Salice

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Come avevo già anticipato, è arrivata l'ora finalmente di riportare tutto ciò che sento e vivo quotidianamente sul diario che ho acquistato dal sito di Etsy: è morbido al tatto, nero e personalizzato con la scritta in copertina "And so the story begins". Avrà circa un centinaio e passa di pagine, alcune le ho strappate per via delle cavolate inizialmente scritte, non mi piacevano più, erano banalissime.

La mia calligrafia fa abbastanza schifo grazie alla DAD, essendomi abituata ad utilizzare il pc per scrivere e sistemarmi gli appunti, è ulteriormente peggiorata. La sessione a distanza, la riassumerei così: sono stata bocciata a causa di una sola parola, senza che mi si facesse proseguire con l'esame orale. Ho dedicato tempo dei miei giorni per prepararmi, finendo per essere bocciata dalla professoressa, forse frustrata dalla vita. La maledetta parola è stata 'salice', da tradurre da un inglese obsoleto dell'opera di Otello. È stata un'esperienza assurda questo esame e non la auguro a nessuno. Il fatto che dall'umore di alcuni docenti dipenda l'esame di una studentessa -ho avuto modo di conoscere altre storie simili purtroppo-, mi fa bollire il sangue nelle vene, è ingiusto. 

Cambiando discorso, ti dovrai subire questo diario pian piano e non ho nemmeno idea di quando arriverà tra le tue gigantesche mani. In realtà ci sto pensando e di occasioni per dartelo ce ne saranno, spero. Non ci stiamo più scrivendo come una volta. Un po' mi dispiace, perché era diventata una delle abitudini più carine da marzo, mi piaceva essere aggiornata tramite una sorta di diario tutto tuo, che mandavi sotto forma di messaggio in chat. Mi faceva sentire partecipe di ciò che vivevi in casa e mi rallegrava in qualche modo questo tuo gesto. Ho perciò preso ispirazione da te, solo che il mio diario è fisico. Presumo che tante delle cose che vorrei dirti non le saprai mai se non attraverso questo diario. In più, c'è la distanza di mezzo, ti renderai conto con che tipo di persona hai a che fare solo leggendolo.
Forse non lo vedrai mai, chissà.

Stiamo vivendo ancora nella pandemia, e io non voglio affezionarmi troppo ad una persona, innanzi tutto è un contesto che non ce lo sta permettendo molto, anche perché da quel che vedo, e non solo io, ma anche i nostri amici in comune, questa situazione tra me e te non va. Eppure, se fosse realmente colpa della pandemia, al posto tuo, ci proverei a uscire alla luce del sole e all'aria aperta. Nel primo lockdown ti sei dichiarato letteralmente, ora non capisco cosa ti metta i bastoni tra le ruote. Ho dato peso a ciò che hai scritto e forse lì ho sbagliato, aspettandomi che eseguissi alla lettera tutto quello che scrivevi, però chiedermi se fossi disposta ad intraprendere una relazione a distanza lo trovo esagerato, fattelo dire. Come se non bastasse, hai proseguito con il dirmi di voler mantenere la "fiamma" per me.

Quale fiamma esattamente??

E' difficile ignorarti, per via delle attenzioni che dai, sarei ipocrita a dire che non mi piace riceverle, ma tra dire e il fare c'è di mezzo il mare, se non l'oceano addirittura.
Nonostante io non abbia voglia di impegnarmi chissà quanto, sono comunque disposta ad uscire. Alla fine è un'uscita.

Vivere una pandemia non giustifica di certo questo comportamento indeciso. Il problema non è la pandemia. C'è persino chi è riuscito ad essere più consistente, una mia cara amica da Brescia, è scesa dal nord in vacanza con sua madre e la sorella, abbiamo improvvisato un giorno e ci siamo viste dopo ben sei anni, è stato il nostro primo incontro dato che abbiamo legato virtualmente. 

Inutile dire che è stato più semplice organizzarmi con lei che con te.

A non aver ancora scaricato TikTok siamo rimaste io ed io. Sono all'antica e utilizzo ancora YouTube, che a quanto pare ha deciso di ammorbarmi con video strappalacrime di coppie che si stanno formando a distanza, nonostante stiano in casa. Alla vista di ciò, quasi quasi mi manca avere qualcuno con cui parlare, però abbiamo deciso di smettere perché tanto non portava da nessuna parte. Uscire con qualcuno è praticamente diventata un'impresa nel 2020, alla fine siamo figli del nostro tempo, e non ha nulla a che vedere con la pandemia, diciamocelo.
I rapporti erano complicati anche prima, ma continuando, nel tempo si sono modificati ancor di più, se non peggiorando.
Non ci piace prendere impegni a noi della Gen Z a quanto pare, neanche quelli più sbrigativi. Sarebbe solo giusto esplicitarlo invece di girarci troppo attorno con scuse banali e il ghosting. 

E smettila di etichettarmi come "la ex di...", è un titolo misero e riduttivo che accosti spesso. Prima di tutto ho un nome; una personalità; sono figlia; sorella; nipote; amica e faccio tante altre cose. Non sono mica venuta su questo mondo per essere semplicemente la ex di qualcuno annullando totalmente la mia persona. 

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