Mentre mi riposo ogni tanto sul letto durante la giornata, almeno in quei pochi momenti in cui sono in casa, ripenso alla pandemia, e non perchè non abbia nulla da fare o perchè mi manca, assolutamente no.
Quel che vivo oggi mi sembrava impossibile da raggiungere e mentre ora sto sul letto, lo faccio senza così tante preoccupazioni, senza pensieri ossessivi che riguardano il futuro e con più voglia di vivere. Non fisso più il soffitto durante la notte perdendo ore di sonno. Penso a quante cose siano cambiate effettivamente a livello mentale. Prendo con più leggerezza alcune faccende e non ho più quella tabella di marcia, che seguivo morbosamente, e lascio che gli eventi accadano per conto loro, mentre mania del controllo che avevo è calata.
Se per rompere un equilibrio c'è la necessità di distruggerne un altro, direi che la pandemia in questo ci è riuscita a pieno distruggendone anche più di uno, portandosi dietro vite, devastando famiglie, demolendo la salute mentale di tantissimi giovani privati dei migliori anni della loro vita. È stato un vero e proprio incubo. Non mi spiego ancora del perchè all'improvviso avessi iniziato a vivere in modo apatico, sarà stato che l'arrivo della pandemia fosse coinciso con il completo sviluppo del mio lobo frontale e quindi avessi iniziato a vedere tutto in modo più noioso, proprio come una vera adulta? Che combo letale.
Credo in realtà che l'inerzia vissuta per così tanto tempo, sia stata causata dal passaggio alla vita che i grandi ci descrivono quando siamo piccoli e desideriamo crescere. Ora ha più senso in effetti, perchè non capivo come mai fossero tutti imbronciati gli adulti che guardavo da bambina. Avrei voluto tanto che il mio lobo frontale si sviluppasse in un contesto diverso rispetto a quello della pandemia, in un ambiente meno stressante. Durante le lezioni di psicologia che ho seguito, ho scoperto cosa fosse a fregarci ad un certo punto dei nostri vent'anni e ci rendesse così cauti, pronti a non rischiare più e a farcela sotto, questo maledetto lobo frontale. La professoressa che insegnava questo corso è stata una delle poche ad averci chiesto come stessimo dopo quest'esperienza
Scrivo ancora su questo diario del quale non so cosa farmene e forse un giorno me ne sbarazzerò, chissà.
È il 2023 e sono passati tre anni dall'inizio della pandemia COVID19, tre anni che sono passati come se fossero stati un'eternità, tre anni che sono sembrati come il miele di un barattolo, miele il quale scivola lentamente mentre aspetti che esca e ci impiega mezza giornata, ma nel mentre ti stufi perchè potresti fare tante altre cose mentre sei lì che aspetti.
In questi tre anni è successo di tutto, eppure io sono ancora qui e penso a tutto quello che ho combinato nell'ultimo anno, dal 2022 in poi. Mi sono seriamente rimboccata le maniche, perchè non avrei mai voluto darmi per vinta da un virus invisibile, che mi ha portato via un parente, tempo, salute mentale, esperienze e speranza. Ho perciò innanzitutto recuperato quasi tutti gli esami e non è stata per niente una passeggiata, perchè ho dovuto impiegare uno sforzo sovraumano e il doppio rispetto a tanti altri miei compagni di corso, vivendo uno stigma interno durante la mia esperienza da fuoricorso.
Ho accumulato i crediti per l'università così da non pagare un rene per la tassa annuale. Ho trovato un lavoro part time da ragazza delle pulizie e anche cat-sitter, lavoretti che mi hanno in seguito permesso di diventare leggermente più indipendente, comprare regali alle persone a cui tengo e soprattutto, ho viaggiato finalmente dopo quattro anni di fermo. Per quanto miseri possano essere considerati questi lavori, grazie a loro ho rivissuto momenti solenni e ho potuto vivere esperienze a cui mai avrei aspirato. È veramente bastato poco per essere felice e rivivere quella normalità che non sentivo da anni. Ovviamente, ho avuto i classici momenti 'no' mentre scalavo questa montagna pari all'Everest, perchè non è mai rose e fiori come si potrebbe pensare. Ci sono state tante occasioni in cui avrei voluto mollare tutto, semplicemente perchè sono in ritardo di due anni su tutto, e sto riottenendo indietro quel che voglio solo ora nel 2023.
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Due settimane in vacanza
Historical FictionLa mia voce, oltre a far parte dell'archivio sonoro di Roma, starà nell'inchiostro di queste ottantuno pagine di diario che vi dedico. Cover credit to model: Kiranjeet Gill