse gli occhi e poco dopo si addormentò.
Io sarei rimasto lì a fargli da guardia il resto della notte. Quindi andai a prepararmi un caffè.
Passai davanti la porta di Kaori e mi venne un'idea.
"Scusa piccina ma ti prenderò in prestito queste cosine " le sussurrai mentre prendevo l'occorrente per disegnare. Andai in camera e mi sedetti sul letto in attesa d'ispirazione.
La stanza era ordinaria, i mobili scuri a contrasto con il muro bianco. Mi persi ad osservare i dettagli. Di fronte a me c'erano un cassettone con qualche foto di Chuuya e Kaori, di fianco ad esso la porta che conduceva al bagno comunicante e poi in libreria dentro la parete, era piena di libri. Un enorme finestra ricopriva la parete destra e sotto di esse c'era il termosifone ma era coperto dalle tende. Io e Chuuya ci trovavamo sul letto posizionato rigorosamente al centro della parete. Sopra il letto si trovava una copia de "La Notte Stellata" di Van Gogh e ai lati del letto due comodini. Infine sull'ultima parete c'era un grosso armadio  con di fianco un specchio. E sempre lì vicino ci stava la porta d'uscita. Sospirai non c'era nulla che mi ispirasse. Presi un ciuffo dei miei capelli e cominciai a giocarci, tirandolo leggermente.
I miei occhi vagavano nervosamente per tutta la stanza, finché qualcosa o meglio qualcuno non catturò la loro attenzione. Il mio sguardo si focalizzò totalmente su di lui. Mentre dormiva sembrava un angelo. Il suo profilo era magnifico. Iniziai ad abbozzare il suo viso, avrei disegnato solo quello. Con delicatezza gli carezzavo il volto per capire meglio come tratteggiare certi suoi lineamenti. Come il naso all'insù o la sua ben delineata mascella. I miei polpastrelli tracciavano linee sul suo viso che poi riproducevo su carta. La sua pelle era morbida e liscia. La grafite anneriva la carta bianca, i miei occhi facevano avanti e indietro. Lui era immobile, sembrava scolpito.
Il tempo scorreva ma io ero troppo impegnato a cercare di rappresentare la sua bellezza in un disegno.
Il ritratto era concluso e l'alba era giunta.
Posai il disegno sul comodino e andai di sotto a preparargli la colazione.
Quando tornai su, con il cibo su un vassoio, trovai Chuuya che guardava il disegno.
Mi sedetti sul letto, ma non lo interruppi, non era la prima volta che lo ritraevo.
"Sembra un angelo" sussurrò, gli sorrisi.
"Su ora mangia e prendi quelle pastiglie" ripresi il disegno posandolo sul tavolino.
Chuuya mi guardò per un po' poi scosse la testa, e mangiò.
Sarebbe stata una lunga convalescenza.

月 Tsuki (Soukoku )Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora