Capitolo 30

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Chuuya's pov

Trascinavo i piedi sul pavimento del pianerottolo, ero distrutto. Era da giorni che Mori mi mandava da una parte all'altra a sistemare possibili intoppi. Tornavo a casa sfinito. A malapena stavo in piedi. Inserì la chiave nella serratura ed entrai in casa. Era buio, se non per una luce proveniente dalla mia camera da letto. Sospirai e mi tolsi cappotto, cappello e scarpe, poi salì di sopra.
Entrai nella camera di Kaori, dormiva beata. Era tutta appallottolata sotto le coperte, sorrisi e delicatamente le accarezzai la guancia con le nocche per poi posare un bacio sulla sua fronte. Uscì dalla sua stanza, attento a non far rumore, successivamente andai dalla carotina. Era cresciuto un po', ormai aveva otto mesi. I suoi capelli erano dei bellissimi boccoli rossi, e la sua somiglianza con me era sempre più marcata. Mi chinai e diedi un bacio sulla fronte anche a lui. Poi, finalmente mi recai in camera mia, ma la scena che mi si presentò davanti mi fece rimpiangere l'esistenza.
Dazai era sdraiato sul letto con solo una T-shirt addosso e stava pitturando l'erezione.
Ma perché ci ho fatto due figli...?
Scossi la testa e mi avvicinai per osservare meglio il suo operato. I brividi. Riconobbi immediatamente il mio cappotto nero, i miei capelli rossi...mi stava disegnando.
Sentì l'aria venirmi a mancare e poi qualcosa si accese e la sentì fin dentro le viscere, la rabbia cresceva e mi trattennì a stento. Gli mise pure una miniatura del mio cappello; dove avesse trovato quella riproduzione precisa lo sapeva solo lui. Dazai mi ignorava totalmente e fischiettava tranquillo. Ad un certo punto tirò fuori un pennello con della pittura rossa e cominciò a disegnare quei marchi.
"Voi, concessori dell'oscura sciagura..." finse di togliersi i guanti "...non dovete svegliarmi di nuovo" mi scimmiottò, schioccai la lingua sul palato.
"Il terribile Nakahara Chuuya ha attivato la sua forma corrotta. Ora subirete l'ira di' Arahbaki " e cominciò a muovere il pisello in ogni direzione.
"Ma sai che ho affilato i coltelli oggi?" La mia voce era piena di rabbia, le unghie perforarono i miei palmi. Lui saltò in piedi sul letto.
"No!" Disse deciso puntandomi contro il pennello.
"Vieni qui" lo minacciai avvicinandomi, lui in risposta scappò e io lo inseguì. Nel corridoio lo sentì esclamare "Ciao Yuki, ti ho voluto bene!" e corse giù dalle scale, Kaori incrociò il mio sguardo scosse la testa. "È troppo e io ho sonno " e rientrò in camera sua chiudendo la porta dietro di sé.
"Dazai io ti ammazzo" e scesi le scale pure io. Girammo intorno per il salotto per un po', poi saltai il divano e lo bloccai alla parete. Io ero a qualche passo da lui ma non aveva vie di fuga.
"Oh no il cappellino!" Esclamò affranto.
"Questi sono i tuoi pensieri?" Incrociai le braccia al petto e lo guardai con un sopracciglio inarcato.
"Si, mi sono impegnato " disse e s'imbronciò.
"..." scossi la testa e feci due passi avanti
"Ultime parole?" Chiesi
Lo vidi rifletterci su , poi abbassò lo sguardo verso il pavimento, si mise le mani nei capelli.
"Dazai va che non-" mi interruppe
"È SVENUTO" era disperato e poi si prese il pisello in mano e cominciò ad accarezzarlo.
Mi scappò un risolino.
"Aiutami poverino" continuò. Era troppo ridicola questa situazione e scoppiai a ridere seguito dal moro. Cascammo a terra come due idioti.
"Mi chiedo come ti vengano certe idee" dissi io ansimante per le grasse risate.
"Mi chiamano "prodigio" per un motivo...."
"Sei incredibile ..." ridacchiai dandogli un lieve pizzico sul fianco. E il mio sguardo incontrò il suo. I suoi occhi mi osservavano e il suo volto era ancora contratto in un sorriso.
"Hai il numero di una babysitter?"
"Si perché?"
"Perché domani ti porto in un posto" e si alzò tornando di sopra. Io rimasi un attimo lì a contemplare il soffitto. Sospirai e lo seguì di sopra.

Quello strano ragazzino mi aveva invitato, per meglio dire obbligato, ad andare alle 2 del mattino in questa spiaggia isolata con lui, scesi le scale in pietra e mi tolsi le scarpe e le calze. Non volevo entrasse la sabbia. Le abbandonai lì. La sabbia era gelida e i granuli solleticavano la pianta del mio piede. Camminai per quella piccola insenatura circondata da scogli neri, mi fermai quando raggiunsi Dazai seduto vicino alla riva di quel mare nero che brillava per le stelle e la luce lunare. Lo osservai, era assorto ad osservare il manto stellato e intanto si grattava il lato del pollice.
Era in ansia?
Spesso lo faceva per quello, ormai era da un po' che ci conoscevamo.
"Perché mi hai fatto venire qua?" Dissi con voce irritata.
"Il silenzio è un'arte Chuuya, dovresti iniziare ad apprenderla " esordì con quel suo solito tono da saccente.
"Ti faccio stare io zitto" lo minacciai mentre mi sedevo accanto lui, stando attento a non sfiorarlo.
"Mhmhmh" mugugnò, io lo guardai male. Lui teneva lo sguardo fisso sul cielo, così dopo un po' lo imitai. Aspettando mi dicesse il perché di questo invito.
Ma non accadde, non fiatava, così mi innervosì e feci per alzarmi.
"Chuuya guarda" e indicò su in alto, io seguì il suo dito e vidi due stelle cadenti
"Esprimi un desiderio " continuò, roteai gli occhi ma lo feci.
"Mh? Quindi?" chiesi
"Ora ce li confessiamo" il suo tono era quasi infantile ma mai quanto il suo sorriso.
"Prima tu, devo imparare l'arte del silenzio no?" dissi incrociando le braccia al petto.
Lui alzò le mani e ridacchiò "Quando me ne andrò voglio farlo sentendomi privo dei miei pesi. Voglio essere libero capisci?" Il suo tono era pacato, a me vennero i brividi. Deglutì e non riuscì a rispondergli. Non sapevo neanche cosa dirgli ad essere sincero.
"Tocca a te" battè le mani e io lo fissai, poi mi schiarì la voce e feci per dirgli quel che avevo desiderato.
"Allora io vorrei avere una ..." ma mi interruppi e lo guardai, lui girò il volto verso di me ed era confuso. Mi morsi il labbro e poi mi spostai in avanti e lo baciai. Le nostre labbra entrarono in contatto, io sentì un calore riscaldarmi il basso ventre che però si spense percependo la sua rigidità.
Immaginavo non ricambiasse, ma ci rimasi comunque male.
"Adesso vado" borbottai non avendo il coraggio di guardarlo in faccia, più per me che per lui, e feci per tirarmi su. Lui mi afferrò per un braccio rigirandomi e mi baciò. Io spalancai gli occhi sorpreso , la sua mano fredda era posata sulla mia guancia e il suo corpo si protedeva verso di me , allargai le gambe per fargli spazio. Lui si avvicinò e posò l'altra mano vicino alla mia.
Il bacio si stava facendo sempre più passionale, le nostre lingue s'intrecciavano e le nostre labbra si scontravano, il mio corpo cominciava a reagire , mi sentivo accaldato e ansimavo.
"Posso?" Chiese Dazai a fior di labbra, i suoi occhi erano stati inghiottiti dalla pupilla e anche lui aveva il respiro pesante.
"Si" e mi coricai facendo abbassare anche lui.
Quello fu la prima delle tante altre. Da quella notte qualcosa nel nostro rapporto cambiò.

Boccheggiai appena vidi il posto in cui mi aveva portato il moro. Era quella spiaggia.
"Su Chuuya vieni" mi incitò chiamandomi con la mano, lui era già sceso. Io ero come paralizzato.
Perché mi ha portato qui?
Lo raggiunsi, eravamo uno di fronte all'altro e io lo osservavo fissarmi.
"Osamu perché s-" le parole mi morirono in gola, Dazai era in ginocchio davanti a me con un anello in mano. La mia faccia era accaldata e i miei occhi erano lucidi. Tremavo leggermente.
"La pioggia fuori della finestra con la grata o La vergogna e il rospo, Chuuya?" Mi chiese citando due delle nostre strategie di quando lavoravamo insieme. Non riuscì a parlare. Quell'uomo era sempre così imprevedibile, tra tutte le cose che avevo pensato questa era l'ultima. Il cuore batteva forte nel mio petto, talmente tanto che me lo sentivo nelle orecchie. Trattenevo a stento le lacrime e non respiravo, altrimenti sarei scoppiato a piangere.
"Ora sono alla tua altezza, visto?" Scherzò lui.
"Ma taci cretino" la mia voce era carica di emozioni, lo abbracciai di getto. Quella battuta mi aveva sbloccato da quella paralisi.
Lui mi strinse e poi disse ridacchiando "Lo prendo per un sì?" Io piansi silenziosamente con la faccia premuta nell'incavo del suo collo.
Restammo in quella posizione per un po' poi mi staccai e gli porsi la mano, lui mi infilò l'anello.
Era in oro nero con inciso delle foglie e c'erano delle pietre rosse incastonate che formavano un fiore, la camelia. Ce n'erano tre.
"È stupendo..." boccheggiai, quello di Dazai era più semplice, nero con una sola camelia al centro.
"Mhmh" mugugnò.
"Perché?" Chiesi
"Tu sei felice?" Controbattè lui.
"Certo, mi sembra ovv-" mi bloccai il suo viso aveva un sorriso, lieve ma c'era. Era sincero lo vedevo. I suoi occhi avevano un piccolo barlume.
"Allora va bene così " mi accarezzò il viso e mi invitò a sdraiarmi al suo fianco. Lo feci
"Guarda Chuuya due stelle cadenti, esprimi un desiderio " e le indicò, un brivido percorse la mia schiena.
"Il mio desiderio si è già esaudito..." sussurrai osservando il moro assorto nei suoi pensieri.
"Mh?"
"Nulla nulla" e voltai lo sguardo verso quell'affascinante mantello pieno di stelle.

Osservavo ancora quell'anello mentre fumavo la mia sigaretta sul balcone di camera mia. Era passato qualche giorno dalla proposta e tutto era trascorso tranquillamente. Adesso i bambini dormivano e Dazai leggeva sul letto.
Osservai la luna che brillava come sempre e fu in quel momento che mi venne in mente una cosa.
"Brutto..." e lo guardai male, lui ovviamente non lo notò. Era un fatto curioso che gli eventi più importanti della mia vita avessero come protagonista la luna piena, la scoperta della gravidanza di Kaori, la dichiarazione di Dazai e anche la proposta.
Chissà magari era una sua qualche macchinazione...
Lo osservai mentre buttavo il mozzicone nel posacenere, da lui potevo aspettarmi di tutto.
"Chuuya" mi salutò.
"Ma per caso avevi programmato tutto?" Chiesi sdraiandomi al suo fianco, lui mi guardò per qualche istante.
"Mhmh ti devo confessare il segreto allora..." sospirò pesantemente e mi guardò serio.
"Cosa?" Lo osservai in attesa
"Sono un lupo mannaro " e si mise ad ululare.
Io mi afflosciai sul letto.
"Ancora ti sconvolgo?"
"Purtroppo " borbottai affranto, però se non fosse stato esattamente così noi non saremo quello che siamo adesso. E a me andava bene.
E ogni giorno lo ringraziavo per farmi sentire umano.

———
Angolo autrice
Allora, ragazzx ormai è finita. Quest'avventura si è conclusa, ci rivediamo nell'epilogo.
Io piango...la mia Kaori!
Vi voglio bene e grazie per il sostegno
Bye!

月 Tsuki (Soukoku )Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora