Capitolo 5

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Dazai's pov

Abituarsi ad essere chiamato "papà" era stata un'impresa. Inizialmente neanche le rispondevo, era una parola a me estranea. Se non nei libri o nei film, l'avevo sentita pronunciare ben poche volte. E il fatto che fosse riferita a me , era inconcepibile.
Il tempo aveva fatto il suo corso e io mi ci ero pure affezionato a questa parola, soprattutto se pronunciata da quella turbolenta creatura che era Kaori. Un mese era passato da quando l'avevo conosciuta e il solo pensiero di lei mi rendeva...felice, credo che sia il miglior aggettivo per descrivere questa sensazione di calore che avvertivo nel petto quando mi ricordavo di lei. Purtroppo la vedevo solamente due volte a settimana e la sentivo gli altri giorni al telefono per darle la buonanotte. Non era una mia volontà, chiaramente. Chuuya era come un cane da guardia, non mi permetteva di avvicinarmi troppo a lei. Io gli avevo proposto innumerevoli volte di farmela andare a prenderla all'asilo o di farmi andare con lei a prendere un gelato, ma lui era inamovibile. Più di quello che mi aveva già concesso non mi avrebbe dato. La cosa mi dispiaceva assai ma io sapevo che lui temeva, aveva il terrore, che io la ferissi come io avevo fatto con lui. Non lo avrei biasimato per questo. Sicuramente avrei dovuto parlargli, perché a me non stava bene, quindi avrei dovuto trovare le parole giuste per dirglielo senza che però Chuuya andasse sulla difensiva, peggiorando così la situazione di per se già sgradevole. Essenzialmente, avrei dovuto scegliere con cura ogni singolo vocabolo che avrei dovuto dire. Sospirai pesantemente, sarebbe stato molto arduo, quell'omega s'irritava troppo facilmente. Mi massaggiai le tempie dolenti a causa dei miei arrovellamenti.
Il telefono mi vibrò nella tasca, corrugai le sopracciglia.
Chi potrà mai essere?
Presi in mano il dispositivo e il nome che apparve davanti ai miei occhi mi lasciò quasi di stucco. Lumaca.
*Conversazione telefonica*
C: Oggi va a prendere Kaori a scuola
*Fine conversazione*
Ora ero effettivamente sorpreso. Mentre realizzavo che i miei programmi di oggi sarebbero cambiati, mi arrivò un messaggio ,sempre suo, dove mi diceva quando Kaori ceneva e andava a dormire. Capì immediatamente che avrei dovuto badare a Kaori fino a quando lui non sarebbe tornato.
Scossi la testa ed entrai nell'agenzia. Sarebbe stata una lunga ed estenuante giornata, l'unica cosa che mi risollevava l'animo era che avrei rivisto la mia bambina.
——————
Guardai l'ora sul mio cellulare, segnava le 4:10 quindi adesso mi sarei recato all'asilo. Mi alzai dalla sedia e mi avviai verso l'uscita. Ma fui bloccato da Atsushi.
"Dazai-san dove vai?" Chiese guardandomi leggermente preoccupato.
"Ho trovato un nuovo metodo per suicidarmi con una corda, sembra rapido e indolore" il mio tono era canzonatorio. L'omega lasciò perdere e io me ne andai.
Finalmente ero arrivato in quel luogo infestato da quei piccoli esseri urlanti ovvero la scuola materna. L'edificio era di mattoni, il tetto a spiovente. Aveva due piani ed era pieno di finestre sbarrate. Ai piedi della struttura c'erano delle aiuole con moltissimi fiori colorati , e poi si estendeva tutto il cortile che era circondato da una recinzione in ferro battuto. A me sembrava una prigione.
La maestra era circondata da tutti i bambini e si guardava intorno in cerca dei genitori o babysitter. Vidi un bambino correre verso una donna, che lo prese in braccio e dopo aver salutato l'insegnante se n'erano andati.
Fu così che notai, poco più lontano da quell'assembramento di nani pestiferi, c'era una bambina con indosso un bellissimo vestitino rosso e un cappottino beige che passava la mano tra i fiori. Io mi avvicinai e i suoi movimenti si bloccarono , drizzò il capo e poi lo girò verso di me. I suoi occhi azzurri incontrarono i miei e un enorme sorriso le si dipinse in volto. "Papiii!" esclamò e mi corse incontro, mi misi in ginocchio e la presi al volo quando mi saltò addosso.
"Ciao Yuki" le diedi un bacio sulla guancia e poi la misi a terra.
Salutammo la maestra che ci sorrise e andammo via.
"Yuki, oggi Biancaneve si è nascosta sottoterra?" Le chiesi, avevo notato che le sue calze a maglia bianche erano tutte sporche di terra, il che era assai strano. Chuuya mi aveva raccontato che Kaori fosse una bambina alquanto pulita, non le piaceva impiastricciarsi.
"Oh no, lei non si nasconde sottoterra, è una fata mica una talpa" ridacchiò.
"Quindi perché sei sporca di terra?" La osservai con la coda dell'occhio e notai che si era fermata, era sbiancata e aveva gli occhi sbarrati.
"I-io...N-niente" farneticava parole a caso, era chiaramente agitata. Avevo scoperto un qualcosa che lei voleva mantenere segreto.
"Oi , Yuki, ti va un bel gelato?" Mi abbassai alla sua altezza e le accarezzai il viso per tranquillizzarla. Difatti lei si calmò e annuì tornando a sorridere. "Io lo voglio al cioccolato e alla fragola tu, papi?"
"Mh io crema e pistacchio" le risposi.
Kaori si sistemò le bretelle dello zainetto rosso di Biancaneve e mi guardò in attesa che andassimo. Le sorrisi e le presi la cartella mettendomela in spalla e poi la presi in braccio. Emise un verso sorpreso e poi posò la testa nell'incavo del mio collo e si mise a giocherellare con la pietra verde che indossavo.
"Grazie" disse , mi incamminai verso la gelateria più vicina.
—————
"Qui è dove lavora il tuo papà " dissi indicandogli l'agenzia.
"Ma è bellissima " aveva gli occhi a cuoricino poco dopo si precipitò dentro. Io la seguì, dovevo stare attento che non si facesse male.
La persi di vista.
Cazzo
Sospirai e andai a sedermi alla mia scrivania e ignorai alcuni sguardi che mi erano stati rivolti.
"Dov'eri finito? Dazai!" Un esemplare di Kunikida furente si palesò davanti ai miei occhi battendo forte le mani sulla scrivania.
"Stavo seducendo una fanciulla per un doppio suicidio meraviglioso " lo guardai e lui mi prese per il colletto e cominciò a scuotermi.
"Dazai devi essere più responsabile non puoi prendere e andartene a caso" mi sgridò.
Intanto io avvertì dei passettini veloci e poi la porta si aprì, Kaori irruppe nella stanza e cominciò a correre. Vidi Naomi con il fiatone arrivare poco dopo di lei.
Kaori rise e si nascose sotto una scrivania, io feci finta di nulla. Kunikida guardava il tutto scioccato.
Naomi, finalmente , riuscì a prenderla.
"Sei una bambina molto vivace" sospirò tenendola in braccio.
"Me lo dicono sempre. Sa che è proprio bella" Kaori le prese un ciocca di capelli e le sorrise. Naomi arrossì "Grazie, ma piccolina adesso dobbiamo trovare i tuoi genitori. Non puoi stare da sola"
"Ah ma io non sono da sola" disse tutta contenta e poi mi indicò "Sono con lui"
Naomi mi guardò stralunata.
"Dazai perché hai rapito una bambina?" Sibilò irritato il biondo. Io feci un sorriso ebete come se avesse detto la cosa più esilarante del mondo.
"Signore ma cosa dice! Papà non rapisce i bambini " lo rimbeccò Yuki incrociando le braccia. Naomi spalancò la bocca e cominciò a guardare me e poi Kaori in loop.
"Aspetta cosa?!" Esclamò Kunikida lasciando la presa dal mio colletto . Mi sistemai la camicia, andai a riprendere mia figlia che mi reclamava protendendo le braccia verso di me.
"Esatto, Kunikida-kun io non rapisco i bambini." dissi all'alpha troppo sconvolto per parlare. Posai Kaori sulla scrivania e le diedi le sue cose per disegnare e poi ripresi a lavorare sulle Cappe nere.
"Papà lo sai che ci stanno fissando, vero?" bisbigliò e io risposi "Certo che lo so, ma come biasimarli siamo bellissimi" le sorrisi e lei ridacchiò.
"No!" Esclamò poco dopo il mio collega con gli occhiali. "Dazai quand'è che hai fatto una figlia? E poi no!" era stressatissimo.
"Kunikida-kun rilassati su, il troppo stress fa venire il mal di schiena, sai?"
"No, io do le dimissioni" disse deciso
"Che esagerato " mossi una mano come per scacciare una mosca "Che sciocchezze"
"Un altro essere con il tuo DNA non lo reggo mi dispiace" andò a sedersi e si accasciò sulla scrivania.
"Bah, come sei melodrammatico" lo rimproverai scherzosamente.
"IO?!" mi gridò contro e io annuì. A Kunikida venne un tic all'occhio, sembrava nervoso.
"Su , torna a lavorare che stai perdendo tempo" decisi di fargli saltare i nervi, difatti
"DAZAI!!!" strillò e poi cominciò a borbottare cose mentre scriveva sulla sua agenda in maniera isterica.
"Che buffo" disse divertita la mia bimba
"È proprio buffo, hai ragione."
Ognuno era tornato alle sue faccende, tutto era abbastanza tranquillo se non fosse che Kaori, da mezz'ora a questa parte si era messa a tormentarmi perché voleva un succo. Però al momento dovevo finire di compilare un fascicolo, quindi non potevo andare a prenderglielo.
"Papà, il succo per favore!! Sto diventando vecchia" disse spazientita, ero esaurito per cui mi alzai "Eh va bene, vado a prenderti il succo Yuki" .
Tornai nell'ufficio e glielo passai. Lei sorrise ringraziandomi e bevve. Improvvisamente, mi sentì bagnato e la mia scrivania subì la mia stessa terribile sorte.
"Perché?" Chiesi.
Kaori mi ignorò e cominciò a barcollare tenendosi la testa tra le mani ed esordì "Tu, malvagio" poi cominciò a tossire e si mise le mani attorno al collo e crollò in ginocchio.
"Muoio" disse e si buttò all'indietro ma io la presi al volo e la tenni in braccio. Lei si afflosciò e quindi me la sistemai meglio. La tenevo a mo di sposa mentre lei si fingeva morta.
"Kaori bastava dire che non ti piaceva" sbuffai.
"Degno di tua figlia" si lasciò sfuggire Kunikida e io lo guardai accigliato come per dirgli che io non facevo questo genere di cose. Lui , in risposta , mi guardò male.
"Su Yuki smettila con sta scenata e aiutami a ripulire sto casino" la scossi delicatamente ma lei non si mosse.
Roteai gli occhi e mi alzai, Atsushi passò di lì e gliela scaricai in braccio.
"Grazie Atsushi-kun, torno subito" non gli diedi tempo di registrare il tutto che andai in bagno a pulirmi.
Finì di mettere in ordine la scrivania , ma Kaori continuava a giacere inerme tra le braccia del ragazzo tigre.
"Yuki su, smettila" dissi con tono fermo, era il momento che la piantasse con questa sceneggiata.
Con tua madre non fai così! pensai senza però esprimermi. Cominciai a pensare a cosa fare affinché la smettesse.
"Su, Kaori non hai sentito cos'ha detto tuo papà? Rispondigli, sei una bambina educata no?" Atsushi era sempre gentile e sicuramente ci sapeva fare più di me con i bambini.
"Io non parlo agli assassini" finalmente parlò.
Alla sua affermazione alzai le sopracciglia ma non dissi nulla. Bensì guardai Atsushi esortandolo a farla parlare.
"Non ti ha uccisa tuo papà, ti ha dato solo del succo di mela" mi tirai una manata sulla fronte. Mi ero completamente dimenticato che Yuki fosse terrorizzata dalle mele e che avrebbe fatto su una scenata. Chuuya me lo aveva detto più di una volta.
"Atsushi-kun chiedile come facciamo a ridestarla dal suo sonno" il mio tono era pieno di frustrazione,lui mi guardò confuso.
"Fallo e basta"
"Mh Kaori come faccio a svegliarti?"
"Oh beh ovviamente un bacio sulla fronte"
"Ovviamente " feci ironico e le diedi un bacino. Lei mi saltò in braccio e poi si sedette sulle mi gambe e mi si appallotolò contro. Le diedi qualche carezza e poi ripresi a lavorare in pace.
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Kaori era a letto ed io ero stanco, distrutto, esausto. Ero stravaccato sul divano in attesa del ritorno del rosso. Non mi sarei mai immaginato che tenere un bambino fosse così impegnativo. Per quanto Yuki fosse una brava bambina era stato tutto molto intenso.
Tutto sommato però mi era piaciuto, stancante ma soddisfacente. Quei sorrisi e quegli sguardi ripagavano la fatica. Sorrisi appena poi sentì lo scatto della chiave. Il click di apertura e Chuuya entrò in casa.
Si guardò intorno sospettoso, andò su e poco dopo tornò da me.
Lo osservai. Aveva i capelli scompigliati e i vestiti erano un po' sciupati. Il viso invece era un'altra storia, era proprio stravolto.
Volevo chiedergli qualcosa ma non lo feci, mi limitai a rimanere in silenzio ad osservarlo.
"Grazie" disse solamente, io feci un cenno con il capo e mi alzai andandomi a preparare.
Quando fui sulla porta, poco prima di uscire Chuuya mi prese per il polso. Brividi percorsero la mia schiena ma ignorai questa sensazione.
"L'hai passato" io sorrisi e lo salutai.
Questa sì che era una buona notizia. Non avrei più dovuto preparare un discorso. Avrei visto più spesso la mia bimba.

月 Tsuki (Soukoku )Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora