Chuuya's pov
"Micina alzati" sussurrai dolcemente dando un bacio sulla guancia di Kaori. La vidi arricciare il nasino a punta e strizzare gli occhi.
"Giorno signorina" la salutai, i suoi occhi celesti mi guardarono, li strizzò un altro po', era ancora intontita dal sonno. Si stropicciò gli occhietti con le mani e si stiracchiò.
"Ciao mami" poi sbadigliò, la presi in braccio e la portai in bagno, cominciai a prepararla per andare a scuola, le feci indossare dei leggings neri e una felpa ,che calzava come se fosse un vestito, con sopra una stampa di Biancaneve.
"Come sei bella " mi complimentai mentre le spazzolavo i capelli, lei era intenta a giocare con i bottoni del mio gilet.
"Grazie mamma, anche tu sei bellissima" sorrisi leggermente.
"Mamma ?"
"Mh ?"
"Papà quando arriva?"
"Tra una decina di minuti, perché ?" Domandai, ultimamente Dazai accompagnava spesso Kaori all'asilo e lei era entusiasta di questo fatto, effettivamente la mia bimba era sempre felice di vederlo. Si esaltava ogniqualvolta avvertisse la sua presenza o veniva a conoscenza del suo arrivo. Da quando, poi avevamo passato il calore insieme, io e il moro, ci vedevamo più spesso, di conseguenza lei era più felice.
"Mi porterà ancora quei dolci buoni?" Si mise in piedi sul bancone del bagno e allungò le braccia verso di me io l'afferrai per il busto, lei si aggrappò a me stringendo le braccia intorno al mio collo.
"Credo di sì" risposi, il moro aveva preso quest'abitudine di portarle un dolce dalla panetteria per la colazione, ma non era questo a stupirmi, difatti Dazai viziava parecchio Kaori, quello che mi lasciava scosso era che ne portasse uno anche a me. Non riuscivo a spiegarmelo. Scossi la testa cercando di scacciare questi pensieri che mi facevano solo venire il mal di testa: tentare di capire le intenzioni Dazai era un'impresa erculea, e io ero troppo stanco per volerci provare.
Feci sedere Kaori sulla sedia poi io presi il latte dal frigo per riscaldarglielo, lo versai nel pentolino, accesi il fornello mescolai e poi lo lasciai lì, intanto misi su il mio caffè.
"Mamma da grande anch'io avrò i capelli rossi, belli, come i tuoi?" Chiese, la vidi tastarsi la testa, successivamente mi guardò.
"No, almeno che tu non te li tinga"
"Tango?" Ridacchiai "no, tingere vuol dire cambiare con uno shampoo speciale il colore dei capelli" le spiegai, la vidi annuire.
"Quindi se li coloro con lo shampoo magico allora diventeranno come i tuoi per sempre?"
"No, per un po' si ma poi devi rifartela"
"Ah e perché tu hai capelli così e io marroni?"
"Perché tu hai i capelli come tuo padre " a dir il vero assomigliava più a lui che a me...
"E perché?" Sospirai e sistemai una ciocca di capelli dietro l'orecchio.
"Perché quando un bambino è nella pancia della mamma prende alcune caratteristiche dalla mamma e altre dal papà " spiegai.
"Mh quindi ho i capelli di papà e gli occhi di mamma?"
"Esatto" le sorrisi e poi le versai il latte caldo nella tazza, ci aggiunsi anche un cucchiaio di miele.
"Ma io li voglio rossi" la vidi imbronciarsi mentre girava il cucchiaio di plastica di Biancaneve. Io risi e presi il mio caffè.
"Quando sarai più grande li farai rossi" le dissi
"Mh oppure torno nella tua pancia e li scelgo rossi" io spalancai gli occhi di fronte alla determinazione espressa dal suo volto.
"Amore non si può tornare indietro una volta nati " le dissi, la vidi scuotere la testa e poi bevve un sorso di latte.
"Io ci riuscirò " affermò convinta, io scossi la testa, ero curioso di sapere cosa si sarebbe inventata.
Sentì la serratura scattare e Dazai munito di sacchetto entrò in casa.
"Papi!" Strillò lei saltando giù dalla sedia e gli corse incontro.
"Yuki, ciao" la prese in braccio e le diede un bacio sulla guancia, mi appoggiai sullo stipite della porta della cucina, e li osservai mentre sorseggiavo il caffè. Dazai posò il sacchetto sul tavolo e aiutò Kaori a salirgli sulle spalle.
"Papi devi portarmi là " e indicò un punto oltre la mia testa, voleva che la portasse in cucina.
"Si piccina" raccattò il sacchetto e si diresse verso di me sorpassandomi senza salutarmi.Il mio braccio libero scivolò lungo il fianco e lo guardai male.
"Ciao eh" sussurrai irritato tra me e me, mi staccai dalla porta andando a lavare la tazza. Il moro continuò ad ignorarmi e tirò fuori dal sacchetto un muffin al cioccolato, ne diede un pezzo a Kaori ,che stava ancora seduta sulle sue spalle, lei lo prese e iniziò a mangiarlo con gusto.
"Papi, dov'è il mio?"
"Oh non c'è, c'era solo questo"
"Ah" sapevo che ci era rimasta male, lo vedevo dai suoi occhi, per un istante vidi un'ombra attraversarli.
"Potevi prendermi quello lì " sussurrò triste.
"Yuki, è troppo cioccolato" gli spiegò.
"Amore papà ha ragione, ora la mamma ti fa un panino con la marmellata vuoi aiutarmi?" Mi avvicinai a loro, lei allungò le braccia verso di me e io la presi in braccio.
"Si, metto io la marmellata" io annuì e presi il necessario. Presi un coltello da burro lo immersi nel barattolo, lo passai alla bambina e ,con il mio aiuto, spalmò la marmellata di fragole sul pane. Sul suo viso tornò il sorriso.
"Yuki la prossima volta te lo compro al cioccolato " si scusò Dazai, sembrava realmente dispiaciuto.
"Ma no papi, grazie. Mi è bastato quello che mi hai dato tu" gli sorrise e diede un morso al panino. Kaori era seduta sul bancone a gambe incrociate a degustarsi la colazione.
"Prendo appunti " sussurrò scherzoso al mio orecchio, le sue labbra sfiorarono la mia pelle, brividi percorsero la mia spina dorsale.
"Dazai..." lo allontanai da me e mi sistemai i capelli per il nervoso. Non poteva comportarsi così, prima mi ignorava e poi faceva così...
"Yuki sono le 7:45 , dobbiamo andare ...siamo in ritardo!" il moro prese in braccio la bimba e si precipitò in anticamera. In fretta e furia vestì la bambina e uscì di casa.
"Ciao mamma"
"Chuuya" queste furono le ultime prima che la porta sbattesse. Sussultai per il botto.
"Chi ti capisce è bravo..." borbottai e cominciai a mettere apposto la cucina.
Questi comportamenti opposti che Dazai assumeva mi confondevano. Non riuscivo a comprenderlo, speravo veramente che si stabilizzasse perché io non sapevo per quanto tempo avrei retto.
——————
Dazai e Kaori erano al piano di sotto e stavano scegliendo un film da vedere insieme. Io mi ero appena messo il pigiama, afferrai la coperta e li raggiunsi.
Mi sedetti sul divano accanto al bendato, mentre Kaori era seduta al tavolino, pronta a disegnare.
"Cosa guardiamo?"
"Una commedia americana " mi disse il moro, indicando con il telecomando la Tv, lèssi il titolo "Una scatenata dozzina", non lo avevo mai visto.
"Di che parla?"
"Di questa famiglia che ha 12 figli e dei loro disastri" detto questo il suicidomane fece partire il film.
"12?! Io ne ho uno e mi basta" mormorai, sentì Kaori ridacchiare , probabilmente qualcosa che avevano detto nel film l'aveva fatta ridere.Il film procedeva tranquillamente, lo trovavo genuinamente divertente. Mi portai le gambe al petto e le abbracciai, volevo mettermi più comodo.
"Chuuya..."il moro mi chiamò a bassa voce , io girai la testa verso di lui e lo guardai in attesa che mi dicesse qualcosa. La sua mano si avvicinò al mio viso, io seguivo ogni suo movimento, le sue nocche mi sfiorarono la guancia e mi spostarono una ciocca dietro l'orecchio. Prima che la sua mano tornasse vicino al suo corpo , mi accarezzò la guancia un'altra volta. Vidi un angolo della sua bocca alzarsi impercettibilmente, accavallò le gambe e poi tornò a prestare attenzione al film.
Mi toccai la gota con la mano, potevo percepire il calore fantasma del suo tocco.
Scossi la testa e ritornai a prestare attenzione alla televisione. Dopo breve tempo cambiai posizione ritrovandomi spalla a spalla con Dazai. Volevo appoggiarmi a lui, però ero un po' titubante visti i suoi comportamenti contraddittori, lentamente appoggiai la mia testa sulla sua spalla, lui non si mosse, il suo sguardo era fisso sul film. Dopo neanche un minuto in quella posizione, lui si spostò.
"Yuki vuoi starmi un po' in braccio?"
"Mh Mh" la vidi annuire poi si alzò e salì sulle gambe di Dazai, si accoccolò, lui inziò a farle i grattini.
Mi morsi il labbro e poi mi sdraiai sul divano posando la testa dal lato opposto al loro.
Questo suo atteggiamento mi stava facendo abbastanza male, e questo suo ultimo gesto di rifiuto mi ferì più del previsto. Presi un respiro profondo e tornai a prestare attenzione al film . Per il momento avrei ignorato il peso che si stava formando al centro del mio petto.
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Mi tirai su i pantaloni del pigiama e mi sistemai appena i capelli, che erano tutti scompigliati, mi osservai allo specchio, il mio collo era pieno di succhiotti. Mi lavai la faccia e poi mi diressi in salotto, Dazai intento a prepararsi per andarsene.
Non mi guardava neanche in faccia , faceva tutto in fretta, io incrociai le braccia al petto e gli aprì la porta.
"Domani la passo a prendere io " mi disse e io annuì.
"Ah...e grazie" aggiunse sull'uscio e poi se ne andò via. Io chiusi la porta e mi ci accasciai contro.
Mi rannicchiai per poi prendermi la testa fra le mani e mi tirai i capelli.
"Grazie? " sputai acido.
Mi ringraziava dopo il sesso, questa cosa mi mandava fuori di testa. Mi faceva sentire usato. Ormai, ero quasi convinto che mi considerasse un oggetto piuttosto che una persona. Nell'ultimo periodo Dazai aveva deciso di mandarmi al manicomio, ero messo così male che non gli rispondevo neanche più quando mi prendeva in giro. Il mio decadimento emotivo era stato graduale, all'inizio il moro mi trattava come al solito, stessi scherzi e battute , però ogni tanto faceva qualcosa in più, come qualche carezza o quei dolci della panetteria. Per quanto non fossero nulla di che, erano gesti che io apprezzavo. Però poi aveva cominciato a comportarsi in modo distaccato, a volte mi ignorava proprio, inoltre aveva pure assunto un atteggiamento altalenante, ovvero alternava momenti dove, per esempio, mi considerava e altri dove faceva l'opposto. E questo suo modo di agire aveva cominciato a pesarmi sempre di più, finché quando abbiamo ripreso ad avere rapporti sessuali io non sono crollato. Essenzialmente, quando avveniva lui mi teneva girato di schiena, cosicché io non lo vedessi in faccia, e concluso l'amplesso se ne andava lasciandomi lì per poi ringraziarmi. Io avevo anche provato a dirgli qualcosa a riguardo ma lui se ne andava oppure usava Kaori per evitare certe domande.
Tutto nell'insieme mi aveva deteriorato, quei sentimenti feriti e sepolti avevano ripreso a sanguinare.
"Pezzo di idiota" mormorai, mi alzai da terra e scrissi un messaggio a Ryu. Quest'ultimo mi aveva visto un po' più assente del solito e si era chiaramente preoccupato, io avevo evitato le sue domande ma adesso che ero pronto mentalmente gli avrei parlato.
Non avevo nessuna intenzione di farmi buttare giù come la prima volta. Mi misi in testa che sarei andato a parlare con quell'ammasso di bende, non mi importava l'esito di quella futura discussione, quattro anni fa mi aveva rifiutato quindi non ero un illuso, volevo solo mettere la parola 'fine' a questa storia, perché non mi meritavo di stare così male una seconda volta, avevo il diritto di andare avanti.
Andato in camera, mi rannicchiai fra le coperte e chiusi gli occhi, addormentandomi.————-
Angolo autrice
Ma salve.
Allora...Dazai ha fatto...beh...Dazai.
Ora direi che qualcosa si è smosso, ed è molto chiaro che Chuusky non è particolarmente propenso a starsene buono...
Le risposte le avrete nel prossimo capitolo.
Ora io mi sotterro.
ByePs: vi voglio bene <3
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月 Tsuki (Soukoku )
FanfictionYokohama, quattro anni erano passati da quando Dazai Osamu se n'era andato in segreto dalla Port mafia, lasciando senza dire una parola il suo vecchio partner Nakahara Chuuya. Quest'ultimo , dopo la sua sparizione, andò in pezzi, soffrendo molto più...