Capitolo 19

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Chuuya's pov

Controllai i bottoni per l'ultima volta, per poi concentrarmi ad osservare la mia figura allo specchio. Indossavo una camicia bordeaux con le maniche arrotolate fino al gomito, ovviamente avevo messo le mie cinghie di pelle , le avevo incrociate davanti per poi farle girare due volte intorno al torace. Mi ero pure messo dei guanti di pelle senza dita. Infine mi ero infilato un paio di skinny jeans neri e degli anfibi. Mi passai una mano tra i capelli per sistemarli.
"Sono pronto" sospirai. Afferrai il giacchino di pelle che era sul mio letto e poi mi avviai verso
l'ingresso.
Finalmente, adesso ero libero di uscire e farmi gli affari miei. Kaori era da Mori e ci sarebbe stata per una settimana. In questo periodo avevo avuti molti crampi al basso ventre, segno del mio imminente calore, quindi avevo lasciato Kaori dal Boss, lui si era spesso preso cura di lei durante i miei calori. Ogni tanto la bimba la lasciavo anche a Ryu ma, chiaramente vista la gravidanza di Atsushi adesso si occupava di lui e della sua bambina.
Ora che pensavo a lui ,mi venne in mente che avrei dovuto portargli la mia Gymball, me l'aveva chiesta in prestito. Presi il sacchetto che conteneva la palla sgonfia, le chiavi della moto e uscì di casa, intenzionato ad andare subito a casa loro. Il corvino mi aveva chiamato in preda alla disperazione, pregandomi di prestargliela, io avevo acconsentito, tanto non avrei fatto altri figli al momento.
Quella palla era stata una benedizione per la mia schiena quando aspettavo Kaori, quindi gliel'avrei data volentieri. Parcheggiai la moto e suonai al campanello.
La persona che mi aprì non fu Akutagawa bensì Atsushi. Il ragazzo aveva il viso devastato dalla mancanza di sonno, aveva due profonde occhiaie. I suoi occhi gialli e viola mi guardarono per un attimo straniti, poi però vedendo il contenuto del sacchetto che gli stavo tendendo la sua espressione cambiò, passando dalla sorpresa alla consapevolezza.
"Grazie" disse il ragazzo tigre.
"Salutami Ryu" dissi e feci per andarmene ma vidi la sua bocca aprirsi per pronunciare qualcosa, si grattò la nuca imbarazzato e non parlò.
"Che c'è?" Domandai impaziente, io avevo un programma. Volevo cercarmi un partner per il calore, ma non avevo tutto il tempo dell'universo per farlo, dovevo sbrigarmi.
"M-mi aiuteresti a gonfiarla che non riesco a piegarmi" mormorò la sua richiesta, io acconsentì. Lo dovevo a Ryu.
"Va bene" .
Appena dentro casa, lui mi guidò in salotto.
"Vado a prendere la pompa" e sparì. Io mi guardai intorno, casa loro era ordinata. Il bianco e il nero erano il tema della loro abitazione. L'arredamento del soggiorno mi piaceva particolarmente, la parete sinistra era coperta da grandi librerie nere piene di libri, al centro della stanza, c'era un tappeto peloso bianco che faceva contrasto con il parquet scuro. Sopra al tappeto c'era un tavolino in vetro. Il tavolo era circondato da due divani bianchi , e attaccata al muro sulla parete c'era una TV. E poco più in là c'era anche una porta finestra che dava sul balcone .
L'omega tornò, poco dopo, con la pompa.
Io la presi e cominciai a gonfiare la palla.
"C-chuuya?" Atsushi ruppe il silenzio creatosi dopo un po'.
"Mh?"
"Poi mi fai vedere come si usa?"
"Va bene" sospirai, c'erano i tutorial su YouTube ma feci finta di nulla.
"La schiena mi sta ammazzando" lo vidi stiracchiarsi, poi si massaggiò il ventre gonfio. Era sicuramente intorno al quarto,quinto mese. Non lo invidiavo affatto, avrebbe passato un'estate terrificante.
"Su, siediti che ti spiego" il ragazzo venne verso di me e poi si sedette sulla palla.
"Divarica le gambe" lui lo fece poi lo afferrai per i fianchi e cominciai a muoverglieli circolarmente e poi avanti e indietro. Ripetei quei movimenti per qualche volta affinché li memorizzasse più facilmente.
"Usala sempre, anche per sederti e fai i movimenti che ti ho mostrato, il dolore non passa finché non esce la bambina, ma migliora un attimo"
Lasciai la presa sui suoi fianchi e lui continuò a farli autonomamente.
"Oh Dio, ma io non mi muovo più da qui" aveva un'espressione di beatitudine e sollievo, io trattenni una risata.
"Ora io dovrei proprio andare"
"Oh si, scusa, ma Chuuya fatti offrire qualcosa. Per ringraziarti dell'aiuto" si alzò dalla palla e mi si avvicinò.
"Oh no, figurati." Volevo uscire di lì il prima possibile, avevo una brutta sensazione. Mi sentivo strano.
"Ma no, qualcosa devo offrirti...tè, caffè?"insistette lui.
"Acqua " cedetti, lui sorrise manco gli avessi regalato un Petrus dell'89.
Tornò da me con il bicchiere d'acqua. Lo ringraziai con un cenno del capo.
Dopo aver bevuto posai il bicchiere, e non appena il vetro entrò in contatto con il legno del tavolo mi venne un forte crampo al basso ventre.
"Chuuya? Sei pallido, tutto apposto?" Il volto dell'omega era contratto in una smorfia di preoccupazione.
"Mh potrei andare in bagno un attimo?" il mio tono era tranquillo, e sul mio volto era dipinta un'espressione di calma apparente.
"Corridoio seconda porta a destra" disse lui turbato.
Annuì e mi ci precipitai. Una volta dentro il bagno, chiusi la porta a chiave. Mi sciacquai la faccia. Ero veramente pallido.
"Ti prego dimmi di no"mormorai cominciando a sbottonarmi i jeans. Successivamente al crampo avevo sentito qualcosa di bagnato nelle mutande. Calai, il minimo necessario , giù i pantaloni e i boxer. Notai una bella macchia sulle mutande nere. Spalancai gli occhi quando vidi quel liquido semitrasparente colarmi tra le cosce.
"Merda!" Mi asciugai con la carta igienica e poi mi tirai su tutto e uscì dal bagno.
"Chuuya tutto ok?"
"S-si era solo un po' di nausea" barcollai leggermente mi era preso un brutto giramento di testa.
"Mh" mi guardò dubbioso , poi mi accompagnò alla porta. Lo salutai e sgommai verso casa, prima che il calore giungesse e mi mettesse k.o con la prima ondata.
————
Avevo i nervi a fior di pelle, sembrava che l'universo fosse contro di me. Mi ero vestito meglio del solito perché volevo trovare qualcuno con cui passare il mio calore, però il mio maledetto orologio biologico aveva deciso al posto mio. Cominciai a tagliare la frutta che avevo appena finito di lavare. Dovevo prepararmi la macedonia, durante il calore avrei perso parecchi liquidi e per reintegrare avrei dovuto mangiare frutta , acqua e un sacco di zucchero. Non me ne sarei dovuto preoccupare se avessi trovato qualcuno.
"Che nervi" borbottai tagliando le fragole.
"Però dai non può andar peggio di così" almeno di questo n'ero abbastanza sicuro. Insomma, ero arrivato a casa senza problemi, avevo abbastanza bottiglie d'acqua e frutta e zucchero non mancavano. Il lato negativo e che sarei stato di nuovo solo. Mi morsi il labbro inferiore, ero frustrato.
La parte che mi irritava di più è che io , adesso, potevo frequentare altri Alpha. Negli anni passati non lo feci per il semplice motivo che, la mia cucciola si sarebbe spaventata o sarebbe diventata aggressiva per via dei feromoni emanati dal mio ipotetico compagno, ma adesso che Dazai era con noi quel problema era risolto.
Sentì la maniglia della porta girare e il mio cuore slittò in gola. Non aspettavo nessuno.
Chi cazzo è?
Strinsi con forza il coltello che avevo tra le mani e non appena la porta si aprì, scagliai la lama contro l'intruso. Ahimè, il coltello si conficcò nella porta, esattamente nel punto in cui la sua testa stava poco prima che schivasse l'arma. Avrei davvero voluto che gli si piantasse in testa.
"Chuuya che benvenuto scortese" la sua fastidiosissima voce mi fece venire l'orticaria.
"Vattene " non avevo tempo da perdere, soprattutto con quell'ammasso di bende. Ovviamente, stavo ben distante da lui, il suo profumo era sempre stato maledettamente attraente, fortunatamente la finestra era aperta e l'aria circolava.
"Come sei cattivo e io che ero venuto qui perché ero preoccupato" si mise una mano sul cuore con fare addolorato.
"Ma pisciati addosso " adesso, ero sicuro che non potesse andare peggio di così. Avrei tanto voluto avvicinarmi e riempirlo di botte per poi farlo uscire da casa mia. Ma sapevo che sarebbe stato un errore madornale. Mi sarei limitato agli insulti.
"Vedo che sei in piena forma"
"Ottima osservazione...ora fuori!" ribadì acido. Lui mi ignorò e cominciò a girare per casa.
"Dazai di merda, esci subito da casa mia " gli ripetei ma lui continuava a non ascoltarmi.
"Si può sapere che stai facendo?" Io non mi ero mosso dalla mia posizione , lui invece era salito al piano di sopra e poi era tornato giù.
"Dov'è Yuki?" Aggrottai le sopracciglia, il suo tono era strano, sembrava agitato...sarà una mia impressione. Alzai le spalle.
"È a scuola" erano più o meno le tre del pomeriggio.
"Mh avresti potuto lasciarla a me" lo sentì lamentarsi, io lo guardai interrogativo.
"Quanto manca al tuo calore?" Chiese.
"Qualche giorno, ma il Boss mi ha lasciato a casa da oggi per evitare inconvenienti" risposi secco, sperando che ciò bastasse per farlo andare via.
"Mh come mai così eleganti? Ah non dirmi nulla...so già la risposta. Così mi lusinghi" cominciò a pavoneggiarsi.
"Ma quali lusinghe, suicidomane da strapazzo."
"Massì sapevi che sarei venuto e volevi sedurmi " continuò il suo giochetto.
"No,non è per te" risposi, lui si bloccò in mezzo alla stanza, mi guardò ferito. Si posò, nuovamente, la mano sul cuore.
"Mi tradisci?!" Fece sconvolto accasciandosi sul parquet.
"No, tu non sei serio...fuori da casa mia" il mio tono era irritato, gli tirai contro la mia ciabatta, avrei tanto voluto prenderlo a calci...
"Prova pure ad uccidermi..." la mia pantofola era stata fermata dalla sua mano prima dell'impatto, che disgrazia.
"Si si...FUORI!" strillai esasperato.
"Non prendo ordini da uno come te"
"Da uno come me come?"
"Tu sei come Giuda"
"Giuda? Ma che cazzo c'entra? Dazai fuori dai coglioni"
"Ad una condizione " roteai gli occhi, lui si sedette e si compiacque del mio sì inespresso.
"Come si chiama?" Alzai un sopracciglio, inizialmente, pensai che il moro fosse completamente uscito di senno ma poi compresi, dovevo rispondergli in fretta o avrei dato conferma ai suoi sospetti. Ovvero che, nessuno sarebbe venuto da me. Mi guardai le unghie fingendo indifferenza, schioccai la lingua sul palato e risposi " Asahi Tanaka"
Il moro si alzò e mi ridiede la mia ciabatta.
Accadde tutto in un istante, la sua pelle entrò in contatto con la mia, bollente. I suoi feromoni entrarono nelle mie narici ,inebriandomi, le mie pupille si dilatarono e il mio respiro divenne affannoso. Il panico ghiacciò il sangue nelle mie vene, feci cadere per terra la scarpa manco fosse fatta di lava e corsi in bagno. Girai la chiave e mi ci chiusi dentro. La temperatura saliva , avevo un caldo bestiale. Mi slacciai i primi bottoni della camicia e mi tolsi le cinghie di pelle, mi sentivo soffocare. Le mie gambe cominciarono a tremare , mi appoggiai al lavandino, ma durai molto poco. Mi accasciai sul pavimento di marmo, era freddo. Sospirai appena di sollievo. Con una mano mi coprì la bocca, meno feromoni respiravo meglio era. Con l'altra , invece, mi slacciai la cintura per poi abbassare la zip, infilai una mano nelle mutande, ero fradicio. Provai ad alleviare , da solo , la situazione ma ero come caduto in uno stato di torpore e ciò era dovuto alla presenza di quell'Alpha da strapazzo, il mio corpo aspettava lui.

月 Tsuki (Soukoku )Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora