Capitolo 15

413 32 10
                                    

Chuuya's pov

I primi raggi del sole mi colpirono dritti in viso,mugnai, svegliandomi. Mi faceva male tutto, mi tirai su appena, ero appoggiato sui gomiti e mi guardai intorno. Ero in una macchina, non avevo memoria di essere salito su un'auto. La testa mi faceva parecchio male e i miei ricordi erano parecchio confusi.
Feci mente locale.
Kaori, rapimento, sono andato là, corruzione e vuoto. Mi tirai su di botto.
"Cazzo, Kaori! "quasi urlai, dovevo vederla e assicurarmi che stesse bene.
Però non potevo presentarmi tutto sporco di sangue, o almeno pensavo di esserlo. Osservai il mio viso nello specchietto , era pulito, così anche le mani e la camicia. Il mio occhio cadde sul sedile del passeggero, dove vi era appoggiato il mio cappotto, il mio amato cappello e un sacchetto anti-unto.
"Che...?" Lo presi e lo aprì. All'interno del sacchetto c'era un muffin ai frutti rossi e cioccolato bianco con appoggiato sopra un biglietto. Decisi di mangiare quel delizioso dolcetto,prima che Dazai mi facesse salire la bile con quel pezzo di carta, sapevo che lo aveva scritto lui.
Sospirai e aprì il foglietto, quello che lessi me lo fece accartocciare e gettare via.
Quando dormi sbavi, così diceva.
"Pezzo di deficiente, io ti strozzo" borbottai mentre uscivo dalla macchina. Mi sistemai il cappotto e il cappello, poi a passi pesanti mi recai all'agenzia.
———
Finalmente raggiunsi quel posto, Dazai mi aveva scaricato a mezz'ora da lì. Aprì la porta a vetri ed entrai. Salì le scale e attraversai il corridoio che, mi condusse di fronte a una porta con una targa dorata con su scritto "Agenzia Detective Armati". Abbassai la maniglia ed entrai. L'ufficio era deserto, se non per un Alpha biondo con gli occhiali che sedeva in una delle scrivanie sparse per la stanza intento a scrivere al computer. Feci per parlare ma il biondo mi precedette.
"Cosa vuole la Port Mafia da noi?" Si alzò e si avvicinò a me, nella sua mano destra teneva un'agenda verde. Nei miei ricordi quel quaderno era la sua abilità.
"La bambina" dissi secco, il mio viso era serio.
"Non so di cosa tu stia parlando" non gli credetti, per due motivi. Sapevo che Kaori fosse lì, e poi il fatto che avesse aperto il quaderno non era un buon segno.
"Dov'è?" Chiesi, cominciavo a seccarmi.
"Perché la Mafia è tanto interessata a una bambina, così piccola poi" si sistemò gli occhiali
"Lo ripeterò un'ultima volta: Consegnatemi la bambina"
"No" ci stavamo guardando dritti negli occhi, nessuno dei due batteva ciglio, stavamo aspettando una ragione per attaccare l'altro.
D'improvviso percepì un rumore alle mie spalle, lo scatto di una porta, poi dei passi, di qualcuno che correva.
"Mamma!" Sentì, mi girai subito. Kaori mi stava venendo incontro, io la raggiunsi e l'abbracciai forte.
"Piccina stai bene?" Chiesi, mi staccai e cominciai a controllare che non fosse ferita. Di nuove non aveva, fortunatamente.
"Si, sto bene. Mami dov'eri?" Chiese, io non le risposi e l'abbracciai nuovamente. Averla viva e vegeta davanti a me era un sollievo. Kaori cominciò a giocherellare con i miei capelli.
"Mami?" Mi chiamò.
"Ti stavo cercando " risposi vago.
"Mh si vede che è papi il detective" asserì, dandomi due leggere pacche sulla testa.
"Potrei offendermi" Sussurrai.
"Mhmh è vero...comunque lo rifacciamo il gioco, è stato divertente " disse alludendo al suo rapimento.
"No" il mio tono era asciutto e non ammetteva repliche, la vidi imbronciarsi poi scosse la testa e riprese a pasticciarmi i capelli, ma la lasciai fare. La mia mente tornò indietro nel tempo a quasi due mesi prima, a quella chiacchierata...

"Si si , fin qui, ci ero arrivato anch'io ...chi è?"
"Il loro bersaglio sei tu" mi rispose,il moro lasciandomi senza fiato. Un silenzio pesante calò fra noi due. Io fissavo il vuoto, non avevo idea di cosa fare. All'improvviso, un pensiero attraversò la mia mente con la stessa velocità con cui un fulmine squarcia il cielo durante un temporale.
"Dazai, io non permetterò che la tocchino" affermai, difatti il mio terrore era che , per arrivare a me, usassero lei.
"Dovrai farlo invece"
"Dazai parla " dissi, i miei pugni era stretti e le mie unghie perforavano la carne, mi stavo trattenendo dal prenderlo a sberle perché sapevo che lui aveva già un piano per risolvere questo problema.
"Non le succederà nulla. Kaori dovrà essere rapita. È l'unico modo per trovarli. Il giorno in cui succederà sarà casuale, ma l'unica certezza è che ne io ne te saremo con lei. La prenderanno quando sarà sola con uno dei tuoi. " sospirò, io lo osservavo. Lui guardava dritto davanti a se, e se mi fossi concentrato meglio ero sicuro che avrei sentito le sue rotelle girare.
"Allora, probabilmente andrà così. La porteranno in un posto sperduto, ti manderanno la posizione affinché tu vada là senza creare problemi. Giunto lì avverrà lo scambio e lei verrà portata via. Tu hai due compiti, il primo è ricordati le coordinate scrivile su un pezzo di carta insieme al mio numero. Successivamente dallo a uno dei tuoi e poi recati nel posto. Quando sarai arrivato nel luogo dello scambio, assicurati che Kaori sia abbastanza lontana e poi scegli tu come agire"concluse. Girò la testa verso di me e aspettò che io immagazzinassi il tutto. Io, avevo capito quello che dovevo fare, avrei dovuto usare corruzione.
"Dazai ti rendi conto che ha quasi 4 anni,e questo tuo piano, potrebbe avere delle ripercussioni nel suo futuro, molto gravi" dissi, il mio tono era stranamente freddo.
"Ma infatti lei non lo saprà "un ghigno furbo si formò sul suo viso
"Cos'hai in mente?"
"Lei penserà che sia un gioco. Lei è la principessa da salvare e io il suo principe. Per lei sarà tutta una finzione"
"Tu, subdolo..."
"Si si... a lei ci penso io." Mi liquidò. La cosa non mi andava giù, ma quella serpe in seno sapeva il fatto suo per cui mi sarei fidato. Lui non sbagliava mai.

"Oi, mamma?" La voce della mia bambina mi riportò al presente.
"Si, scusa...ero distratto" la mia voce mi suonava estranea, ero ancora assorto nel ricordo.
"Mh, è arrivato papà" mi informò, io mi rimisi dritto e mi girai. Dazai stava parlando al biondino che sembrava aver visto un fantasma. A passo lento mi avvicinai al moro.
"Oi, Chuuya dormito be-eh" si piegò in due a causa di un mio pugno nel suo stomaco.
"Nostra figlia non farà mai più parte dei tuoi giochetti , chiaro?" quasi gli ringhiai contro. La paura che avevo provato era stata viscerale, il terrore di vederla ferita mi aveva quasi paralizzato. Non gli avrei permesso di metterla in mezzo , mai più.
"P-potevi anche evitare il pugno" sentenziò con fiato mozzo.
"Tch" incrociai le braccia al petto e lo guardai male.
"Sei proprio scarso papi " Kaori aveva del ghiaccio in in busta di plastica in mano.
Da dove diavolo l'ha tirato fuori?
Vidi la bambina passargli il ghiaccio , Dazai lo prese sorridendole.
"Grazie piccina" le scompigliò i capelli, poi posò il sacchetto sulla scrivania.
"Papi sei tu che hai la bua ,non la scrivania" vidi Kaori scuotere la testa. Dazai la sollevò prendendola in braccio.
"Per questa bua non serve il ghiaccio " le spiegò.
"Kaori , mamma va in bagno un attimo" la vidi annuire. "In fondo al corridoio a destra" mi informò l'Alpha preventivamente.
Con questa scusa uscì dall'ufficio, avevo bisogno di un po' d'aria. L'ansia aveva i suoi effetti collaterali. Immerso nei miei pensieri, non mi accorsi che davanti a me c'era un'altra persona quindi ci sbattei contro.
"Scusi" borbottai alzando lo sguardo. Vidi un uomo, molto alto, aveva i capelli bianchi e gli occhi azzurri. Indossava un vestito verde , tipico del periodo Edo. Era il presidente Fukuzawa. Mi fissava severo.
"La ringrazio per mia figlia" mugugnai distogliendo lo sguardo da lui, e aprì la porta del bagno quando non ricevetti risposta, pensai che non mi avesse sentito.
"È nostro dovere proteggere i civili" sentenziò e poi sparì dietro una porta che  conduceva, sicuramente, al suo ufficio.
Mi sciacquai il viso, l'acqua fresca fece effetto, mi rilassai quasi immediatamente. Questa mia calma durò poco poiché il mio telefono squillò.
Conversazione telefonica
C: Boss?
M: Chuuya c'è qualcuno che deve parlarti
C: Arrivo
Fine conversazione
Tornai nell'ufficio per recuperare il cappotto e salutare la mia bambina.
"Ciao amore, mamma va poi ci vediamo sta sera" le dissi dandole un bacino. Era seduta sulla scrivania di Dazai ed era intenta a disegnare la sua amata fatina. Invece , il moro parlava all'occhialuto di qualcosa.
"Mh ciao" disse distrattamente. Decisi di lasciarla in pace , era molto concentrata.
Misi le mani in tasca e mi diressi verso l'uscita, giunto alle scale , una Kaori agitata mi corse vicino.
"Mamma no, non andare" si attaccò alla mia gamba.
"Amore devo lavorare" mi abbassai e lei si spostò, le afferrai delicatamente il viso e con i pollici cominciai ad accarezzarle le guance soffici.
"No, non voglio. Voglio stare con la mamma" s'imbronciò, aveva lo sguardo triste. Il mio cuore s'incrinò. La abbracciai.
"Amore ti prometto che finito questo lavoro, stiamo insieme solo io e te tutto il giorno , Mh?"
"Promesso?" mi guardò negli occhi
"Promesso" alzò il mignolino e io glielo strinsi con il mio, lei sorrise soddisfatta.
Mi rimisi in piedi, con la coda dell'occhio vidi Dazai osservarci, era appoggiato alla porta.
"Dai, ora va da papà e fa la brava" la esortai.
"Si" si girò e si diresse verso di lui.
"Aspetta" la richiamai e la raggiunsi.
"Ecco, così mamma è sempre con te" le misi il mio cappello in testa. Sapevo che era molto triste perché non sarei stato con lei ancora per un po', volevo lasciarle qualcosa per farla stare un po' meglio
"Ti voglio bene , mami" la vidi sorridere, era un sorriso a trentadue denti, era felice. Io ricambiai il suo sorriso con un bacio sulla guancia.
"Ora vado, ci vediamo dopo" la salutai. Non osai guardare Dazai, ne salutarlo. Non volevo vedere la sua faccia. Soprattutto i suoi occhi.
Mentre scendevo le scale , sentì qualcosa di umido scivolarmi sulla gota, mi passai una mano sopra il viso.
Era una lacrima?
Scuotei la testa, tirai un respiro di sollievo.
Il timore che Kaori potesse sentirsi triste era stato spazzato via da lei stessa. Quando avevo visto i suoi occhi illuminarsi per quel mio stupido gesto, questa mia sensazione di soffocamento che provavo era svanita con quella lacrima. 
Quando Kaori nacque feci una promessa a me stesso, ovvero che non avrei permesso che lei stesse male o che il suo sorriso si spegnesse.

月 Tsuki (Soukoku )Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora